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Autore: scImMIA    14/12/2008    3 recensioni
Non bisogna disubbedire alla mamma, soprattutto se il papà si comporta in modo strano ...
Genere: Generale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON DATE DA MANGIARE A PAPA’!

Fin dal primo pomeriggio le cose sembravano andare come al solito per la piccola Bra: giocava con le sue bambole, mangiava i pasticcini che la nonna gli offriva e perennemente tediava il povero Trunks, suo fratello maggiore, per qualche sciocchezza e alla fine (come sempre) riusciva ad avere la meglio. In famiglia si poteva dire che fosse la più servita perché era piccina, carina ma soprattutto perché quando iniziava con i suoi piagnistei diveniva un vero strazio … L’unico che sembrava non soccombere con altrettanta facilità alle smorfiosaggini della bambina non era altri che Vegeta, il burbero principe dei sayan, che in un modo o nell’altro aggirava l’ostacolo lasciando spesso la mela marcia alla moglie. Codardo? No di certo, secondo lui soltanto quelli senza spina dorsale dovevano riverire quella bambina che fin troppo assomigliava alla madre e lui, visto che a volte non sopportava nemmeno la sua donna, perché doveva avere a che fare con una marmocchia di cinque anni?
Era passato da poco il momento della merenda e la piccina corse in casa con le manine tutte sporche di cioccolata facendo pure delle impronte su tutti i mobili del costosissimo salotto che aveva oltrepassato. La piccola galoppò nella cucina e puntò i palmi delle mani in direzione di un mamma affaccendata al lavabo che però, appena vide quella sozzura, si bloccò all’istante puntando le proprie mani bagnate d’acqua ai fianchi: « BRA! Accidenti, quante volte ti ho detto che non ti devi ingozzare di cioccolata? E poi non è questo il modo di mangiare, vedi di non diventare come tuo padre » la ammonì un po’ severa Bulma con uno sguardo che sembrava davvero rigido. La piccola monella sorrise mostrando i dentini e esibendo una faccia carina-carina che fece sciogliere la rabbia della mamma. Bulma afferrò Bra per le ascelle, la issò e la mise dinanzi al lavabo che utilizzava poco prima per permettere alla bambina di lavarsi.
« Mami, dov’è papi? » domandò la piccola con naturalezza. Bulma sbuffò poggiando a terra Bra quando questa ebbe finito il lavaggio « Oggi tuo padre è un po’ strano … ».
In quell’istante Vegeta apparve sulla soglia della cucina vestito soltanto delle sue braghe grigie che fungevano da pigiama … La cosa non sorprese la donna (anche perché il sayan si presentava di frequente in quelle condizioni) ma fu nuovamente il suo atteggiamento a darle da fare: Vegeta teneva la schiena curva in avanti con le braccia a penzoloni, la bocca semiaperta e i suoi occhi spiritati non dicevano nulla di buono ma nemmeno qualcosa di intelligente. Quell’espressione da portentoso rincretinito lasciava davvero di stucco la povera scienziata.
« E’ così da stamattina … » mormorò preoccupata Bulma ancora piegata a terra vicino alla bambina mente nel frattanto questa, che aveva notato pure lei l’espressione da balengo del principe dei sayan, ripensava a quella mattinata trascorsa insieme a Vegeta nella quale si era comportato come al solito: schivo, un po’ arrogante ma assolutamente nella norma. Se si può definire normale in comportamento di uno come Vegeta …
Il sayan iniziò a muoversi all’interno della cucina con modi piuttosto rapidi anche se nessuna delle due femmine comprendesse perché tal essere regale dovesse fare passi così piccoli nonostante le sue gambe. Bra rise immaginando il padre come un galletto. Vegeta avanzò ancora all’interno ma iniziò a corricchiare attorno al tavolo quando si ritrovò la donna alle calcagna che gli impediva di raggiungere ciò a cui ambiva: il frigorifero. Un po’ a destra, un po’ a sinistra, un girotondo perpetuo. Il principe ridacchiava, come se si divertisse, e inoltre, per beffare la povera donna, si andò a cacciare sotto il grande tavolo facendo intrappolare Bulma tra le sedie. Vegeta si bloccò quando notò che il suo territorio era stato invaso allo stesso tempo dall’altra femmina. Sbatté gli occhi uno svariato numero di volte e poi, quando la piccola gli posò le manine ancora bagnate d’acqua sulle sue guance per regalargli un gesto d’affetto, il principe urlò con tutta la sua forza facendo terrorizzare la piccina. L’uomo si allontanò dal rifugio e corse all’istante verso il frigorifero ma poi però, quando lo raggiunse, si piazzò davanti ad esso e iniziò ad osservarlo in attesa di chissà cosa. I secondi trascorsero e lui non faceva niente: osservava come un cagnolino e aspettava.
