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Autore: bluemoon89    07/03/2015    0 recensioni
Racconto in prima persona, da un punto di vista estraneo dai fatti che avverranno a Starling City, e che dovevano avere uno scopo nella vendetta di Slade; ma avrà dei risultati diversi.
[Possibile citazione di altri personaggi della serie e/o avvenimenti della prima e seconda stagione]
DAL TESTO:
Avevo capito che aveva dei problemi e che c'era qualcosa che non andava...ma in fondo non avevo capito niente.
Non avevo capito nulla...o forse si e facevo finta che non ci fosse nessun problema.
Avevo cercato di capirlo, ma non ci ero riuscita.
Non avevo capito chi era veramente Slade Wilson.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Slade Wilson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Mi presento...mi chiamo Tredici Wong. Fino a sei anni ho vissuto in un orfanotrofio di Hong Kong per poi essere adottava dai coniugi Wong. Il mio nome? Mi avevano trovato in una camera d'albergo...esattamente la camera numero tredici, è per questo che sentita la storia la direttrice dell'orfanotrofio mi chiamò in quel modo. Non seppi mai chi erano i miei veri genitori e perché mi abbandonarono...non li ho mai cercati, ma la fine la verità, almeno riguardante il mio vero padre, venì a galla...ma se anche non ho avuto il modo di dirglielo, ho sempre cercato di non farmi troppi dubbi, io ho già una famiglia. Fino a dodici anni vissi ad Hong Kong, poi ci trasferimmo a Liberty City (dove abito tutt'ora...anche i miei genitori). E' una grande città, non come New York o Starling City, ma è piuttosto piacevole. Secondo la tradizione è stata fondata dal pirata Edward "Liberty" Hewerthoon...e qui le male lingue la considerano una città molto più "peccaminosa" di Las Vegas. Di certo non ha una storia casta e santa, ma adesso è totalmente diversa da come era in passato. Il nome veniva proprio dal suo fondatore...forse anche per questo che per molto tempo è stata considerata di cattivo occhio.
Lavoro presso un locale "Silver Moon" come cameriera e ho un piccolo appartamento non lontano da dove lavoro. Le mie giornate sono piuttosto monotone, lavoro, casa, dai miei e alcune volte esco alla sera con Emily. Le uniche "sorprese" sono quando Emily in piena crisi con il proprio fidanzato o la lascia, mi piomba in casa mia o quando Erik viene lasciato dalla sua ragazza, Brooke (si lasciano si rimettono insieme...un eterno tira e molla).
Tutto è iniziato quando mi piobò proprio Erik, dopo cinque anni dalla morte del mio padre biologico.
Mi ero appena preparata.
Con Emily ci eravamo messi d'accordo di uscire per andare al Luna Park.
Avevo indossato i consueti abiti (se una persona mi cercava bastava che dicesse una donna dai lunghi capelli biondi, vestita di nero con la giacca nera di pelle per sentirsi rispondere "ah Tredici...lavora al "Silver Moon") che suonarono.
Guardai l'ora, era in anticipo e significava che o era successo qualcosa o che aveva avuto un contrattempo e non poteva.
Quando aprì la porta e mi trovai un uomo con i capelli non tanto corti e la barba (Erik).
-dimmi che vai al Luna Park.-fece lui.
-vado con Emily...-dissi.
-benissimo...così vedrete che razza di idiota si è presa.-disse Erik.
Se non dissi niente era perché c'era anche Emily con me...in due lo potevamo farlo ragionare.
Così tutti e tre andammo al Luna Park.
Questa volta Brooke si era messa con un giostraio, quello che tu lanci le palle ai barattoli e se li prendi vinci un peluches.
Sapevamo come andava a finire, lui restava per un tiro o due, e naturalmente perdeva; mentre io vincevo.
-di un pò...-fece Erik.-tutto questo...insomma...ti dovrà essere costato sacrificio, e via dicendo.-
Conosceva Brooke, visto che si lamentava che a trent'anni aveva mille attività iniziate e poi fallite, e cercava uomini con "attività" ben solide per farlo ingelosire sia moralmente, sentimentalmente e fisicamente (anche se il giostraio era piuttosto secco).
-generazioni di famiglia-rispose l'altro.-e continuerà ancora adesso.-
-e questo ti fa sentire piuttosto importante...-
-okay...noi andiamo.-feci io.
Sapevo come andava a finire....una volta che non c'eravamo ha messo le mani addosso a uno anche se questo ha fatto ritornare Brooke da lui.
