Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: TheMask    16/03/2015    2 recensioni
Questa fan fiction è una What if sui personaggi principali del Death Note.
Mi sono chiesta: se anche loro andassero al liceo, come passerebbero le loro giornate?
E' un po' OOC, me ne rendo conto e chiedo venia, ma spero possiate gradirla ugualmente! :)
Fatemi sapere che ne pensate se vi va!
estratto --->
---
“COSA INTENDI DIRE?”
“Quello che ho appena detto.”
“NON CI SPEREREI SE FOSSI IN TE! E ORA ESCI DI QUI!”
“E perché dovrei?”
“PERCHè SE NO VENGO LI E TI STRAPPO I BULBI OCULARI!”
“Mi sembra un’ottima risposta” rispose infine il ragazzo, lievemente preoccupato per i suoi bulbi oculari.
---
Fissavo uno scantinato illuminato quasi a giorno dalle finestre in alto, che davano probabilmente sulla strada sopra di noi, pieno zeppo di… quadri.
Appesi e appoggiati alle pareti, impilati l’uno sull’altro. Un cavalletto illuminato, sotto una delle finestrelle, ospitava una tela ancora incompleta.
Ma non era solo questo a farmi sentire come se qualcuno mi avesse calciato fuori dal mondo per proiettarmi in un sogno strano e surreale.
Tutti i dipinti raffiguravano, ora chiaramente, ora in modo quasi astratto, due volti femminili, che si alternavano nella stanza dando e restituendo molteplici sguardi.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Beyond Birthday
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve gente! Come state? Spero bene ;)
Se avete voglia, fatemi sapere cosa ne pensate degli sviluppi di questo capitolo! 
Sto veramente in un periodo sempre più incasinato, un qualcosa di allucinante! Spero di non sparire come in passato *le lanciano bucce di banane e pomodori*
Vado che sono di corsa (che novità)! :D  
Baciiii

Mina





Matt ci mise meno di un quarto d'ora per catapultarsi all'orfanotrofio. Camminando si accese nervosamente una sigaretta e la fumò in fretta, ma non lo calmò affatto.
Quando finalmente aprì la porta di camera sua, la scoprì vuota. Si aspettava quantomeno di trovarci Mello. Sbuffò e si lascio cadere sul letto, gettando la giacca da qualche parte sul pavimento. Non sapendo come far passare il tempo si infilò le cuffie anni '80 e sparò la musica a tutto volume.
Per questo, quando Mello arrivò una decina di minuti dopo, dovette tirargli addosso un cuscino per riscuoterlo, lanciando qualche imprecazione.
Il rosso si tolse subito le cuffie e ci mancò poco che morisse d'infarto.
- Cristo Matt, ti dai una svegliata? - esclamò Mello, lanciandogli un'occhiata gelida. - Allora, hai detto che mi vuoi dare una mano, no? -
- Certo -
- Sei sicuro? Guarda che non si torna indietro – disse freddamente il ragazzo, sedendosi sul letto di fronte a Matt.
- Lo so bene -
- Beh, contento tu... - fece allora il biondo – Ho bisogno che tu raduni tutti i ragazzi nella mensa, è l'unico posto dove ci stiano tutti. Dopodiché devi raggiungermi davanti all'ufficio di Roger, chiaro? -
- Come cazzo faccio a radunare tutti da solo? E poi chi ti dice che non ci sia della gente fuori? -
- Non sarai da solo, idiota e sono stati tutti richiamati – lo rimbrottò Mello - Adesso vieni con me -
Matt lo seguì fuori dalla porta, dove quattro guardie li attendevano. Il rosso perse dieci anni di vita, convinto che li avessero scoperti – qualunque cosa stessero facendo – e che adesso sarebbero stati quantomeno fatti fuori.
Notando il pallore del rosso, Mello sbuffò. - Stai calmo, delle guardie non ti devi preoccupare. Non sono più dalla parte di Roger da un po' -
- Come.. non sono più dalla parte di Roger? -
- Si chiama corruzione Matt – chiarì annoiato il biondo – E se non mi chiedessi come le ho corrotte te ne sarei più che grato – concluse.
- Mello, ma che cazzo... -
- Non fare domande adesso. Mi vuoi aiutare o no? -
- Sì, certo -
Mello gli spiegò che quelle quattro guardie, più un'altra decina già all'opera, l'avrebbero aiutato a radunare i ragazzi nella mensa, dove il rosso avrebbe dovuto tentare di calmarli e poi possibilmente raggiungerlo. Gli suggerì di usare Beyond se necessario, una figura abbastanza rispettata fra gli orfani. Gli annunciò anche che gli aveva dato il pieno comando su quelle guardie.
- Se devi parlare con me usa la ricetrasmittente di una delle guardie, io comunque sarò sempre vicino all'ufficio di Roger – disse poi – Vedi di non fare casino, per favore. Quando avremmo finito... puoi venire con me se vuoi, ma non so se te lo consiglio -
- Dovremmo... scappare? -
- Decisamente – asserì il biondo. - Ti sembra che stiamo facendo qualcosa di legale? -
Il rosso scosse il capo. - Ho capito. Vai pure Mello, tenta di non ammazzarti. -
- Ah Matt... prendi anche questa, non si sa mai. Sai come usarla, no? - fece l'esile ragazzo, porgendogli una pistola con tanto di silenziatore.
Il rosso la prese senza troppe esitazioni, annuendo.
- Allora ci si vede - disse poi.
- Datti una mossa e non fare casino -
I due presero direzioni opposte, l'uno circondato da guardie che solo dieci minuti prima l'avrebbero terrorizzato e l'altro camminando velocemente verso l'ufficio del loro direttore, ancora ignaro di ciò che stava succedendo all'interno dell'istituto.


