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Autore: se solose    07/03/2015    4 recensioni
Piccola mia parentesi nata subito dopo la 3x05 SPOILER PER CHI SEGUE LA PROGRAMMAZIONE ITALIANA.
Spero che vi piaccia, soprattutto se siete degli Olicity come me!
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Cos'è questo bruciore lancinante?
Guardo verso la sua fonte, è rosso. Solo quando poggio la mano capisco che è sangue...e cosa sta succedendo.
Oliver prova a riprendere la mia mano ma io non posso dargliela, non riesco a muovermi.
"Oliver" la voce mi esce tremante. E mi guarda, mi fissa come se non riuscisse a capire cos'abbia.
Il viscume sotto le mie mani si fa sempre più abbondante e le gambe sembrano non reggermi più; mi lascio andare.
Non crollo al suolo solo perché Oliver mi afferra prima.
È così che deve andare? È davvero così che deve finire?
"No,no,no" dice premendo sulla ferita.
"Oliver..." ma lui mi zittisce.
"No, non dire niente... andrà tutto bene, chiaro?" La sua voce autoritaria vacilla.
Cerca il telefono ma non lo trova, non lo porta mai quando è sotto quel cappuccio. Si volta verso gli altri che stavano ultimando il lavoro.
"John!" Urla ed il nostro amico in poco si trova vicino a noi.
"Che diavolo succede?" Chiede preso dal panico; guardandomi.
"Il telefono, chiama un'ambulanza. Sbrigati!" Lo incita senza staccare le mani dal mio fianco; cerca di fare pressione per impedire al sangue di uscire a flotte. Eppure io lo sento, sento le sue dita muoversi tra il calore del rosso accesso che si è esteso su tutto il mio vestito. Non fa male ma brucia, un bruciore che toglie il fiato, che toglie la vista, che toglie la parola.
Cerco il vuoto quando Oliver mi poggia una mano sulla fronte e mi intima di guardarlo. Lo vedo, offuscato ma lo vedo; i suoi occhi sono lucidi e lo sento lo sforzo che sta facendo per restare composto.
"Stanno arrivando!" Dice John piegandosi su di me.
"Okey" rispondo, incrinando le labbra in qualcosa che doveva assomigliare ad un sorriso.
Sarà vero che quando stai per morire ti passa davanti tutta la tua vita? Credo che finalmente avrò risposta a questa domanda anche se, ad essere sincera, questo è l'unico dubbio che non mi sarebbe dispiaciuto avere.
"Ehi, devi - fa una pausa - devi cercare di rimanere sveglia, ti prego".
Perché, avevo chiuso gli occhi?
Annuisco, per accontentarlo.
Non sento più gran parte del mio corpo, le punte dei piedi, le gambe; provo a muoverle ma non sento nessun riscontro, non ubbidiscono più  ai miei comandi. Ma glieli sto dando davvero? O, ho solo questa voce nella testa che pensa di poter fare qualcosa?
Le mani, le dita ancora le sento. Avanzo sul pavimento gelido fino a scontrarmi con il suo ginocchio.
La sta guardando, la mia mano sulla sua pelle verde che lascia scie di sangue a ricordare dove siamo.
"Oliver..." devo dirglielo ancora una volta, per sicurezza.
"No!", quando ha imparato a leggermi nel pensiero?
"...ma se..." Quanta fatica costa mettere in fila due parole con questo gelo addosso. Sono senza fiato e più cerco di prendere aria più mi sembra di soffocare.
"Andrà bene, starai bene..." mi poggia un bacio sulla fronte. Uno di quelli lunghi; quelli che valgono più di un 'ti amo'.
Adesso anche io ho gli occhi lucidi, maledetto di un vigilante!
"È arrivata! L'ambulanza e c'è anche la polizia" ci avverte Roy.
Voglio muovermi, voglio vedere, io..non voglio morire; ma la debolezza è più forte di me ed io mi lascio cullare da tutte quelle luci bianche intorno a me, da tutte quelle voci nuove che percepisco prima di sprofondare nel buio pesto che mi stava chiamando insistentemente.
 
*** POV OLIVER ***
 
La guardo andare via con John al suo fianco; mi volto di spalle per non vedere e permettere almeno ad una lacrima di cadere giù.
"Ehi!" Una voce dura mi costringe a voltarmi ancora. È Lance e un grappolo di suoi uomini intenti a portare via i criminali.
"...la signorina Smoak starà bene" dice con fare consolatorio. Sa quanto sia legato a lei, sa che lavoriamo insieme dagli esordi, probabilmente pensa che sotto questo cappuccio abbia un cuore.
Annuisco. Non riesco a parlare. Voglio solo togliermi questo costume, togliermi il suo sangue di dosso.
Scocco la freccia ed esco da questo edificio veloce come fossi Flash.
 
A passo svelto vado verso la sala indicata dal l'infermiera e trovo già tutti li, John, Roy e Laurel.
"Ollie.." dice correndomi incontro e stringendomi così forte da togliermi il respiro.
"Come...come sta?" Chiedo al mio amico.
"Critica. Aveva perso parecchio sangue quando è arrivata, adesso la stanno operando."
"Dobbiamo aspettare" aggiunge Roy senza tirarsi su dalla sedia, con lo sguardo affitto.
Ci metto qualche secondo per realizzare, mi siedo stordito poggiando i gomiti sulle ginocchia, stringendomi il viso tra le mani.
Neanche la pacca sulla spalla di John mi desta da questo stato catatonico in cui sono caduto.
"È colpa mia." 
   
 
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