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Autore: Simo6060    14/03/2015    2 recensioni
Questo capitolo che leggerete (se lo farete) è solo un mio momento di depressione che ho scritto su un foglio di carta durante la lezione di latino. Di cosa parla? Racconta un preciso momento della mia vita in cui mi sentì davvero felice e in pace con me stessa, in cui non avevo per forza bisogno della musica o di un buon libro per farmi dimenticare tutto e catapultarmi in un altro mondo. Ero insieme a lui, e questo ero tutto ciò che desideravo ma contrariamente alle altre favole la mia non ebbe un "e vissero per sempre felici e contenti" ma "lei visse in depressione, drogandosi di musica e di libri e vivendo sulle nuvole e lui visse felice insieme...a lei"
Spero che leggendo riuscirete a sorridere ed a provare le stesse emozioni che ho vissuto quell'esatto giorno...che ancora ricordo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Lui aveva sempre un profumo particolare. Non sapevo esattamente che tipo di profumo fosse, non saprei nemmeno descriverlo con una parola. Non odorava di fiori, di agrumi, né di qualche lozione nota, era il suo profumo…quello che quando lo sentivi pensavi “E’ arrivato”. Ormai è da tanto che non lo sento, mi manca anche se è solo un inutile e piccolo particolare, mi manca. Pagherei chissà quanto soltanto per sentire che lui è vicino a me, sentire la sua voce graffiata, annusare quella strana aroma attraverso il suo petto schiacciato contro il mio viso mentre lo stringo in un abbraccio. Desidero guardarlo negli occhi e sentirmi di nuovo importante, come se fossi la ragazza più speciale di tutte.
Ovviamente non accadrà.
Me lo ricordo ancora perfettamente quel magnifico giorno di metà settembre. C’era lui, con quei suoi soliti capelli neri come la pece identici agli occhi, quelle sue labbra sottilissime, quasi inesistenti. Dovevo alzare parecchio la testa per osservarlo negli occhi, era davvero tanto alto. Beh e poi c’ero io, una ragazza bassina e anonima, con i miei capelli tutti scompigliati e le braccia che mi tremavano. Lui era quello che io chiamo il Giusto, e io invece ero il Sbagliato. GS. Lui era quello studioso, perfettino ed educato, gentile e dolce, altruista e rispettoso. Io ero quella che preferiva drogarsi di libri e serie tv che studiare, ero imperfetta su qualsiasi cosa, a volte di quante parolacce dicevo sembravo una scaricatrice di porto o una camionista, dolce sì ma mordevo pure.
Insomma, quel giorno io stavo accompagnando G a casa dato che abitava a due passi dalla scuola. Eravamo amici, ma da quell’estate era tutto cambiato, tra di noi era scoccato qualcosa. A me era piaciuto fin dall’inizio, ma a lui non proprio. Non posso descrivervi gli esatti e specifici sentimenti che provavo per lui perché ci impiegherei un intero quaderno, che dico, un intero libro. Proverò a dirvelo con una sola parola, amore. Quando lo vedevo il cuore mi scoppiava dal petto, cominciavano a tremare le braccia e le gambe e non riuscivo a respirare bene. Il cuore batteva così forte che mi faceva male il petto, ve lo giuro. Qualsiasi cosa diceva per me era pura saggezza e a volte pura stupidità dato che era molto, ma molto stupido. Ridevo per qualsiasi cosa facesse e quando lui rideva a causa mia, mi riempivo di gioia perché vedere quel suo sorriso bellissimo e sapere che sono stata io a farglielo comparire mi rendeva speciale.
Voglio che sappiate che lui non è per niente un ragazzo bello, anzi non è proprio un granché ma ai miei occhi mi è sempre sembrato come il ragazzo più bello di tutti, non so se mi spiego.
 
Stavamo parlando…sapete di cosa? Di baci. Io gli raccontavo che un mio compagno per sbaglio mi stava per baciare e lui mi raccontava che una sua compagna stava per fare lo stesso. In quel momento ci fu un silenzio tombale, quasi quasi si vedevano le balle di fieno che passavano nella strada. Arrivati di fronte casa sua gli stampai un bacio sulla guancia e dato che lui mi aveva circondato con un suo braccio ero come bloccata, così attesi che ricambiasse il bacio. Lui invece continuava a fissarmi e mi sorrideva in un modo che non gli avevo mai visto, ero strano ma bellissimo. Mi guardava intensamente e a quel punto mi fissò le labbra e mi disse “Ma se ti dessi io un bacio sulle labbra?”. Io a quel punto pensai subito che stesse scherzando come molte altre volte e quindi lo guardai come se mi avesse raccontato una barzelletta che però io non avevo capito.
Con quegli occhi che mi guardavano io non capii più nulla. Non c’era il cancello di casa sua, né il mio zaino sulle mie spalle e il suo sulle sue. Non c’era nessun’altro, eravamo soltanto io e lui e in quel momento capii che diceva sul serio, anche perché mi ritrovai le sue labbra sulle mie e mi dovetti abbandonare completamente a lui. Ero come in paradiso, come se stessi toccando il cielo con tutta la mano, non solo con il dito. Sembrava di sentire la mia canzone preferita in sottofondo e gli uccellini cantare l’Alleluya. Ve lo giuro, quando chiusi gli occhi non vidi nero dell’oscurità delle palpebre ma vidi tutto bianco. Ero davvero in paradiso? Ma tutto questo accadde in pochissimi secondi perché poi lui si staccò da me, ancora in estasi, stupita e rigida allo stesso tempo, e mi disse un velocissimo “Ciao” mentre scomparì dietro al cancello.
Per un attimo rimasi lì come una stupida perché non avevo capito nulla di quanto era appena successo. Girai i tacchi e percorsi la strada per andare verso il parcheggio dove mi aspettava l’autobus. Per tutto il tragitto mi domandavo ad alta voce “Mi ha davvero baciata?” e cominciai a saltellare e correre per tutta la strada, piangendo. Aspettavo da più di un anno quel momento e finalmente era successo, quello che più desideravo si era avverato.
Ma, come se fossi Cenerentola e fosse arrivata mezzanotte, dopo tre giorni il sogno si rivelò tale e tutto svanì. Io tornai alla mia solita vita da ragazza noiosa e lui, G, si allontanò da quella che doveva essere la sua S.
Ancora mi ricordo il giorno in cui se ne andò, quando il trucco cominciò a sciogliersi sul mio viso.
Non sto bene per niente.
  
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