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Autore: Ultron    08/03/2015    1 recensioni
Abbiamo già letto molte volte di apocalissi zombie e storie di sopravvissuti che devono combattere gli infetti e cercare provviste e rifugi sicuri. Ma il racconto che segue è diverso: più che azione e avventura, troverete l'introspezione piscologica di un personaggio in particolare, il protagonista, che spero riesca a sorprendervi. Spero che il finale possa portarvi ad una rilettura dell'intero racconto.
Genere: Horror, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quando tutto è iniziato sembrava fosse arrivata l’apocalisse. Chiaramente sulle prime, quando i media cominciarono a diffondere la notizia, nessuno ci credette. Non era la prima volta che sentivamo allarmi per morti che tornano in vita, ma dov’erano le prove? E tutto finiva sempre in una bolla di sapone.

Ma stavolta era diverso. Era esattamente come nei film di Romero. Inizialmente tutti calmi, i governi che cercano di gestire la cosa. Poi la piaga si è diffusa, le telecomunicazioni sono morte da un giorno all’altro, e non sarebbe stupido affermare che, oggi, siamo nel nuovo medioevo.

Vi dirò, però, che non è così male. Superata la paura iniziale, è abbastanza facile andare avanti. Certo, da quando è iniziato, tutto è cambiato e, chiaramente, noi viviamo separati da “loro”. È così che mi vien naturale definirli, quelli diversi da me: loro.

Cammino all’aperto, è pericoloso. In realtà è pericoloso tanto per noi, quanto per loro. C’è il rischio di venire uccisi da entrambe le parti, in un modo o nell’altro. Loro sarebbero più fortunati secondo me.

Ho fame, cerco del cibo, una preda. È il mio giorno fortunato. C’è uno di loro, ed è bloccato sotto delle lastre di metallo. Sembrano pesanti. Sembra doloroso.

Mi avvicino lentamente. Ma lui riesce a liberarsi. Fortunatamente decide di allontanarsi, magari sono fuori pericolo. Loro sono più forti di noi, ma sembra impaurito. Credo abbia capito che ho intenzione di ucciderlo, e non sembra capace di fermarmi.

Quando tutto è iniziato avevo paura, e tanta. Quando senti di contagi che si diffondono rapidamente, anche se dall’altra parte del mondo, non puoi far a meno di averne. In pochi mesi la piaga si è diffusa anche nel mio paese, nel mio vicinato, nella mia casa. Quando stai per essere morso, per essere contagiato…credo che quella sia la definizione stessa di terrore. Ma poi, in realtà non è così male.

Ora non ho più paura. Ho solo fame. Mi avvicino alla mia preda. Ha paura. Non ti preoccupare amico mio, so bene quello che provi. Tra poco sarà tutto finito: tu non sarai più uno di loro, e io non avrò più fame. Buon appetito.
   
 
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