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Autore: hadessdaughter    12/03/2015    0 recensioni
Nares racconta la storia di un dio, Ares, il dio della guerra, e una ragazza di diciotto anni, Natalia Romanoff, che si innamorano, però, ovviamente, nulla fila liscio. Lei rimane incinta del primo figlio dopo il suo diciannovesimo compleanno e, a distanza di due anni, rimane incinta del secondo. La coppia subisce dei problemi: i genitori di Natalia vengono costretti a cedere la loro figlia minore in sposa ad un uomo di dieci anni più grande, e non potevano rifiutare. Natalia non lo amava, voleva semplicemente starsene con il dio, ma ormai era costretta a sposare l'uomo. Lui la obbligava a fare cose che non voleva fare e soprattutto la obbligava ad amarlo. La guerra si avvicina e Ares va a combattere, ad ordinare gli eserciti, a fare il suo dovere di dio della guerra. La famiglia di Natalia... va in guerra e quando questa si scatena lei deve prendere davvero un'ardua decisione per seguire il suo cuore.
La storia è ambientata prima e dopo la seconda guerra mondiale e finisce nei nostri giorni.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico, Storico
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Era il lontano 1901 quando una donna, dai capelli lunghi e lisci, bionda, e occhi celesti diede alla luce una bambina. Lacrime di gioia bagnavano le sue guance e abbandonavano pian piano il suo viso. Il nome della piccola era Natalia. Natalia Romanoff. Il padre della bimba era accostato alla donna bionda con un sorriso sulle sue labbra. Natalia era la loro terza e ultima figlia, nata solo un anno dopo la penultima e cinque anni dopo il primogenito.
Passarono tredici anni... l'uomo di casa era fuori per lavoro, mentre che la famiglia passava le giornate rinchiusa in casa. Natalia stava sonnecchiando sul divano quando sentì delle botte alla porta.
Chi sarà mai? si chiese fra sé e sé. L'unico modo per scoprirlo era andare a controllare.
Si alzò dal divano malridotto e si avviò alla porta. Qualcuno la tirò per un braccio e lei urlò. Una mano raggiunse subito la sua bocca e la tappò.
“Shh! Non fare rumore”
“Newt, che succede?” sussurrò lei a sua volta.
Diedero uno sguardo alla porta e si nascosero dietro il divano, accovacciati vicini.
“loro” rispose.
“loro chi?”
“I nemici”
La frase la sussurrò così piano che nemmeno Natalia la sentì bene, ma decise di rimanere in silenzio senza chiedere ulteriori informazioni. Fuori si sentivano voci, comandi.
“Mamma e Lucy?”
Newt la guardò per un attimo cercando di ricordarsi. “Al centro...”
La porta si spalancò e persone in uniforme. Una divisa in panno di lana, scarponi e un elmetto che a fatica copriva la testa. Newt la strinse a sé e cercò di sbirciare i soldati senza farsi notare.
“Dove sono?” domandò uno degli uomini.
Ispezionarono la casa e distrussero vasi, quadri, e molte cose che trovavano all'interno dell'abitazione.
“al mio tre scappiamo - sussurrò il fratello - uno...due....”
Per un attimo ci fu silenzio totale e i sguardi dei due ragazzi si concentrarono sulla porta spalancata.
“Tre!”
Balzarono in piedi e si diressero velocemente verso la porta. Si misero a correre a tutta velocità non sapendo dove andare.
“Perché ci cercavano?” chiese disperata Natalia come se Newt sapesse darle delle spiegazioni.
“Loro cercano tutti, Nat”
“Tutti chi? Perché?”
Prese un respiro. “Perché ci vogliono morti, ci vogliono tutti morti, okay?” alzò la voce lui.
Le prese la mano e la condusse verso la piazza, dove si animava la guerra. A terra corpi senza vita e armi cariche. Il giovane prese un'arma e cominciò a combattere.
“Newt!” gridò Natalia, ma con tutto il rumore di spari che c'era lui non sentiva.
La ragazza corse verso di lui e lo strattonò fuori la battaglia.
“Newt! Non abbandonarmi, per favore!”
“Nat, nasconditi! Vai via da qui. Vai in quel rifugio, bada a te stessa. Ti voglio bene sorellina”
Indicò un abitacolo vicino e la spinse via. Raggiunse il luogo indicato dal fratello ed entrò dentro. Si accasciò a terra con le mani alle orecchie cercando di coprire il rumore degli spari.
