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Autore: Trick_Jojo    07/03/2015    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta che fine avesse fatto il fratello di Isaac fin quando non ho avuto un illuminazione che mi ha spinto a creare questa ff.
Genere: Sovrannaturale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Deputy Parrish, Isaac Lahey, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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​Camden aveva un fratello minore, un fratello che non vedeva spesso per colpa dei suoi genitori che essendo divorziati li avevano divisi. Suo fratello viveva con suo padre a Beacon Hills, e lui era stato affidato alla madre, che lo aveva trascinato a Londra. Pur non essendo molto d'accordo con questa decisione aveva dovuto abbandonare suo fratello minore, a volte gli mancava passare del tempo con lui, loro due erano cresciuti insieme come una famiglia ed essere separati così da un giorno all'altro l'aveva fatto soffrire molto.

[………]

Camden aveva chiesto alla madre di poter passare l'estate a Beacon Hills, insieme a suo padre e suo fratello. Nonostante i vari litigi legati a questa richiesta alla fine la donna aveva acconsentito dandogli il permesso, avrebbe passato tutta l'estate con suo fratello ed una volta finita, sarebbe partito per l'Iraq come cadetto, aveva scelto di essere un militare, anche se questo aveva indignato molto sua madre, Ross il suo migliore amico l'aveva supportato iscrivendosi insieme a lui all'accademia militare.
Da quando avevano lasciato Beacon Hills, non era passato un giorno senza che sentisse la mancanza di Isaac, sapeva che lui era in buone mani o almeno lo sperava. Non aveva mai capito cosa avesse costretto sua madre a lasciare tutto di punto in bianco. Una volta iniziata la sua nuova vita a Londra, aveva conosciuto Ross.
Quel ragazzo gli ricordava tanto suo fratello, ed entrambi soffrivano per un vuoto che sentivano dentro, per questo forse erano diventati talmente affiatati da non vivere l'uno senza l'altro.

[ Estate ]

Benvenuti a Beacon Hills, finalmente la scuola era finita, lasciandosi dietro un anno pieno di rotture di scatole e problemi, non vedeva l'ora di vedere suo fratello e suo padre.
Tecnicamente nessuno sapeva del suo arrivo, sarebbe stata una sorpresa, magari apprezzata, non stava più nella pelle.
Voleva scendere da quel dannato bus e correre a casa, ma si trattenne, non sapeva cosa lo aspettava eppure sperava che per Isaac non fosse cambiato nulla, che fosse sempre il ragazzino sorridente che ricordava. Ormai entrambi avevano superato l'infanzia da anni, nulla sarebbe potuto andare storto.
Camden vide la porta di casa Lahey ed il suo cuore iniziò a battere forte, ancora non riusciva a credere di essere tornato a casa, prese le sue valigie e scese dal bus correndo dal vialetto di casa alla porta, bussò tre volte aspettando che qualcuno aprisse e quando vide Isaac aprire la porta sorrise dolcemente lasciando le valigie e portando le mani attorno al corpo del fratello lo abbracciò, non lo faceva da troppo tempo e sentirsi di nuovo a casa era una sensazione magnifica.

« Indovina chi è tornato a casa? »

« Cosa ci fai qui? Pensavo che volessi passare le vacanze in qualche isola tropicale con mamma. »

« Pensi davvero che avrei preferito qualsiasi altro posto a te? Non vedevo l'ora di vederti, ne avevo bisogno. »

« Sei cresciuto talmente tanto che non ti avrei riconosciuto se non fosse stato per i tuoi occhi »

« Stai scherzando vero? »

« La tua espressione era fantastica. »

« Oh piccola peste se ti prendo io..! »

« Mi sei mancato anche tu »

« Adesso sono a casa Isaac, per tutta l'estate e poi mi aspetta la partenza per l'Iraq »

« Iraq.. Cosa ci vai a fare in Iraq? »

« Mi sono arruolato, non è fantastico? »

« ... »

« Isaac? Va tutto bene? »

« Pensavo che fossi tornato per restare, non immaginavo che avresti fatto domanda per l'esercito, ma era chiaro. Tu hai grandi progetti per la tua vita ed io.. Beh è già tanto se mi diplomo. »

« Non volevo farti star male, mi dispiace.. Pensavo che saresti stato felice per me»

« Ehy, va tutto bene, godiamoci l'estate insieme. »

