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Autore: merty_chan11    09/03/2015    3 recensioni
Magnus e Alec hanno finalmente annunciato il loro matrimonio: tutti sono contenti e pensano con gioia al grande evento, tranne Jace. Il suo comportamento ferisce profondamente Alec, che verrà totalmente ignorato dal suo parabatai.
Cinque giorni dopo Jace decide di andare a parlare con il Sommo Stregone di Brooklyn...
Dal testo:
[...]
“Non lo sai” ripeté invece “E allora chi lo sa, Jace Herondale? Fatto sta che ti sei comportato in quel modo, e così facendo hai rovinato ogni cosa. Non hai idea di come si sentisse Alexander in questi giorni, perché non ti sei preso nemmeno la briga di rispondere a una sua telefonata. Per caso, il fatto che si sposi prima di te e ti lasci solo ti scoccia?”
Magnus aveva pronunciato quelle parole con una rabbia repressa, come se si stesse sfogando al posto di Alec. Jace rimase ferito da ciò. Ecco, era quello il vero problema. Non tanto il fatto che Alec si sposasse prima di lui, ma il fatto che lo lasciasse solo, che il suo parabatai se ne andasse e si facesse una nuova vita con qualcuno che non fosse lui.
[...]
Buona lettura!
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se tu sei felice, lo sono anch'io


 
Era una fresca mattinata di dicembre quel giorno, a Brooklyn. Nelle strade si poteva già respirare l’atmosfera natalizia, nonostante mancasse ancora un po’ alla grande festa. La neve aveva iniziato a cadere lentamente dalla sera prima, e ora un candido manto bianco ricopriva l’intera città. Tutti erano felici quel giorno. Tutti tranne Jace.
“Forse questo è un segno dell’apocalisse” si era detto mentalmente mentre percorreva la strada che lo separava dal loft di Magnus Bane.
“Non riesco a crederci. Sto andando veramente da lui?”
Prima di suonare il campanello, rimase qualche minuto a esitare, come se quello che aveva intenzione di fare fosse veramente stupido e poco maturo. Alla fine decise premere il bottone, e la solita voce arrivò dall’altro capo del citofono
“Chi osa disturbare il quasi sposato Som…”
“Quasi sposato? Seriamente?”
Ci fu un lungo momento di pausa, nella quale Jace aveva iniziato a tormentarsi le mani. Possibile che fosse così nervoso? 
“Ah Riccioli d’oro sei tu. Curioso trovarti qui da me dopo ciò che hai fatto l’altro giorno.”
Stavolta il biondo non ribattè. Dall’altre parte gli giunse una risata, ma lui non aveva la forza di fare una qualche battuta. Doveva essere veramente giù di morale! 
Prese a salire le scale, per poi ritrovarsi catapultato nel loft dello stregone. Una volta messo piede lì dentro fece uno sguardo disgustato. Tutto in quel luogo era in disordine: i cuscini del divano erano sparsi per terra, c’erano bicchieri e piatti di plastica ovunque, e un barattolo di glitter era aperto con tutto il suo contenuto sparso sopra il pavimento. C’era odore di cibo cinese nell’aria, segno evidente che Magnus aveva preferito non cucinare e prendere qualcosa d’asporto. Sopra il tavolino di fronte al divano vi erano aperti vari cataloghi, tra cui alcuni che indicavano offerte per dei viaggi da urlo. Jace ne prese lentamente uno in mano, sotto lo sguardo attento di Magnus, per poi leggere ciò che vi era riportato sopra: “Luna di miele ai Caraibi! Venite a visitare le fantastiche isole durante la vostra prima notte di nozze!”
Okay, questo era decisamente troppo. Il biondo urlò, scaraventando il volantino fuori dalla finestra. Magnus lo guardò come se fosse impazzito.
“Spero che tu non sia venuto qui a rovinare i miei preparativi per le nozze con Alexander. Perché, in questo caso, mi vedo purtroppo costretto a trasformarti in un topo, farti fare un bagno nei miei glitter e farti rincorrere dal Presidente Miao per tutta la casa. Anzi, direi proprio che la cosa non mi dispiaccia affatto” esclamò lo stregone con il suo solito sorriso.
Jace sollevò un dito prima di parlare
“Sai, è proprio per questo che sono venuto qui a parlare con te.”
“Vuoi provare l’esperienza di essere un topo? In quel caso dovresti prima chiedere a Simon, lui ormai è un esperto.”
In altre circostanze avrebbe trovato carina quella battuta, ma non era proprio in vena di controbattere.
“No, non sono venuto per questo” disse sedendosi sul divano fucsia “Sono venuto a parlare del tuo matrimonio con Alec.”
Magnus stavolta si fece più attento, come se il solo fatto di aver pronunciato il nome di Alec rendesse la faccenda immediatamente più interessante.
“Prima che tu cominci, vorrei chiederti una cosa Jace.”
