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Autore: BlaineandKurt0000    10/03/2015    0 recensioni
Portava uno strano papillon e dei pantaloni che sembravano incredibilmente corti, tonnellate di gel sui capelli. Eppure dimostrava una sicurezza nei suoi passi degna di nota, come se fosse felice di poter manifestare la sua identità anche solo attraverso l'abbigliamento.
"Mi dispiace se ti ho disturbato" disse " E' solo che questo posto è immenso e non riesco a trovare il libro che mi è stato assegnato"
"Posso aiutarti se vuoi, ci abito praticamente qui" e fu stupito dalla stessa risposta che aveva dato.
Si aspettava di sentire nel petto quella che solitamente comparava ad una girandola, e che si manifestava ogni qualvolta tentava di iniziare una conoscenza. E invece riuscì solo ad avvertire una sensazione di leggerezza assoluta.
"Ti ringrazierei immensamente se lo facessi"
"Sono Blaine, comunque" continuò porgendogli la mano.
"Kurt." disse stringendola.
Nessuno dei due se ne accorse, ma le loro mani erano destinate a completarsi, come se finalmente avessero trovato il loro pezzo mancante.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L'emozione che popolava l'animo di Kurt in quel momento cruciale della sua vita era rappresentata dalla frustrazione e le cause erano molteplici. Era stanco di aver timore di quello che era, di quello che faceva, dei suoi desideri, di fingere un sorriso, una lacrima, un gesto che abitualmente veniva considerato involontario, ma più di tutti era stanco di essere avversato dalla sua stessa famiglia. La vita di Kurt era sempre stata abbastanza particolare.Fin da bambino aveva deciso di evitare ogni tipologia di contatto, dopo essere stato deriso,escluso ed emarginato, la morte di sua madre non aveva fatto altro che peggiorare la situazione gia particolarmente critica,non c'era più nessuno che potesse abbracciarlo dopo essere stato picchiato per aver indossato una maglietta con una stampa considerata adatta al genere femminile,per essersi rifiutato di giocare a calcio avendo timore di rovinare i vestiti nuovi. Non aveva la minima intenzione di coinvolgere Burt, voleva riuscire a cavarsela da solo, per non infliggere ulteriore dolore al padre.Era diventato più forte, dall'età di 5 anni quando aveva cominciato a fingere di essere diverso,si era allontanato da tutti e alzando una barriera impenetrabile, 11 anni dopo la situazione era immutata.
 In numerosi periodi della sua vita cominció a credere di non poter provare sentimenti,di aver semplicemente smesso, mai iniziato o addirittura di non esserne capace. Aveva cominciato a studiare,passando intere giornate su libri di qualunque genere. Fino a quando, all'età di 12 anni, non aveva scoperto la magia che era possibile trovare all'interno di una biblioteca. Era diventato il suo rifugio. La sua salvezza. E questo aveva creato maggior problemi. A scuola non era decisamente apprezzato passare l'intera ricreazione contro una superficie dura, le gambe posizionate al di sopra della sedia vuota lasciata dal compagno di banco e la sensazione di lasciarsi tutto alle spalle.Ció era incrementato dai suoi lineamenti delicati e della sua voce acuta che non comportava altro che derisione.La situazione peggiore, peró,era rappresentata dal rientro a casa.Potrebbe sembrare facile inizialmente tornare a casa,esultando per i bei voti, per i risultati scolastici, per le proprie soddisfazioni. Beh, per Kurt non era esattamente la stessa cosa, tornare a casa significava venire ignorati abbastanza esplicitamente,significava essere giudicati,sottovalutati,ed emarginati all'interno di quello che il resto della popolazione considerava il luogo più sicuro dell'intero globo terrestre. Perchè veniva escluso? Semplice. Le persone, di qualunque etnia o varietà siano, conserveranno sempre la stessa caratteristica, focalizzarsi sull'apparenza, perchè è più semplice pensare che una semplice pozzanghera resti tale piuttosto che provare ad avvicinarsi per rendersi conto che essa si riveli uno scavo senza fondo. Kurt era considerata lo stronzo della famiglia,ovviamente, non mostrare sentimenti equivaleva ad affermare di non averne, e a Kurt un tempo era importato,era importato non avere più un padre o un appoggio, era importato dover subire dei maltrattamenti continui ed era importato essere isolato dal reso del mondo.Adesso peró ignorava semplicemente qualunque cosa gli accadesse intorno. Stupidamente ed invano tentava di leggere per immergersi in sogni differenti, che l'avrebbero condotto all'interno di un universo diverso,sperava costantemente che qualcuno bussasse alla sua porta e gli sussurrasse:"Sei speciale".
Quella mattina dopo essersi alzato il freddo invase le sue membra, dopo essersi riscaldato con del sano caffè si avvió a scuola a piedi.

Il rientro a casa era stato abbastanza complicato, suo fratello minore aveva iniziato a singhiozzare come al solito, per cause oscure a tutti, e Burt si era precipitato in cucina. Il piccolo decise di puntare il suo dito paffuto contro Kurt, senza che quest ultimo avesse la possibilità di ribattere. Burt dopo aver lanciato un'occhiata truce allo stesso Kurt pronunciò delle parole che avrebbero inflitto a suo figlio cosi tanto dolore da non riuscire a pronunciare neanche una sillaba per timore di scoppiare a piangere.

