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Autore: Shainareth    16/03/2015    2 recensioni
Iris ed io aguzzammo lo sguardo e stentammo a credere ai nostri occhi. Con un movimento automatico, afferrai la pallina di plastica trasparente che Kentin aveva vinto al distributore e, portandomela più vicina, cercai di capire cosa contenesse. Quando realizzai la verità, faticai a trattenere anch’io una risata.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexy, Dolcetta, Iris, Kentin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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BARBIE E KEN




Avevo atteso l’arrivo della domenica con entusiasmo perché, libera dalla scuola, avrei potuto finalmente dedicare un po’ del mio tempo alle amiche. Quella mattina sarei dovuta uscire con Iris. Avevamo programmato di fare un giro per il parco e poi per il centro, non tanto per i negozi, quanto per poterci godere l’aria aperta senza avere l’opprimente sensazione di dover tornare subito a casa per fare i compiti.
   Ovviamente, il sole di quella domenica sorse timido e capriccioso, deciso a nascondersi dietro ad uno spesso strato di minacciose nubi grigie. Con tutta probabilità avrebbe piovuto, ma né io né Iris eravamo intenzionate a rinunciare a trascorrere del tempo insieme. Ci demmo perciò appuntamento al centro commerciale, dove almeno saremmo state al riparo dalla pioggia, e fu lì che, dopo aver fatto un giro di puro svago fra i primi negozi in cui avevamo deciso di perdere tempo senza comprare nulla, li vedemmo.
   Alexy e Kentin se ne stavano seduti su una panca lungo la galleria. Il primo aveva le spalle scosse dalle risate, mentre l’altro, imbronciato, si rigirava qualcosa fra le dita. Ci avvicinammo a loro incuriosite e, tutto entusiasta, Alexy ci salutò con ancora il riso sulle labbra. «Ragazze, capitate a fagiolo», esordì poi, trattenendo a stento l’ilarità.
   «Che è successo?» domandò Iris, mentre io cercavo di allungare il collo per sbirciare cosa avesse nascosto Kentin nel palmo della mano. «Armin non è con voi?»
   «È disperso nel negozio di videogiochi», spiegò distrattamente Alexy. «Perciò lo stavamo aspettando qui. E nel frattempo, abbiamo tentato la sorte.»
   «Oh, sta’ zitto», borbottò Kentin, ancora accigliato.
   «Perché?» domandò con fare retorico l’altro, divertito da una situazione che ancora ci sfuggiva. «Faglielo vedere, forza.»
   «Ma cosa?» s’incuriosì Iris, spostando la propria attenzione dall’uno all’altro, in attesa.
   Sospirando, Kentin distolse lo sguardo. «Niente, è solo che non sono molto fortunato con i giochi», prese a raccontare, visibilmente a disagio.
   «Aspettando Armin, abbiamo infilato una moneta in uno di quei distributori automatici di palline.» La voce di Alexy coprì con prepotenza quella del suo amico. «Sapete? Quelle palline tutte colorate che, se le lanci, rimbalzano che è una meraviglia.»
   «Oh, da piccola le adoravo!» commentò Iris, presa già dalla faccenda con la stessa eccitazione che potevo leggere sul volto del nostro compagno di classe.
   Lui annuì soddisfatto. «Tutti le adorano», puntualizzò. Non potevo dargli torto, visto che anch’io, spesso e volentieri, le avevo pretese quando andavo a fare compere con i miei genitori. «Ma non è questo il punto», riprese subito lui. «A me è venuta fuori questa», disse, cacciando dalla tasca della giacca una pallina variopinta e facendola rimbalzare una volta in terra prima di riprenderla al volo. «A Kentin, invece…» Si interruppe per lanciare uno sguardo canzonatorio al nostro amico comune.
   Quest’ultimo, con uno sbuffo sonoro, si decise infine a mostrarci cosa reggeva nel palmo della mano. «Non so come diavolo ci sia finito lì dentro, ma tant’è…»
   Iris ed io aguzzammo lo sguardo e stentammo a credere ai nostri occhi. Con un movimento automatico, afferrai la pallina di plastica trasparente che Kentin aveva vinto al distributore e, portandomela più vicina, cercai di capire cosa contenesse. Quando realizzai la verità, faticai a trattenere anch’io una risata.
   «Ma è un anello rosa!» osservò Iris, con un entusiasmo che non mi sentii di definire fuori luogo, nonostante l’espressione accigliata del povero Kentin.
   «C’è anche una grossa B sopra», infierii senza poterne fare a meno. «Sembra l’anello di Barbie
   «Lo è!» esclamò Alexy, non curandosi di moderare il tono della voce e piegandosi di nuovo in due dal ridere. «Ma ve lo immaginate? Ken che vince l’anello di Barbie!»
   Kentin sbottò un’imprecazione colorita ed io e Iris non riuscimmo a trattenerci oltre, unendoci istintivamente all’allegria di Alexy, che nel frattempo si era alzato in piedi per mostrarci un foglietto ripiegato che, a quanto pareva, era uscito dalla stessa pallina di plastica in cui era ancora contenuto l’anello.
   «C’è anche tutta una panoramica sulla storia di Barbie, non è meraviglioso?»