Bulma sbuffò fortemente perché alla storia dello strano atteggiamento del marito si era aggiunto lo strillare della bambina. L’azzurra si drizzò in piedi e con una marcia da guerra si indirizzò verso il frigo piazzandosi poi tra esso e il principe con le braccia aperte come se fossero state delle sbarre e Vegeta, vedendo tale atteggiamento, solo in quell’attimo iniziò ad aggrapparsi alle braccia sottili per raggiungere la maniglia metallica che serviva ad aprire la porta delle meraviglie.
Bulma s’innervosì ancora di più « Smettila Vegeta! Non so cosa ti sia preso ma adesso non si mangia, te l’ho già detto mille volte! Vatti ad allenare!! » sbraitò lei dicendo per una volta l’opposto di quello di cui si stava lamentando da mesi, ovvero della poca presenza del regale soggetto per colpa dei suoi doveri ginnici …
Il principe desisté presto e dopo essere stato spintonato dalla donna nel salotto si dileguò facendo udire soltanto i suoi passetti rapidissimi lungo tutte le scale che portavano al piano superiore. La scienziata seguì con il viso tutta quella scia di suoni finché non udì l’ultimo e poi, ricordandosi del secondo problema, si inginocchiò a terra, scostò le sedie e si sedette sul freddo pavimento a fianco della sua bimba che piangeva per lo spavento. Bra si sfregava continuamente gli occhietti che versavano grandi lacrimosi e sembrava non riuscire a smettere.
« Suvvia Bra, non piangere. Non è successo niente … »
« Mi ha urlato addosso … » piagnucolò la bambina tirando su con il nasino ma poi, quando udì la porta principale della grande casa aprirsi e chiudersi, tornò sorridente come se nulla fosse.
« SONO A CASA, C’E’ QUALCUNO? » si sentì dall’ingresso e sia la piccola che la madre, riconoscendo quella voce, sgusciarono fuori da quel tavolo andando in direzione del salotto, luogo dove pure l’arrivato si stava indirizzando.
La bambina saltò letteralmente addosso al ragazzo che l’afferrò prontamente « Hei Bra, sei ingrassata sai? Ogni giorno diventi sempre più pesante » la canzonò Trunks facendola arrabbiare e quindi ricevendo un “cattivo” dalla sorellina che poi se ne andò impettita dalla stanza.
« Ciao Trunks, sei arrivato giusto in tempo: sei riuscito a farla smettere di piangere » disse Bulma sedendosi sul bianco divano non notando le macchie di cioccolata …
« Sul serio? … » chiese il glicine sedendosi anch’egli dopo essersi sfilato la giacca di dosso e averla poggiata alla poltrona vicina « … E perché piangeva? ».
« Vegeta è un po’ strano oggi … Da stamattina si atteggia come un’altra persona e nonostante gli abbia dato da mangiare per pranzo non riesco a tenerlo tranquillo ed anzi, sembra peggiorato. Sono riuscita a tenere lontano Bra dandogli della cioccolata ma anche lei ha visto come si comporta … » dichiarò l’azzurra un po’ tesa e insicura su quello che sarebbe potuto accadere nelle ore successive.
Trunks incrociò le dita delle mani dopo aver posato i gomiti sulle ginocchia « E come si comporterebbe? ».
Si udirono nuovamente i passetti frenetici al piano di sopra ed entrambi i soggetti fissarono il soffitto anche se con espressioni completamente differenti. Trunks sorrise « Bra fa proprio un gran baccano a volte ».
« Ti sbagli … » proferì la donna mantenendo gli occhi alti mentre il figlio la osservava perplesso « … Questo è tuo padre ».

La bocca del giovine ci mise un po’ prima di tornare in fase perché evidentemente la sorpresa superava le aspettative che il glicine si era posto. Mentre la piccola Bra, come una vera monella, correva da una parte all’altra dell’enorme cortile erboso all’inseguimento del gattino del nonno che scappava da quell’arpia come poteva (piccolo sì ma mica stupido), Trunks si strofinò la zazzera con una mano mentre con i suoi occhi azzurri continuava ad osservare il soffitto senza proferire parola.
« E’ proprio strano … Avrei capito se si fosse messo a bucherellare casa con degli attacchi fuori dall’ordinario, ma zompare in giro a quel modo non mi sembra proprio da lui » bofonchiò per poi negare all’offerta della nonna, che era passata di lì, per l’assaggio dell’ennesimo pasticcino … se avesse detto “sì” ogni volta sarebbe divenuto una balena sayan.
