Eravamo soli in mezzo al nulla, inseguiti da quella gentaglia.
Braccati.
Corremmo fino alla spiaggia, poi ci fermammo, le mie gambe non reggevano più.
Mi sentii prendere in braccio.
Il mio eroe.
"Lasciami! Così ti stancherai il doppio!"
Gli volevo così bene.
Adesso avrei detto che l'amavo.
"Zitta!"
Entrammo in una rimessa sporca e buia e ci nascondemmo sotto la coperta di una piccola nave.
Li sentii entrare e lui si mosse accanto a me, mi strinse a sè come se avesse avuto paura di perdermi.
"Stai tranquilla..." Furono le sue parole quando i quattro uomini uscirono.
Mi sorrise da dietro gli occhiali.
Aveva la fronte imperlata di sudore.
Potevo vederlo grazie al riflesso della Luna.
Sapevo che non era stato molto bene.
Aveva anche saltato un paio di lezioni.
Si era affaticato portandomi in braccio.
Gli toccai la fronte.
Scottava.
Lui si scostò come se volesse nascndermi che stava male.
Fece per alzarsi ma gli cedettero le ginocchia e mi piombò addosso.
"S-Scusami..."
"Stai male."
"Non è niente."
"Hai la febbre."
Era uno strano dialogo.
Nessuno dei due alzava la voce o si arrabbiava.
Un po' per timore che ci sentissero, un po' perchè a entrambi mancavano le forze.
Gli toccai di nuovo la fronte.
La febbre aumentava.
Lo feci distendere, ma lui si sedette e si rannicchiò accanto a me.
Gli sorrisi e gli passai un braccio attorno alle spalle facendolo poi disendere con la testa sulle mie ginocchia.
Mi guardava da dietro gli occhiali.
"Dovresti dormire un po', sai?"
Alzò leggermente le spalle e mi regalò un sorriso dolce, ma stanco.
"Tu fa come vuoi, ma io dormo un po'..."
Sorrisi.
Gli accarezzai la fronte e chiusi gli occhi appoggiando la testa alla parete di legno.


Riaprii gli occhi quando sentii delle voci lontane.
Ovattate.
Vidi un lampeggiante.
Mi sembrava un'ambulanza.
Lui era ancora lì.
Con la testa sulle mie ginocchia.
Gli occhi chiusi dietro gli occhiali.
Gli toccai la fronte.
Era fredda.
Pensai che gli fosse passata la febbre.
Eppure ci misi due secondo a capire cos'era successo in realtà.
Posai le mie mani sulle sue spalle e lo scossi leggermente.
Non si svegliava.
Mi alzai barcollante dopo aver appoggiato delicatamente la sua testa sul pavimento.
Tentennai fino alla porta.
Voltandomi indietro ogni due passi.
Non si muoveva.
Aprii la porta e mi ritrovai davanti due infermieri.
Caddi in ginocchio e non mi resi conto di cosa stesse succedendo finchè non mi voltai ancora.
Lui era lì.
A terra.
Morto.
Trovai la forza di portarmi accanto a lui.
"Io morirò con te..."