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Autore: GiulianaG    16/03/2015    1 recensioni
"Avevi ragione, non so se la vita è più forte della morte, ma l' amore è più forte di tutto"
-Tristan & Isolde
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Per la seconda volta in vita mia mi trovai a fare una scelta. Il vento freddo mi scompigliava i capelli, i miei vestiti ondeggiavano al vento, mi lacrimavano gli occhi e non riuscivo a tenerli ben aperti, eppure, se spostavo lo sguardo verso giù riuscivo a vedere le onde che si infrangevano contro gli scogli. Rabbrividì e mi girai verso i miei amici. - Ma avete veramente intenzione di buttarvi da quassù?- urlai sopra il ruggito del vento. -Ovvio- rispose Stefano sorridendo -hai paura?- -Certo che no!- sbottai. Mi faceva andare su tutte le furie, fra quelli della compagnia era la persona che più mi faceva andare in bestia, cacciava fuori la parte di me che non conosceva nessuno, la Roberta sfacciata e insolente. Gli altri si stavano già levando gli occhiali da sole, le scarpe e qualsiasi altra cosa avrebbero potuto perdere nel lancio. Era un bel giorno di inizio estate, almeno per noi lo era, contando che avevamo di comune accordo marinato la scuola per andare tutti al mare. Appunto "mare", non questo. A metà mattina quando eravamo arrivati sulla spiaggia il tempo era già totalmente cambiato, il sole che prima ci accarezzava la pelle e ci prometteva una giornata all'insegna del mare e del divertimento era scomparso ed al suo posto erano comparse grandi nuvole nere. Brutto segno. Mi girai di nuovo a guardare lo scoglio, certo che era un bel tuffo da lì. -Maledetto Stefano- borbottai fra me e me e con un balzo mi tuffai nell' acqua gelida. All'inizio sentì solo il vento che mi avvolgeva tutto il corpo, come un vortice e poi l'impatto. Senti un dolore forte alla schiena, intorno a me sentivo tante correnti che mi spingevano di qua e di là. Allungai le mani e pian piano risalì a galla. Presi un lunghissimo respiro e riempì i polmoni di aria. -Adesso tocca a voi- urlai e tutti quanti si lanciarono fra urla e schizzi. Eravamo fatti così, giovani, ribelli, incoscienti, non ci interessava il passato e neanche il futuro, vedevamo soltanto il presente e ce lo vivevamo alla meglio. Mi sentì afferrare da dietro, mi girai e vidi Stefano che mi sorrideva, io ricambiai il sorriso e poi mi buttò sott' acqua. Bastardo. Uscì in superficie pronta a dargli la stessa lezione ma era già arrivato a riva. Raggiunsi a nuoto la riva anch'io, colsi un po' di sabbia e nascosi la mano dietro la schiena. - Ahah molto divertente- gli dissi avvicinandomi. - Che c'è Roberta? Vuoi un altro tuffo per schiarirti le idee? -disse Stefano sghignazzando. -No- risposi. - In realtà volevo chiederti un consiglio. - Stefano si asciugò i capelli con l'asciugamano. -E sarebbe?- -Questo!- e gli buttai la sabbia addosso. -Ma che...- disse Stefano togliendosi la sabbia dai capelli stupito. -Comincia a correre!-urlò e si lanciò all'inseguimento. Io ridendo correvo più che potevo e insieme cademmo sulla sabbia. Mi prese per la vita e mi attirò ancora di più a sè. -Pensavi di potermi scappare?- mi disse guardandomi con i suoi bei occhi verdi. -Si.- risposi. Era bellissimo, non di quella bellezza convenzionale, ma era attraente e muscoloso come un dio greco. -Peccato- aggiunse -che tu sei mia- e dicendo questo mi baciò con passione. Il suo bacio sapeva di sale, sentivo il suo corpo sul mio e ,all'improvviso, ebbi di nuovo la sensazione che quella fosse una bella giornata contando il tempo e tutto. -Ehi voi due, smettetela di sbaciucchiarvi e venite a mangiare!- ci chiamò Sara -Che se nò, Luca qui si mangia tutto.-. Luca sentendosi chiamare in causa iniziò a protestare, ma Sara ,in fin dei conti, non aveva tutti i torti. Mangiava di tutto. -Allora che facciamo, li raggiungiamo?-disse Stefano scostandomi una ciocca dalla faccia. Lo spinsi sotto e mi misi sopra e gli sussurai -Beh non lo so, potremmo restare qui- e lo baciai. -Finiti i panini!-ci urlò Sara - e adesso anche le mozzarelle. Cristo Santo Luca, ma quanto mangi!-. Ci alzammo dalla sabbia e corremmo verso gli altri. Eravamo veramente affamati, in quel momento avrei mangiato di tutto. Presi la parmigiana che era rimasta e la mangiai tutta in un sol boccone. -Certo che ce ne avete messo di tempo voi due!- disse Marco -Pensavo non sareste più venuti, qui Luca pregustava di mangiarsi tutto- Scoppiammo tutti a ridere. -Ragazzi adesso basta, ve l'ho già detto migliaia di volte che ho un appetito normale. Capito? Normale! Lo dice pure mia madre.- ribatté Luca. -Appunto, tua madre.