"Adesso basta Kurt, ti rendi conto di quello che ti accade intorno? Del fatto che stai continuando a recare danno alle persone che ti stanno accanto? Sei senza cuore. Passi le tue giornate in una stupidissima biblioteca come se ciò potesse farti sentire più importante. I tuoi bei voti non giustificano il tuo comportamento, dovresti smetterla di vantartene."*

Ed era in momenti come questo che l'unico desiderio di Kurt era quello di aprirsi, di manifestare il suo dolore e i suoi pensieri. Eppure come se il corpo fosse un'entità autonoma si recò nella sua camera. Si appoggiò contro la porta e scoppiò a piangere, tentando di fare meno rumore possibile. Aveva provato più volte ad aprirsi, attraverso la scrittura, nuove conoscenze eppure era più forte di lui. Non riusciva a far entrare persone nella sua vita perchè aveva il timore che esse potessero usare tutte le sue confessioni contro di lui. Alcune volte Kurt avrebbe semplicemente voluto qualcuno che lo capisse, che potesse comprendere la sua situazione, con il quale le parole potevano essere omesse, e l'unica fonte di comunicazione poteva essere assegnata dagli sguardi. Vedere le persone attorno a lui capaci di esprimere i loro sentimenti lo spaventava a morte. Furono questi sentimenti a fargli prendere la decisione di frequentare l'unico luogo che considerava amico, la biblioteca. Perchè i libri non ti giudicano, ascoltano e basta. Con le loro parole sono capaci di farti vivere delle situazioni che arrivano ad allietare la tua giornata. I libri erano la cosa che Kurt preferiva di più. Più delle persone. Più dei suoi familiari . E tutto ciò lo preoccupava abbastanza.

La biblioteca era un luogo poco frequentato, pieno di polvere, con una caratteristica particolare, al solo varcar della soglia si poteva avvertire l'alone di mistero, di solitudine, di chi c'è l'aveva fatta. Si avvicinó lentamente all'angolo più oscuro dell'intera stanza e si sedette su un piccolo divanetto. 
"Il signore e la signora Dursley di Privet Drive....."
All'improvviso un tonfo lo riscosse dai suoi pensieri. Un libro era appena caduto a terra e un rumore di passi invadeva prepotentemente il suo udito. Spaventato,richiuse il suo libro e dopo averlo messo sotto braccio, si avvicinó al luogo da cui le pareva fosse arrivato quel rumore. Tentando,inutilmente, di acquisire un passo felpato si recò nel luogo più buio dell'intero edificio e fu li che scorse la figura di un ragazzo. Era molto più basso di lui e pareva che stesse parlando con qualcuno, ma Kurt era troppo distante per capire chi fosse. Avvicinandosi si rese conto che il ragazzo era completamente solo, e stava semplicemente imprecando contro il libro, come fosse un'entità assestante. E fu in quel momento che Kurt scoppiò in una fragorosa risata, per la prima volta dopo tanto tempo. Il ragazzo si voltò all'improvviso e sorrise cosi intensamente da poter alimentare la corrente dell'intera stanza. Kurt aveva la possibilità di osservarlo in volto e dovette amettere che possedeva sicuramente gli occhi più espressivi che avesse avuto la possibilità di osservare. Portava uno strano papillon e dei pantaloni che sembravano incredibilmente corti, tonnellate di gel sui capelli eppure dimostrava una sicurezza nei suoi passi degna di nota, come se fosse felice di poter manifestare la sua identità anche solo attraverso l'abbigliamento.

"Mi dispiace se ti ho disturbato" disse " E' solo che questo posto è immenso e non riesco a trovare il libro che mi è stato assegnato"

"Posso aiutarti se vuoi, ci abito praticamente qui" e fu stupito dalla stessa risposta che aveva dato.

Si aspettava di sentire nel petto quella che solitamente comparava ad una girandola, e che si manifestava ogni qualvolta tentava di iniziare una conoscenza. E invece riuscì solo ad avvertire una sensazione di leggerezza assoluta.

"Ti ringrazierei immensamente se lo facessi"

"Sono Blaine, comunque" continuò porgendogli la mano.

"Kurt." disse stringendola.

Nessuno dei due se ne accorse, ma le loro mani erano destinate a completarsi, come se finalmente avessero trovato il loro pezzo mancante.

Angolo di quella che non osa definirsi un'autrice

*In questa storia Burt ha un figlio minore, presto anche Finn farà la sua comparsa.

Okay, ho deciso a discapito di tutto quello che potrebbe comportare, di pubblicare la mia prima fanfiction. Alcuni personaggi sono diversi dalla serie tv ne sono consapevole, ma il mio desiderio è quello di poter trovare una soluzione alle mie giornate no, scrivendo di Kurt e Blaine. So che può sembrare sciocco, o romantico o infantile. Ma scrivere mi fa star bene e vorrei che questo potesse rallegrare anche le vostre di giornate, forse la mia è presunzione ma sono felice di aver finalmente trovato il coraggio di condividere una piccola parte di me con gli altri. Vi chiedo scusa per eventuali errori ma non l'ho riletto. 

Mi dispiace se vi è parso noioso, spero che riporrete la mia fiducia nella mia storia, ma soprattutto spero di non deludervi.

Aggiornerò appena potrò, sicuramente riuscirò a pubblicare un capitolo a settimana, magari il martedi.

Grazie per aver letto il mio capitolo

C.

   
 
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