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Autore: Sakura Hikari    10/03/2015    1 recensioni
Combattere come un eroina del passato, combattere per vendicarsi, combattere perché essere donna significa anche questo!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Io non mi fermerò
 

Prompt di Donnie TZ: Arya, introspezione: combattere come un eroina del passato, combattere per vendicarsi, combattere perché essere donna significa anche questo!
Parole: 400

 
Arya aveva imparato ben presto che nella vita avrebbe dovuto lottare per ottenere ciò che voleva: aveva dovuto lottare contro i ragazzini che affollavano i cortili di Grande Inverno per dimostrare di essere all’altezza di battersi con loro, se non addirittura meglio di alcuni di essi; aveva dovuto lottare contro i pregiudizi e le critiche mossele da Septa Mordane, da sua madre e da sua sorella Sansa; aveva dovuto lottare per la propria sopravvivenza sin da quando era fuggita dal palazzo reale di Approdo del Re ed aveva intrapreso il suo rocambolesco viaggio verso Nord. E aveva combattuto ancora, contro gli scherni che gli membri della carovana le avevano rivolto, per nascondere la sua vera identità, per sopravvivere quando lei, Gendry, Frittella e Lommy si erano ritrovati a vagare nei boschi quando le guardie Lannister avevano massacrato la compagnia.
Ora Arya stava combattendo un tipo diverso di battaglia: era una lotta psicologica, il continuo timore di compiere un passo falso ed essere scoperta. Essere la coppiera di Tywin Lannister era come camminare su di un filo sottile, e il pericolo di cadere era alto: capitava che il vegliardo distogliesse la sua attenzione dall’avanzamento della guerra e si focalizzasse invece su di lei, ponendole domande personali con quel suo sguardo indagatore. Arya rispondeva a quei quesiti con spavalderia, affermando che anche una donna poteva combattere – gli aveva anche rivelato il nome della sua eroina preferita, Nymeria- e che lei stessa l’avrebbe fatto, se necessario. Tywin ascoltava le sue risposte con interesse, come se prendesse molto seriamente le risposte di Arya, e più di una volta la ragazza aveva dovuto far ricorso ad ogni grammo di astuzia per non compromettersi. Quell’uomo non era stupido: aveva intuito subito che lei era una femmina, ma non sospettava minimamente che potesse essere una Stark. E Arya sapeva che quell’uomo era imparentato con Joffrey Baratheon, colui che aveva ucciso suo padre, e in più era impegnato in una guerra contro suo fratello Robb. Si era annotata mentalmente di uccidere anche lui insieme al nipote al momento giusto.
L’idea di uccidere un’altra persona non la turbava minimamente: l’avrebbe fatto se ciò avesse significato sia sopravvivenza che vendetta. Avrebbe ucciso perché quel mondo non era misericordioso con il suo sesso, e Arya l’aveva imparato in fretta, così come che per una donna la cosa più importante era contare sulle proprie capacità – nel suo caso, astuzia ed una spada. 


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