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Autore: Teen Idle    12/03/2015    1 recensioni
Sapeva bene che avrebbe potuto benissimo esserci lui, lì con lei. Solo che non era lì.
(...)
Qualche volta si era ritrovata sola, a cercare di capire quale fosse il suo problema. Perché non riusciva a dimenticare Tremotino. E non rispondeva mai perché, in verità, aveva paura della risposta che lei stessa avrebbe dato. La conosceva fin troppo bene, la verità.
|Spoiler| Rumbelle | Accenni ScarletBeauty| leggermente OOC|
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor, Gold/Tremotino, Will, Scarlett/Il, Fante, di, Cuori
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'An empty heart and a chipped cup'
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La guardava ogni giorno, quando tornava a casa.
Lei sedeva sempre su una panchina, nelle giornate di sole. Teneva sempre un libro in grembo. Leggeva sempre, ignorando ogni tentativo di approccio. Tremotino sapeva che se solo lo avesse rivisto, lo avrebbe odiato e scacciato di nuovo, e gli andava bene. Ma, alla  luce degli avvenimenti più recenti, Tremotino si era sentito in dovere di dirsi che no, non andava bene. Per niente.
E Tremotino era vicino a lei, in silenzio, senza rivolgerle la parola. Non avrebbe mai potuto. Belle amava Will e Will amava Belle. E Tremotino non riusciva mai a guardarli, mentre chiacchieravano e le loro teste erano così vicine da sembrare una sola. Quasi riusciva a detestarla, quando la vedeva ridere per una battuta  che Will le aveva raccontato, o quando la vedeva infervorarsi mentre descriveva l’ultimo libro che aveva letto. Sapeva bene che avrebbe potuto benissimo esserci lui, lì con lei. Solo che non era lì.
Non veramente, almeno. Tremotino era sempre in un angolo, ad aspettare che lei si voltasse solo per incontrare i suoi occhi. Non accadeva mai. 
Invece arrivava un terribile senso di colpa.
Lo ignorava per abbandonarsi alla, forse, via più semplice che era l’autocommiserazione.
Così si alzava e se ne andava, in silenzio. Perché era un codardo, e aveva troppa paura per parlarle.
-Le ti ama ancora- osservò Ursula, di punto in bianco un giorno. Era palese che si riferisse a Belle. –Anche se non è così stupida da andare a dirlo in giro. Il che gioca tutto a suo favore-
Tremotino si voltò, stupito. Fino a quel momento “parlare con Ursula di Belle” era al quarto posto nella sua personale lista di cose impossibili. Stava proprio sotto a “Prendere un’aperitivo con Uncino”, “Fare una conversazione intelligente con un Charming” e “parlare con Crudelia e Ursula di un’ipotetico (loro) fidanzato”. Per questo impiegò diversi minuti per formulare una risposta sensata e, se possibile, coerente. Rimase in silenzio.
Quando Ursula se ne andò,scrisse solo una parola su un vetro appannato, come se Belle potesse leggerla

Mi dispiace

Perché a lui  dispiace non potere più vederla sorridere.
Semplicemente gli dispiace.
Per tutto.

E sa perfettamente che ormai è troppo tardi, ma non importa.

***

Leggeva perché non sapeva fare altro. Belle, seduta sul letto, a gambe incrociate. Belle che sognava di essere fatta di carta e inchiostro per diventare come quei personaggi che amava.
Leggeva perché, semplicemente, era la cosa più giusta da fare. 
Stava quasi sempre da sola, con i suoi libri. E sola, principalmente, significava “non con Will”. Il suo fidanzato. A volte si chiedeva dove fosse Tremotino, se magari la amasse ancora.  E quei pensieri la divoravano. Allora era meglio uscire con Will.
Qualche volta si era ritrovata sola, a cercare di capire quale fosse il suo problema. Perché non riusciva a dimenticare Tremotino. E non rispondeva mai perché, in verità, aveva paura della risposta che lei stessa avrebbe dato. La conosceva fin troppo bene, la verità. Troppo doloroso era dirlo ad alta voce. Era più facile scriverlo sul vetro appannato della stanza dalle pareti bianche, una scritta tracciata con un dito sporco di colore.
Ti amo.
E Belle si chiese, per un momento, se non fosse il caso di scrivere anche quel nome.  
Non scrisse niente. Tornò sul letto, la testa sul cuscino e il libro sottobraccio, come farebbe un bambino che si spaventa dei mostri sotto il letto. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle parole che non facevano altro che rappresentare tutto ciò in cui sperava, credeva. I sogni che avrebbe voluto vivere. Che mai avrebbe vissuto, lo sapeva anche lei.
Lasciò quello spazio vuoto, sperando di riuscire a trovare un’altra risposta. Nemmeno lei, che era sempre stata brava ad illudersi, riusciva a credere ad una menzogna tale.
Chiuse gli occhi, mentre la pioggia cancellava quel suo “ti amo” non detto. Che aleggiava nell’aria come una maledizione, il marchio di un segreto inconfessabile.
Perché Belle sapeva bene che nome sarebbe dovuto esserci lì, dove la sua frase si stava cancellando.
Per un momento, Belle si chiese se non fosse il caso di dire la verità. Se non fosse inutile riempire di sogni e desideri inespressi quella stanza.
Fu solo un momento. Poi, arrivò Will che cancellò tutti i suoi dubbi e le sue incertezze con un abbraccio e un sorriso.
Eppure Belle sapeva che doveva ringraziare Tremotino, ma era troppo tardi perché è andato tutto via.
E ormai lei ha voltato pagina.
When you betray the people you love
When you let them see the worst parts of you
What you have done changes everything
There's no going back
 
  
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