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Autore: Liz93    16/03/2015    4 recensioni
Hai ucciso e ti è piaciuto.
Hai affondato una spada nel ventre del tuo migliore amico e hai goduto.
Hai rapito la ragazza che hai sempre amato ed è stato così maledettamente eccitante.
Niente nella tua vita ti ma dato così tanto brivido.
L’oscurità ti ha scelto per un motivo.
***
Soft Stydia.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti :)
Ho scritto questa shot in un momento d'ispirazione.
Solitamente prima di pubblicare qualcosa la rileggo almeno mille volte, modificandola all'infinito perchè non sono mai convinta di ciò che scrivo... questa volta è diverso. Non perchè sia soddisfatta, ma perchè l'ho scritta talmente di getto e in maniera spontanea che preferisco lasciarla così com'è, senza rileggerla per poi cambiarla.

E' ambientata verso la fine della quarta stagione.
Ho cercato di rendere Stiles il più IC possibile, ma non so se ci sono realmente riuscita.
Se vi va di lasciare un commentino e dirmelo.. ne sarei davvero felice!


Ila.

p.s:vi consiglio di ascoltare questa come sottofondo durante la lettura: https://www.youtube.com/watch?v=r5yaoMjaAmE

p.s: la frase citata all'inizio è tratta dalla medesima canzone: "Human" di C. Perri.
***




 
Human.


 
<< But I’m only human and I bleed
when I fall down, 

I’m only human and I crash
and I break down >>



 




Da qualche tempo la notte ha su di te uno strano effetto.
Sei tornato a dormire, sei riuscito a riprendere facoltà del tuo corpo e a riposare occhi e mente per cinque ore di fila, ma ci sono momenti – momenti come questo – in cui davvero il sonno è l’ultima cosa a cui pensi.
Il ricordo di un sorriso dolce e comprensivo si affaccia alla tua mente, bloccandoti il respiro.
La voce di tuo padre che sembra sussurrarti all’orecchio in un flebile respiro: Claudia.
Cos’avrebbe pensato di te vedendoti ora?
Distrutto, come se non avessi davvero più la forza di vivere i tuoi diciassette anni.
E con un’anima nera, macchiata di tutte le morti che hai sulla coscienza.
Non è colpa tua.
Per un istante un altro paio di occhi chiari si sovrappone a quelli di tua madre, procurandoti un lungo brivido lungo la schiena.
Una folta chioma rossa incornicia un volto che hai amato per così tanto tempo e una voce ferma e sicura cerca di convincerti della tua innocenza.

Non è colpa tua, Stiles.

Allunghi una mano sfiorando quel volto così delicato, per riportare un po’ di calore al tuo corpo congelato.

Un freddo che viene dall’interno.

Non appena le dita sfiorano la gota arrossata l’immagine di Lydia si dissolve, lasciandoti solo.
Di nuovo.
E’ davvero così?
Davvero non hai colpe?
Ti mordi il labbro, lottando contro quella consapevolezza che si fa strada prepotentemente dentro di te, riempiendo i tuoi pensieri e quel cuore che batte impazzito contro la gabbia toracica.

Hai ucciso e ti è piaciuto.
Hai affondato una spada nel ventre del tuo migliore amico e hai goduto.
Hai rapito la ragazza che hai sempre amato ed è stato così maledettamente eccitante.
Niente nella tua vita ti ma dato così tanto brivido.
L’oscurità ti ha scelto per un motivo.
 
-No-
Farfugli rotolando nel letto sfatto, quadro rappresentativo della lotta che è in corso dentro di te.

-Non è così… non è così-

Afferri la coperta togliendotela di dosso e lanciandola sul pavimento, scattando seduto.
Gl’occhi sbarrati, l’urlo bloccato in gola perché non vuoi svegliare tuo padre facendolo allarmare, per l’ennesima volta.

Claudia sarebbe così delusa da te.
L’innocuo figliolo che ha lasciato bambino posseduto da una volpe assassina.
E pensare che ti voleva così bene. Ti amava. Sognava un futuro brillante per te.
L’hai delusa in tutti i modi in cui avresti potuto farlo.