Ad ogni rumore una nuova vittima, morta. Un incubo che non finiva mai.
Qualcuno le prese un polso e la strattonò via da quel posto. Lei cercò di opporre resistenza ma la stretta era troppo forte.
E' la fine, pensò. Sono morta.
Uno sparo, boom. L'uomo che la stava portando via crollò ai suoi piedi con un foro sul petto. Nel panico assoluto, cominciò a scappare, anche se scappando non si risolveva niente, la guerra ormai era iniziata. Andò a sbattere contro qualcuno.
“Lasciami stare! Pietà!” disse senza guardare il volto della persona.
“Nat!” esclamò una voce maschile.
Fu solo lì che alzò lo sguardo per vedere il viso di un uomo che conosceva bene, quello di Brad Green, un amico stretto di famiglia.
“Brad!” urlò e lo abbracciò forte piangendo.
Non appena si staccarono lei si asciugò le lacrime e lo guardò per bene da capo a piedi. Indossava un'uniforme da soldato, con l'elmetto che gli copriva leggermente la testa, e sulle mani portava un'arma. La sua tenuta era un po' sporca di sangue rosso, fresco.
“Dove sono mamma e Lucy?” chiese.
“Sono al centro, vieni con me e fai quello che ti dico io, okay? Stai attenta!” ora stava urlando.
La ragazza annuì e lo seguì lungo la lunga strada eseguendo i suoi comandi, ovvero di abbassarsi, correre, evitare e tutto quello che le diceva. Arrivarono in una sparatoria.
“Tua madre e tua sorella sono in zona. Raggiungete il rifugio qui vicino. Lì sarete meno in pericolo, anche se non sarete completamente al sicuro. Ormai la guerra è ovunque, non si può stare al sicuro.”
Annuì e andò a cercare la madre. La intravide in un angoletto, sanguinante, che si teneva per mano con Lucy. Le tre donne si abbracciarono forte e poi corsero velocemente verso un rifugio. Entrarono e si blindarono lì dentro per anni, fin quando la guerra non finì. Non avevano notizie di nessuno, né del padre, né di Newt, né di Brad. Erano sopravvissuti alla terribile e sanguinosa guerra?
Il trio uscì dall'accampamento e ispezionarono la piazza. Puzza di sangue e cadaveri in putrefazione si levava dal terreno e corpi di morti erano prostrati a terra, e le armi sopra di loro o di fianco.
“Saranno vivi?” chiese Lucy, la sorella.
Nessuna risposta, solo silenzio. Nessuno era in grado di dar loro una risposta.
Giunte dove Newt aveva detto a Natalia di scappare, trovarono a terra un uomo e un ragazzo. Sembravano morti...
La madre delle due fanciulle li girò e scoprì chi erano. Newt e Chris, il figlio e il marito. Scoppiò in lacrime, un pianto implacabile. Natalia l' abbracciò forte.
“Mamma, Nat! Sono vivi!” Esclamò Lucy.
Le due smisero di piangere e rivolsero uno sguardo ai due presunti morti. Respiravano.
“Nat, mamma, Lucy” Disse dolente Newt.
“Newt!” gridò Natalia.
Si accucciò sul fratello e lo abbracciò forte sorridendo e piangendo allo stesso momento.
“Sei vivo! Oh grazie al cielo sei vivo! Pensavo di averti perso per sempre”
“Mi dovrai sopportare ancora un po’ sorellina” Rise lui.
Quando lei si alzò in piedi lo aiutò a drizzarsi a sedere e vide il padre seduto.
“Papà!” urlò e poi corse ad abbracciare anche lui.
“ehi, piccola”
Restò abbracciata a lui per qualche minuto e poi, quando si staccò, notò che tutta la sua maglietta era sporca del sangue che aveva il padre addosso.
“Chris, caro, la casa è stata distrutta... dove andremo a vivere ora?” chiese la madre di Natalia.
Chris sputò del sangue a terra e si mise in piedi lentamente, e Newt fece lo stesso.
“Stanno costruendo di nuovo le case, non appena ne costruiranno una ce lo comunicheranno e andremo a viverci. Per ora dobbiamo accontentarci di vivere con altre persone che sono sopravvissute”
La famiglia si avviò verso il rifugio e rimasero lì fin quando non costruirono una casa per loro.
Gli anni passarono e Natalia diventò una diciottenne...
   
 
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