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Autore: Rinalamisteriosa    15/03/2015    2 recensioni
Per il bambino il suono della pioggerella era ovattato e rilassante.
Colpito e quasi ipnotizzato da un tale spettacolo naturale, non distoglieva gli occhi violetti, usò soltanto le braccia corte ed esili per stringersi addosso una coperta di lana. Questa avvolgeva interamente spalle e schiena al piccolo convalescente.
Nei giorni precedenti un’influenza implacabile non gli aveva dato pace, era stato costretto a letto fino a un’ora prima, quando aveva cocciutamente stabilito che voleva stare in piedi. Al momento era salito su una sedia, altrimenti non avrebbe potuto vedere bene l’esterno.
Poggiò una manina sul vetro freddo della finestra chiusa, il suo respiro pacato creò una rotonda chiazza opaca su esso.
Chiamò il fratello gemello e sperò che arrivasse in fretta, ma non perché si sentisse male o altro: aveva una richiesta precisa, forse azzardata, in mente.

[Scritta per il secondo turno del contest “A tutto fluff!” indetto da Eireen_23 sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ichiru Kiryu, Zero Kiryu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più della pioggia autunnale

 

 

 

 

 

 

Al sicuro riparo della stanza riscaldata da una stufetta, Ichiru osservava spilli sottili di pioggia cadere al suolo, bagnarlo, creare delle piccole pozzanghere.

Per il bambino il suono della pioggerella era ovattato e rilassante.

Colpito e quasi ipnotizzato da un tale spettacolo naturale, non distoglieva gli occhi violetti, usò soltanto le braccia corte ed esili per stringersi addosso una coperta di lana. Questa avvolgeva interamente spalle e schiena al piccolo convalescente.

Nei giorni precedenti un’influenza implacabile non gli aveva dato pace, era stato costretto a letto fino a un’ora prima, quando aveva cocciutamente stabilito che voleva stare in piedi. Al momento era salito su una sedia, altrimenti non avrebbe potuto vedere bene l’esterno.

Poggiò una manina sul vetro freddo della finestra chiusa, il suo respiro pacato creò una rotonda chiazza opaca su esso.

Chiamò il fratello gemello e sperò che arrivasse in fretta, ma non perché si sentisse male o altro: aveva una richiesta precisa, forse azzardata, in mente.

 

*

 

L’altro bambino, molto simile a lui, lo fissò attentamente. Sembrava ancora pallido ed emaciato.

«Ichiru, sei davvero sicuro di poter uscire in giardino? Fino a ieri la tua fronte bruciava…» domandò il piccolo Zero, una nota di preoccupazione nel tono generalmente calmo della sua voce. Lo vide mentre finiva di infilare le dita nei guanti e calcava un berretto sulla testa, celando in parte i capelli chiarissimi.

Annuì deciso. «Sì. E ti permetto di accompagnarmi, così se mi sento male di nuovo tu mi riporterai subito indietro! Va bene?» affermò candidamente, un sorriso sincero e per nulla forzato ad illuminarlo. Era stato veramente male, ma per il momento sentiva di avere sconfitto quel mostro cattivo che non si nascondeva sotto il letto, ma dentro di lui. A causa della salute cagionevole, Ichiru trascorreva la maggior parte del tempo chiuso in casa, nella loro camera, in preda alla febbre e ai vari malesseri del corpo. Per cui doveva approfittare dei pochi momenti in cui stava meglio per godere del bellissimo mondo oltre le porte chiuse, oltre le finestre sprangate.

La malattia gli tarpava le ali, gli impediva di essere libero, vivace e spensierato come gli altri bambini. Vivere intrappolato lo riempiva di sconforto, di risentimenti dannosi, di invidia, di brutti pensieri verso i suoi stessi cari che preferiva evitare. In fondo sapeva di essere un bravo bambino, allegro, rispettoso, vivace quanto bastava.

E Zero – il suo affidabile, protettivo, serio, ammirevole e composto fratellino – di fronte all’espressione determinata di Ichiru non riuscì a dire “No, non va bene”, assecondando un giusto desiderio.

Afferrò un ombrello di suo padre, certo che li avrebbe protetti entrambi, si lasciò stringere il polso e trascinare verso l’uscio di casa, verso il pianerottolo, le scalette e infine verso il giardino.

Lo aprì e il gemello si strinse a lui guardando affascinato, finalmente da vicino, la pioggia che cadeva leggera.

«Zero... È bellissima, vero?» commentò a riguardo.

«Certo, Ichiru».

I due gemelli condividevano un legame unico e speciale che sicuramente sarebbe perdurato nel tempo.

Più della pioggia autunnale.

 

 

 

 

 

 

_____

Note: Confesso che questa scelta deriva da un sorteggio, sono stata molto indecisa per questo turno xD ma spero che mi porti bene.

Ovviamente i due personaggi non mi appartengono e non ho scritto a scopo di lucro.

La flash di 500 parole è ambientata in un momento imprecisato della loro infanzia, sicuramente prima che Ichiru incontri quella vampira, Shizuka Hio.

Non ho visto l’anime di recente, quindi spero di aver azzeccato la caratterizzazione :)

Baci,

Rina

 

 

 

  
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