 

Poco prima, il suddetto direttore aveva dato finalmente l'ordine che Mello aspettava da giorni con ansia crescente.
- Portatemi Aki e Kendra subito – aveva sibilato a due delle sue guardie.
Le quali erano andate per prima cosa dal biondo per avvisarlo che il piano poteva essere attuato a partire da quel momento e poi a eseguire l'ordine di Roger.
In poco tempo, Aki e Kendra vennero prelevati dalle loro camere adiacenti, forniti di quanto necessario e trascinati dal direttore.
Dei due nessuno oppose resistenza, anzi. Si lanciarono alcune occhiate d'intesa e si affrettarono a stare al passo con le guardie.
Quando furono sbattuti dentro l'ufficio, erano il ritratto della tranquillità.
- Sedetevi – ordinò Roger, e così loro fecero.
Kendra gli piantò gli enormi occhi grigi addosso, scostandosi i capelli dal volto impassibile. Era come sempre elegante, un vestito nero vaporoso e molto ardito, gli anfibi e un giubbotto di pelle.
Anche Aki fissava il direttore senza espressione, compostamente seduto sulla poltroncina rosso scuro.
- Sapete già perché siete qui, suppongo. - cominciò, lisciandosi la giacca. - Non avete svolto bene il compito che vi avevo affidato, mi si dice. Eppure... era così semplice. Siete riusciti ad avvicinare ancora di più Beyond a quella ragazza, a quel che ne so. O forse mi sbaglio? -
I due ragazzi non diedero segno di voler rispondere.
- Bene, come immaginavo... dunque, ero convinto che non mi avreste deluso su una faccenda di così poco conto visti i compiti che in precedenza avete svolto in modo così diligente, per quanto decisamente più complessi di quest'ultimo. Ero convinto a concedervi la libertà, sapete? Ero già così felice per voi, dico sul serio. Ma mi rendo conto ora, come spero anche voi, che non ve la siete meritata. Se darvi la prospettiva della libertà vi rende incapaci, non temete, non l'avrete più – continuò Roger. - Sapete quando può essere fastidioso Beyond, non è vero? Vedo che è sempre più fiducioso, sempre più... sano. E quando riprende fiducia, nella sua mente nascono idee strane. Idee pericolose. È noto a tutti i presenti, credo, che quel ragazzo non è affatto stupido. E io non voglio che un ragazzo così intelligente e che mi odia così tanto cominci a pensare. Cominci ad avere speranze. Lo capite, questo? - I due ragazzi tesero le labbra in un impercettibile sorriso di circostanza, due maschere identiche.
- Immagino di sì. - riprese il direttore. - E quindi capirete quanto mi avete... deluso. Avete qualcosa da dire, a riguardo? - domandò infine.
Aki sfoggiò un sorriso evidentemente finto, in un lampeggiare blu di sguardi. - Abbiamo qualcosa da dire, Kendra? -
La nera pareva non essersi mossa, eppure in un secondo, Roger si trovò sotto il tiro di una pistola fornita di silenziatore. Lo sguardo della ragazzo lo perforò, ma il direttore non parve essere troppo preoccupato.
- Credo non abbiate capito bene la situazione. Non penserete davvero di potermi fare fuori così facilmente? Sapete, questa stanza è video-sorvegliata. Qualunque cosa stiate pensando di fare, sappiate che non vi servirà. Certo, potreste anche uccidermi. Ma poi le mie guardie vi farebbero letteralmente a pezzi e qualcuno di peggiore di me prenderebbe il mio posto. Vi chiudereste le porte in faccia, quelle che ancora non ho chiuso io. Sognate di essere liberi? La via non è questa -
Ma Aki non si lasciò ingannare dalla falsa calma di Roger, e, non appena una sarcastica risata di Kendra si spense, aprì il suo viso il un sorriso ambiguo. -No, sei tu che non hai capito bene la situazione, caro direttore. Le tue guardie non scalpitano più all'idea di eseguire i tuoi ordini, sai? Non siamo degli sprovveduti. Ci hai addestrato tu a non esserlo, ricordi? -
