Prologo

«Signora, sta bene?», queste furono le prime parole che Rika rivolse a questa donna distesa in mezzo all'immondizia sotto casa.
Tra il freddo inverno e il silenzio della notte, Rika non aspetto' la risposta della donna e l'aiuto' a salire in casa, incurante di cio' che avrebbe
portato quest'ultima nella sua tranquilla vita. 

Mannaggia a me che me la sono portata dietro! Penso' nel momento stesso in cui scaravento' il corpo della sconosciuta sul divano. La
luce della stanza era ancora spenta, ma appena Rika accese l'interruttore, lunghi capelli di un intenso nero corvino catturarono subito la sua
attenzione insieme ad una pelle, talmente bianca, da farla  risultare la magnifica principessa Biancaneve delle fiabe.
Non passo' molto tempo che la donna si sveglio' accorgendosi di trovarsi in un luogo apparentemente sconosciuto. Dove sono? Perche'
sono qui?
«Ti sei finalmente svegliata.», escalmo' Rika, estinguendo i pensieri appena sviluppati dalla mente della donna.
«Chi sei tu? E cosa ci faccio in questo posto?». Le domande non finivano di frullarle in testa, ma a poche Rika riusci' a rospondere. Niente
era peggio di aver perso la memoria.
Un silenzio imbarazzante piombo' in quella stanza tanto accogliente e a prendere l'iniziativa fu Rika che, con un po' di riluttanza, permise
alla donna di rimanere quella sera a dormire. Le porto' delle calde coperte, un te' caldo alle erbe e ando' a dormire, anche lei con mille
pensieri per la testa.
Poco dopo le cinque del mattino, Rika si sveglio' in seguito ad un incubo e trovo' la donna fuori dal balcone che farfugliava qualcosa.
Cosa fa? A quest'ora del mattino poi..
La donna si accorse di essere osservata e si giro' di scatto, forse impaurita. Tutto cio' che le divideva era solo una finestra a porta
scorrevole, ma sembravano molto piu' distanti di quanto non lo fossero affatto.
La brezza gelida del mattino accarrezzava il volto della donna che tanto bella appariva dinanzi ai primi raggi di sole di quella mattina. I suoi
lunghi capelli danzavano insieme al vento, il suo seno prosperoso era definito dalle ombre che lasciava la luce proveniente dal cielo e i suoi
occhi brillavano di un verde smeraldo mai visto prima. L'incantevole visione della donna fu interrotta dal suono delle sirene sottostanti, il cuore di Rika sussulto' per un istante e poi torno' alla normalita'.
«Come mai sei gia' sveglia?», chiese Rika osservandola ancora attentamente, abbagliata dalla sua bellezza.
«Non riuscivo a dormire, avevo molti pensieri per la testa. E tu?» .
«Anche io», e la conversazione fini' li'.
Concentrandosi sulla colazione da preparare, Rika si dimentico' completamente di chiedere il nome alla donna.
«Comunque, io mi chiamo Watanabe Rika,  tu?», chiese, intenta a cucinare l'uovo all'occhio di bue.
«Naho, Sa...», fu interrotta da uno squillo proveniente dal suo cellulare. In un battibaleno si vesti' degli unici indumenti che aveva e varco' la soglia della porta di Rika esclamando un velocissimo e semplice "Grazie".