Senti la fronte sudata,  i capelli aggrovigliati,le mani che bruciano e reprimere quel grido diventa sempre più difficile.
La voce sadica e scura del Nogitsune continua a vorticarti in testa.
Le sue parole sono taglienti e crude e quello che più ti spaventa non è l’insinuazione, non è il dubbio che riesci a far crescere lentamente dentro di te.
Quello che ti spaventa è la tua parte umana.
Che ti sussurra che tutto di te è sempre stato sbagliato, che questo momento prima o poi doveva arrivare.
Ti mordi il labbro inferiore, chiudendo gl’occhi solo per un istante e poi agisci d’istinto.
Afferri il cellulare posto sul comodino accanto a te.
Non serve accedere alla rubrica, perché il numero che cerchi è già inserito nelle chiamate d’emergenza.
Premi il bottoncino verde e l’ansia sale, il respiro diventa sempre più irregolare e ti rendi conto che stai per avere un attacco di panico. Di nuovo.
Uno squillo, due, tre.
Al quarto cominci a perdere la speranza.
Le mani che tremano, l’ossigeno che ti manca sempre di più ogni secondo che passa.
Poi il quinto, il sesto.
E finalmente la senti. La sua voce.

-Stiles?Sono le quattro del mattino.. che succede?-

Perso nel mare dell’agitazione e del tormento, non puoi fare  a meno di pensare per un frazione di secondo che  la sua voce è  morbida e bellissima anche impastata dal sonno.

-Io.. avevo.. avevo … -

Vorresti parlare, urlare se necessario, o almeno smettere di balbettare ma non ci riesci.
Non hai abbastanza fiato.

-Stiles, stai bene?-

- No-

Riesci a biascicare conscio di apparire sconvolto, ma in fondo è proprio quello che sei.

-Aspetta.. stai avendo un altro … –

La voce ha un fremito, piccolo ed impercettibile ma che riesci a cogliere.

-Va bene, ascoltami. Quello che devi fare ora è accendere la luce perché il buio non ti aiuta in questo momento ok?-
Cerchi di fare quello che ti è stato consigliato, anche se per pigiare l’interruttore devi alzarti e non sei sicuro che le tue gambe fatte di gelatina possano reggere il peso del tuo corpo.
Ma a piccoli passi, confortato dalla Voce, ci riesci.
La stanza si illumina, e l’incubo sembra già un po’ meno spaventoso.

-L’hai fatto vero? Bravo-

Ti sembra quasi di sentire un sorriso dall’altra parte della linea, anche se sai che questo non è possibile.

-Ora vai in cucina e bevi un bicchiere d’acqua-

Le gambe ti tremano ancora e sembra che per raggiungere la stanza ti ci vogliano ore, ma riesci anche in questo.
Bevi lentamente cercando di non rovesciare l’acqua sul pavimento e il liquido freddo sembra recare un po’ di sollievo al tuo corpo fradicio di sudore.

-Continuo a non… respirare  b- bene … -

-Solo perché respiri troppo velocemente.. il segreto è trattere il fiato, ricordi?-

-Era più .. facile … la volta…scorsa – ansimi.L’incubo che continua il suo gioco.

Le pareti di casa vorticano sadiche intorno a te, i colori si mescolano, il silenzio è assordante.
Un attimo di pausa.

-Non ne abbiamo più parlato e non so nemmeno se sia la cosa giusta ma è l’ultima che mi resta per riuscire ad aiutarti solo attraverso la mia voce –

Un sospiro.

-Riguardo la volta scorsa.. pensa a me. E a come sono…riuscita a farti trattenere il fiato-

E’ scontato e banale, forse, ma solo il pensiero delle labbra di Lydia sulle tue, morbide e piene, un mare calmo contro il mare in tempesta che ti si agita dentro, riesce a farti trattenere il fiato di nuovo.
Un manciata di secondi e la stanza non gira più.
Il bicchere si ferma nella tua mano.
 La tovaglia blu- ora riesci a captarne il colore- diventa una distesa piatta e senza vita.
Ti lasci cadere a peso morto sulla sedia, stremato. Ma respiri.
C’è riuscita, ancora una volta.

-Stiles?-

-Hai trovato un modo curioso per fermare un attacco di panico. Potresti scriverci una relazione –

Esita prima di risponderti e ti sembra di vederla alzare gl’occhi al cielo chiedendosi come tu possa essere ironico in un momento simile.
Ma, in fondo, il sarcasmo è sempre stato la tua unica difesa.

-Già-

Un altro sospiro.

-Ora che ti sei …calmato –

Probabilmente ora si sta mordendo il labbro inferiore, insicura.

-Posso chiederti una cosa?-

-Certo-

-Perché..perchè non hai chiamato Malia? O meglio…lei non era con te?-

Ora sei tu ad esitare, spiazzato.

-Da quando abbiamo fatto pace…sai, dopo la storia della lista … si ferma qui solo qualche notte –

-Questa è la risposta alla seconda domanda-

Chiudi gl’occhi. Non sai quanto quello che stai per dire inciderà sul tuo futuro.

-Ho chiamato te perché sei sempre stata l’unica capace di farmi trattenere il fiato –


 
Infondo, non ti importa davvero cosa accadrà.
Perché la tua ancora è riuscita a riportarti indietro, ancora una volta.
   
 
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