   «Davvero? Fammi leggere, sono curiosa!» saltò su Iris, ormai completamente assorbita dalla cosa.
   Approfittando del posto libero, mi accomodai accanto a Kentin e allungai la mano per restituirgli la pallina di plastica. «Andiamo, cerca di riderci su», cercai di consolarlo.
   «Non è che la cosa non sia divertente», ci tenne a precisare lui, osservando l’anello incriminato con sguardo accusatorio. «È solo che Alexy ci mette fin troppo energia negli scherzi, soprattutto quando siamo in pubblico.»
   La tenerezza che mi suscitò con quelle parole, e anche con il piccolo tiro mancino che il destino aveva deciso di giocargli quella mattina, fece nascere in me il desiderio di dargli un bacio sul viso. Mi trattenni solo perché, se lo avessi fatto, probabilmente lo sfottò del nostro amico sarebbe aumentato – o forse Alexy si sarebbe solo indignato.
   «Beh, almeno è carino», affermai con sincerità. «Se avessi avuto ancora cinque anni, ti avrei implorato di regalarmelo.»
   Lo vidi sollevare un sopracciglio e persino un angolo della bocca. «Davvero?»
   «Da piccola andavo matta più per queste cosette rosa che per le palline colorate», gli assicurai.
   «Tienilo, allora.» Lo guardai stupita e lui si lasciò finalmente andare ad una risatina sommessa. Riprese la pallina di plastica che ancora gli tendevo, l’aprì e, afferrandomi con gentilezza la mano, fece per infilarmi l’anello ad una delle dita.
   «Che baldracca!» sbottò in quel momento Alexy, inducendo Kentin a fermare l’azione a metà. I nostri sguardi scattarono nella sua direzione e lui subito spiegò cosa l’aveva tanto indignato. «Lo sapevate che, dopo più di quarant’anni di fidanzamento, Barbie ha mollato Ken? L’ha fatto per flirtare con uno stupido surfista australiano biondo!»
   Quelle parole mi riportarono alla mente qualcosa. No, qualcuno. Dakota, detto Dake.
   Un lungo brivido di puro disgusto mi attraversò la schiena. Dake era un bel ragazzo e sapeva anche essere gentile, ma… era una piattola. Molto peggio di quanto poteva esserlo stato Kentin ai tempi in cui, col volto ricoperto di lentiggini e i begli occhi verdi nascosti dalle lenti troppo spesse, mi seguiva dappertutto. Per lo meno, Kentin non si era mai sognato di provare ad allungare le mani né di sollazzarsi con altre ragazze quando giravo lo sguardo.
   Alexy lo guardò con commiserazione. «Visto che la tua Barbie ti lascerà per il nipote di Boris», iniziò a dire, rivelando di aver fatto anche lui lo stesso collegamento, «perché non anticipi le sue mosse e la scarichi per un aitante liceale appassionato di moda?»
   «Perché non te ne vai a…»
   Il resto della frase di Kentin fu coperto dall’esclamazione di Iris. «Aspetta! Qui c’è scritto che poi Barbie è tornata con Ken!»
   «E lui se l’è ripresa?» domandò Alexy, stentando a crederci e tornando a prestare attenzione alla breve storia di Barbie. «Io non me le sarei tenute, le corna.»
   Troppo impegnata a ridere ancora, quasi non mi accorsi che Kentin era tornato a prendermi la mano per portare a termine la delicata operazione che aveva lasciato a metà. Me ne accorsi solo quando avvertii la plastica dell’anello scivolarmi lungo il dito.
   Mi voltai appena in tempo per vedere Kentin schioccare le labbra con soddisfazione. «E con questo ho marcato il territorio», affermò con un’espressione sorniona sul viso, benché ora evitasse il mio sguardo.
   Sorridendo imbarazzata, ammirai il cerchietto di plastica rosa che ornava il mignolo della mia mano sinistra. «Sì, ma hai sbagliato dito», ebbi il coraggio di fargli notare, sebbene fosse evidente che, viste le dimensioni, quell’anellino non avrebbe potuto adattarsi da nessun’altra parte.
   Lui scrollò le spalle con noncuranza e, stendendo le braccia lungo lo schienale della panca su cui ci trovavamo, volse il volto dall’altro lato. «Meglio», mormorò con aria impacciata. «All’altro dito penserò poi.»












Penso che la mia Dolcetta abbia avuto un collasso, dopo l'ultima frase di Kentin...
Perdonate l'idiozia, ma la prima volta che ho visto l'anello che la Dolcetta poteva indossare per avere più chance con lui, non ho potuto fare a meno di pensare a Barbie. Da lì, è stata un'escalation di follia, che mi ha fatto tornare alla mente che il nome dello storico fidanzato di Barbie è Ken (Kenneth, per la verità) e pure quella vecchia storia del breve flirt che lei avrebbe avuto con un certo Blaine, che è per davvero un surfista australiano dai capelli biondi.
Amo questo genere di coincidenze idiote, anzi, per la verità ci sguazzo volentieri. Perciò non potevo lasciarmi sfuggire l'occasione per mettere in ridicolo l'intera faccenda.
Poi, va beh, c'era un anello di mezzo, perciò non ho potuto non trovarci anche il risvolto romantico.
Detto ciò, auguro un buon inizio di settimana a tutti.
Shainareth





  
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