Il ragazzo fissò lo stregone negli occhi. Forse iniziava a comprendere il motivo per il quale il suo parabatai li considerasse così straordinari. Gli occhi di Magnus erano verdi, con la pupilla a fessura come i gatti: ma in fondo a tutto quel verde risplendeva uno strano colore dorato che illuminava ogni cosa. Se avesse avuto voglia di scherzare, avrebbe sicuramente soprannominato quella coppia “Gli occhi migliori di tutto il mondo.” Insomma, chi è che l’avrebbe chiamata Malec? Solo Izzy poteva pensare ad una cosa del genere. Ed era rimasto sorpreso perfino nel vedere Clary così d’accordo con lei!
“Ti ascolto, Bane.”
Magnus fece un respiro, poi parlò
“Vuoi bene ad Alexander?”
Jace sgranò gli occhi, per poi fissare il pavimento. Era ovvio che voleva bene ad Alec, era il suo parabatai, erano come fratelli! Eppure c’era un qualcosa che non riusciva a decifrare, un qualcosa che gli impediva di accettare il suo matrimonio. Sapeva che per Alec era un passo importante, un’occasione unica e irripetibile, ma allora perché lui non riusciva ad accettarlo?
“Certo che gli voglio bene” rispose con voce sicura “Lui è come un fratello per me. Che razza di domanda è mai questa?!” concluse con una certa irritazione nella voce.
Magnus incrociò le braccia
“Se gli vuoi bene davvero, così come dici tu, spiegami il motivo per il quale hai reagito in quel modo l’altro giorno.”
Jace deglutì. Non pensava di rimanere così spiazzato, di restare senza parole, ma evidentemente non aveva fatto bene i calcoli. Ripensò per un momento a quello che era successo quel mercoledì, quando Magnus e Alec avevano annunciato a tutti che ben presto si sarebbero sposati, e alla sua reazione incontrollata. Era uscito fuori dalla stanza, sbattendo rumorosamente la porta, con gli occhi di tutti puntati su di lui. Più ci pensava e più si rendeva conto che quello che gli aveva fatto più male era il modo in cui l’aveva guardato Alec, gli occhi azzurri carichi di tristezza. Solo una volta nella sua vita aveva visto il maggiore dei Lightwood con quello sguardo: era stato il periodo in cui lui e Magnus si erano lasciati. Alec era poi venuto a cercarlo in camera sua, ma lui non voleva saperne niente. Non voleva aprire a nessuno, voleva soltanto rimanere solo. Lui se ne era andato, per poi tornare a salutarlo prima di andarsene dall’Istituto. Erano passati cinque giorni, e da allora non aveva più visto Alec. Lui continuava a chiamarlo, a inviargli messaggi sul cellulare, ma preferiva non rispondergli.
“Non lo so” rispose infine.
Magnus continuò a scrutarlo, come se stesse trovando in fondo al suo sguardo quelle parole che non sarebbe mai riuscito a dire.
“Non lo sai” ripeté invece “E allora chi lo sa, Jace Herondale? Fatto sta che ti sei comportato in quel modo, e così facendo hai rovinato ogni cosa. Non hai idea di come si sentisse Alexander in questi giorni, perché non ti sei preso nemmeno la briga di rispondere a una sua telefonata. Per caso, il fatto che si sposi prima di te e ti lasci solo ti scoccia?”
Magnus aveva pronunciato quelle parole con una rabbia repressa, come se si stesse sfogando al posto di Alec. Jace rimase ferito da ciò. Ecco, era quello il vero problema. Non tanto il fatto che Alec si sposasse prima di lui, ma il fatto che lo lasciasse solo, che il suo parabatai se ne andasse e si facesse una nuova vita con qualcuno che non fosse lui. Aveva bisogno di Alec tanto quanto aveva bisogno di Clary, e lasciarlo andare via così era per lui un grande sacrificio. Non poteva sopportare di non vedere più Alec alloggiare all’Istituto, non poteva sopportare che lui uscisse per sempre dalla sua vita. Non poteva sopportare il fatto che lui si sposasse e lo lasciasse solo.
Stava per aprir bocca, ma Magnus lo bloccò.
“Penso che quanto tu stia per dire a me lo debba dire ad Alexander. Io non sono il tuo parabatai Jace. Sarei molto contento che tu venissi al matrimonio ma, come detto precedentemente, posso fare a meno della tua presenza. È Alec che ha bisogno di te.”
Il biondo alzò nuovamente lo sguardo e fissò lo stregone, che rideva compiaciuto.
“E ora, se non ti dispiace” disse facendo scomparire il divano e facendolo cadere a terra “Dovrei arredare la casa e scegliere una bella luna di miele. Voglio che tutto sia perfetto.”
Jace si massaggiò la schiena
“C’era bisogno di far scomparire il divano così? Potevo benissimo alzarmi da solo.”
“Ah i Nephilim. Vengono aiutati e poi si lamentano. Non li capirò mai.”
Era ormai quasi sulla soglia della porta, quando disse
“Penso che la luna di miele sia perfetta a Parigi. Alec avrebbe tanto voluto tornarci con te.”
Non si voltò, ma poté sentirsi gli occhi dello stregone puntati addosso.
“Grazie Jace…e a proposito, hai sporcato l’ingresso di neve.”
“Va’ al diavolo Bane!”