- Sei solo, Roger. Solo, chiuso nel tuo stesso ufficio, sotto il tiro della mia pistola -
Il direttore cominciò ad apparire spaventato. - Ragazzi, ragionate. Io posso darvi la libertà, ma anche molto di più, lo sapete benissimo anche voi. Non vi converrebbe in nessun caso uccidermi, io ho molte conoscenze, io posso-
-Tu hai già fatto abbastanza – lo interruppe Aki – e anche noi abbiamo i nostri contatti. Ti ricordi di Mello, vero? L'hai lasciato andare in giro parecchio nell'ultimo periodo, convinto che si sarebbe autodistrutto. Beh, quel ragazzo non è stupido come può sembrare, né così disperato come credi. Sai perché le tue guardie non ti obbediranno più? Le ha corrotte tutte, dalla prima all'ultima. -
Roger si esibì in una risata nervosa. - Non può averlo fatto! Con.. con che mezzi avrebbe mai potuto farlo, è solo un ragazzino -
- Ecco il tuo errore. Ci hai sottovalutati – disse gelidamente Kendra.
- I mezzi li ha trovati facilmente. Si è sporcato le mani, diciamo – spiegò il ragazzo tranquillamente. - Ora uccidilo pure Kendra -
- No, Kendra, parliamone. Io posso darti molto più di quanto non ti abbiano promesso, lo sai! - esclamò il direttore, mentre la ragazza gli faceva segno di non provare a muoversi e si avvicinava a lui lentamente.
- Oh, certo, puoi darmi molte cose. Lo so bene. Ma non puoi darmi il piacere di farti fuori – fu la sua risposta sibillina.
Kendra si portò alle spalle di Roger, la pistola sempre puntata alle sue tempie. Aki tenne il suo sguardo fisso su quello dell'uomo davanti a sé, ritornando impassibile.
La nera tirò fuori un coltello e appoggiò la lama alla gola del direttore, sorridendo alle sue parole di supplica senza degnarsi di dargli una risposta.
L'uomo cominciò ad urlare quando Kendra lo pugnalò inaspettatamente al petto, una, due, tre, quattro volte. Non si fermò fino a che il torace di Roger non su un irriconoscibile pezzo di carne sanguinolento. Dopodiché, senza riuscire a cancellarsi di dosso il suo sorriso, la ragazza osservò il suo operato. Non avrebbe saputo descrivere le sensazioni che provava in quel momento. Nulla,all'infuori dell'uccisione di suo zio, le aveva mai dato tanto piacere. Sentiva il sangue di Roger colarle sulle mani, ancora caldo. Si sentì attraversata dai brividi.
Aki si limitò ad alzarsi e a raggiungerla dietro la scrivania dell'ormai defunto direttore.
- Sei stata brava, Kendra – disse. Sapeva che in quel momento la mente della nera era vulnerabile.
Lei lo guardò sorridendo e lo tirò a sé, coinvolgendolo in un lungo bacio.
- Adesso cosa succede? Hai detto di avere un piano, giusto? - domandò poi. - C'entra Mello immagino.-
- Ora lo chiamerò e ti spiegheremo tutto, non ti preoccupare -
- Tu mi hai promesso che potevo avere Beyond prima -
- Certo, lo avrai – assicurò lui.
Ma la nera sapeva leggere le bugie molto bene. I suo sguardo si indurì improvvisamente e, un attimo dopo, la lama su cui era morto Roger minacciava la gola del ragazzo, impedendogli di muoversi.
- Adesso tu chiamerai Mello – gli sussurrò – e faremo una bella chiacchierata -
Aki riuscì a stento a trattenere un sorriso ironico: tutto stava andando secondo i suoi piani.
- Va bene, va bene, stai calma... -
Aki aziono la ricetrasmittente che aveva in tasca. - Mello, puoi entrare adesso – disse semplicemente.
La porta si aprì dopo pochi secondi, mostrando lo sguardo torvo del biondo.
Mello si trovò davanti - oltre ad un bagno di sangue che andava allargandosi sulla scrivania e sul pavimento, vicino al cadavere di Roger - Kendra e Aki in una situazione che non si aspettava.
La nera lo teneva in ostaggio, coltello alla gola.
Si concesse di sbuffare.
- Voglio Beyond, subito. -

