07/03/2015
3 recensioni
Note dell'Autrice:
Prima di iniziare: questo Lino appartiene a Pokémon Rubino/Zaffiro non remake. Il Gardevoir che possiede è maschio, ma, chiamatela licenza poetica, l'ho fatto diventare femmina. Ringrazio tutte le persone che leggeranno questa fic, lasciate un commento se vi va!
Buona lettura!
White Queen
Ricordo ancora di quando vidi quel Pokémon, di quando io le lui iniziammo a parlare, di come ci sfidammo...
Guardò a lungo quel Pokémon, incantata dalla bellezza dei vari bianchi veli che danzavano nell'aria. Come un'esperta danzatrice, la stupenda creatura atterò sul verde prato con così tanta maestosità da sbalordire la giovane. Mai aveva visto una tale eleganza, nemmeno durante la sua carriera di aspirante Capo Coordinatrice. Quel Gardevoir possedeva non solo movimenti fluidi e sensuali, ma anche una potenza indescrivibile, racchiusa in occhi sicuri e penetranti. La grazia del Pokémon sposava perfettamente lo stile di lotta dell'Allenatore suo compagno. Lucinda rimase a lungo imbambolata a fissare quella che, a parer suo, sembrava proprio una regina.
“Gardevoir, usa Psicoraggio” sussurrò impercettibilmente l'Allenatore.
La giovane Coordinatrice, ancora con la mente rapita da quel meraviglioso spettacolo, non si accorse nemmeno che il Pokémon avversario stesse caricando il proprio attacco. Fu la sua amica Buneary a risvegliarla da quel sogno ad occhi aperti.
“Buneary, proviamo la nostra nuova mossa” gridò lei, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
La piccola Pokémon usò Rimbalzo, compiendo così un grande salto. Arrivata al punto più alto, volse lo sguardo verso la Gardevoir avversaria e piroettò, per poi utilizzare un Geloraggio. Quella mossa creò così un scudo di ghiaccio, proteggendola dallo Psicoraggio dell'avversario. Spedì poi verso quest'ultimo l'enorme blocco, usando la mossa Calcinvolo, ed atterrò successivamente in maniera perfetta sopra un masso poco più in là.
Lucinda, soddisfatta della realizzazione della sua nuova mossa, si concesse un attimo di respiro. Era arci sicura di aver messo KO il proprio avversario quando un fascio rosato comparve attorno alla dolce Buneary. La piccola venne sollevata in aria, per poi essere sbattuta a terra violentemente; rimasta senza forze sul campo di battaglia, venne investita da un centinaio di foglie color arcobaleno. Il KO fu inevitabile.
“Non è possibile, dopo tutto il tempo che ho speso per quella mossa... ho perso” disse, portandosi le mani davanti al viso per la vergogna.
Era convintissima di poter strabiliare il suo avversario e di riuscire anche a vincere, invece era lì a terra, con l'orgoglio infranto in tanti piccoli pezzettini e delusa di se stessa.
“Conosco bene quella sensazione, perciò... N-non fare così.” si avvicinò di corsa il ragazzo, inginocchiandosi di fianco a Lucinda.
“Cosa intendi dire?” domandò lei perplessa.
“Nella mia regione natale c'è un ragazzo davvero fortissimo: è il mio rivale. Pensa che ora è diventato Campione in quella regione. Per quanto mi alleni, non riesco a batterlo!” spiegò Lino, mentre ridacchiava un po' di se stesso.
Si mise a raccontare di tutte le volte che aveva perso contro quel fantomatico ragazzo dal cappellino bianco e, nonostante tutte le sconfitte, non aveva mai smesso di sorridere. Lucinda si sentì meglio ascoltando i suoi racconti.
“Emh, che ne diresti di insegnarmi le tue combinazioni? Sono eccezionali, sono sicuro che grazie a quelle vincerò io!” le offrì la mano per rialzarsi.
“Solo se mi insegnerai a rendere così graziosi i miei Pokémon!” accettò lei di nuovo motivata.
… di come ci conoscemmo, di come cominciò la nostra lunga avventura insieme.
Ho deciso, quella mossa... la chiamerò White Queen.
“G-graziosi?”