Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: Gnarly    13/03/2015    3 recensioni
[Stydia]
Giunti finalmente in Messico, dopo un lungo viaggio passato sulla formidabile Jeep di Stiles, il gruppo - alias Scott, Stiles, Lydia, Malia e Kira - trova un modesto campeggio in cui passare la notte. Nessuno tiene conto, però, del fatto che le tende disponibili sono solamente due. E che in Messico piove spesso.
Spoiler 4x01
Genere: Angst, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kira Yukimura, Lydia Martin, Malia Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Mexican storm
 
«Io con Lydia non ci dormo, voglio stare con Kira» sbottò Malia nel bel mezzo di una conversazione iniziata due ore prima, con l’intento di decidere i gruppi che avrebbero dormito insieme durante la notte.
Il Bahia Conception [1] era il campeggio più economico che si erano potuti permettere, in Messico.
Non era tra i più belli, poco ma sicuro, ma dava la vista sul mare, che al tramonto diventava l’ottava meraviglia del mondo.
Kira sorrise affabile. «A me sta bene, ma… avrei voluto avere del tempo per stare con Scott.»
«Non c’è problema! Dormiremo in quattro: noi due, Scott e Stiles» affermò infine Malia.
«Tesoro, mi dispiace distruggere le tue convinzioni matematiche, ma facendo così io resterei da sola» s’intromise Lydia, col suo sorriso da dimmi che stai scherzando.
Stiles aveva imparato a riconoscere tutti i tipi di sorrisi che Lydia Martin avrebbe potuto sfoggiare, e quello era sicuramente un dimmi che stai scherzando, ci avrebbe scommesso di tutto – anche la sua fidata mazza da baseball.
«Per me saresti potuta rimanere a Beacon Hills, non servi a niente qui» ringhiò Malia.
«Strano, potrei dire lo stesso di te.»
«Okay, okay. Basta. Scegliete un numero da uno a dieci.» Stiles interruppe la discussione che sarebbe potuta degenerare in una lotta poco onesta – Lydia non ha zanne e artigli, si ricordò.
Lydia fu più veloce della ragazza-coyote a rispondere, sussurrando un debole “sette”. L’altra, invece, borbottò un “tre”, senza capire il senso di quella gara di numeri.
«Perfetto. Sette, tu verrai con me. Tre, dormirai con Kira e Scott.» Stiles deglutì per evitare di strozzarsi con la saliva che non era riuscito a mandar giù per tutta la durata dello scontro verbale tra le due ragazze, il pomo di Adamo si alzò e si abbassò per la superficie del collo.
In un’altra occasione, Lydia avrebbe potuto pensare che quello fosse davvero un bel pomo di Adamo.
Malia cercò gli occhi di Stiles, apriva la bocca, richiudendola subito dopo, in continuazione, senza trovare le parole – o meglio, le offese – giuste da dire. Poi se ne andò, diretta verso quell’ammasso di tela che lei e l’intero gruppo avrebbe dovuto magicamente trasformare in una tenda, seguita da Kira che cercava di calmarla e da Scott che, prima di andare dietro la kitsune come un cagnolino, sussurrò a Stiles, dandogli una pacca sulla spalla: «Amico, hai fatto proprio un bel casino.»

