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Autore: GeaRose Malfoy    14/03/2015    2 recensioni
“Ho un'idea.” rispose infatti il ragazzo mentre si girava a guardarlo bene.
Con un dito prese un goccio di panna montata dal cono di Filippo, mentre il cuore di quest'ultimo cominciava a battere fortissimo e le guance si arrossavano come peperoni.
Con delicatezza la spalmò sulle labbra di Filippo, che le dischiuse leggermente, inebetito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Gelato al pistacchio e panna montata...



“Voglio assaggiare il tuo!” esclamò il ragazzo dai capelli nerissimi e gli occhi vispi castani.

 

“Te lo scordi! Hai voluto prendere quello, questo è mio!” rispose l'altro ragazzo, mentre girava la schiena al ragazzo e continuava a leccare tranquillo il suo cono gelato all'amarena.

 

“Ei! Ma io te l'avrei fatto assaggiare il mio, se solo tu l'avessi voluto...” disse il ragazzino che arrivava al metro e cinquanta per miracolo.

 

Alessandro e Filippo erano amici fin dalla materna, avevano condiviso qualsiasi cosa, dal pannolino alla vasca, dal triciclo al cagnolino di pezza, dagli aereo plani di carta alle macchinine.

 

Avevano frequentato la scuola materna e le elementari insieme e persino alle medie erano capitati in classe insieme.

 

Filippo era quel ragazzino amato da tutti, quel piccolo tappo sempre gentile con qualsiasi persona, quel secchione che faceva sempre copiare i compiti, quel ragazzo bravissimo a calcio nonostante la statura, quel ragazzo che pur di non mettere nei guai i compagni si offriva per farsi interrogare.

 

Era piccolo piccolo, con i capelli nerissimi, il suo più grande amore era il suo ciuffo che sistemava ogni mattina con tre quintali di gel e che controllava circa 100000 volte al giorno, la pelle ambrata e due occhi scurissimi. Eppure per quanto piccolo aveva un cuore enorme.

 

Sempre pronto a spiegarti i concetti che non avevi capito, quello che stava attento e prendeva appunti anche nelle lezioni di musica e storia dell'arte che nessuno ascoltava.

 

Filippo era uno dei pochi maschi che lasciava giocare le ragazze a calcio senza discriminarle, senza fare commenti cattivi o offensivi, senza pensare che fosse assurdo vedere una ragazza saper muoversi con una palla al piede.

 

Alessandro era tutt'altra storia. Completamente.

 

Era alto un metro e settantacinque, aveva i capelli di un castano chiaro, che teneva in una semplice cresta sbarazzina, senza gel né nulla.

Non era ordinato come Filippo, che era tutto preciso e perfettino. Aveva la pelle chiara e io viso cosparso da lentiggini. I suoi occhi erano di un castano dorato, quasi color miele, era un po' troppo magro per la sua altezza, ma non era denutrito.

 

Aveva mani grandissime, con dita affusolate e ossute. Lui giocava a calcio.

No, non come Filippo che giocava nella squadra di paese.

Alessandro era capitano di una squadra molto forte, ed era agile,scattante,coordinato.

 

Ed era estremamente arrogante, vanitoso, troppo sicuro di sé. Credeva di essere il più forte di tutti, voleva che tutti passassero la palla sempre a lui, attaccava sempre solo, senza mai fare passaggi, ed era assurdo come si destreggiasse con il pallone ai piedi.

 

Sembrava quasi volasse, scartava e superava gli avversari con così tanta facilità da sbalordire.

 

Eppure, eppure Alessandro era amato anche lui da tutti.

Perchè nonostante le lentiggini e il carattere un po' troppo egocentrico, Alessandro era bello.

 

Di quella bellezza non per forza di aspetto, di quella bellezza che faceva sempre infatuare tutti.

Un po' per la sua allegria, un po' perchè amava stare al centro dell'attenzione, forse per come diceva le barzellette e tutti ridevano.