Matt era riuscito a portare tutti nella mensa, con qualche difficoltà. Capiva che Mello gli aveva affidato quel compito perché vedere che era un orfano a dare ordini avrebbe rassicurato i più e appianato le proteste di molti degli elementi più vivaci. Tuttavia la sua presenza non era bastata per tutti.
Nonostante si fosse premurato di essere con le guardie che avrebbero prelevato i ragazzi meno inclini ad obbedire agli ordini, c'erano stati alcuni problemi. Alla fine, furono almeno una decina quelli che le guardie trascinarono a forza.
Ora erano tutti seduti ai lunghi tavoli, per la maggior parte con lo sguardo spento e rassegnato, qualcuno curioso, altri arrabbiati.
Matt salì su un tavolo e attirò l'attenzione di tutta la sala.
- Immagino vi stiate chiedendo cosa sta succedendo – disse. - Non posso dirvi molto per ora, se non che non siete in pericolo. Queste guardie non stanno dalla parte del nostro direttore. Ora è importante che restiate qui per un po', ma presto vi verrà detto di più. -
Si rese conto che le sue parole suonavano vuote, prive di significato. Ma dopotutto neanche lui sapeva che cazzo stesse tramando Mello, o cosa avesse intenzione di fare con quegli orfani.
Intravide Elle, impassibile come sempre, seduto in un angolo, ma il suo sguardo si soffermò su Beyond che lo fissava interrogativo, seduto di fianco a Misa e Near.
Sbuffando, il rosso scese dal tavolo e si avvicinò a lui, mentre i ragazzi cominciavano a mormorare fra loro, creando un brusio di sottofondo. Erano però troppo abituati a subire ordini per poter fare altre domande. Le guardie stavano alle porte e tenevano d'occhio coloro che avevano mostrato più spirito di ribellione, per niente rassicuranti, ma vedere che a parlare era stato uno di loro li aveva in qualche modo tranquillizzati.
- Matt, che cazzo sta succedendo? - chiese Beyond a bassa voce.
- E' opera di Mello, non chiedermi altro. Senti, tutti qui ti rispettano, o in qualche modo hanno paura di te. Quindi, mi faresti un favore a mostrarti tranquillo, chiaro? -
Il ragazzo annuì, un po' stranito. - Il direttore... ?-
- Ti ho detto di non farmi domande – ribadì Matt.
Beyond sbuffò, nervosamente. - Senti, io non capisco che cazzo-
Le sue parole vennero interrotte da una guardia, che richiamava l'attenzione di Matt.
Il rosso gli lanciò un conclusivo sguardo di scuse e si allontanò.
Beyond lo seguì con lo sguardo per qualche secondo, prima di sbuffare di nuovo e incrociare le braccia, riflettendo. Non si aspettava niente del genere. Misa lo guardava senza il coraggio di chiedere nulla, ma evidentemente preoccupata.
- Stai tranquilla, Matt e Mello sanno cosa stanno facendo... - disse.
O almeno, lo spero – pensò poi.
Prese il cellulare dalle tasche e pensò di scrivere alla sua ragazza, come le aveva promesso. Ma si accorse che non c'era campo. Evidentemente Mello aveva i suoi mezzi per non far uscire o entrare nessuna informazione nell'istituto, se voleva.


 

Io e Cleo eravamo ormai arrivate davanti ai cancelli della Wammy's. Avevamo studiato qualche modo di entrare, ma non ci eravamo riuscite. Era impossibile scalarlo, così come improbabile forzarlo. Inoltre non avremmo sput cosa aspettarci una volta dentro. Probabilmente ci saremmo solo messe in altri guai.
Non ci rimase altro da fare se non attendere, sedute sul marciapiede.
Pareva che nessuno entrasse o uscisse.
- Cosa pensi che stia succedendo? - chiesi.
- Non ne ho idea -
Sbuffai, nervosa.
- Io non... cosa faresti se Matt dovesse scappare? -
Cleo abbassò lo sguardo. - Non ne ho idea – ripeté poi.
Avevo anche provato a chiamare Beyond, ma era come se il suo telefono fosse spento, cosa ancora più preoccupante. E lo stesso era successo a Cleo, quando aveva provato a contattare Matt.
Cosa stava succedendo oltre a quelle sbarre?

