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Autore: Greywolf    13/03/2015    4 recensioni
Alla conclusione della Battaglia delle 5 Armate ingenti perdite sono state riportate tra nani, elfi e uomini. Kili è provato dalla morte di suo fratello e di Thorin, Tauriel è confusa e non le sono risparmiati sguardi di rimprovero per la sua presunta relazione con il nano. Finirà così...oppure daranno prova che il loro è un amore vero?
Seconda classificata al contest "A tutto LOTR" indetto da ame tsuki sul forum
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Tauriel, Thranduil
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nome dell’autore su Efp: Greywolf
Nome dell’autore sul forum: Uso il mio Nick Greywolf ma non sono iscritta.
Titolo della storia: Non è reale…oppure si?
Coppia scelta: Kili x Tauriel
Avvertimenti: Nessuna
Note: What if? e Movieverse
Raiting: Arancione
Introduzione: Alla conclusione della Battaglia delle 5 Armate ingenti perdite sono state riportate tra nani, elfi e uomini. Kili è provato dalla morte di suo fratello e di Thorin, Tauriel è confusa e non le sono risparmiati sguardi di rimprovero per la sua presunta relazione con il nano. Finirà così...oppure daranno prova che il loro è un amore vero?
Eventuali Nda: Nessuna in particolare, spero solo che piaccia! :D




                                                  Non è reale…oppure si?
 
Alle loro orecchie i canti cupi o gioiosi, le storie narrate come se fossero già trascorsi secoli dal loro svolgimento e le chiacchiere che tentavano vanamente di tenere alto il morale dei festeggiamenti  non erano altro che un suono fastidioso che interrompeva la melodia silente e piacevole a cui si sarebbero voluti abbandonare. Non esisteva parola che potesse suscitare una reazione anche piccola nei loro animi così mortalmente straziati e dubbiosi.
 
Tra i due, quello di Lui aveva riportato la ferita più profonda.
 
Suo fratello era stato brutalmente assassinato dall’Orco Pallido. Con i suoi stessi occhi aveva letto la paura sul volto di Fili nonostante con le ultime parole, falsamente intrise di coraggio, li avesse incitati a scappare.
Come se non fosse consapevole che era questione di secondi. Dopo pochissimo infatti il suo corpo era stato lasciato andare per schiantarsi al suolo quando ormai nessun dolore poteva più raggiungerlo.
 
E poi Thorin. Il cuore della compagnia. Il suo re. Il fratello di sua madre. Morto.
Caduto, sopraffatto dalla stanchezza e dalle ferite dopo aver posto finalmente fine ai giorni del Profanatore una volta per tutte, vendicando così non solo suo fratello ma anche tutte le precedenti vittime della sua lama. La consapevolezza che la sua vita fosse finita proprio in quell’ultima mortale battaglia avrebbe dovuto consolarlo, almeno un po’. Questo pensavo gli altri.
 
In ultimo…c’era lei. L’aver scampato la morte per mano della progenie di Azog lottando uniti per difendersi a vicenda non era stata una prova sufficiente per il signore degli Elfi silvani, Thranduil.
 
Non è reale, aveva ripetuto a entrambi. E nessuno dei due aveva avuto il coraggio di dire nulla.
 
Poco prima della loro separazione presso le rive di Lagolungo, le aveva detto chiaramente di non avere paura dei propri sentimenti. E continuava a essere così. Ma il dubbio insinuato nel suo cuore dallo sguardo penetrante dell’elfo biondo-a cui inizialmente non aveva dato molta importanza- unito alla certezza che fuori da loro non esisteva alcuna comprensione per quel che era accaduto, lo avevano spinto a tacere, a ritirarsi momentaneamente da quel campo di battaglia perché non pronto ad affrontarlo, almeno non prima di aver pianto le proprie perdite. Non solo i propri familiari ma anche i suoi congiunti dell’esercito di Dain.
 
 
 
 
Tuttavia anche per Lei, la situazione si era rivelata profondamente dolorosa.
 
La battaglia aveva portato gravi perdite nelle schiere della sua gente. Centinaia di vite elfiche, se non più, erano state troncate dalle nere lame degli orchi. Vite che sarebbero potute durare in eterno avevano trovato la loro fine in quella landa desolata. Per la prima volta sentì il peso delle sue decisione: l’aver seguito un sentimento che non era ancora in grado di definire invece di affiancare i suoi consanguinei fino alla morte. Prendere parte alla cerimonia fu uno strazio, non si sentiva degna di trovarsi anche solo al cospetto dei loro corpi che sebbene ripuliti portavano il segno delle loro gesta.
 