Stiles si rigirava nel materasso ad acqua – Lydia sosteneva che fosse molto più comodo rispetto a un materasso qualsiasi – senza trovare pace, come se la pioggia che batteva contro la tenda fosse la causa dei suoi sogni tormentati.
Mise una mano sul viso di Lydia, producendo un sonoro ctch, per poi rigirarsi a pancia in giù.
La banshee, ormai sveglia, decise di aspettare che il sonno di Stiles si facesse più tranquillo in modo da potersi riaddormentare senza rischiare di doversi sottoporre a una chirurgia plastica.
Il piano, però, fallì miseramente, perché il ragazzo si svegliò di soprassalto, ansimante.
Lydia stava per fare una delle sue solite battute pungenti, ma si bloccò non appena vide lo sguardo perso e le mani tremolanti dell’umano.
Stiles si voltò immediatamente verso di lei, pallido in viso, sperando di non averla svegliata mentre dormiva. Ovviamente, la scena che vide non fu una ragazza dai capelli biondo fragola – si ostinava a ripetere che fosse quello il vero colore dei capelli della ragazza – dormire serenamente, ma una ragazza con lo sguardo assassino, pronto ad ucciderlo per aver disturbato il suo sonno.
«Mi… mi dispiace. È da tanto tempo che non ho incubi. Da quando…» gli si formò un groppo in gola, non riuscendo a pronunciare la frase che avrebbe riaperto una crepa nel suo cuore e in quello della banshee.
“Da quando è morta Allison”, pensò tristemente Lydia, con un sorriso nostalgico sul volto.
«Non lo sapevo. Vuoi parlarne?» disse, invece, utilizzando un tono di voce più preoccupato di quanto volesse fare.
Il ragazzo scosse la testa con un movimento che partiva dall’alto e finiva con lo sfiorare il collo. Si tirò a sedere e iniziò a parlare, con uno sguardo assolto.
«C’era mia madre. Eravamo all’ospedale in cui è morta e io ero lì, con lei che mi teneva le mani. Stavamo parlando di… non ricordo precisamente cosa, ma so che c’entrava mio padre. Poi ha iniziato a urlare e ha cominciato a sputare sangue nero. È morta mentre aveva le mie mani incastrate tra le sue, non riuscivo più a liberarmi da quella stretta che impediva al mio sangue di circolare. Mi sono svegliato mentre lei si stava trasformando in un mostro, occhi gialli e bozzi brufolosi da alieno compresi.»
Lydia trattenne il fiato per un momento che parve interminabile, non sapendo cosa rispondere.
Sognare una mummia che cerca di entrarti nella testa è una cosa, mentre ne è un’altra fare un incubo sulla propria madre. Morta. Questa fu l’unica cosa che la ragazza riuscì a pensare, ancora incapace di proferire parola.
Da che Stiles ne aveva memoria, Lydia era sempre stata una ragazza che ascoltava i propri amici, capace di aiutarli nel momento del bisogno – ne era stato un esempio quando Allison, la sua migliore amica, aveva cercato di ucciderla, anche se non voleva veramente farlo. Invece, in quel momento, la sola cosa che la ragazza ramata disse fu “mi spiace.”
Lydia scattò in avanti, senza riflettere effettivamente su ciò che stava per fare, e strinse Stiles in un forte abbraccio. Forse, quello più sentito che avesse mai dato in vita sua.
L’umano, sotto il corpo minuto della ragazza, si dimenava. Non tanto per il fatto che gli dispiacesse avere il fisico della banshee a contatto con il suo, quanto per le vie respiratorie bloccate a causa del gomito poggiato con forza sulla gola di Stiles.
Al ragazzo, neanche lui sapeva per quale motivo, venne in mente una scena che visse all’età di otto anni circa.

L’ennesimo tuono scuote le ossa e i muscoli di Stiles. Il piccolo letto sul quale il bambino è sdraiato vibra, portando il ragazzino in uno stato di semi-coscienza.
Quando un altro rombo arriva alle orecchie del bambino, questo, spaventato, cade dal letto e finisce sul corpo del suo amico, rimasto a dormire su una brandina poggiata sul pavimento gelido.
Scott grugnisce, grattandosi la testa per la botta appena ricevuta, e con un tono di voce scocciato chiede all’amico per quale motivo ha deciso di buttarglisi addosso nel bel mezzo di un temporale.
«Ah, giusto. I tuoni. Mi ero dimenticato della tua fobia.»
Stiles sorride flebilmente, come per scusarsi.
«Potrei andare da Melissa, lei è brava a raccontare storie. Magari mi potrebbe parlare della principessa che scappa dal castello sciogliendo i capelli, oppure di quei fratelli che si lanciano dietro briciole di pane per non perdersi nel bosco.»
«No, non svegliare mamma. Domani deve alzarsi presto per andare a lavoro. Te ne posso raccontare una io.»
Il bambino fa una smorfia, non contento della risposta ricevuta.
«Ma tu non sei bravo come Melissa» borbotta.
Scott si rimette sotto le coperte della brandina, calcolando male la lunghezza del lenzuolo e restando con i piedini scoperti.
«Allora rimettiti a dormire, fannullone.»
Aveva sentito quella parola quando la madre stava litigando col padre, una mattina. Non ne conosce bene il significato, ma adora dire “fannullone” a Stiles, lo fa in continuazione.
«Ho cambiato idea. Puoi raccontarmi la storia, se vuoi» la voce del bambino si fa preoccupata, spaventato al pensiero di rimanere di nuovo solo, senza compagnia.
Aveva sempre avuto il timore dei temporali ma, da quando era morta la madre, l’unica persona che le raccontava storie oltre a Melissa, fa fatica a riaddormentarsi.
«Tzè» è la semplice risposta di Scott.
Un altro tuono interrompe il momento di tranquillità e Stiles salta in piedi sul letto, spaventato.
Scott, che non vede l’ora di tornare a dormire, inizia a raccontare la prima cosa gli viene in mente.
«C’era una volta, il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn e il suo padawan Obi-Wan Kenobi…»

