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Autore: Light2015    12/03/2015    0 recensioni
[Bling Ring][Bling Ring][Bling Ring]Alex è un ragazzo di una ricca famiglia delle Woodland Hills (Los Angeles), studia economia e la sua vita sembra già impostata verso una prosperosa carriera da manager, ma l'incontro con una gang di giovani e lussuosi rapinatori farà prendere una diversa piega ai suoi programmi lavorativi e... sentimentali...
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Dritto lungolinea

Mi è sempre piaciuto il tennis, sia guardarlo che giocarlo. Per questo quando, qualche anno fa, ci siamo trasferiti a Los Angeles i miei genitori hanno comprato questa casa fornita anche di un buon campo veloce. È uno dei miei passatempi preferiti. Adoro il rumore della racchetta che colpisce la pallina, adoro pulire la riga bianca anche se non ce n'è alcun bisogno o sistemarmi la maglietta prima di servire. Dall'altra parte dell'area di gioco c'è Jonah, ci siamo conosciuti due anni fa al corso di Finanza, è un buon giocatore da fondo campo ma non essendo agile soffre particolarmente le volee e le smorzate a rete. Sto vincendo. Lui deve servire ma lo fermo, ho sentito il mio telefono suonare. Vado a recuperarlo sul tavolino dove tengo l'acqua e la custodia della racchetta. "Stasera 22,30 da Halo. Stai davanti senza metterti in coda. Mark".

La coda è lunghissima, rileggo il messaggio di Mark e rimango nei dintorni dell'entrata del locale destando un paio di occhiate interrogative da parte del buttafuori, poi li vedo arrivare. Sono Mark e Cloe.

- "Eccoti... come vedi avere Cloe come amica ha i suoi vantaggi, niente fila per entrare."

- "Mi raccomando allora, cerca di non farti mai licenziare"

Entriamo, raggiungiamo un paio di divanetti e poltrone in un angolo della sala. Al centro, verso il bancone del bar c'è una moltitudine di gente che balla.

- "Ci sono anche Sam e Nicki, sono in mezzo al casino" dice Mark prima di passarmi una lista dei cocktail. Cloe ci scatta una foto, poi ne facciamo un'altra tutti e tre insieme. Ordiniamo da bere. Altri scatti con i bicchieri pieni... poi vuoti. Arrivano a sedersi Nicki e Sam.

- "Da quanto sei qui?" Mi chiede Sam.

- "Abbastanza da vedere quanto sei scoordinata a ballare" Faccio sorridere Nicki.

- "Sei figo ma non essere anche stronzo. Dai Cloe ordiniamo un po' di roba?!"

Dopo cinque minuti il tavolino è pieno di bicchieri con alcolici di ogni genere. Mark vuole scattare altre foto ed è allora che Nicki estrae dalla minuscola borsa una mazzetta di dollari e inizia a sventolarsi con quella. Inizio a riflettere su quanto possano essere effettivamente ricche queste persone. Nonostante io viva in una villa a due piani con piscina e campo da tennis in uno dei quartieri più rinomati della città non penserei mai di usare qualche migliaio di dollari per farmi vento. Provo a sondare il terreno.

- "Direi che paga Nicki"

- "Ok..." dice lei e fa scivolare sul tavolo una banconota da 100 dollari come se niente fosse.

Non sono ancora convinto. Mi alzo e facendo spostare Sam mi siedo vicino a lei.

- "Fammi vedere...". Le sfilo sorridendo la mazzetta dalle mani. Sono soldi veri.

- "Ti pagano bene per fare la modella, potresti offrirmi da bere per tutto l'anno"

- "Veramente questi provengono da... un'altra... attività" Mi guarda. Sa che l'ho trovato strano e conferma il mio presentimento ma non mi direbbe mai nient'altro. Sorrido. Torno sulla mia poltroncina. Mark inizia a caricare qualche foto su Facebook, finiamo i cocktail, io mi faccio dare il numero di telefono di tutte le ragazze. Inizia a farsi tardi, Nicki dice che deve andare perché domani mattina ha un meeting con un manager per un video.

- “Io sono senza macchina...” Inizia Sam.

- “E come sei venuta?”

- “Con il tizio che prima ci ha offerto da bere...”

-”Scherzi? E io come ci torno a casa? Cloe finisce tardi e deve portare anche Mark! Te l'avevo detto che ci serviva la tua macchina stasera!”

- ”Ti porto io” Le dico. “100 dollari possono andare bene...”

