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Autore: softkitty    10/03/2015    3 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In metro con amore

 

Capitolo 17

 

«Dom – Daniel si stropicciò gli occhi – cosa ci fai in piedi a quest'ora?». Era domenica notte. Anzi, lunedì mattina, molto presto.

La giovane era in cucina e guardava fuori dalla finestra, seduta su di una sedia con le braccia a circondarle le gambe e il mento poggiato sulle ginocchia. Era notte fonda e Daniel si era svegliato non trovandola a letto accanto a lui.

«Sono agitata per domani, non riesco a dormire»

«Vedrai che non sarà così tremendo». Dom inarcò le sopracciglia e lo guardò con poca convinzione, così lui aggiustò il tiro: «Vorrei darti qualche consolazione più convincente, ma il mio cervello è in coma»

Nicky gli sorrise dolcemente, accarezzandogli i capelli: «Torna a dormire, non voglio che domani tu sia uno zombie per colpa mia»

«Nemmeno io voglio che tu sia uno zombie, vieni a letto. Per favore» aggiunse, tendendole la mano. La giovane la afferrò e si alzò dalla sedia. Daniel le prese il volto tra le mani. «Cerca di non preoccuparti. Sarai perfetta, Dom. Io credo in te e devi assolutamente farlo anche tu» le dedicò un mezzo sorriso addormentato. «Batterò anche le mani per salvarti da te stessa. Dato che tu non credi in te, fatina»

Nicky sgranò gli occhi: «Una citazione da Peter Pan? Wow, devi essere bello rincoglionito dal sonno! Dai, andiamo a letto!» Si distesero sul materasso e Daniel la abbracciò, lasciando che lo stritolasse. «Grazie, Danny».

Mentre stava per addormentarsi, Nicky si trovò a pensare che la prima settimana con Oneweek era stata bellissima. E sperò di tutto cuore che, al contrario del suo soprannome, sarebbe durata di più di una settimana sola, con lui.

***

«Dom, respira». Dan scese con lei dall'auto, di fronte alla scuola elementare. «Hai tutto?»

Nicky deglutì e rimase a fissare l'edificio. «Tutto tranne il coraggio di entrare»

«Non fare la fifona, sarai dall'altra parte della cattedra, fatina». Le diede un bacio sulla tempia. «Sai che questa sera ti prenderò in giro per questa tua fifa blu, vero?»

La giovane lo fulminò: «Magari trovo qualche sexy insegnante di matematica e me ne andrò con lui, dimenticandomi del mio sexy avvocato»

«Allora, se questo sarà il nostro ultimo bacio, deve essere memorabile». Daniel si poggiò con la schiena alla sua auto e tirò a sé Nicky, baciandola lungamente, fino a che non la sentì rilassarsi tra le sue braccia. «Sei bellissima ora. E sei pronta per andare»

«Anche tu sembri più rilassato, ora. Ci vediamo stasera?»

«Passo a...» si interruppe, realizzando che lei avrebbe terminato la sua giornata prima di lui. «Ci vediamo a casa tua?»

«Potrei...» Nicky esitò. «Potrei passare allo studio, dopo il lavoro»

«Non è necessario, ci vediamo dopo, va bene?»

La giovane mascherò la delusione ed annuì. «Allora a stasera»

«Ci sentiamo in pausa pranzo. A dopo, fatina».

Forza e coraggio.

Era quello il mantra che Nicky continuava a ripetersi in testa per riuscire a non svenire. Era solo il suo primo giorno di lavoro. Solo. Avrebbe dovuto occuparsi del corso pomeridiano, ma per il primo giorno aveva deciso di presentarsi all'orario di apertura della scuola, per ambientarsi e parlare con la preside.

«Signorina Stanton?»

Sobbalzò, sentendosi chiamare e si voltò, trovando una donna di mezza età che la fissava, sorridendole incoraggiante. «Sì, sono io! Preside Fowler?»

«In carne ed ossa! Coraggio, vieni. Dato che sei in anticipo, ti faccio fare un giro della scuola, così conosci i tuoi colleghi e ti aggiorno su tutto ciò che devi sapere».

Dominique scoprì che la preside Fowler non era così terribile come aveva ipotizzato e non assomigliava affatto alla signorina Trinciabue. Le sue colleghe erano tutte donne (niente sexy professori di matematica, pensò ridacchiando), gentili e disponibili a darle una mano se ne avesse avuto il bisogno.