Bulma fece tamburello con le dita sul bracciolo del divano e poggiò il mento sull’altra mano, il cui gomito sembrava violentare il ginocchio che era oramai rosso. All’invito della sua mamma l’azzurra accettò di buon grado pensando che una manciata di dolcetti la aiutasse a sentirsi meglio: arraffò un certo quantitativo di leccornie e le poggiò sul tavolino di vetro che stava poco lontano iniziando a mangiare tornando ad acquistare la tranquillità che utilizzava spesso sul lavoro.
« A me non sarebbe piaciuta affatto come cosa … » proferì la donna ripensando all’ultima frase detta dal figlio « … In ogni caso penso che la cosa migliore sia tenere a diguino tuo padre per un po’ ».
La signora Brief fece aderire con le mani il lungo vestito blu scuro alla parte posteriore delle ginocchia e poi si sedette anch’ella sul divano a fianco della figlia. Con i suoi occhi perennemente felici “osservò” i dolci, decise di optare per una tazza di the e quindi versò un po’ di quel liquido profumato in una tazzina di ceramica e iniziando a sorseggiare gaia « Ma perché cara? A me Vegeta oggi sembra tanto gioioso … » domandò poi la bionda a Bulma. La scienziata sbuffò prima di azzannare un pasticcino dal quale fuoriuscì una quantità esosa di crema pasticcera « E’ meglio così, e poi ve l’ho detto che quando gli ho dato da mangiare la prima volta pensando che avessi fatto una cosa buona è peggiorato di molto ».
« D’accordo mamma, faremo come dici. Ora faccio un salto in camera mia e poi scendo » Trunks afferrò la sua giacca e si congedò uscendo dalla stanza e salendo le scale che l’avrebbero portato al piano di sopra. Appena il ragazzo scomparve la nonnina sembrò non volere perdere le sue idee « Sembra davvero originale il suo comportamento … » la testa della signora si piegò da una parte mentre la mano libera teneva una guancia « … Anche così mantiene il suo fascino ».
« Ma mamma! Per favore! » Bulma non sapeva più come fare con lei … ad ella vanno i nostri pensieri …
La merenda tra signore durò per poco perché un urlo le fece trasalire facendo ad una spiaccicare il pasticcino sulla faccia mentre all’altra cadere tutto il the a terra: « PAPA’!! MA CHE FAI!? FERMO!!! QUELLE ERANO MIE, FERMATI!!!! ».
Il pavimento iniziò a tremare per colpa di due individui che correvano come pazzi. Vegeta, in testa alla gara, si presentò a passo spiccio con le movenze precedentemente descritte e con tra le mani un sacchetto di patatine mentre il figlio, livido in volto per la rabbia, lo inseguiva saltando da una parte all’altra seguendo il percorso del genitore. Vegeta zigzagava come un topolino dispettoso mentre nel frattempo, grazie alla sua bocca che non aveva la stessa carineria dell’animaletto usato per il paragone precedente, trangugiava ad una velocità impressionate le patate lasciando alle sue spalle una scia di briciole ben visibile. Trunks, per nulla scosso dagli urletti che la mamma generava per colpa di quel trambusto che stavano facendo, continuò a seguire il padre facendo addirittura rovesciare sedie e rovinando i muri che utilizzava bellamente come trampoli di sponda per essere un poco più rapido. Se il principe dei sayan doveva essere un sorcetto, il glicine raffigurava in pieno la figura di un gattaccio dal pelo gonfio …
« PAPA’!! … » il ragazzo chiamò nuovamente il genitore senza ottenere risultati e pertanto, essendosi un poco innervosito, generò tra le mani un’onda d’energia e la scagliò in direzione del moro che sembrava sfuggevole come una saponetta. La sfera luminosa, dopo aver attraversato parte della stanza ad una velocità folle, mancò l’obiettivo andando a perforare la larga parete del salotto, sulla quale, il mastodontico televisore al plasma faceva la sua sporca figura … nel vero senso della parola perché questo, essendo esploso per colpa del colpo, era tutt’altro che bello da vedere. Vegeta continuò a ridacchiare e gettò a terra il sacchetto ormai vuoto uscendo all’esterno dell’abitazione rientrando poi subito dopo (e a sorpresa del lilla che per poco non se lo ritrovò tra le mani) per chissà quale motivo. Mentre il principe dei sayan, strano come non mai, si defilava andandosi a nascondere in tutt’altra parte della casa, Trunks venne bloccato da una Bulma furente, livida, a dir poco infuriata che ci mise ben poco per mettere al proprio posto il figlio: « TRUNKS!! MA CHE COMBINI?! » un bel cucco colpì in pieno la parte laterale della nuca maschia obbligando uno spostamento di questa nella medesima posizione. Il giovanotto si massaggiò il punto colpito con una mano ed abbassò lo sguardo fortemente dispiaciuto « Scusa, il fatto è che ogni volta è Goten quello che mi mangia le scorte che ho in camera e quindi mi sono arrabbiato quando ho visto papà che faceva lo stesso … brutta abitudine, prendo a castagnate pure il mio amico quando succede ».
