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Autore: Norwegian Wood    11/03/2015    1 recensioni
storia raccontata da una nuvola su un'amore tra uomini
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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         L’uomo dei treni
 
Oggi ti racconterò una storia che ho vissuto quando ancora ero una giovane nuvola. Mentre mi dirigevo verso Roma per portare un leggero acquazzone estivo mi imbattei in una piccola città. Era un piccolo paese di campagna, con una piccola stazione composta da un unico e piccolo binario. Mentre il vento mi accompagnava verso sud notai un vecchio arrancare solitario per le strade. Poggiava su un bastone ricurvo muovendo piccoli passi verso la stazione. Decisi di fermarmi, quel fragile uomo mi incuriosiva, sembrava essere l’unico abitante del villaggio. Mi avvicinai per ammirarlo meglio. Era molto vecchio, probabilmente sull’ottantina, il volto magro metteva in risalto i suo occhi incavati. Era vestito con cura, la faccia pulita senza un filo di barba. I suoi occhi trasmettevano una serena tristezza. Mi accostai a lui e gli chiesi “Dove vai tutto solo?”
“In stazione. Comunque non sono solo ci sei tu che mi accompagni” mi rispose sorridendo.
“Cosa vai a fare in stazione?”
“Aspetto il treno”.
Quando arrivammo al binario raddrizzò la schiena e puntò lo sguardo verso nord. Decisi di aspettare con lui, in fondo non avevo niente di urgente da fare, Roma avrebbe resistito qualche altra ora senza pioggia. Per passare il tempo inizia a contare le gocce che avevo accumulato negli ultimi giorni.
Giunsero le sei di sera, eravamo fermi sul binario da tre ore.  Mi avvicinai al vecchio “Scusa se ti disturbo ma quando arriva il treno?”. Mi guardò con faccia stupita ”Non so, lo sto aspettando da quasi quarant’anni, prima o poi arriverà”.
 “Ma chi aspetti da tutto questo tempo?”
Mi guardò come se avessi detto una banalità “Chi vuoi che stia aspettando? Ovviamente aspetto LEI”.
Inizia a pensare a pensare che fosse matto. Un vecchio solo in una città fantasma, probabilmente quella stazione non era più usata da anni. “Non passerà nessun treno, questa stazione ormai è in disuso”. Il vecchio continuava a fissare il binario senza scomporsi ” Ogni tanto passa, fa scendere qualche passeggero poi riparte. Comunque si è fatto tardi è ora di tornare a casa, mi aspettano per cena” nel suo sguardo passo per un attimo un’ombra di tristezza. Guardò per l’ultima volta i binari e si incamminò lungo la strada. Iniziai a dubitare delle sua integrità mentale ma decisi di seguirlo. “Ci sono altre persone in questo villaggio? Non ho notato nessuno da quando sono arrivato”. “Certo che ci sono altre persone, non vivo mica da solo. Devi aspettare che il sole tramonti”. In quel momento una fitta nebbia iniziò ad addensarsi nelle strade mentre il sole si nascondeva dietro le colline. La città fu sommersa. Non si veda oltre il metro. Intravidi nel grigiore delle figure che sembravano persone. Non riuscivo a distinguerne i lineamenti ma parevano trasparenti, quasi come spettri. Il vecchio continuava a camminare senza preoccuparsene. Ad un tratto un ragazzo si fermò dinanzi a noi “ Arrivato qualcuno in stazione?” disse il giovane sorridendo
“Nessuno, forse arriverà domani” poi si rivolgendosi a me disse “ Ti presento Luca, il mio migliore amico, fa il pescatore giù al fiume”. ” Ora dobbiamo andare, la cena ormai è pronta”. Si strinsero la mano “In ogni caso se vuoi passare per una birra dopo cena mi farebbe piacere”. Il vecchio parti con passo spedito mentre io, sempre più confuso chiesi al giovanotto di spiegarmi che cosa stava succedendo. Luca mi raccontò che quel vecchi si chiamava Marco, da giovane si innamorò perdutamente di una ragazza. Quando si lasciarono lei gli disse che sarebbe tornata se lui l’avesse amata veramente. Dopo aver vissuto tutto la vita cercando di rivivere quell’amore capì che era impossibile. LEI era unica, così decise di tornare nel villaggio dove si erano conosciuti per aspettare il suo ritorno. Da allora aspetta tutti i giorni sulla banchina della stazione. Mi spiego che le persone di quel villaggio erano tutti amici di Marco che dopo essere morti avevano deciso di restare con lui a fargli compagnia. Ora vivevano tutti in quel villaggio in attesa del suo ritorno. Ero commosso, una storia cosi romantica da far piangere il cuore. Raggiunsi il vecchio che aspettava davanti alla porta di casa. Venne ad aprirgli una bellissima ragazza che lo bacio sulle guance “Hai visto che ore sono? Sbrigati ad entrare che la cena si fredda?” parlava con un angelico sorriso stampato in volto. Il vecchi si voltò verso di me e mi disse con tono serio “Grazie per la compagnia, spero di rivederti ancora” si fermò un attimo a riflettere poi aggiunse “Comunque se vedi LEI non dirgli che Marta mi prepara la cena, è molto gelosa, non voglio farla arrabbiare”. Sorrisi, “Sta tranquillo non dirò niente. Addio uomo dei treni spero di rivederti un giorno”. “Addio” disse chiudendo la porta.
Dopo una decina danni ripassai da quelle parti per vedere come stava Marco. Quando arrivai non trovai nulla, il villaggio, la stazione, le persone era tutte scomparse. In quel momento capii che il vecchio aveva vissuto nel suo passato. Un villaggio immaginario dove poter aspettare la sua amata. Un modo fatto solo di ricordi. Mi piace pensare che LEI sia giunta in quella stazione; che siano partiti insieme per vivere il loro amore da qualche parte nel mondo. Non dimenticherò mai quel giorno lontano, il giorno in cui ho conosciuto l’uomo dei treni.
   
 
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