Lo stregone ridacchiò, e anche Jace si concesse di sorridere. Chiuse la porta alle sue spalle e percorse la strada che l’avrebbe riportato all’Istituto, con il cuore un po’ più leggero.


Trovò Alec sul tetto, intento a sfogliare un catalogo di torte nuziali. Trovò piuttosto strano il fatto che fosse lui a scegliere la torta, visto che non nutriva grande amore per i dolci, ma preferì non toccare quell’argomento. Si sedette vicino a lui, pronunciando un saluto. Alec lo fissò, gli occhi azzurri carichi di tristezza.
“Non mi hai mai risposto” disse semplicemente, per poi tornare a rivolgere la sua attenzione al catalogo di torte.
Jace non sapeva cosa dire. Non poteva biasimarlo, aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato con lui. Invece di rispondere si mise a guardare le torte sul catalogo. Erano tante, e tutte molto invitanti. Jace fermò la pagina su una torta a più piani di panna con le decorazioni blu.
“Questa piacerà sicuramente a Magnus. Il blu è simile al colore dei tuoi occhi.”
Alec assottigliò lo sguardo
“Come mai ora ti interessa del nostro matrimonio?”
Jace avrebbe preferito non pronunciasse quel “nostro” in modo così evidente, ma non poteva farci nulla.
“Alec senti, mi dispiace” prese un respiro profondo “Non so cosa mi sia preso. Il fatto è che non appena hai pronunciato quelle parole insieme a Magnus, ho pensato che non ti avrei più rivisto. Ho pensato che il mio parabatai si sarebbe scordato di me, perché ormai felicemente sposato. Ho pensato, ho pensato che…” si passò una mano tra i capelli, per poi fissare un punto indefinito all’orizzonte “Ho pensato che mi saresti mancato troppo e che non sarei mai riuscito a vivere con te troppo lontano da me.”
Alec lo guardò imbarazzato. Non si aspettava una simile reazione.
“Jace, non andrò con Magnus dall’altra parte del mondo. Vivrò qui, a New York. E se anche non ci vedremo più come prima, tu sarai sempre il mio parabatai, il mio migliore amico e mio fratello. Non rimpiazzerò mai la runa del nostro giuramento nemmeno con quella del matrimonio” indicò un punto vicino al cuore “Qui farò la mia nuova runa, così mi ricorderò ogni giorno di essere legato a due persone a cui tengo molto nella mia vita.” 
Jace sorrise, e finalmente si sentì meglio.
“Sono contento per te Alec. Ti meritavi da tempo una cosa del genere.”
Alec balbettò qualcosa sul fatto che fosse uno stupido, e Jace rise.
“Quindi vedi di aggiungere un posto anche per me al matrimonio. Possibilmente vicino a Clary. In camera da letto.”
“Se tu fai sesso con Clary al mio matrimonio giuro che chiederò a Magnus di farti mettere un’anatra nella torta.”
Al solo pensiero di ritrovarsi quell’infido animale nel dessert Jace sbiancò, sotto lo sguardo divertito di Alec.
Il biondo poi si riscosse e prese in mano il cellulare.
“Dimmi solo una cosa Alec.”
“Jace, ti voglio bene e tante belle cose, ma non prenderò la torta al mango.”
“Non volevo assolutamente dirti quello, anche se sarebbe una splendida idea. Volevo sapere solo se sei felice con Magnus.”
Alec chiuse gli occhi un momento, per poi riaprirli poco dopo con un sorriso stampato in faccia.
“Si Jace. Sono felice.”
“Allora sono felice anche io.”
Cercò velocemente nella rubrica il numero di Magnus Bane, per poi inviargli un messaggio:-Bane, sappi che verrò al tuo matrimonio. Se solo proverai a spezzare il cuore di Alec giuro che ti ritroverai un’orda di anatre assassine capitanate dal sottoscritto. Quindi vedi di trattarlo bene.-
Alec lo guardò di sottecchi
“A chi hai scritto?”
“A nessuno” rispose con noncuranza.
Il Lightwood fece una scrollata di spalle. Poi continuò a sfogliare il catalogo.
“Piuttosto Alec…toglimi una curiosità” disse Jace giocando con lo stilo.
Alec lo fissò con sguardo interrogativo.
“Quante volte l’avete fatto tu e Magnus?” chiese con un sorrisetto sulla faccia.
Alec passò dal rosa pallido della sua carnagione al rosso in meno di due secondi.
“JACE!”
Prima che lui potesse colpirlo, il biondo saltò giù dal tetto, atterrando nel giardino. Alec lo seguì immediatamente, iniziando a rincorrerlo per tutto l’Istituto.










N.d.A.
Buona sera a tutti! Non avendo niente da fare questa sera (niente allenamento cwc) ho deciso di completare questa shot che avevo iniziato ieri^^ Mi piaceva l'idea di un Jace inizialmente contrario al matrimonio di Magnus e Alec. Ma naturalmente bisognava fargli cambiare idea u.u Spero che vi sia piaciuta!
Grazie a tutti quelli che le daranno uno sguardo^^
Baci
Merty
  
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