Forse era il suo sorriso a conquistare.

 

Fatto sta, che metà della popolazione femminile sbavava dietro a quel ragazzo e l'altra metà maschile lo considerava un mito.

 

Ma, nonostante tutto, Alessandro non si scomponeva mai troppo, sorrideva e rideva cordialmente con tutti, si vantava un po' con tutti ed era arrogante con tutti.

 

Lui era uguale con tutti, tranne che con Filippo.

 

Quando lo vedevi insieme a lui, era come se lo sguardo di Alessandro fosse liquido, dolce, come se ascoltare i discorsi contorni di quel nanetto sorridente gli riscaldasse lo stomaco più di una cioccolata calda.

O forse era il cuore, a riscaldarsi.

 

Alessandro con Filippo era gentile,dolce,attento,premuroso, affettuoso.

Nessuno si azzardava a prendere in giro Filippo per i suo atteggiamenti,sempre impliciti, omosessuali,altrimenti Alessandro li avrebbe gonfiati di botte.

 

E le ragazze, beh, le ragazze erano troppo occupate ad elogiarlo “Ma quanto sei carino e puccioso,Pippo!”, per prendersi gioco di un essere così sensibile,bello,cordiale e affascinante insieme.

 

Li vedevi per i corridoi chiaccherare, scambiarsi o dividere la merenda a scuola, stringersi n un abbraccio fraterno mentre si incontravano o semplicemente scambiarsi qualche sguardo d'intesa.

 

Una volta a lezione di educazione fisica bisognava fare le flessioni.

 

Filippo che era veramente troppo esile e sembrava che le sue braccia si sarebbero spezzate come stecchini non riusciva a farle.

 

Alessandro aveva fatto le 20 flessioni previste in un batter d'occhio per andare ad aiutarlo:

Mentre Filippo era in posizione Alessandro gli aveva arpionato la vita, vicino alle ascelle, e con movimenti lenti e studiati lo aiutava ad abbassarsi e alzarsi.

 

“Così,Pippo, scendi di più, tranquillo ti tengo, non cadi.” “Sì, proprio così. Scendi ancora un po', piega completamente le braccia,sfiora con il naso il pavimento. Ti sto tenendo,non cadi.” “Forza resisti,ci sono io qui.”

 

Ed erano stati sussurri, ma tutti li avevano sentiti.

 

Alessandro guardava con tenerezza Filippo, compiere i movimenti sforzandosi. Con tenerezza, non con pena. La pena non era nel repertorio del ragazzo, quando si trattava di guardare il suo migliore amico.

E neppure la rabbia, l'acidità, il ribrezzo e l'amicizia.

Perchè non c'era amicizia nello sguardo di Alessandro, c'era qualcosa ma nessuno sapeva esattamente di cosa si trattasse.

 

Sempre nella stessa lezione,nella partita di calcio Luca aveva dato una gomitata accidentale in faccia a Filippo e il poveretto era rimasto a terra piangendo.

Perchè si, Filippo piangeva spesso e non bisognava osare prenderlo in giro altrimenti si sarebbero subiti i dolci trattamenti di Alessandro e gli sguardi di disprezzo delle ragazze.

 

“Come osate deriderlo,eh? Siete solo dei cavernicoli puzzolenti, lui è dolce e sensibile e non si vergogna di essere ciò che è.”

 

E mentre la folla si accerchiava in torno al poveretto Alessandro era l'unico che poteva toccarlo.

 

L'aveva sollevato piano da terra, stringendoselo al petto, come un bimbo indifeso.

 

Perchè dai, che cosa potevano mai essere 35 chili scarsi di peso?

 

“Shhh, Pippo, tranquillo. Andiamo a prendere il ghiaccio.” aveva sussurrato piano, pianissimo Alessandro, mentre la prof li raggiungeva e dava il compito al Ragazzo di portare Filippo in infermeria.