Matt uscì dal breve colloquio con la guardia decisamente incupito. Attirò lo sguardo di Beyond e gli fece cenno di avvicinarsi. Lo guardò avvicinarsi, tentando di nascondere la sua preoccupazione.
Mello gli aveva garantito che il suo piano prevedeva il salvarsi di tutti. Eppure proprio pochi secondi prima gli aveva ordinato di portare Beyond nell'ufficio del direttore, senza fare domande.
Quando il ragazzo gli fu vicino gli disse di seguirlo e uscì dalla mensa, raccomandandosi con le guardie di non far uscire nessuno e di mantenere l'ordine fra gli orfani.
- Matt, dove stiamo andando? -
Il rosso neanche gli rispose.
Ma quando Beyond si fermò e lo guardò a metà fra l'incerto e l'arrabbiato, fu costretto a fronteggiarlo.
- Stiamo andando nell'ufficio di Roger, vero? Senti, io non so che cazzo stiate facendo, ma non ho intenzione di-
Matt era già abbastanza nervoso per sopportare anche il nervosismo di qualcun altro. Lo interruppe quindi, tirando semplicemente fuori la pistola e togliendo la sicura, impassibile.
- Stai zitto per favore – disse poi.
Vide lo sguardo di Beyond farsi sempre più preoccupato.
- Non avresti le palle di spararmi -
- Vuoi davvero scoprirlo? -
Evidentemente il suo tono di voce fu abbastanza fermo e convincente, perché Beyond riprese a camminare.
Quando arrivarono all'ufficio del direttore, Matt gli lanciò un'occhiata di avvertimento e sospirò.
- Tieni – disse poi, porgendogli un coltello a serramanico. - Potrebbe servirti -
Il ragazzo lo prese senza chiedere nient'altro.
- Adesso apri la porta, muoviti – ordinò il rosso.

 