La stessa sera i due fratelli si raccontarono tutto quello che era successo nelle loro vite fino quel giorno; Camden raccontò di Ross ad Isaac, spiegandogli come erano diventati migliori amici e perché non vivesse senza di lui ed Isaac raccontò a Camden dell'inferno che stava passando da quando sua madre l'aveva abbandonato con quel mostro di suo padre, gli raccontò del freezer, delle botte che aveva preso ogni volta che suo padre si arrabbiava senza motivo e Camden non poté fare a meno di fargli una promessa, se fosse tornato vivo dall'Iraq l'avrebbe riportato a casa con se, lo avrebbe trascinato a Londra senza pensarci due volte. Avrebbe salvato suo fratello da suo padre a qualsiasi costo, lui non meritava un tale trattamento solo perché era il più piccolo, e questa cosa lo fece andare su tutte le furie.

« Hai la mia parola Isaac, ti porterò via, ti porterò a Londra ed insieme ricominceremo come una famiglia. »

[……]

Purtroppo anche l'estate era finita velocemente lasciando a Camden fin troppa tristezza addosso, non voleva lasciare Isaac, ma sua madre sarebbe arrivata a prenderlo a momenti insieme a Ross per accompagnarli a prendere l'aereo che avrebbe cambiato per sempre le loro vite. Camden abbracciò forte Isaac arruffandogli i capelli mentre in lontananza il maggiolino di sua madre si avvicinava sempre di più, era il momento dei saluti, ma lui sapeva che quello non sarebbe stato un addio, perchè sarebbe tornato.
Salì in macchina, salutando suo fratello con un sorriso, mentre spariva oltre l'orizzonte, Ross provò a distoglierlo dai suoi pensieri chiedendogli come avesse passato l'estate, ma lui si limitò a dire che era andato tutto bene, che era tutto - più o meno- come sperava, di certo non poteva raccontare a Ross di cosa facesse suo padre a suo fratello, non davanti a sua madre.

[ 3 mesi dopo. ]

L'Iraq era un inferno, Camden e Ross l'avevano capito a loro spese. Tutti i loro compagni erano morti durante i vari scontri a fuoco, volevano dimostrare di essere degli eroi ed invece erano talmente spaventati da voler tornare a casa con le proprie gambe. Ross provava a ricordare a Camden per quale motivo l'avevano fatto, l'avevano fatto per dimostrare quando fossero forti, per quanto fosse importante per loro proteggere i loro cari fermando la guerra, per dimostrare che potevano vivere tanto a lungo da tornare a casa per riabbracciarli.
Quel giorno lui e Ross stavano facendo un giro in un territorio nemico parlando del più e del meno quando ad un tratto tutto diventò silenzioso, Ross era finito sopra una mina-antiuomo. Camden lo guardò cercando un modo per tirarlo fuori da quel casino in cui era finito, si guardò in torno senza risultati ed il suo amico gli impedì di avvicinarsi perché tutta la zona intorno a loro era circondata da mine. Ross lo sapeva, il loro superiore lo aveva avvisato che era pericoloso, ma lui voleva a tutti i costi salvare quei civili che erano in pericolo, Camden si mise a piangere disperato, non sapeva cosa fare e di certo non voleva perdere il suo migliore amico.

« Ti salverò Ross, troverò un modo noi torneremo insieme a casa! »

« Cam... Sono fottuto! Quei visi pallidi hanno vinto, non tornerò a casa, non riabbraccerò i miei cari, ma tu si! Devi lottare Cam non lasciare che quei bastardi ti uccidano, lotta pure per me. »

« Ross, cosa stai facendo! Fermati! Ross! »

« Grazie per essere stato la cosa più vicina ad un fratello per me, grazie per essere stato mio amico, ti voglio bene Cam e tu sarai per sempre il mio migliore amico, ma è tempo di dirsi addio. »

« No! Ti prego! Non farlo! »

Non ebbe il tempo di fare o pensare a nulla, Ross si fece saltare in aria, ed in quel momento Camden si dimenticò come si respirasse, si dimenticò perché voleva essere un soldato e tutto il resto, quello che aveva appena visto non l'avrebbe mai dimenticato sarebbe per sempre rimasto impresso nella sua mente come una foto sbiadita messa su uno scaffale ad ammuffire.
Rimase li in mobile con le lacrime che gli rigavano il viso, non sentiva più nulla, era pietrificato dal dolore, mentre i resti di quello che era il suo migliore amico piovevano dal cielo come pioggia.