 

E mentre Filippo si godeva le braccia di Alessandro, il petto che ansimava leggermente per la corsa che aveva fatto per raggiungerlo dall'altra parte del campo e il profumo di erba tagliata e terriccio di Alessandro, il diretto interessato stringeva Filippo come un diamante, delicatamente ma possessivamente nello stesso tempo.

 

 

E l'aveva posato delicatamente su una panchina dentro la scuola e gli aveva adagiato una busta col ghiaccio sul naso.

 

Ed era rimasto lì, con lui, mentre l'altro smetteva gradualmente di piangere e sorrideva,contento di avere un amico al suo fianco.

 

E anche Filippo lo fissava nello stesso modo in cui Alessandro fissava lui.

Con quella dolcezza, immensa, con quell'affetto, con quella tenerezza e quell'intimità riservata solo all'altro.

 

E neppure nel suo sguardo si leggeva amicizia, mentre andava a stringere la mano di Alessandro e gli sussurrava un flebile “Grazie”.

 

“Si, ma io non sono te. E, comunque, il gelato al pistacchio non mi piace.” sentenziò Alessandro, ghignando.

 

“ Ma tu adori la panna montata. E l'ultima poca che c'era l'hai ceduta a me.” rispose l'altro vittorioso, conscio che le rotelline nel cervello dell'amico si stessero muovendo.

 

“Ho un'idea.” rispose infatti il ragazzo mentre si girava a guardarlo bene.

 

Con un dito prese un goccio di panna montata dal cono di Filippo, mentre il cuore di quest'ultimo cominciava a battere fortissimo e le guance si arrossavano come peperoni.

 

Con delicatezza la spalmò sulle labbra di Filippo, che le dischiuse leggermente, inebetito.

E fu quell'attimo, mentre si fissarono intensamente negli occhi occhi, a due millimetri dalle labbra dell'altro, i respiri leggermente ansanti che si mischiavano e i loro profumi si intrecciavano.

Le labbra piene di Alessandro sfiorarono quelle dell'amico, se ormai si poteva definire così, e poi si trasformò in un bacio passionale, mentre il cono gelato di Alessandro giaceva sul tavolino, ormai dimenticato e quest'ultimo con le mani ossute prendeva l viso di Filippo con passione e lo baciava,leccando via la panna.

Due ragazzi seduti a gambe incrociate su un divanetto di casa di Alessandro, con davanti un tavolino su cui stava un cono gelato che si stava squagliando, i piedi scalzi, i capelli eccezionalmente arruffati di Filippo, il sole che illuminava i loro volti filtrando attraverso le tende della finestra.

 

Si staccarono quando ebbero bisogno di ossigeno.

 

“Sai di pistacchio..” sussurrò Alessandro, poggiando la propria fronte su quella di Filippo, senza staccare le mani dal suo viso.

 

“Sto mangiando un gelato al pistacchio, mi sembra ovvio. Mi dispiace che non ti piaccia.”

 

“Tranquillo, se la tua bocca sarà sempre al gusto di pistacchio, potrei perfino prenderci gusto.” sorrise, prima di rituffarsi a baciarlo.

E anche il cono al pistacchio finì sul tavolo, facendo compagnia a quello all'amarena.

 

 

E mai, mai. Mai nessun altro gelato fu sprecato per causa migliore.

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

 

Niente da dire.

Solo frutto di un mio sclero in un periodo del mese delicato.

E beh, le scenette a ginnastica tra Filippo e Alessandro sono state ispirative, fin troppo, per una fangirl slash come me.

Sono sul serio migliori amici, ma DEVE esserci qualcosa di più! Ne sono convinta!

Non ho potuto non creare la “Alippo/Filissandro” scegliete voi, sono tutte e due orrendi.

 

Un bacione e alla prossima e ricordatevi che una recensione a racconto toglie il debito di conto.

(pessima, ma io ci ho provato)

 

Gea <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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