Mello non aveva avuto altra scelta: Aki gli serviva. E comunque non aveva certo intenzione di lasciare che Kendra facesse qualcosa di troppo estremo. Avrebbe trovato il modo di fermarla.
Sperava che Matt avesse abbastanza buonsenso da non far entrare Beyond là dentro completamente disarmato, sarebbe stata una vera e propria pazzia.
Sapeva che Aki lo stava fissando, ma non lo degnò di un'occhiata. Invece si appoggiò al muro di fianco alla porta e osservò lo scempio che la nera aveva fatto di Roger. Non lo nauseava più di troppo, ormai.
Dovettero attendere alcuni minuti prima che Matt si facesse finalmente vivo, durante i quali Kendra non si mosse di un centimetro.
Quando la porta si decise ad aprirsi, la ragazza sorrise, stringendo la presa su Aki.
Matt fece entrare Beyond, la pistola ancora puntata- cosa che fece alzare gli occhi al cielo a Mello.
- Sei contenta? - domandò poi a Kendra, senza mostrare alcuna emozione oltre alla noia.
- Ciao Beyond – disse lei.
Si aspettava una minima reazione si sorpresa da parte di lui, ma non trovò alcuno stupore nei suoi occhi. Questo la fece arrabbiare.
- Tu sapevi già che io e Aki... -
- Sì – confermò lui. - Lo sapevamo sia io che Alma -
- Ora capisco molte cose... - sussurrò.
- No, non capisci. Anche se non l'avessimo saputo, voi non ci avreste separato – disse freddamente Beyond.
Mello gli avrebbe volentieri tirato qualcosa addosso, mentre la ragazza scoppiava a ridere.
La nera gli fece poi cenno di avvicinarsi e lui, la pistola di Matt puntata alla schiena e quella di Kendra al petto, avanzò incerto.
Lei lo fece avvicinare fino a che la sua pistola non lo toccò. Solo allora lasciò andare Aki, il quale si allontanò subito.
Mello si fece più attento e, dopo aver lanciato un'occhiataccia al giapponese, avanzò di qualche passo.
Ma non poteva agire: Kendra teneva il ragazzo sotto tiro e non avrebbe esitato a sparare se si fosse sentita minacciata.
- Senti Kendra – disse dunque – io e Aki abbiamo un accordo che potrebbe includere anche te. Sai, dovrai scappare molto lontano da qui, quando avremo finito. E io posso aiutare entrambi, se voglio. Ho dei contatti che vi garantirebbero la libertà e sarebbero molto interessati alle vostre capacità. Ma se tu uccidi quel ragazzo... il nostro accordo salta e tu non esci viva da questa stanza. Sono stato chiaro? - - Come mai ci tieni tanto? - domandò Kendra, ironicamente.
- E tu? -
- Mi ha dato fastidio -
- Cosa vuoi da lui? -
Lei sorrise. - Qualcosa che vale più dei tuoi contatti, evidentemente -
La nera fissò Beyond così a fondo che il ragazzo si sentì completamente disarmato. La sua mano, coperta di sangue, accarezzò il volto di lui lentamente. - Sono indecisa, adesso che sei qui – sussurrò. - Potrei ottenere di portarti con me. Ma potrei semplicemente ucciderti qui, non sai quanto ne avrei voglia -
- Kendra, se lo uccidi ti ripeto che non uscirai viva di qui. Mi hai capito? - ripeté Mello.
Con la cosa dell'occhio, il biondo vide che Matt si stava muovendo lentamente.
- Pensi di potermi uccidere così facilmente, Mello? - domandò lei.
- Sì – disse Matt. Ora la sua pistola era puntata contro di lei.
- Possiamo giungere ad un accordo, visto che la metti così. Voi uscite subito da questa stanza e io non lo uccido. Mi basta averlo da solo per pochi minuti. -
- Perché dovrei fidarmi? -
- Se accetti... resterò disarmata – stabilì Kendra.
- Perché vorresti stare con lui senza ucciderlo? -
- Perché ti interessa? -
Mello rimase in silenzio.
- Pensaci, sarebbe una buona soluzione per tutti -
Il biondo lanciò un'occhiata a Matt, che annuì impercettibilmente.
- Beyond? - domandò poi.
- Non mi sembra di avere molta scelta -
- Ottimo, Kendra, lanciami pistola e coltello -
Un attimo dopo, lasciandosi dietro la ragazza disarmata, un Beyond non molto tranquillo e un cadavere ancora fresco di sangue, il biondo chiuse la porta e vi si appoggiò, apparentemente immerso nella calma più completa.
Matt camminava nervosamente avanti e indietro.
- Gli ho dato un coltello, Mel. Ma se lei lo uccidesse proprio con quello? -
- O magari invece sarà lui a toglierci dalle palle quella psicopatica -
Aki fronteggiò il biondo. - Questo non faceva parte del nostro accordo – commentò.
- Sei tu che le hai promesso Beyond, non certo io – sibilò Mello. - Come se a me facesse piacere... -
- Oh, invece a me fa piacere eccome -
Il biondo lo guardò con attenzione. - Avevi programmato anche questo, vero? -
- Può darsi sì, può darsi di no... -
Matt si stupì della velocità dell'amico nello scattare contro il giapponese, che si trovo improvvisamente strattonato contro la parete per il colletto.
- Avevi previsto anche che mi sarei incazzato? -
- -
Mello lo attraversò con uno sguardo così freddo che avrebbe paralizzato dal terrore anche il più aggressivo, ma non Aki, che si limitò a sorridere.
- Non pensare che io abbia così tanto bisogno di te, Aki.. -
- Hai promesso me e Kendra a qualcuno a cui non piace che gli venga mentito, o sbaglio? Kendra rischia di morire, non puoi permetterti di farmi male-
Fu Mello a sorridere, a quel punto. - Sai, sbagli. Ho preso anche io le mie precauzioni, piccolo idiota. Perché la vuoi morta? -
- Perché è completamente pazza -
Mello lo lasciò andare, sbuffando. Si scartò una tavoletta di cioccolato fondente e ne staccò un morso.
- Non resta che aspettare, ormai -


 