[ Una settimana dopo ]

Il dolore per la perdita di Ross era ancora vivo dentro di se, ma Camden stava lottando per la sua vita, per poter realizzare il sogno che aveva coltivato per tutti quegli anni. La trincea era sparsa di cadetti che venivano uccisi uno dietro l'altro, ma lui non aveva paura, aveva stretto i denti e continuato a sparare contro i nemici, boom, booom, altri cadetti a terra, erano rimasti in pochi a proteggere la trincea, ma non demordeva, un proiettile lo colpí sulla spalla. Nulla da fare, nonostante quel dolore fosse troppo acuto, non aveva smesso di tenere saldamente il suo fucile tra le mani.. Boom... Boom, altri colpi di fuoco nemico, stavolta quello che fu colpito fu il suo cuore. Camden caddè a terra mentre lo scontro continuava, ancora fuoco contro fuoco, e poi il nulla, chiuse gli occhi esalando l'ultimo o almeno così -credeva- respiro.

[ 1 anno dopo -- Beacon Hills ]

Lo sceriffo Stilinski era andato a casa dei Lahey per comunicare loro la morte del giovane Camden, caduto in guerra. Per quanto tutti lo credessero morto lui non lo era, era stato portato in infermeria da una crocerossina che aveva passato giorno e notte accanto il suo letto, sperava che il ragazzo si svegliasse ma nulla, i suoi segni vitali erano ancora bassi, come i suoi battiti erano ancora troppi lenti. La ragazza sperava con tutto il suo cuore che lui sopravvivesse ma dipendeva tutto da lui. Camden si ritrovò in un posto buio e freddo, si mise in piedi a fatica, cercando di capire cosa fosse quel posto, ma nulla.
Era tutto troppo silenzioso, troppo surreale, fin quando non gli comparí davanti una strana volpe circondata dalle fiamme, quella cosa lo stava osservando come se lo aspettasse da tempo. Camden si avvicinò alla creatura provando ad avvicinare una mano alla sua testa, la cosa che lo colpí furono le fiamme che invece di bruciarlo si aggrovigliarono attorno al suo corpo, ma non sentiva dolore, era come se il fuoco che avvolgeva quella volpe lo stesse guarendo. Alzò gli occhi verso essa osservandola, perché non sentiva dolore? E perché quella volpe lo fissava in quel modo? Le sue domande furono annullate quando la volpe parlò.

« Può far paura, ma non devi averne Camden! Non sono qui per farti del male»

« Sono morto? »

« Una roba simile, ed è grazie alla tua morte che mi hai risvegliato »

« Risvegliato? Che cosa intendi? Non capisco! »

« Sono sempre stato qui, in attesa di questo giorno, dovevi morire per risvegliare la volpe che vive in te, sei una kitsune del fuoco »

« Kitsu che ? Che diavolo sta succedendo? »

« Stai per tornare in vita, ma tutto ha un prezzo, il prezzo che pagherai saranno i tuoi ricordi. Quelli legati alla tua vita prima della tua morte, lascerò solo quei pochi ricordi della guerra, lascerò i ricordi che ti hanno fatto del male e mi prenderò tutto quello che ti rendeva felice. Avrai una nuova vita, priva della tua infanzia, della tua adolescenza e della tua morte. Sarà così ogni volta che morirai»

« Non puoi farlo! Non puoi privarmi della mia vita! »

« Sta già succedendo in questo momento… svegliati Camden »

Il ragazzo si risvegliò steso nel sopra un lettino, mentre la ragazza che lo aveva soccorso si fermò a controllare i suoi segni vitali, sembrava strano eppure era tornato tutto nella norma, un miracolo secondo lei. Camden si mise a sedere sul letto osservandola, chi era? E da quanto tempo era stato privo di sensi? Ma una cosa più importante, chi era? Forse non avrebbe trovato subito delle risposte ma grazie alla targhetta che portava al collo sapeva che si chiamava Jordan Parrish. Si mise all'impiedi e si avvicinò ad uno specchio, il riflesso che vide non lo riconosceva, non sapeva nemmeno cosa pensare. Accanto lui giaceva un ragazzo, si avvicinò al suo collo e lesse il nome sopra la sua targhetta 'Camden Lahey'.
La ragazza lo vide e gli fece segno di allontanarsi, quel povero ragazzo era morto per colpa di un proiettile che gli aveva perforato il cuore, Jordan non sapeva perché ma una strana tristezza gli strinse il cuore. Forse lo conosceva e la cosa gli dispiaceva, sperava che per la sua amnesia invece ci fosse una cura, ma questo l'avrebbe scoperto col tempo o forse no.


 
  
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