Magari sei solo un bambino. È forse questa la soluzione dell'enigma? È forse questa la chiave per arrivare a comprenderti?

Sherlock Holmes, tu sbrogli e sviluppi la storia della vita di tutti snocciolando dettagli soltanto con un'occhiata fugace, probabilmente non te ne accorgi nemmeno perché il mondo intorno a te perde di significato. Sei spaventosamente in bilico, mi chiedo come tu non abbia paura.

Da una parte hai il mondo reale, e tutte le cose che non ti piacciono o a cui non piaci minacciano di aggredirti, ma dall'altra c'è il tuo, quello che tu ti sei creato. Il problema è che nessuno dei due può esistere se l'altro non c'è, quindi non lo so, io avrei paura. Avrei paura di non poter essere parte di niente. Come fai, Sherlock Holmes? Come fai nel tuo equilibrio instabile, a trovare un nesso che non ti faccia restare intrappolato da una o dall'altra sponda?

Hai bisogno della presenza di entrambi, automaticamente se uno non ti soddisfa, c'è l'altro in cui trovare asilo, un po' di conforto.

O forse hai paura.

Nella tua visione basta fermarsi a quell'apparenza talmente ovvia e data per scontata che solo un bambino potrebbe notare. Fai domande impertinenti e non chiedi scusa, sei veramente orgoglioso, e permaloso. Arricci le labbra e distogli lo sguardo. Vorrei dirti che sei adorabile ma peggiorerei le cose, anche se è la verità.

Questo, solo per chi non ti conosce abbastanza a fondo.

Tu non vivi fuori, tu sei tutto dentro di te, le cose possono entrare, essere elaborate, schedate, sistemate. Ma niente esce. O perlomeno, niente che valga davvero la pena custodire gelosamente.

Tu ami come i bambini. Non ti piace ammetterlo, ma il tuo amore è qualcosa di così unico e genuino che un cristallo grezzo non reggerebbe il confronto, per quanto inscalfibile e prezioso tu Sherlock, nel tuo essere in bilico, nel tuo bene e nel tuo male, sei comunque meglio.

Forse non c'è nemmeno bisogno di sforzarsi per comprenderti, è impossibile anche solo provarci.

No, devi essere tu a farti comprendere, a fare questo dono immenso alle persone, devi essere tu a dimostrare quanto sei puro, limpido, quanto amore saresti capace di dare se solo capissero come non chiedertelo. Perché sei un bambino, troppo pieno di te da ammettere quanto cuore tu abbia.

Ecco perché non puoi chiedere a un bambino di amarti. Lui semplicemente non ne vedrebbe il motivo, si farebbe solo delle domande, senza trovare risposta alla maggior parte di esse. Non bisogna sforzarlo, ma lasciare che sia lui a tenderti timidamente una mano.

Con me l'hai fatto, Sherlock. Mi hai teso la mano, perché hai visto che ho avuto la pazienza di aspettare che mi amassi a tua volta.

– J.

L'angolo degli aspiranti suicidi

ehi, tu, lettore temerario che si giunto fin qui, vuoi un premio? Te lo meriti davvero, ma onestamente non ne ho preparato un perché dai, c'è davvero qualcuno che è arrivato alle note finali?

In ogni caso, non so proprio cosa sia questa cosa, la mia mente l'ha partorita da sé e non ho potuto fermarla. Chiedo umilmente perdono. in realtà ho sempre avuto molto chiaro questo paragone descritto in quella che dovrebbe essere una sorta di "lettera" da John a Sherlock, ed era da un paio di settimane che era ferma nel mio pc a prendere polvere. Probabilmente è già stata scritta una cosa del genere, non esitate a dirmelo. sappiate che questa *non trova un nome per descriverla* (   ) non è scritta a scopo di lucro.

Anyway, se davvero c'è qualcuno che l'ha letta tutta e mi vuole dire che ne pensa, qualsiasi critica è bene accetta.

Ma recensite!

Un bacionissimo,

Dan :3