Beyond non voleva ammetterlo, ma una buona parte di lui era decisamente terrorizzata. Non sapeva di cos'era capace Kendra, ma a giudicare dal cadavere di Roger, non era una che si potesse calmare facilmente.
Le sue mani erano imbrattate di sangue, che colava lentamente verso il pavimento. Beyond poteva sentirne l'odore impregnare la stanza.
Kendra lo fissò intensamente per qualche istante. - Da quanto sapevi che io e Aki eravamo agli ordini di Roger? - chiese, apparentemente molto distaccata.
- Da un po' – rispose lui, arretrando di un passo.
Lei invece avanzò, senza staccargli gli occhi di dosso. Beyond si sentiva chiuso nella stanza con una specie di pantera, più che con una persona.
- Perché non mi hai respinto subito quando ti ho baciato? - domandò ancora.
Lui non rispose, ma sostenne lo sguardo grigio.
- Allora? - incalzò Kendra, avanzando ancora e costringendolo a scontrare le spalle con il muro.
- Mi facevi pena – ammise lui, temendo la reazione che sarebbe seguita.
- E come mai? -
- Perché sei molto finta. Sei vuota -
- E perché dovrebbe essere un male? - ringhiò Kendra.
- Ti perdi molte cose – rispose il ragazzo.
Kendra lo guardò negli occhi e gli prese una mano, portandola all'altezza dei propri occhi. - Le tue mani sono le mani di un assassino, precisamente come le mie. Anche tu eri come me, e lo sei ancora. È inutile che fingi di essere qualcuno che non sei, Beyond -
- Non sono io che fingo di essere qualcuno che non sono, in questa stanza-
Negli occhi della nera ci fu uno scintillio poco rassicurante. La ragazza si girò e si avvicinò alla scrivania del defunto Roger.
Aprì un cassetto e quando si voltò, in mano stringeva una pistola. - Quel cretino non ha avuto la prontezza di tirarla fuori al momento giusto, ma ho notato come il suo sguardo non si staccava da quel cassetto. Sapevo che c'era qualcosa di utile – commentò.
Beyond sentiva di essere sbiancato mentre la ragazza gli puntava contro l'arma e si riavvicinava. Se prima aveva qualche possibilità di farla ragionare, ora sapeva che erano sfumate.
Ora sapeva che uno dei due non avrebbe lasciato vivo quella stanza.
Sentì la pistola contro il suo petto e il respiro di Kendra a pochi centimetri.
- Perché dovresti uccidermi? - domandò, cercando di prendere tempo mentre ragionava in fretta.
- Tu mi offendi. E mi hai messo i bastoni fra le ruote. – rispose Kendra. - Inoltre uccidere mi piace da morire – sussurrò poi. - Ma se tu ammettessi di essere come me, potrei decidere di risparmiarti -
Beyond la guardò negli occhi. - Io non uccido le persone solo perché mi offendono -
- Lo hai fatto in passato. E so benissimo che anche a te piace farlo, non mi mentire -
Kendra rise sommessamente.
- Conterò fino a cinque. Prova a dire qualcosa di convincente prima che io ti spari, che ne dici? Io dico che è un gioco molto divertente. Uno... -
- Se tu mi uccidessi poi ucciderebbero te. Valgo davvero la pena di morire? -
- Non mi interessa vivere o morire. Io voglio solo fare ciò che mi rende felice, come tutti d'altro canto -
- Pensa al lungo termine -
- Due...
Beyond esitò. L'odore del sangue diventava sempre più forte. Sentiva il cuore pulsargli nelle tempie.
- Tre... -
Sentiva sotto le dita il manico del coltello datogli da Matt.
- Quattro... ultime parole? -
Fu il momento in cui agì: deviò il braccio di Kendra, che sparò al nulla e la sbatté contro il muro. La ragazza provò a ribellarsi con una furia tale che non ci volle molto a far perdere il controllo a Beyond.
Improvvisamente non sapeva più neanche dove si trovava, tutto ciò che esisteva erano il sangue che scorreva sulle sue mani, il coltello che continuava ad affondare e gli ultimi tentativi di resistenza della ragazza. Quando il ragazzo riuscì a fermarsi e a riprendere il controllo di sé era già troppo tardi da un po'. Il coltello che stringeva in mano aveva pugnalato ormai numerose volte il corpo tiepido di Kendra, coprendosi di sangue.
Gli cadde di mano, perdendosi in una pozza di sangue.
Beyond alzò lo sguardo e incontrò gli occhi grigi di lei. Per una volta non gli sembrarono più tanto profondi. Vi lesse ironia, sotto il velo offuscato della morte che avanzava.
- Non provare... a dire che... non ti è piaciuto... uccidermi... - riuscì a mormorare lei, un rivolo di sangue che le scorreva dalla bocca.