- sottolineò Giulia. -Gente vi voglio parlare di un'altra cosa oggi, domani ci sarà una festaaa- disse Marco eccitato -Ho già visto tutto per i biglietti, privè, alcol e tutto il resto.- Stefano diede una pacca a Marco. -Ma dai amico, facciamo come al solito no? Entriamo gratis- -Gratis? Come l'altra volta? Guarda che c'hanno quasi beccato-. -Appunto amico, quasi- disse Stefano facendogli l'occhiolino e scoppiammo tutti a ridere. Passammo il resto della giornata a scherzare e a parlare, a giocare a palla ed ,alla fine, raccogliemmo tutto e ci ritirammo tutti alla macchina. Luca sbadigliando. -Certo che è stata proprio una giornata distruttiva-. -Non me lo dire a me Luca, qui mi tocca guidare- disse Marco che era l'unico in condizioni di farlo. Giulia e Sara erano rimaste troppo tempo al sole, che nel frattempo era tornato, e si erano scottate tutte quante tanto da lamentarsi ad ogni minimo movimento, chissà come avrebbero giustificato la nuova abbronzatura ai genitori. Luca ,per conto suo, era troppo appesantito dal pranzo per guidare ed io e Stefano, beh eravamo troppo impegnati a stare insieme. -La prossima volta-aggiunse stizzito Marco -ci veniamo in pullman qui-e ridendo salimmo tutti in macchina. Erano le sei quando tornai finalmente a casa, Stefano mi salutò con un bacio ed io scesi dall'auto. CAPITOLO 1 4 Novembre 2014 (sei mesi dopo) Aprì la porta di casa con le chiavi di riserva nascoste dentro il vaso ed entrai. -Ciao mamma- urlai nel corridoio. Da lontano si sentivano rumori di pentole sbattute. -Ciao tesoro, com'è andata a ripetizione ?- Presi un biscotto e la baciai sulla guancia . -Tutto bene, solita storia, quello stronzo del professore si ostina a spiegare le stesse cose tanto non le capisco.- Mia madre prese un panno e si pulì le mani. -Devi fare del tuo meglio, lo sai questo Roberta, vero?-mi disse -Devi prendere la borsa di studio quest'anno, l'anno scorso beh sappiamo com'è andata.- Vedete, era questo che mi faceva infuriare con lei, il fatto che rinfacciava sempre le cose, stava lì a ricordarmi ogni mio errore e a dirmi che qualunque cosa io possa fare non sarò mai all'altezza. Sarò sempre la sua più grande delusione. Alcune notti quando sto nel letto aspettando di addormentarmi penso che sarebbe meglio farla finita, non disturbare più nessuno, non provocare più dolore e non provare più nulla. Non sono una ragazza forte, o forse prima lo ero, oppure non lo sono mai stata, forse era soltanto tutta una facciata. Non penso ci sia più nulla che mi attacchi alla vita adesso, niente per cui vale la pena lottare .-Si,lo so-dissi -non c'è bisogno di ricordarmelo sempre, grazie mamma- Lei si avvicinò e mi prese il viso fra le mani. -Beh cara, qualcuno deve pur farlo, chi ha risolto tutti i tuoi casini?- -Tu- risposi. -E chi si è presa cura di te in tutto questo tempo?- -Tu-risposi di nuovo. -Perfetto cara, ricordatelo-disse mia madre dandomi un leggero schiaffetto sulla guancia e girandosi, riprendendo a cucinare. Come se la conversazione non ci fosse mai stata, come se aveva detto tutto quello che c'era da dire. Era un congedo. Andai in camera e mi gettai sul letto esausta, allargai le braccia sul letto e fissai il soffitto, i ricordi che mi ritornavano alla mente. Stefano mi strinse di più fra le sue braccia ed avvicinò il suo viso al mio collo. Era bello stare sdraiata così, fra le sue braccia, sentendomi sicura e protetta. È una sensazione che non dimenticherò mai più. -I tuoi capelli profumano di pesca- mi sussurrò all'orecchio con la sua voce roca. - Miracoli dello shampoo-dissi, girandomi verso di lui, guardandolo negli occhi sorridendo. Stefano rise e mi baciò teneramente. -Beh, magari possiamo farci uno shampoo insieme, che ne dici?- Sorrisi e corsi subito in bagno con Stefano alle calcagna. Presi un asciugamano e glielo tirai addosso, lui lo schivò e mi spinse dentro la doccia e fece partire l'acqua. -È fredda! Chiudi!-urlai. Ero tutta bagnata e per di più con tutti i vestiti addosso. -Dici prima "per favore"- rispose Stefano ridendo. -Neanche morta!- urlai con le braccia incrociate. -E va bene, mi tocca entrare dentro per insegnare le buone maniere a questa monella- disse Stefano entrando nella doccia con me. Vidi la mensola per lo shampoo nella doccia e presi una boccetta. Stefano si fece avanti e lo baciai e quando fui sicura che non stesse guardando in alto gli rovesciai tutto il contenuto della boccetta in testa ed uscì dalla doccia correndo. -Ma cosa...? Robeeeertaa-urlò Stefano arrabbiato. -Buono shampoo scemo-. Presi la borsa e come un fulmine uscì dal suo appartamento ridendo a più non posso. Le situazioni fra noi ,a volte, erano davvero comiche.
   
 
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