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Autore: Anpan    07/03/2015    0 recensioni
Lo distinse immediatamente, tra migliaia di volti e mille voci.
La chioma rossa brillò sotto i raggi del sole, attraendo il suo sguardo come un magnete.
“Che cosa..”, aveva detto.
Voleva vederlo.
Allo stesso tempo, non voleva vederlo.
Si voltò...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taiga Kagami, Tatsuya Himuro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo distinse immediatamente, tra migliaia di volti e mille voci.
Non importava dove si nascondesse, riusciva sempre a trovarlo.

Così, anche in quel momento, la chioma rossa brillò sotto i raggi del sole, attraendo il suo sguardo come un magnete.
Il match era appena terminato e la folla che vi aveva assistito continuava a guardare stupefatta il giocatore al centro del campo, che aveva condotto gran parte della partita. Questi aveva una postura perfettamente eretta, che non lasciava indovinare alcun segno di affaticamento. Era rimasto in piedi tra gli sconfitti, ancora una volta. Si stava concedendo qualche istante per regolare la propria respirazione, acceleratasi parzialmente durante il gioco, quando sentì un mormorio alle sue spalle. Era un tono basso, sommesso, che trasmetteva incredulità e, forse, sottile preoccupazione.
Ricordava quella voce: l’aveva sentita mille volte scoppiare in risate fragorose, pronunciare lagne infantili, esclamare con stupore e gridare il suo nome in ogni luogo.

Che cosa..”, aveva detto.

 Avrebbe voluto voltarsi fulmineamente e confermare con i propri occhi se i sensi lo stessero ingannando ancora una volta. Invece restò fermo, illudendosi di non aver mai sentito quelle parole che, nel giro di qualche secondo, avevano perforato i suoi timpani come il più intenso degli urli e continuavano a pulsare nel suo cervello, insistenti.

- Che cosa ci fai tu qui..? – tornò a ripetere il ragazzo.

Il tono profondo del giovane riecheggiò una seconda volta nella sua testa, svuotandola di ogni altro pensiero e riempiendola solo di una detestabile nostalgia.
Si risolse definitivamente a guardare in faccia il suo interlocutore.

Voleva vederlo.

Allo stesso tempo, non voleva vederlo.
 
Si voltò.
Quel conflitto interiore che lo stava tormentando così fortemente gli causò un temporale intorpidimento dei sensi ed annebbiamento della vista, cosicché, inizialmente, distinse solo il contorno di cinque giovani.  
 
- Himuro Tatsuya! -

Il suo campo visivo tornò immediatamente nitido.
Sgranò gli occhi e, sforzandosi di trattenere lo stupore nella propria voce, si rivolse al ragazzo.

- Taiga? –
 
Ripreso controllo del proprio corpo, decise di pronunciare qualche parola di circostanza per interrompere il silenzio guardingo che si era creato tra i due.
- Che sorpresa vederti qui -
- Non sembri affatto sorpreso, quando continui a mostrare quell’espressione apatica -
Taiga non immaginava lontanamente quanto sforzo gli richiedesse contenere le emozioni che quelle parole pungenti e leggermente acide provocavano in lui.
Si tratteneva da sempre.
- Non sto facendo un’espressione apatica. E’ la mia natura -
Uno dei giovani che erano con Taiga, che fino ad allora era rimasto ad osservare la situazione in silenzio, intervenne improvvisamente, chiedendo se fosse un amico del loro compagno di squadra.
Il rapporto che c’era tra lui e Taiga era più intenso della semplice amicizia, ma, contemporaneamente, ciò che provava il rosso nei suoi confronti non si avvicinava minimamente al sentimento che lo stesso nutriva per il ragazzo. Ancora una volta avrebbe soppresso i propri desideri e si sarebbe inferto autonomamente il più duro dei colpi, pronunciando la frase che più detestava al mondo.

- Non siamo amici. Credo possiate chiamarmi suo fratello
 
 
   
 
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