 

Nel momento in cui aveva sentito uno sparo, Mello era sobbalzato, bestemmiando sonoramente.
Aveva fermato Matt, che sarebbe voluto entrare, e divorato il suo cioccolato tanto in fretta da inquietare Aki.
E quando alcuni minuti dopo la porta si era aperta, il biondo non aveva potuto fare a meno di aspettarsi una Kendra coperta di sangue.
Quando invece vide gli occhi persi di Beyond fare capolino, si permise di tirare un sospiro di sollievo. La sua mossa successiva fu quella di tirare un pugno dritto in faccia ad Aki, il quale si ritrovò a terra in pochi secondi.
- Sei un fottuto idiota. Fai un'altra cosa del genere e l'accordo salta – lo avvisò poi. - Ricordati che ora tu non sei più nessuno. Sono stato chiaro? -
Il giapponese annuì, impassibile, e si rimise in piedi.
Matt non riusciva a staccare gli occhi da Beyond. Sembrava che fosse uscito da un mattatoio, coperto di sangue in quel modo. E dalla sua espressione sembrava che qualcuno lo avesse appena colpito pesantemente in testa.
Fu come prevedibile Mello a prendere in mano la situazione.
- Matt, prendi Beyond e accompagnalo in camera sua. Si cambierà, in fretta e poi lo riporterai nella mensa, chiaro? Vedi di darti una mossa, non abbiamo tutto il tempo del mondo qui e questo casino non era previsto. Dagli una cazzo di sistemata, insomma. Io fra venti minuti massimo lascio questo merdaio. Se non ci sei non mi interessa. Non ti aspetterò -
Il rosso annuì e prese il ragazzo per un braccio, conducendolo quasi a forza lungo il corridoio.
Il biondo sbuffò sonoramente. - Tu- disse ad Aki – segui me – e si avviò verso la mensa a masso di marcia, strattonandosi dietro quello che doveva essere il suo complice.

 

Beyond si sentì trascinare via da Matt. Lentamente il battito del suo cuore rallentò fino a tornare alla normale velocità, ma il ragazzo si sentiva ancora frastornato. Quello che aveva provato uccidendo Kendra l'aveva sconvolto.
Improvvisamente si trovò gli occhi accigliati di Matt davanti.
- Svegliati! - percepì che gli stesse dicendo il rosso.
Beyond prese coscienza del luogo in cui si trovava: erano arrivati in camera sua evidentemente.
- Cambiati e togliti quel cazzo di sangue di dosso – ordinò Matt seccamente. - Non puoi andare in giro così, lo capisci? -
Non ottenendo risposta, il rosso prese Beyond e lo trascinò davanti allo specchio del bagno, sbuffando. Quindi gli lanciò dei vestiti che non fossero ricoperti di sangue e sbatté la porta. Solo allora si concesse un respiro profondo e una sigaretta.
Beyond fissava un se stesso decisamente inquietante, nello specchio. Il rosso del sangue risaltava in modo particolare sulla sua carnagione quasi cadaverica, soprattutto in quel momento. Sollevò le mani e scoprì che erano uno spettacolo ancora peggiore.
Si sentiva ancora attraversato dai brividi per ciò che aveva fatto. L'immagine degli occhi di Kendra che si spegnevano nei suoi era come tatuata nella sua mente Aveva come la percezione che il tempo si fosse fermato e che lui fosse rimasto in quella stanza, con il cadavere di lei. Ciò che aveva intorno gli appariva confuso, surreale. Riuscì in qualche modo ad aprire il rubinetto e a esporre le mani al getto dell'acqua. Il rosso scivolò via lentamente, stemperandosi. Beyond, come poco prima mentre accoltellava Kendra lo trovava affascinante, osservandolo adesso ne rimase nauseato.
Distolse lo sguardo nervosamente.
Sentiva il suo corpo pulsare al ritmo del cuore, un ritmo dilatato e sospeso. Era come se percepisse attraverso un vetro appannato.
Cionondimeno quando uscì dal bagno Matt gli concesse un approssimato sorriso.
- Va bene, sei presentabile e non sembri più Jack lo Squartatore. Vieni qui – gli ordinò.
Il rosso esaminò Beyond e annuì seccamente: non vedeva tracce di sangue che avrebbero potuto inquietare qualcuno.
Lo sguardo vacuo e bruciante del nero però lo colpì. Non sapeva se era il caso di dirgli qualcosa.
- Senti... ehm... tutto a posto? - provò a chiedere, sentendosi subito dopo un deficiente: il ragazzo aveva appena ucciso una psicolabile, se avesse risposto di sì sarebbe stato solo inquietante.
Ma Beyond non rispose direttamente.
- Bene... andiamo, va.. - si risolse infine il rosso, trascinandosi il cadaverico Beyond fuori dalla camera.



 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: TheMask