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Autore: _thantophobia    08/03/2015    2 recensioni
[Piccolo esperimento non uccidetemi][Dal rating che è "più scuro di verde ma più chiaro di giallo" a detta di Sere][Introspettivo(?)][Het; piccolo miracolo!][Possibile SPOILER]
La mimosa, è il fiore delle donne per eccellenza.
Proprio perché i suoi piccoli fiori gialli vengono spazzati via dal più leggero soffio di vento,
essa rappresenta la fragilità delle donne.
Ma anche perché è il primo fiore a sbocciare, sfidando il gelo dell’inverno,
rappresenta la forza di ogni donna.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Mimosa.

 

 

La mimosa, è il fiore delle donne per eccellenza.

Proprio perché i suoi piccoli fiori gialli vengono spazzati via dal più leggero soffio di vento,

essa rappresenta la fragilità delle donne.

Ma anche perché è il primo fiore a sbocciare, sfidando il gelo dell’inverno,

rappresenta la forza di ogni donna.

 

 

 

[SPOILER!: Simon Arc; 73 parole]

Adelaide è forte: nessuno è uscito indenne da uno dei suoi attacchi.

Adelaide è invincibile, perché a muoverla c’era il forte desiderio di proteggere Enma e gli altri con tutte le sue forze.

Per questo non può crollare, non può permettere che quei traditori dei Vongola continuino a vivere!

Per questo crea altri Buferandroidi e li scaglia contro il Guardiano della Nuvola.

Perché Adelaide è invincibile, e nemmeno Hibari Kyoya riuscirà a batterla.

 

 

[TYL credo; 6996 (‘cause Maki li shippa a bestia e ‘cause sono l’AMMORE); 282 parole ODDEIèlunghissima]

Chrome si sveglia all’improvviso con una strana sensazione. Qualcosa non va, ma non capisce cosa.

Si volta e solo allora se ne accorge: Mukuro si sta agitando nel sonno, i pugni stretti che stritolano le lenzuola e l’espressione contratta. Paura.

Il lato peggiore dell’essere un illusionista è che puoi diventare vittima delle tue stesse illusioni. Questo Chrome lo sa bene, perché gli incubi di Mukuro spesso e volentieri si trasformano in potentissime illusioni – e qualche volta è costretta a chiamare il boss per fermarlo ed evitare che li – e si – uccida.

Mukuro sobbalza ancora una volta, e l’illusione inizia a prendere forma: un laboratorio, sangue alle pareti, uomini in camice. Urla, lancinanti. Urla di dolore che le spaccano i timpani e le fanno desiderare di diventare sorda all’istante per non sentirle più.

Inizia a tremare, perché quello è l’incubo più ricorrente. L’incubo più terribile.

Ma questa volta vuole fare qualcosa. Non può più stare lì, senza fare nulla, a guardare quegli uomini in camice che continuano a torturare un bambino – lei lo sa che quel bambino è lui, e questo le fa ancora più male.

E allora contrasta le fiamme della Nebbia di lui con le proprie. Sono deboli in confronto alle altre, ma abbastanza forti da far svanire parzialmente il laboratorio e gli uomini in camice.

Solo allora il sonno di Mukuro sembra calmarsi, ma rimane agitato. Però di più non riesce a fare: non riesce a mantenere stabili i suoi organi e in contemporanea creare un’illusione abbastanza forte da contrastare quell’incubo.

Sperando di reggere ancora almeno un paio d’ore, Chrome si rannicchia su un fianco, contro la schiena di Mukuro, e si stringe a lui con forza.

 

 

[TYL; atemporale(?!); 133 parole]

Bianchi era abituata al retrogusto amaro della battaglia, al rumore orribile delle ossa che si spezzano e alle agghiaccianti urla di dolore di chi agonizza in attesa della morte.

Ormai non le fa più né caldo né freddo vedere un cadavere sventrato giacente in un lago di sangue…

Però, quando vede Hayato imboccare la porta e uscire dalla Villa, il suo cuore quasi si ferma e il tempo si dilata.

-Starò via solo un paio di giorni.-

E quel “paio di giorni”, a lei, sembrano millenni.

Perché Bianchi è pur sempre la sorella maggiore: vorrebbe proteggere Hayato, allontanarlo dal quel mondo, chiuderlo in una gabbia se necessario.

Ma sa che non può.

Tutto quello che può fare è sperare che, tra “un paio di giorni”, Hayato torni a casa con le sue gambe.

 

 

[TYL; atemporale(?) forseunfuturodiByakuran; 169 parole]

Haru aveva visto troppo sangue negli ultimi dieci anni. Aveva visto Tsuna e gli altri Guardiani tornare coperti di ferite da capo a piedi, così provati e stanchi da non riuscire nemmeno a reggersi in piedi o a fingere di stare bene. E lei li ha sempre attesi in quella stanza bianca che sapeva di disinfettante, seduta su un lettino con la cassetta delle bende sulle ginocchia.

Aveva visto tanto sangue… Ma mai come quella volta.

Tsuna ha provato a evitare che assistesse a quello scempio. Le ha coperto gli occhi, ma ormai era tardi: il sicario aveva già tagliato la gola al suo ostaggio.

E Haru ha pianto. E urlato fino a perdere la voce. Senza fermarsi.

Ma Haru aveva ormai già visto troppo sangue negli ultimi anni. Per questo non si è mai allontanata dalla Villa.

Per questo ha continuato ad attendere i Guardiani che tornavano dalle missioni in quella stanza bianca che sapeva di disinfettante, seduta su un lettino con la cassetta della bende sulle ginocchia.

