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Autore: _a K u M u_    11/03/2015    1 recensioni
Che cosa era veramente Oz per lei? Non ci aveva mai pensato troppo, fino a quel momento. Lui era sempre presente, le tirava su il morale quando era triste, magari comprandole un bel pezzo di carne, era sempre gentile con lei, insomma, lui era lì per lei ogni volta che ne aveva bisogno: per lei faceva e avrebbe fatto di tutto. No, non poteva essere niente di importante..insomma, lui era pur sempre un servo. Allora perché quella situazione la stava imbarazzando e allo stesso tempo emozionando? Perché, quando lui era al suo fianco, tutto andava bene?
-Alice x Oz-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Oz Vessalius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza stava lentamente scomparendo, inghiottita dall’oscurità, con le mani protese in avanti e la bocca che si muoveva senza emettere alcun grido o suono come richiesta di aiuto, anche se il ragazzo era impotente di fronte a quello che stava avvenendo davanti ai suoi occhi. Era come bloccato da catene dure e pesanti, impossibili da spezzare.
E anche se gridava, non succedeva niente.
Della ragazza ormai si potevano intravedere solo le sue mani che ancora invocavano aiuto, poco prima di essere anch’esse inghiottite.
Il grido disperato del ragazzo squarciò quella subdola quiete.
“Aliceee!”
 
Oz aprì gli occhi e si alzò di scatto, tutto sudato in viso e con il respiro affannato. Guardò fuori dalla finestra: era ancora buio e la luna brillava in cielo, per fortuna era stato solo un incubo. Si portò una mano alla testa per riprendersi e poi, dopo qualche istante, si alzò dal letto e uscì dalla stanza. Aveva bisogno di vedere Alice: sapeva che era stato solo un brutto sogno, però voleva accertarsi che la ragazza stesse bene.
Lei era il suo sole: senza di lei, non avrebbe saputo cosa fare.
Percorse con passi felpati il lungo corridoio che conduceva alle “camere delle ragazze”. Non si assicurò troppo del fatto che qualcuno lo stesse osservando o meno e aprì con delicatezza la porta della camera della ragazza: lei era lì sul letto che dormiva, accoccolata fra i cuscini.
Stava bene.
Oz fece un sospiro di sollievo, socchiuse la porta e le si avvicinò: le sue guance erano leggermente colorate di rosso e la bocca era lievemente aperta, sicuramente stava sognando di mangiare una montagna di carne come suo solito. Rimase per un po’ di tempo a fissarla e ad un certo punto, senza troppa convinzione, si avvicinò ancora di più. Era così carina, sulla faccia aveva un’espressione così splendidamente innocente…poi il suo sguardo si posò sulle sue labbra,pure, mai state violate. Provò il desiderio di baciarla. A questo pensiero il biondo arrossì di colpo, ma i suoi occhi verde smeraldo erano ancora fissi su di lei.
Finalmente, si decise: cominciò ad avvicinarsi sempre di più al suo viso, la distanza diminuiva pian piano…

“..Oz? Che ci fai qui?” sussurrò Alice mezza intontita, con il tipico tono di chi si è appena svegliato e con gli occhi socchiusi. Il  fruscio dei capelli di Oz sul suo viso l’aveva svegliata. Oz arrossì di nuovo e si allontanò subito da lei.

“Ah, beh…ho avuto un presentimento e sono venuto a controllare che stessi bene..” disse tutto imbarazzato. 
Fece per andarsene, quando si sentì bloccare per un braccio.
Si girò: Alice si era alzata e, a quanto pareva, svegliata del tutto. Teneva il braccio di Oz stretto a sé.

“Oz..non credo che riuscirò a riaddormentarmi velocemente ora che mi hai svegliato: sei il mio servo, perciò rimani qui almeno finchè non dormo.” disse guardandolo negli occhi e con tono solenne.
Oz annuì obbediente e i due si sistemarono nell’enorme letto matrimoniale; la ragazza si era accoccolata vicino al ragazzo, i loro corpi erano vicini l’uno all’altro. In circostanze normali Alice avrebbe arrossito almeno un po’, ma era stanca e non aveva tempo di imbarazzarsi: voleva solo approfittare del momento e addormentarsi al più presto, riscaldata dal piacevole tepore del suo compagno. Non si può certo dire che questo valesse anche per il biondo: gli mancavano soltanto i fumi dalle orecchie, imbarazzato com’era. Sentiva il fiato della ragazza sul collo, una sensazione davvero piacevole.
D’un tratto il suo occhio cadde sul petto della divora-carne: la camicia non era stata chiusa del tutto, due bottoni erano slacciati e facevano intravedere una parte del petto della ragazza.
Di nuovo quella sensazione strana. Avrebbe voluto riallacciarle i bottoni, oppure, perché no, slacciargliene altri per svelare tutto il petto di Alice. No, ma cosa stava pensando, non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere: lui aveva troppo rispetto di Alice, la amava a tal punto che non lo avrebbe mai fatto…o forse, proprio perché la amava, avrebbe dovuto dimostrargli quanto erano forti i suoi sentimenti..? Fu proprio la voce della ragazza a interrompere i suoi pensieri:

“Non sono ancora riuscita a prendere sonno..”
All’improvviso una scintilla brillò nei suoi vispi occhietti violacei

“Ehi, Oz! Abbracciami!”

“C-cosa? Ma io…”

“Fallo e basta! Uffa, che servo ingrato.”

Oz non osò contestarla di nuovo: con le sue braccia circondò la schiena di Alice e la strinse a sé: ora i loro corpi erano vicinissimi.  Mentre il biondo era(di nuovo) in preda ad una crisi di blush, la ragazza si stava pian piano assopendo nelle braccia del ragazzo: il suo tepore era così piacevole, la rilassava molto e, in un certo senso, la presenza di Oz le dava sicurezza.

Che cosa era veramente Oz per lei? Non ci aveva mai pensato troppo, fino a quel momento. Lui era sempre presente, le tirava su il morale quando era triste, magari comprandole un bel pezzo di carne, era sempre gentile con lei, insomma, lui era lì per lei ogni volta che ne aveva bisogno: per lei faceva e avrebbe fatto di tutto. No, non poteva essere niente di importante..insomma, lui era pur sempre un servo.
Allora perché quella situazione la stava imbarazzando e allo stesso tempo emozionando?
Perché, quando lui era al suo fianco, tutto andava bene?
Tutti questi pensieri la stavano accompagnando piano piano nel mondo dei sogni: stava per addormentarsi, quando quasi sussurrando disse al ragazzo:

“Grazie, Oz.”
Anche il ragazzo stava per chiudere gli occhi, ma quelle parole le sentì benissimo: dapprima arrossì, poi, sfoderando un sorriso che avrebbe addolcito il più duro dei cuori, le si avvicinò lentamente e le stampò un bacio delicato sulle labbra

“Buonanotte, Alice”
La ragazza rimase immobile per qualche istante, sorpresa, poi ricambiò il sorriso e lo baciò a sua volta.

“Notte!”
 
Entrambi fecero lo stesso sogno, quella notte: mentre il mondo stava crollando e non sembrava più esserci un futuro, i due ragazzi camminavano mano nella mano verso la luce del sole al tramonto.
E nel sonno, involontariamente, si presero per mano.

-END-

 
   
 
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