Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Luna Spenta    08/03/2015    0 recensioni
Brittany ha solo 17 anni quando la sua vita cambia radicalmente: trovarsi all'improvviso catapultati in una nuova città, dovendo cancellare tutto il proprio passato pur di proteggere le persone che si amano, può essere un'esperienza scioccante ma allo stesso tempo ricca di sorprese. Una nuova vita, una nuova storia, un nuovo amore. Ma il passato tende a ripresentarsi in tutta la sua irruenza... Si può davvero costruire il domani cancellando tutto quello che si è vissuto ieri?
DAL TRENTESIMO CAPITOLO:
In quella doccia c'era il suo profumo, il profumo di tutte le volte che mi aveva insaponato la schiena, che mi aveva sfiorata, toccata, baciata, morsa in quella stessa cabina.
Quante volte avevamo fatto l'amore lì? Quando sarebbe successo di nuovo? E soprattutto... sarebbe successo o no?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Furono giorni difficili.
Di Emanuele non c'erano tracce e non nego di aver pensato più di una volta di mollare.
Ero arrabbiata per le cose che mi erano state nascoste ed una parte di me credeva che potessero essere il motivo per il quale Emanuele era andato via.
Magari lui stava bene e noi ci stavamo ammazzando di fatica inutilmente per trovare qualcuno che non voleva essere trovato.
Non ero sicura che sarei stata capace di portare avanti quei ritmi per molto se fossi stata sola. Il punto era che non lo ero: mi trovavo davanti ogni giorno le facce preoccupate di Brittany e Sabrina e non trovavo il coraggio di dire loro che per me era arrivato il momento di arrendersi.
Quelle due donne amavano Emanuele, entrambe.
Lo si vedeva dal modo in cui parlavano, dal fatto che le loro voci cambiassero impercettibilmente quando dovevano pronunciare il suo nome: era come se l'accarezzassero.
Io non avevo mai provato nulla di così forte in tutta la mia vita, ed anche se il loro amore era in quei giorni macchiato da angoscia e paura, qualche volta le invidiavo, anche se mi sforzavo con tutta me stessa di non darlo a vedere.
Gli umori in sintesi erano questi: Brittany e Sabrina piangevano, io irritata tiravo avanti, e Danilo Corona, invece, si presentava ogni santo giorno con il suo fastidioso sorriso da quindicenne.
Non sapevo come facesse ad avere tutta quella forza, ma devo ammettere che in quel periodo iniziai a provare nei suoi confronti una profonda stima. L'effetto che il suo sorriso mi faceva non mutò di una virgola: continuavo a trovarlo fuori luogo, infantile, antipatico, insopportabile, e chi più ne ha più ne metta, ma contemporaneamente cominciai ad interrogarmi su come facesse a non perderlo nonostante tutto, e la mia totale incapacità di trovare una risposta a quella domanda, un po' alla volta me lo fece apprezzare.
Probabilmente fu grazie a lui e al suo entusiasmo se portammo avanti le ricerche anche quando eravamo allo strenuo delle energie.
Ricordo che una mattina bussò alla porta del mio appartamento con in mano un piccolo sacchetto bianco ed una ventiquattrore scura.
-Che ci fai qui?-
-Ho portato la colazione!- rispose porgendomi uno dei due cornetti contenuti nel sacchetto -e del lavoro da fare!- aggiunse aprendo la valigetta.
Dentro c'era una pila di fogli che pareva infinita. Alzai un sopracciglio aspettando spiegazioni.
-La buona notizia è che ho qui l'elenco di tutti i passeggeri di aerei, treni e pullman che hanno lasciato Roma per raggiungere Milano nei giorni della scomparsa. La brutta notizia è che non sono in ordine alfabetico!-
Sgranai gli occhi involontariamente.
-Ma ci metteremo ore! Io ho del lavoro da sbrigare in ufficio, non posso passare tutto il giorno a controllare quelle liste!-
Danilo per tutta risposta mi passò alcuni fogli.
-Se siamo fortunati basteranno cinque minuti. Magari il nome di Emanuele è in cima alla lista-
-Non sono mai stata fortunata io- sbuffai.
-Io sì!- esclamò lui facendomi l'occhiolino.
Si mise alla mia scrivania ed assunse un'espressione concentrata.
Io invece mi sedetti al centro del letto con le gambe incrociate, ma resistetti pochissimo in quella posizione. Dopo poco, spazientita da quell'immane lavoro che mi pareva in tutta franchezza inutile, iniziai a fare avanti indietro per la stanza sbuffando.
Danilo mi invitò più volte a rilassarmi e a prendermi una pausa, mentre lui continuava imperterrito a lavorare con invidiabile serenità.
Quando fu ora di pranzo pensai di ricambiare tutta la disponibilità che stava dimostrando nei miei confronti, e senza dirgli nulla andai in cucina a preparare da mangiare. Optai per due fumanti piatti di bucatini all'amatriciana.
