L’inverno
era alle porte, ormai; gli alberi esponevano verso il cielo i rami sottili e
secchi, spogli delle proprie foglie che l’autunno aveva portato via.
Pioveva.
Ormai quelle piccole gocce sembravano formare un unico manto d’acqua, una
cascata. Non si mosse, Sapphire. Ammirava il tutto come fosse una statua, con le mani
poggiate sul bordo della piccola finestra della sua camera, mentre con la mente
viaggiava intorno a situazioni che nell’insieme portavano ad un solo risultato:
Ruby.
Percorse
l’avambraccio sinistro con la mano destra, i denti affondarono violenti le
labbra carnose; faceva male. Con gli
occhi cercò una distrazione, una qualsiasi cosa che potesse distogliere la sua
mente da quei ricordi incastonati uno dopo l’altro. Sapphire non aveva mai
prestato attenzione a quanto fosse dolorosa la sua assenza, forse perché non aveva mai cercato di capire a fondo
quel che il suo cuore bramava. Aveva apparentemente accettato l’assenza di
Ruby, ma quel che aveva dentro sé era tutt’altro che una certezza. Il sapore
amaro della rassegnazione, nient’altro.
«
Ruby… » tremarono le labbra.
Non
si dimentica chi ti ha donato bei momenti da ricordare, e Shappire non lo aveva
mai fatto, dopotutto. Dimenticare Ruby era da sempre stato uno dei suoi
obbiettivi, voler dimenticare quel volto affinché la rude nostalgia che, di
tanto in tanto, le corrodeva il petto scomparisse del tutto, così da
ricominciare.
Ma
bastava un attimo per rovinare tutto, una frazione di secondo immersa nel
silenzio per rievocare quell’intruglio di ricordi accantonati in una remota
parte della sua mente – e del suo cuore. Non si dimentica mai del tutto,
nessuno può dimenticare.
Con
gli occhi zaffiro cercò ancora qualunque cosa potesse intrattenerla, qualche
piccola frase sussurrata al vuoto affinché riuscisse a distrarsi. Nulla.
La
pioggia, sempre più insistente, costantemente colpiva il vetro della piccola
finestra. I lamenti del vento contrastavano le sue parole vuote, ma non
contrastavano l’immagine di quel ragazzo dai capelli corvini e gli occhi scarlatti.
Una
goccia di pioggia si infranse sul bordo della finestra.
Una
lacrima si infranse al suolo.
Non si può dimenticare.
Note: Nessuno
si ricorderà di me, sono stata assente per troppo tempo. Ho lasciato da parte
ogni cosa che riguardasse la scrittura poiché gli impegni scolastici sono stati
– e sono tutt’ora – non molto leggeri, tornare qui su Efp
è sensazionale, per me.
Come ho già accennato, ho quasi
abbandonato il mondo della scrittura – quasi, non del tutto – quindi sto
cercando di riprendere equilibrio riscrivendo qualcosa con cui poter fare
ritorno. Ed ecco qui, questa piccola flash-fic, senza
senso e senza stile.
Scrivere sulla Frantic. La cosa che ho pensato subito dopo “Perché non tornare sul fandom
Pokemon?” è stata “Perché non scrivere
sulla Frantic?”.
Ammetto che, a mio parere, formano il pairing più canon tra tutti i
personaggi dei manga Pokemon. E in fondo, li amo. ♥
Prendetela come una flash di
riscaldamento, un modo per riprendere (man mano) la Io Scrittrice di un tempo.
Ci vorrà un bel po’, spero comunque di non aver combinato pasticci. ♥
Akane