C’era solo una cosa che riusciva a non farla sprofondare nella vergogna. Un piccola pietra nera incisa con rune naniche che di nascosto si faceva passare tra le dita sfiorandone la superficie liscia da un lato e irregolare dall’altro. Come poteva provar sollievo per una promessa mantenuta a metà? Aveva promesso che sarebbe tornato…era ancora vivo si ma doveva tornare da lei.
 
Posto fine alla vita di Bolg, si erano fissati intensamente prima di scoppiare in una piccola risata di sollievo per il pericolo scampato. Nonostante il dolore che gli derivava dal confronto con quel gigante per un attimo erano riusciti a dimenticare ogni cosa. Avevano vinto. Non erano morti. Erano insieme. Purtroppo era durato poco. Thranduil li aveva raggiunti e trovandoli insieme non si era trattenuto dall’assumere un’espressione disgustata nei confronti di Kili e più che seria verso di Lei.
 
Non è reale, aveva ripetuto una seconda volta prima di concentrare la sua attenzione sul cadavere dell’orco e inferire su di lui, mozzandogli la testa.
 
Non aveva aggiunto altro ma a loro due era bastato. Per questo motivo non avevano proferito parola e quando il re si era voltato per andarsene Lei lo aveva seguito a testa china mentre Kili era andato dalla parte opposta per raggiungere i suoi compagni e recuperare insieme il corpo del fratello caduto tra quelle mura in rovina. Da quel momento si era comportata con apparente indifferenza. Sentiva continuamente sguardi accusatori su di sé capendo che in qualche modo in molti fossero a conoscenza del fatto che si fosse prodigata più per la salvezza dei nani – di un nano in particolare- invece di quella del suo popolo. Lo sguardo più penetrante era quello di un altro elfo biondo che però era quello che percepiva più lontano rispetto a tutti. Non c’era bisogno di guardarlo negli occhi per rendersi conto che era diverso dagli altri. Il suo era l’unico con un po’ di rammarico.
 
 
 
 
Dal giorno della battaglia non si erano più visti. Oltre che per qualche pensiero non avevano avuto spazio e tempo nell’arco delle settimana successive allo scontro. C’era stato bisogno della partecipazione di tutti per provvedere alle cure dei feriti, alla raccolta e sepoltura dei caduti oltre che l’ammassamento delle carcasse degli avversari per bruciarne i resti. Il funerale di Thorin Scudodiquercia era durato quattro giorni a cui era seguita l’incoronazione del nuovo Re sotto la Montagna. Solo Thranduil aveva preso parte a entrambe le cerimonie. Non ci fu occasione che permettesse loro di rivedersi. Ma quando fu stabilito il momento in cui gli nani, elfi e uomini avrebbero condiviso un banchetto prima che ognuno facesse ritorno nei propri domini con la propria parte del tesoro, scelsero di non partecipare. In molti sapevano. Si sarebbe potuto creare uno scandalo che avrebbe portato nuovamente elfi e nani su fronti ostili e a entrambi era stato portato via troppo per mettere che accadesse,
 
Avvenne però che nel momento in cui i tre popoli si riunirono per l’ultimo saluto, nell’incrociare inevitabile dei loro sguardi si fece largo una consapevolezza che forse fino ad allora entrambi avevano voluto valutare e rivalutare, allontanandosi cuore della questione, nascondendo qualcosa che poi non erano stati in grado di ritrovare subito.
 
Kili sollevò lo sguardo al cielo. Tauriel lo seguì credendo volesse mostrargli qualcosa.
Era una giornata limpida e serena e nell’immensità del cielo non trovò alcunché di particolare. Tornò a fissarlo interrogativa e fu a quel punto che lui parlò. Sapeva di essere l’unica a sentirlo, che le sue labbra mimavano parole di cui solo lei poteva comprendere il significato. Se avesse voluto.
 
“La prossima volta. Promessa.”
 
Il viso etereo non mosse un singolo muscolo. Nulla trasparì. Ma la pietra venne stretta con forza.



 
Ebbe inizio meno di un anno dopo. E da allora va avanti.
 
