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Autore: Sakura Hikari    10/03/2015    1 recensioni
Tre flasfiction nate durante il "Drabble Day: A very girl power" promosso sul gruppo "We are out of prompt", incentrate su tre personaggi: Regina, Elsa e Mulan.
1)Il cuore di una madre (Regina)
2)Aspettando le mimose (Elsa)
3)Continuerò a lottare, pensando a te (Mulan)
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elsa, Mulan, Regina Mills
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il cuore di una madre
 

Prompt di BalderMoon: Regina: "Cosa provò quando Henry per la prima volta mamma".
Parole: 479



Crescere un figlio da sola era molto più difficile di quanto Regina si fosse aspettata: innanzitutto, le sue ore di sonno si erano drasticamente ridotte e ogni sua energia era dedicata ad accontentare i bisogni del piccolo Henry, il quale ripagava i suoi sacrifici con pianti e urla. All'inizio Regina si era chiesta più e più volte dove sbagliava, e come fosse stato possibile per Mary Margareth riuscire a calmarlo semplicemente cullandolo. O come ci riuscissero le donne di cui aveva letto in certe riviste specializzate. 
Alla fine, però, aveva deciso di contare solo su se stessa e sulle sue forze come aveva sempre fatto, e aveva bruciato tutte le riviste, annotandosi mentalmente di far pagare cara a quelle autrici insulse. Gradualmente, i pianti diminuirono, lo sguardo di Henry si fece più attento e vispo, i primi, timidi sorrisi si trasformarono in risate: Regina imparò ad interpretare ogni verso del neonato, quando aveva fame o aveva bisogno di essere cambiato o semplicemente di essere cullato, come farlo addormentare e adagiarlo nel lettino senza farlo svegliare. 
Passarono le settimane e i mesi, e Henry iniziò a balbettare le sue prime parole. Nonostante fosse orgogliosa dei progressi di suo figlio, un tarlo rodeva la mente di Regina - il fatto che ancora non l'avesse chiamata mamma. Secondo il Dottor Whale non c'era niente di anormale e l'aveva invitata a portare pazienza; intanto, però, Henry ripeteva parole come "mio", "no" e "pappa", e sembrava sordo alle sue incitazioni - proprio come in quel momento, mentre Regina giocava con lui e tentava di strappargli la fatidica parola. Henry rise e allungò le manine per prendere un cavallino di legno. Regina sentiva le palpebre pesanti, ma si imponeva di restare sveglia ogni volta che Henry emetteva un verso per richiamare la sua attenzione. Alla fine cedette e si lasciò andare contro il divano: dopo quella che le sembrò un'eternità sentì Henry chiamarla da molto lontano. Regina si riscosse e vide Henry che la fissava con uno sguardo interrogativo, seduto in mezzo al salone.
"Mamma?"
"Tesoro, scusami, mi ero assopita un attimo...", mormorò Regina, per poi interrompersi, sorpresa.
"Mamma.", ripeté Henry.
La parola rimase come sospesa per un attimo tra di loro prima che la mente di Regina potesse comprendere appieno il suo significato. 
Mamma. L'aveva chiamata mamma. 
Tutti quei sacrifici, tutte quelle notti insonni, tutte quelle volte in cui si era sentita scoraggiata e aveva pensato di arrendersi, tutte quelle volte in cui aveva pensato che ogni fallimento fosse la giusta punizione per il male che aveva causato a tante persone, adesso sembravano sparire davanti alla gioia di sapere che c'era qualcuno che le voleva bene, che si affidava a lei incondizionatamente, che vedeva in lei una persona diversa dalla Regina Cattiva, di sentire quella semplice parola: mamma.
"Sì, Henry.", disse Regina, la voce rotta dall'emozione. "Sono la mamma. Va tutto bene, sono qui."
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