- “Con te non ci vengo” Com'è acida.

- “Perchè?”

- “Non ti conosco… non ci vengo”

- “Sono bello, alto, biondo e ho gli occhi azzurri…” Spiegazione che mi ha sempre aiutato sin da quando ero piccolo.

- “Dai Nicki, o vai con lui o aspetti con noi che Cloe finisca il turno” Mark è definitivo.

- “E va bene… se mi violenta è colpa vostra”. E' seria, fa paura. Potrei essere io quello violentato.

In macchina Nicki mi da le indicazioni per uscire dalla zona dei locali e imboccare la strada più breve per Sherman Oaks, il suo quartiere.

- “Allora, da quant'è che sei a Los Angeles?” mi chiede.

- “Beh circa due anni e mezzo...” Dannazione! Fregato! Se stessimo giocando una partita a tennis mi avrebbe appena segnato con un ace a 200 chilometri orari. Lei nota la mia faccia contratta in una smorfia, ora sorride. “Come te ne sei accorta?” le chiedo.

- “Se sei fuori dalle zone che conosci sei incerto sulle strade da prendere, e soprattutto… hai detto di conoscere poco Venice Beach. Ogni californiano conosce ogni mattonella di Venice Beach.” Un potente dritto da fondo campo. Cerco di difendermi con un rovescio.

- “Ok, mi hai beccato… e allora?”

- “Allora dimmi perché non l'hai detto subito...”

- “Non mi sembrava rilevante...”. E' come se non mi avesse sentito. Sta guardando lo schermo del cellulare.

- “Di dove sei? Perchè te e la tua famiglia vi siete trasferiti?” Continua ad attaccarmi su tutta l'area di gioco.

- “Quante domande! Siamo di Boston… ci siamo trasferiti per motivi di lavoro dei miei genitori”. Smorzata sotto rete.

- “Ho come l'impressione che stai mentendo… Sei a metà del terzo anno di università vero? E allora come mai vi siete trasferiti proprio quando hai finito il liceo? Avete cambiato tutti impiego nello stesso momento?”. Ha recuperato anche la smorzata a rete. Rimango in silenzio e questo conferma la sua teoria. Mi ha incastrato di nuovo. O glielo dico… o lo scopre da sola.

- “E va bene… Ho fatto un casino l'ultimo anno a scuola”

- “E che casino sarà mai stato per costringervi a trasferirvi dall'altra parte del paese?”. Ora l'ho incuriosita.

- “Un tizio mi ha provocato e l'ho picchiato...”

- “Ma dai… solo questo? Voglio dire… capita… non mi sembra così grave”

- “L'ho quasi ucciso… se non mi fermavano, beh… Sono stato accusato di tentato omicidio, ecco. Sono riuscito a cavarmela perché ho raccontato che dopo l'aggressione non mi ricordavo niente, che ero sotto shock, che era stato un raptus di rabbia… ho recitato la parte della vittima e ha funzionato. Lui si è ripreso dopo mesi di ospedale e si è ritrovato con un'ordinanza restrittiva, per timore di finire nei casini in futuro ci siamo trasferiti… L'importante per i miei era che andassi all'università e non rovinarmi la vita come un delinquente… quindi...” Mi volto a guardarla. Sorride?!

- “Sul serio? Che figo! Ti ho rivalutato Alex...” E' entusiasta.

- “Ma se prima avevi paura che ti violentassi!”

- “No è che sto pensando… lunedì finisci lezione alle 15,30 giusto?”

- “E come fai a saperlo?!” Come diavolo fa a saperlo! Sul serio, è spaventosa…

- “Gli orari delle lezioni sono sul sito di facoltà Sherlock… Ho dedotto fossi alla UCLA” Volta lo schermo del suo telefono e intravedo la tabella dei corsi, lo stava guardando già dieci minuti fa…

- “Ma sei… tremenda… comunque si… lunedì finisco alle 15,30… perché?” Intanto siamo a Sherman Oaks.

- “Perchè allora ti vengo a prendere, ecco abito là”. Indica una bella villetta con giardino che però, per quanto piacevole, stride con l'idea di una ragazza che va in giro con una mazzetta da più di duemila dollari nella borsa. Provo con dritto lungo linea. E' l'ultima chance.

- “Mi dici come fai ad avere quei soldi?”

- “Lunedì alle 15,30”. Ha recuperato anche questa. Game, set and match.

   
 
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