Lei lo aspetta in quella notte che risplende della luce delle stelle più pura e intensa rispetto a qualsiasi altra notte, quella luce tanto amata dagli Elfi silvani per i quali vengono organizzati i festeggiamenti più grandi e lieti alla grande corte del re. Ma lei non è salita sulle Montagne oltre la foresta per osservare quella luce. Non ha compiuto quel gesto così intraprendente per seguire i suoi compagni designati. L’influenza degli astri non la tocca. In quella piccola radura sperduta appena alle pendici della Montagna, celata a qualsiasi creatura di qualsiasi razza Lei lo attende.
 
Sa che arriverà quando meno se l’aspetta, prendendola in giro e stuzzicandone l’orgoglio.
E infatti eccolo che esce dall’ombra assumendo l’aria falsamente sorpresa a simulare un incontro inaspettato che invece và avanti da anni. Anche lei finge stupore, del resto potrebbero trovarsi lì entrambi per caso per il piacere di guardare la volta celeste. Inizia così un gioco di provocazioni sottili e gentili finché Lei non fa per ritornare nel proprio reame boscoso ma non fa in tempo neanche a muoversi che Lui la afferra con le braccia muscolose e la stringe da dietro sussurrandole con dolcezza quanto le fosse mancata.
 
Di lì in poi la loro diventa una folle corsa. Come i colpevoli di un crimine pericoloso che se scoperto costerebbe loro la vita, sanno di non avere tempo. Il timore di essere scoperti accompagna quella passione che li infiamma senza tregua. Ma la fretta diventa solo un altro ingrediente che rende quell’appassionato incontro solo più profondo ed eccitante. La lunga attesa li ha corrotti a tal punto che sono invasi solo dalla brama di riscoprire quello che solo loro conoscono…
 
Un amore a tratti un po’ rude quando Kili si prende libertà prima che Tauriel sia pronta, dettato dal carattere quando è Lei a guidare il gioco impedendo all’altro di muoversi facendolo così impazzire, una dimostrazione di forza nel falso tentativo di mostrare la superiorità della propria razza quando invece è l’ultimo dei loro pensieri ricordare che sono diversi, che forse i loro sentimenti non sono reali, che ciò che fanno è qualcosa fine solo a un piacere fisico.
 
Non si vive senza il peso del giudizio degli altri.
 
Per questo sono costretti a trattenersi. Nessun gemito può essere esalato senza che venga coperto dalla bocca dell’altro o altra che sia per impedire che quei versi attirino l’attenzione di qualcuno nelle vicinanze. Si amano fino allo sfinimento senza poterlo fare completamente.
 
Questo non li ferma. Perché nonostante non abbiano tanto coraggio da dirlo, sperano di essere trovati. Di essere scoperti nel mezzo del loro amplesso, al culmine, quando la dolcezza e il sentimento più puro di una promessa o della luce delle stelle si impossessa di loro. Quando si stringono fino a farsi del male, quando si sussurrano nient’altro che i loro nomi, quando non importa loro di quello che credono gli altri.
 
Non c’è nessuna finzione. Quello è reale. E che lo sappiano loro due è più che sufficiente.
 
Forse un giorno verranno scoperti proprio come sperano. Probabilmente avverrà attraverso gli occhi degli abitanti del bosco. A quel punto qualsiasi provvedimento verrà preso andrà bene. O quell’amore verrà accettato o verrà bandito. Che resti o se ne vada Lui la seguirà.
 
Si allontaneranno e forse riusciranno a trovare un posto in cui trascorrere non più una sola notte ma il resto degli anni a loro disposizione per amarsi lentamente, senza più nessun vincolo, liberi di dimostrare quanto sentirsi una cosa sola li faccia felici, pieni, completi. Dove ogni volta che Lui la prende Lei sia libera di mostrargli quanto non desideri trovarsi in altro posto se non lì e Kili quanto il suo amore sia tutto ciò che lo sostiene, che lo faccia sentire ancora vivo.
 
Fino a quel momento non mancheranno mai un appuntamento. Continueranno ad essere prudenti, silenziosi, frettolosi per continuare quella relazione clandestina che è tutto ciò di cui possono godere per il momento. Nonostante il dolore che provoca loro il non potersi amare alla luce del sole o della luna senza più alcun segreto, combattendo contro la volontà di strapparsi dal petto il cuore per impedire a quella sofferenza di distruggerli, loro non si arrendono e credono in quel bizzarro sentimento che guida ogni loro gesto. Perché?
 
Perché è reale. E lo avrebbero sussurrato anche esalando il loro ultimo respiro.
  
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