«Me la racconti una storia?» domandò tutto d’un tratto Stiles, ancora accoccolato tra le braccia della banshee.
«Che?» chiese Lydia, con le palpebre che le stavano calando lentamente.
Erano rimasti in quella posizione per circa cinque minuti, ma nessuno dei due osò parlare. La ragazza aveva una mano dietro la nuca di Stiles, mentre gli accarezzava dolcemente i capelli, e lui aveva il viso poggiato sul petto di Lydia, attento a non scontrarsi con i seni della ragazza per evitare di essere nominato come molestatore di giovani e innocenti fanciulle.
«Una storia. Sai, dalle mie parti si usa raccontarle ai bambini prima di mandarli a letto.»
«So cos’è una storia, Stiles. E sono più che certa che tu non sia più un bambino.»
Il ragazzo era tentato di risponderle nel suo solito modo sarcastico – magari con una battuta sul fatto che lui, secondo alcune persone, era ancora un bambino – ma alla fine si limitò a sfregare la testa contro il petto di Lydia, gesto che la ragazza interpretò come segno di supplica.
«C’era una volta, una sirenetta che viveva sul fondo del mare insieme al padre, il Re del Mare, sua nonna e le cinque sorelle maggiori. A quindici anni, secondo la tradizione delle sirene, le venne concesso di nuotare fino in superficie per…»
«La Sirenetta? Sul serio?» la voce di Stiles, dallo spaventato e preoccupato, assunse un tono vagamente divertito.
«Mmm, se non ti piace puoi sempre tornare a dormire. E sia chiaro: nessuno al di fuori di questa tenda deve sapere che io conosco questa storia.»

[1] Il Bahia Conception è un campeggio in Messico (ma dai?) ed esiste veramente (l'ho trovato tempo fa un sito, non ricordo però quale y.y)



Note dell'autrice: ahem, ciao!
Da quanto tempo che non ci si sente, eh? Ehm, momento imbarazzante, già.
Allora, innanzitutto mi sento in dovere di dire che non sono per nulla sicura che il gruppo di Scott & Co. sia effettivamente stato in un campeggio messicano. So per certo che i ragazzi sono stati in Messico, ma mi sono basata su quanto Stiles ha detto allo sceriffo nella 4x02:
Sceriffo: Mi avevi detto che eri in campeggio!
Stiles: Sì, è così. Un campeggio in Messico.
Un'altra cosa che volevo dirvi è che so che probabilmente il """litigio""" iniziale tra Lydia e Malia è piuttosto improbabile ma... capitemi, sono una Stydia shipper incallita e non ho potuto non inserirlo ç.ç
Ho scritto questa breve Os nel momento in cui ho visto la 4x01 (quindi circa a novembre), ma l'ho postata solamente ora perché prima non mi convincerva più di tanto – non che ora la ami, certo, ma almeno la trovo decente.
Beh, ditemi cosa ne pensate! Come sempre, i pareri dei lettori non possono non fare che piacere.
Un abbraccio,
Gnarly
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felici milioni di scrittori. (© elyxyz)
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Gnarly