Mi manchi

Minto non era una a cui piaceva guardare fuori dal finestrino. Solitamente, quando viaggiava in macchina, chiacchierava con il suo autista, oppure teneva lo sguardo fisso davanti a sé.
Quel giorno, però, aveva deciso di osservare Tokyo. E a dirla tutta, fu un bene.
Non c'erano molte persone in giro a quell'ora, ma non la notò per quel motivo: avrebbe riconosciuto i suoi capelli viola, il suo modo di fare, di camminare, tra mille.
Chiese all'autista di accostare, dopodiché le offrì un passaggio, che la modella non rifiutò.
«Oneesama... quanto tempo» disse la Mew Blu, col cuore che batteva a mille.
Zakuro abbozzò un sorriso. «Ci siamo viste la settimana scorsa in quella boutique in centro.»
«Lo so, ma non abbiamo avuto modo di parlare perché tu eri di fretta» puntualizzò l'altra.
La viola si passò una mano fra i capelli. «Perdonami, ma in questo periodo ho parecchio da fare.»
Le due cominciarono a parlare come non avevano mai fatto prima. Minto, anche se titubante e in imbarazzo, cominciò a raccontare del suo ritorno nel mondo della danza, dopodiché, quando l'amica prese la parola, non smise di parlare nemmeno per un secondo.
Fu il quarto d'ora più lungo -e ben trascorso- di sempre, per entrambe, anche grazie all'autista di Minto che, per caso, aveva sbagliato strada.
Per la prima volta, la Mew Bird aveva visto Zakuro ridere come mai aveva fatto prima e questo la preoccupò: quando si comportava in quel modo, solitamente, c'era qualcosa che non andava.
E infatti, la notizia non tardò ad arrivare.
«Alla fine ho deciso» esordì, facendosi incredibilmente seria «Torno in America.»
«Oh.»
Minto abbassò lo sguardo, sentendo gli occhi inumidirsi. Trascorsero alcuni secondi in quel modo, ognuna persa nei propri pensieri.
«Dunque, vorresti dirmi che questo è un addio?» proseguì la ballerina, preoccupata per la risposta che avrebbe ricevuto.
«Sì» rispose l'altra, non molto convinta «Cioè, forse... non lo so.»
Minto annuì lievemente, stringendo i palmi delle mani sul sedile. Si osservarono un po', ma la Mew Blu non riuscì a resistere a lungo.
Emise un sospiro, non sentendo più le gambe dall'angoscia. «Mi manchi.»
Zakuro sussultò. Di certo non si aspettava un'affermazione simile così, di punto in bianco. Poi, però, un sorriso amaro si fece spazio sul suo volto.
«Anche tu» disse, in un flebile sussurro.
Il cuore di Minto perse un battito. Le sarebbe piaciuto molto chiederle di ripetere quelle due parole, ma non le andava di rovinare quel meraviglioso momento. Così, istintivamente, si sporse verso la viola e la abbracciò, arrossendo di colpo.
Quest'ultima ricambiò la stretta, accarezzando dolcemente la schiena della ragazzina che, silenziosamente, aveva cominciato a piangere.

No, non va bene. Io devo scrivere fluff dolci dolci, non dolci e malinconici, se no poi mi rattristo anch'io ç_ç
Forse sono io troppo emotiva, ma questa fic è davvero triste.
Ok, quelli che devono giudicare siete voi, quindi è meglio se la smetto qui ahahah
Spero che vi sia piaciuta, aspetto le vostre impressioni :3