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Autore: thugswearuggs    14/03/2015    2 recensioni
«Sapevo che saresti tornato.»
Mickey si sforzò di annuire, lo sguardo rivolto alle scale che portavano al piano di sopra.
[Spoiler alert: si riferisce alla 5x08]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Debbie Gallagher, Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Non puoi bere per dimenticarlo, Mickey. Non funzionerà.»


Le parole di Debbie Gallagher venivano ripetute all’interno del suo cervello in loop, sempre più veloci. Credeva di impazzire. Credeva ci fosse una possibilità molto alta che il suo cervello esplodesse a causa del ritmo furioso del suo battito e di quella voce fastidiosa che ripeteva costantemente quelle due frasi. Non funzionerà. Come se avesse bisogno di una stupida ragazzina che glielo dicesse. Lo sapeva, eccome se lo sapeva. Negli anni passati aveva cercato in ogni modo di liberarsi di quel ragazzo dai capelli rossi, ma nonostante tutti i suoi sforzi, si ritrovavano sempre. Erano come due galassie che collidono, che si autodistruggono col solo scopo di fondersi l’un l’altra.
E Mickey aveva paura. Paura di non essere abbastanza – che quel che avevano non era abbastanza. Paura che Ian continuasse a negare la malattia e di conseguenza non volesse prendere le medicine. Paura che Ian si facesse del male.
Soprattutto paura che si facesse del male. Frammenti di Ian in cucina con un coltello in mano, sangue ai suoi piedi e sguardo vuoto rivolto al nulla.
Mickey scosse la testa, una lacrima cadde furiosa sulla federa del cuscino.

Aveva smesso di bere dopo la visita di Debbie, e la sera si stava avvicinando – il tempo scorre sorprendentemente veloce quando hai paura di prendere una scelta che sarà in qualche modo decisiva per la tua vita.
Il sole diede spazio alle ombre, ed in quel momento Mickey si alzò dal letto. Si tolse i vestiti e si lasciò avvolgere dal getto dell’acqua calda della doccia. Si fece investire dal ricordo di Ian che si svegliava nel suo letto, i capelli arruffati dal sonno, gli occhi lucidi ed un sorriso pigro che si stendeva sulle labbra. Le docce fatte insieme, le mani di Ian sui suoi fianchi, le labbra su una piccola cicatrice della sua clavicola destra. Il modo in cui si aggrappava a lui nel sonno, stringendolo così forte da fare male, e il respiro caldo e leggero che soffiava sulla sua nuca mandando brividi lungo la colonna vertebrale.
Mickey uscì dalla doccia sentendosi completamente vuoto. Quella casa, quella vita, senza avere quel gigante aggrappato al suo fianco, non valeva la pena di essere vissuta. Perché Ian gli aveva fatto conoscere la felicità e non era ancora pronto a rinunciarvi (e forse non lo sarebbe mai stato). Mise i primi vestiti che gli capitarono sotto mano – la felpa che aveva indosso era di Ian? – ed uscì nel buio di Chicago.

Dopo un attimo di esitazione, bussò alla porta dei Gallagher.
Debbie gli lanciò un’occhiata consapevole e le labbra le si curvarono in un sorriso stanco.
«Sapevo che saresti tornato.»
Mickey si sforzò di annuire, lo sguardo rivolto alle scale che portavano al piano di sopra. Debbie capì e si fece da parte, facendolo passare. Mickey fece un cenno a Fiona e al piccolo Liam e si diresse a passo cadenzato verso la camera di Ian.

La porta era accostata e con una leggera pressione si aprì.
Ian era su un fianco, rivolto al muro. Mickey si avvicinò lentamente e notò il respiro del suo ragazzo velocizzarsi.
«Hey.» la sua voce era debole, ma d’altra parte si sentiva debole ed esposto. Ma di fronte ad Ian non gli importava, non più.
Si girò e lo guardò con quegli stupidi occhi verdi, incredulo. Mickey ancora non era abituato a vedere quello sguardo, come se lui contasse davvero qualcosa e non fosse totalmente inutile.
«Scusa per il ritardo.»
Ian rilasciò un respiro spezzato mentre scivolava più vicino al muro per fare spazio a Mickey.

Calciò via le scarpe e tolse la felpa, buttandola sul pavimento, e si distese al suo fianco. Ian lo guardava con uno sguardo spaventato e preoccupato e Mickey fece l’unica cosa che sapeva lo avrebbe rassicurato: portò la mano destra ad accarezzare la guancia ed i capelli e lasciò un leggero bacio sulla fronte. La mano di Ian raggiunse la sua e strinse appena.
Era una conferma, era un “non me ne vado, non ti lascio attraversare tutto questo da solo”. Era un “ti amo” urlato nel silenzio della piccola stanza, una collisione di due corpi che finalmente si erano ritrovati. Una speranza che prima o poi la loro vita sarebbe andata per il verso giusto.

Ian si addormentò nel giro di pochi minuti, sentendosi finalmente al sicuro nella sua stessa pelle. Dopo giorni, la mano callosa di Mickey che disegnava percorsi sulla pelle esposta che incontrava, gli bastò per scaldarsi e sentirsi di nuovo il ragazzino che aveva sogni più grandi di sé stesso. Felice e senza preoccupazioni. Per un momento, la malattia, i suoi fratelli e sorelle, Monica, Frank e l’intero South Side erano un’eco lontana. Per un momento, esistevano solo il respiro caldo di Mickey sulla sua guancia, le sue dita tra i capelli, sul viso, sulla spalla.

Alla fine, sarebbero stati bene.




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Note:
Apparentemente ho deciso di infestare il fandom di Shameless su EFP. Chiedo umilmente perdono ;__; 
Also, vogliamo parlare di quanto è stata fantastica Debbie?! 

EDIT: chiedo scusa ma c'era un errore grammaticale e ringrazio JennaHerondale per averlo puntualizzato (:  
   
 
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