A forza io e Emily lo portammo via.
-ma che ti salta in mente-dissi.-lo vuoi prendere a pugni.-
-non lo hai visto in che modo arrogante mi ha risposto.-fece Erik.
-lo sai com'è Brooke-disse Emily.-è solo un modo di spronarti..alla fine torna sempre da te. Lo sai che ti vuole responsabile.-
-lo sono...adesso ho un lavoro fisso...visto che non l'ho inventato io...e lei? se ne va perché secondo lei lavorare per un impresa di pulizie non può essere gratificante.-fece Erik.
-di certo non è la soluzione discutere o passare alle mani.-dissi.
-discutere non lo fatto...non mi avete lasciato il tempo-fece lui.-le mani...le ho usate su quel figlio di papà e se me lo ritrovo fra i piedi gli do il resto.-
-sei stato fortunato che non ti abbia denunciato.-disse Emily.
-se non voleva il resto...-disse lui.
Noi due lo guardammo.
-lo so che è un modo di Brooke per motivarmi...ma non può continuare così...come faccio a pensare a un qualcosa se lei fa queste mattane...-fece Erik cercando di controllarsi.
-se lo sai...fa qualcosa...stupiscila...-dissi
-bene...-esclamò Erik.
-che fai.-fece Emily.
-a dimostrare a quello che sono migliore di lui.-
Quando lo seguimmo, spese tutti i soldi nel cercare di beccare qualcosa e vincere un premio. Voleva ripulirlo dei peluches, ma fu il giostraio a ripulire Erik.
Con il morale sotto terra, alla fine andavamo tutti e tre al Karaoke.
Era l'unica cosa che dopo essere stato "umiliato" dall altro, a tirargli su il morale. Si fece quattro canzoni di seguito, tutte d'amore e strappalacrime...ed è sempre un miracolo che ci fanno ancora entrare. Poi tocca a me ed a Emily a rissollevare il morale con un duetto (forse per questo che non c'è ancora un divieto per noi tre). Affianco al palco c'erano una serie di archetti ai lati....era una cosa che facevamo spesso saltarci dentro e ballare trasportate dal ritmo. Quella volta però al centro del palco c'era una liana e in stile donna della giungla la presi e con uno slancio mi buttai. Beccai il punto giusto, ma, o perché avevo forse bevuto troppo o perché avevo preso troppo il ritmo o entrambe le cose, persi l'equilibrio e caddi in avanti...cadendo sopra a qualcosa.
Dalla botta che presi pareva che fossi andata contro il muro.
Solo che...era una persona...almeno che non vestivano in maniera elegante anche i muri.
Nell'alzarmi gli detti una testata....anche li parve che l'avessi data contro al muro.
-scusa...non volevo...-dissi guardandolo.
In quel momento pensai che avessi una commozione celebrale...era...era lui. Era un uomo bruno con la benda sull'occhio destro, a parte quest'ultimo elemento era l'uomo dei miei sogni.
Quando ero piccola, facevo sempre un sogno, specialmente quando mia madre faceva l'anatra alla pechinese, sognavo una versione grande di me con un uomo...lui. Lo sognavo sempre come un cavaliere errante del Medioevo che mi salvava la vita. Sul suo cavallo mi traeva in salvo (non ero una principessa solo una che era in pericolo) per poi partire verso terre e avventure sconosciute.
-stai bene.-chiese lui.
-più o meno...-risposi con un tono da vera deficiente.
-hai del sangue che ti esce dal naso...-fece lui.
Idiota...ero una vera idiota. Avevo davanti l'uomo dei miei sogni e l'unica cosa che fece fu un sorriso da ebete e dirgli "non è niente".
Non essendo così grave, ritornai a casa.
Lui fu piuttosto gentile e carino da accompagnarmi e assicurarsi che stessi bene.
-sei sicura che non ti accompagni all'ospedale.-chiese l'uomo.
-tranquillo...anch'io ho la pella dura.-risposi.
Lui sorrise.
-senti...ti posso offrirti qualcosa-dissi.
In quel momento mi squillò il cellulare.
-si...-senza guardare chi fosse.
-Tredici...dovresti venire qui...-
Era mio padre.
-oh...adesso...-dissi.
-si...-fece mio padre piuttosto deciso.
-va bene...arrivo.-chiusi la comunicazione.-è mio padre...scusa e che...-
-si capisco...-fece lui.
Fu così il nostro primo incontro, anche perché non mancava poco al nostro prossimo incontro.
 
   
 
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