Passò la mattinata a vagare per l'edificio, con in mano le foto dei suoi alunni con i nomi, per poterli imparare e non fare confusione. Erano 13 ragazzini, niente di più. Non poteva farsi lasciarsi intimidire da un branco di poppanti!

Alle 13 prese il suo sacchetto con il pranzo e si posizionò ad uno dei tavoli che c'erano nel cortile. Non fece in tempo a sedersi, che le squillò il cellulare.

«Daniel!»

«No, sono Elizabeth! Ti disturbo?»

«Assolutamente no! Come stai? E Peter?»

«Benissimo! Stasera ti va di venire a cena da noi? Ci sarà anche Diane, vogliamo festeggiare con te il tuo nuovo lavoro. Perché non inviti anche Daniel? Ti promettiamo che non vi metteremo in imbarazzo»

Nicky non riuscì a trovare il coraggio di guastare l'entusiasmo della sua seconda madre, così si ritrovò ad annuire, rendendola ancora più felice ed elettrizzata.

Finita quella telefonata, decise di chiamare Daniel. «Ciao Dom, come stai?»

«Bene, stavo mangiando, tu?»

«Anche io. Non vedo l'ora di vederti, stasera»

«A proposito di stasera – Nicky prese un respiro profondo – ti va di venire a cena da Elizabeth e Peter? Ci sarà anche Diane. Vogliono festeggiare con me il mio nuovo lavoro. E a loro farebbe piacere che ci fossi anche tu. Anche a me farebbe piacere farteli conoscere». Dall'altro capo del telefono non provenne nessun suono, tanto che Dominique allontanò il telefono dall'orecchio per controllare che non fosse caduta la linea. «Dan?»

«Veramente, io...»

«Ok, non importa. Sarà per un'altra volta, ci sentiamo più tardi! Ora devo andare, le mie colleghe mi reclamano, buon lavoro».

Per la seconda volta in una giornata, Nicky si ritrovò ad ingoiare la delusione per il comportamento di Daniel. Avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per pensarci, ma in quel momento doveva concentrarsi sul suo lavoro. E basta. I problemi e le analisi avrebbero dovuto aspettare il suono della campanella.

«Bene ragazzi, vi presento la maestra Stanton, la vostra nuova insegnante di lingua». La preside le sorrise incoraggiante, mentre la invitava ad entrare in classe.

«Buongiorno, maestra Stanton» risposero tutti i ragazzi in coro.

«Buongiorno ragazzi». Nicky pronunciò quelle parole sorridendo sicura di sé. Non doveva dare segni di debolezza con loro, o l'avrebbero mangiata.

In quelle tre ore con loro, Nicky imparò a conoscerli e gestirli. Più o meno.

Come in ogni classe, c'erano la Barbie (Stacy), il giullare (Leopold), lo svogliato (Brick), la secchiona (Ursula) e tutti gli altri stereotipi degni di un telefilm americano.

Quando finalmente suonò la campanella, i ragazzi la salutarono e si fiondarono fuori per godersi ciò che rimaneva di quel caldo pomeriggio.

***

Daniel picchiò la testa sulla scrivania con violenza, facendo più fracasso del previsto.

«Danny, tutto a posto? Perché stai prendendo a testate la tua scrivania?»

«Nuovo sport, fratellone. Torna pure a lavorare»

Nelson però gli si sedette di fronte. «Che hai combinato?»

«Perché dovrei aver combinato qualcosa, scusa?»

«Normalmente la gente non prende a testate le cose senza motivo»

«Dom mi ha invitato a cena dai suoi»

Il maggiore dei fratelli Fisher-Morris sgranò gli occhi: «Ma non sono morti?»

«Non sono proprio i suoi genitori, ma più o meno. L'hanno accolta quando non le era rimasto più nessuno»

«Quando vai a cena da loro?»

«Mai, credo. Ho esitato e lei...». Si strinse nelle spalle e diede un'altra testata alla scrivania.