 

 

[20YL questoèilfuturodiByakuran; LamPin(!?); 197 parole]

IPin non capisce cosa sia preso a Lambo, da quando è tornato dopo che il bazooka lo aveva portato via.

Allora inizia a cercarlo in lungo e in largo. Senza sosta.

E mai si sarebbe immaginata di trovarlo lì.

È seduto al suo posto, la terza sedia sul lato sinistro di quel tavolo in noce scuro. Fissa il muro bianco di fronte a sé, gli occhi verdi lucidi e le labbra contratte nello sforzo di non scoppiare a piangere.

Se non avesse avuto vent’anni, IPin è sicura che lo sentirebbe sussurrare: “Re-si-sti” come quando era solo un bambino.

-Li ho visti.- sussurra all’improvviso Lambo, senza guardarla.

Si volta verso la sua sinistra e fissa le sedie vuote.

-C’erano tutti.- mormora.-Quasi tutti.- si corregge. –Mancavano Hibari, Chrome e Mukuro, ma c’erano tutti. Erano tutti lì… Erano vivi. Mi hanno sorriso, perfino Stupidera mi ha sorriso. Non ho fatto neanche in tempo ad avvisarli di quello che sarebbe successo… Non sono riuscito… nemmeno a… salutarli… -

IPin lo sente singhiozzare, ma non sa che fare.

Può solo avvicinarglisi piano e abbracciarlo.

Abbracciarlo per ricordargli che – anche se loro non sono più con lui –il Piccolo Fulmine non è solo.

 

 

[5YL circa; 176 parole]

Kyoko è ingenua, ma non stupida.

Per questo è piombata a casa Sawada senza preavviso, quel pomeriggio: vuole dei chiarimenti e li vuole subito.

Perché Yamamoto e Chrome non si fanno vedere a scuola da una settimana?

Perché Gokudera zoppica vistosamente?

Perché mio fratello ha sempre dei nuovi lividi quando arriva a casa?

Inoltre, è quasi certa che non sia una questione che riguarda solo loro. Altrimenti non riuscirebbe a spiegarsi il polso fasciato di Hibari o quel livido di un cupo blu sotto l’occhio. O le ferite che Mukuro tenta di nascondere con le illusioni.

-Stai tranquilla, Kyoko.- Tsuna tentenna. –Non è nulla di grave… Davvero… -

Kyoko vorrebbe dirgli che no: è importante. È importante perché anche lei fa parte della Famiglia e ha tutto il diritto di sapere.

Ma sa che è una battaglia persa ancora prima di iniziarla, con loro: Tsuna non dirà nulla per non metterla in pericolo e gli altri – chi per un motivo, chi per un altro – non spiccicheranno parola sull’argomento.

E tutto quello che può fare è sperare.

 

 

[Presente piùomenopiùmenochepiù(?!); ColoLal (per mia gioia); 135 parole]

Lal  e Luce si guardarono, appena il fascio luminoso che li aveva avvolti tutti si dissolse.

La sciamana sorrise all’altra e sillabò un Lo sapevo che fece gelare il sangue nelle vene a Lal.

Lei lo sapeva. Certo: Luce era in grado di prevedere il futuro…

Allora perché non ha fatto nulla per cambiarlo? Almeno poteva salvare sé stessa e il bambino che portava in grembo…

Invece no: aveva scelto di condividere con loro il destino di quella maledizione.

Aveva scelto di prendersi la sua parte di colpa, sacrificando la sua stessa esistenza e – forse – quella del suo bambino.

“Lei non avrà rimpianti.- questo è quello che pensa Lal quando sente la mano di Colonello su una guancia. –Io sì.”

L’unico ripianto di Lal è l’essere stata così stupida e ingenua da aver coinvolto Colonello.

 

 

[TYL; prima del Choice; 78 parole]

Yuni apre piano la porta della sala, sperando che non emetta il minimo cigolio. Meno male, i cardini sono ben oliati.

In punta d’alluci, la boss dei GiglioNero si avvicina al Trinsette e lo osserva. Sono lì, tutti. I ciucciotti degli Arcobaleno.

Fa un passo in avanti e le ginocchia tremano, ma ormai ha preso la sua decisione: affronterà Byakuran.

E allora afferra i ciucciotti, li nasconde sotto il mantello e se ne va.

Destinazione: l’arena del Choice.

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri Post Partum.

Buona festa della donna e tutte! *lancia rametti di mimosa*

Non uccidetemi per questa cosa. Lo so che non ha senso, ma dovete capire la Giuly si è sciolta come neve al sole perché è tanto tsundere quando un suo ex compagno di classe è piombato da lei venerdì durante l’intervallo con il rametto di mimosa.

E da allora il suo cervello ha lavorato freneticamente a questa cosa, tralasciando il capitolo della long sui vampiri (e qui Clau la ucciderà, visto che aspetta quel capitolo da tipo secoli) e il capitolo 11 della long di D.Gray-man.

Se Quello di Cui Sopra vi è minimamente piaciuto, fatemelo sapere con una piccola recensione :D

Se lo farete, avrete un biscotto(?)

 

Hasta luego!

Maki

 

P.S.: Lo so che manca qualcuna (vedi M.M., Aria e “la stupida dai capelli blu”- cit. Yami), ma non sapevo cosa scrivere. L’unica di cui davvero mi dispiace non essere riuscita a scrivere è Aria, perché ci sono rimasta malissimo per la sua storia ç_ç

P.P.S.: Clau, se proprio devi uccidermi concedimi una morte rapida e indolore, pls ç_ç

 

  
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