Lo raggiunsi alla scrivania e gli porsi la sua porzione.
Lui mi guardò sbigottito.
-Tu cucini? Ero sicuro avessi una domestica! Tra l'altro speravo fosse un'orientale e pregavo me la presentassi!-
-Vuoi mangiare o prendermi in giro?-
-Entrambe non si può?- chiese con la sua irritante aria adolescenziale.
-No!- risposi io secca. Danilo alzò le mani in segno di resa e prese una prima forchettata di bucatini.
Mi scoprii stranamente ansiosa di conoscere il suo parere.
Era una vita che non cucinavo per un uomo e volevo davvero che gli piacessero.
Mentre assaggiavo la mia porzione gli lanciai un'occhiata, ma lui aveva un'espressione impassibile.
-Allora?- chiesi cercando di non tradire la mia ansia -Com'è?-
-Non male! Complimentati con la cuoca orientale da parte mia!-
-Vuoi piantarla?-
-Perché? Sei gelosa?-
-Sei irritante!-
-Lo so- sorrise e addentò un'altra forchettata di pasta. -Buona davvero- aggiunse.
Dopo mangiato riprendemmo a scorrere le lunghe liste de nomi.
Stavolta lavorammo vicini, seduti alla stessa scrivania, e ogni volta che sbuffavo lui mi sorrideva o mi dava una pacca, o mi faceva una carezza. Quei gesti banali mi aiutarono un sacco a resistere, ma quando fu buio ebbi una sorta di crollo nervoso.
-Siamo qui da stamattina e non abbiamo concluso nulla!-
-Ci sono ancora molti fogli da controllare... non dobbiamo perdere la speranza-
-Ma perché dovremmo? Emanuele potrebbe essere con una biondina a bere Tequila a quest'ora!-
-Non dire idiozie... Emanuele odia la Tequila!-
-Hai capito benissimo che intendo... -
Danilo si alzò in piedi e si appoggiò alla scrivania. Mi guardò con un'aria seria che non lo faceva sembrare nemmeno lui, troppo distante dal ragazzino biondo a cui mi ero abituata.
-Conosco Emanuele e so che non se n'è andato. Lo sai anche tu. Ama Brittany come ho visto amare poche persone in tutta la mia vita. Morirebbe per lei e... e lo farebbe anche per me, e per te. Emanuele è un bravo poliziotto ed una persona estremamente leale, ed io lo ammiro un sacco. Lo guardavo lavorare e pensavo che quella era la persona che volevo diventare. Se io fossi scomparso lui mi starebbe cercando, ne sono sicuro, e continuerebbe fino a quando non mi avrebbe trovato. Se lui è quello che io voglio essere, è il momento giusto per iniziare a comportarmi come lui si comporterebbe. Tu se sei stanca sei libera di mandarmi fuori da casa tua adesso... io continuerò a lavorare da solo... ma non dire che Emanuele se n'è andato, perché non ci credi neanche tu in fondo.-
Restai in silenzio a guardarlo e mi parve di vederlo per la prima volta.
Sapevo che aveva ragione su tutto e mi sentii estremamente piccola di fronte a quelle grandi verità. Il punto era che io non sapevo più che fare. Volevo davvero trovare Emanuele, ma non avevo più idee, né forze, né energie. Ormai la mia vita ruotava intorno a quella storia e da quando lui era scomparso non mi ero riposata neanche un secondo.
Eppure che risultati avevamo ottenuto? Assolutamente nessuno.
Mi ero sempre dimostrata una persona determinata ma c'è un limite a tutto e a me sembrava di aver raggiunto il mio.
Senza rendermene conto lasciai che una lacrima mi accarezzasse la guancia.
Danilo la raccolse con il dito indice e ci soffiò sopra.
-Dovresti piangere più stesso. Fa bene, sai?-
Quell'unica piccola lacrima si moltiplicò immediatamente in dieci, cento, mille.
Si posarono tutte sulle spalle larghe di Danilo, che non esitò a stringermi e a sussurrarmi frasi che avrebbero dovuto tranquillizzarmi, ma io non le sentivo, avevo solo bisogno di lasciarmi andare.
Quando mi parve di aver esaurito tutte le lacrime, i miei occhi si posarono involontariamente su uno dei fogli che avevamo davanti. Quasi in fondo alla lista un nome attirò la mia attenzione come una calamita: Di Stefano Emanuele.
Balzai in piedi. -Eccolo, eccolo!- gridai indicando il foglio.
Danilo lo prese tra le mani e balzò in piedi con me. -Ce l'abbiamo fatta!- esclamò con l'entusiasmo di un bambino. Istintivamente gli buttai le braccia al collo e lui mi sollevò da terra, tanto che le nostre labbra si trovarono improvvisamente a soli pochi millimetri di distanza...

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Luna Spenta