«Calmati. Prendi un mazzo di fiori e ti scusi»

«Non posso andare, i Cassidy potrebbero riconoscermi e succederebbe un casino terrificante. Non le ho detto che papà è il fondatore dello studio. Non le ho detto che il mio cognome è Fisher-Morris»

Nelson sospirò: «Si è innamorata di te per quello che sei, non per quello che hai, meglio, no?»

«Quando lo saprà, succederà un casino. Lei e Noah Parker si sono mollati perché la famiglia di lui non la riteneva abbastanza per il figlio»

«La nostra famiglia non è così, Daniel. Faresti meglio a dirglielo subito. Più aspetti, peggio sarà, lo sai, vero?»

«Ho paura di perderla»

«Se ti ama, non scapperà. Però non aspettare che sia troppo tardi. Se lo scopre da sola, saranno cazzi amari. E comunque – disse, avviandosi alla porta – sei un idiota. Ti pare il caso di omettere questo dettaglio?»

«Lasciami sguazzare nell'autocommiserazione per un po'. Devo racimolare tutto il coraggio che ho».

***

«Allora, a che ora arriva Daniel?»

Nicky fece un sorriso tirato. «Non viene. Evidentemente pensa non sia ancora il momento giusto».

Saggiamente, nessun Cassidy – Diane compresa – si azzardò a commentare quell'affermazione o provò a prendere le difese di Daniel. Sarebbe stato un suicidio.

La giovane chiuse nuovamente Daniel fuori dalla sua testa e si godette la serata in suo onore. Diane rise di gusto, sentendole descrivere i suoi alunni e i soprannomi che aveva loro affibbiato. Anche lei era serena: il tirocinio stava proseguendo bene e tutto filava liscio come l'olio.

Nicky sospirò. I suoi secondi genitori erano orgogliosi del traguardo che aveva appena raggiunto e si trovò a chiedersi se lo fossero anche i suoi veri genitori.

Un sorriso triste le attraversò il viso. Le mancavano. Per quanto Peter ed Elizabeth le volessero bene, non erano i suoi genitori.

«Che c'è Dominique?»

Si riscosse dai suoi pensieri e sorrise ad Elizabeth che la stava osservando. «Pensavo ai miei genitori»

La signora Cassidy le sorrise con dolcezza e gli occhi lucidi: «Sarebbero così fieri di te. Sarah probabilmente ti avrebbe strapazzata di baci e ti avrebbe preparato la sua strepitosa torta alle fragole. Tuo padre invece si sarebbe vantato con chiunque di avere una figlia così brava. Ti volevano bene, ti amavano»

«Sento la loro mancanza soprattutto in queste occasioni. Mi chiedo cosa farebbero, cosa direbbero... sarebbero contenti? E della mia storia con Daniel? Per fortuna ci siete tu e Peter. Non vi ringrazierò mai abbastanza per quello che fate per me»

«So che non siamo i tuoi veri genitori e non vorremmo sostituirci a loro, ma ti vogliamo bene lo stesso, come ad una figlia»

Nicky abbracciò la donna: «Ti voglio bene. E non avrei potuto chiedere una seconda mamma migliore di te»

Elizabeth tirò su col naso: «Ora fila a casa e a letto, domani devi lavorare».

Una volta salutati i coniugi Cassidy, Nicky e Diane rimasero sole fuori casa. «Nicky, come va con Daniel?»

La giovane insegnante scrollò le spalle. «Credo bene. Fino a stamattina andava tutto alla grande, ora... non lo so, ma non voglio farmi paranoie per nulla. Voglio parlargli»

«Se ti serve, ho una mazza da baseball nuova di zecca in casa». Le fece l'occhiolino e si salutarono.

Quando Nicky arrivò a casa sua, trovò qualcuno fuori dalla porta ad attenderla.

«Tu cosa ci fai qui?»

«Sorpresa!»

 

 

Il mio angolo.

Buonasera!

Sempre di fretta. I nodi stanno per arrivare al pettine. Sembra ci sia aria di tempesta.

Spero non ci siano errori.

Vi ringrazio tantissimo! Grazie a tutti i coraggiosi che continuano a leggere la storia, a tutti coloro che la inseriscono tra le preferite/ricordate/seguite e tutte le sante persone che hanno lasciato o vorranno lasciare un commento ai capitoli presenti, passati e futuri!

Risponderò alle recensioni passate il prima possibile, promesso!

Bisous

Softkitty

  
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