Bulma proseguì a mantenere il broncio mentre la simpatica nonnina, come se nulla fosse successo, continuò a bere il suo the con una tazzina differente « Vedi di non farlo più … » disse l’azzurra prima di rilanciare una nuova raccomandazione « … E ora vai a nascondere tutto quello che potrebbe essere commestibile, non voglio che Vegeta peggiori ulteriormente. Lo hai visto anche tu, no? ». Il glicine annuì « Sì, il suo atteggiamento anormale è evidente. Per sicurezza gli toglierò pure il dentifricio ». La scienziata, con un nuovo sorriso sul volto, alzò il pollice della mano destra verso il proprio bambino dopo aver strizzato l’occhio « Bravo tesoro, mi affido a te ».

Le ore precedenti alla cena passarono parecchio lente in casa Brief per certi soggetti: la piccola Bra infatti si era ritrovata sola a giocare e nessuno dei suoi parenti sembrava essere ben disposto a passare un po’ di tempo con lei che, nonostante facesse loro le sue faccine sorridenti per invogliarli a farsi manovrare a suo libero piacimento, non riusciva a smuoverli dal loro irremovibile compito a lei sconosciuto. Persino i nonni, che in genere si lasciavano tortigliare alla meglio, se ne stavano seduti sulla loro seggiola vicino all’ingresso della camera gravitazionale del padre così come un paio di ore prima avevano fatto mamma Bulma e fratello Trunks. La piccola aveva provato a chiedere indizi ai due vecchietti ma non era riuscita a scoprire nulla se non che questi dovevano fare da guardiani alla porta e che il nonno aveva perso per l’ennesima volta il suo gattino. Ma cosa dovevano sorvegliare alla fine? La piccina, nonostante all’apparenza sembrasse sveglia, non l’aveva ancora capito.
Durante la cena regnò uno strano silenzio. La piccola si spaventò e per un attimo, non vendo il suo amato papà a tavola, pensò che lui e la mamma avessero litigato per l’ennesima volta ma poi però, riflettendo un poco e ipotizzando che se ciò fosse accaduto Trunks l’avrebbe messa al corrente, proseguì a mangiare anche se con uno spirito famelico meno evidenziato del solito. Bulma si accorse di ciò e pertanto poggiò la forchetta a fianco del piatto riempiendosi poi il bicchiere di acqua fresca (di rubinetto perché in fondo è un po’ tirchia): « Bra, come mai mangi così poco? Sei già piena? ».
La piccola posò anch’ella la forchetta facendola cioccare contro il piatto di porcellana « Ho ancora tutto il sapore di cioccolata in bocca … » mormorò sentendosi un po’ goffa perché voleva sempre apparir come perfetta, cosa che in quel caso non era per davvero. Trunks afferrò il suo piatto e mise la sua bistecchina nel suo che era pressoché lindo « Allora questa la mangio io … » disse sapendo che Bra non avrebbe proseguito a mangiare nemmeno sotto sforzo « … E la prossima volta mangia meno cioccolata perché troppa non fa bene e in più ti scombussola, come in questo caso » aggiunse facendosi raggiante o perlomeno saggio ai suoi occhi. I nonni varcarono la soglia della cucina e si sedettero anche loro attorno al tavolo e la bionda, avendo udito come una vera vedetta lombarda ciò che era stato detto poco prima, sorrise dolce alla piccola poggiando entrambe le mani attorno al viso ancora giovane nonostante l’età « Ma certo cara, tuo fratello ha perfettamente ragione. Per non parlare che se poi fai indigestione c’è il rischio che tu faccia dei brutti sogni » disse la nonnina prima di passare il vassoio con la carne al marito.
« E come faccio se mi capita di fare un incubo? » chiese Bra dopo essere salita con i piedini sulla seggiola ed essere prontamente riseduta composta al posto dopo un’occhiataccia della madre. La nonna si portò il dito indice alla bocca che si piegò in un sorriso quando la soluzione sembrò giungere « Quando c’è qualcosa che non và io mi bevo una bella tazza di the fumante » disse la donna frizzante di natura. Il nonno si piegò un poco verso il pavimento e dopo aver afferrato per la collottola l’esserino che si strusciava sulla sua gamba, lo porse alla piccola senza sapere che aveva condannato il suo micetto ad una morte precoce prima di interpellare la bionda: « Ma moglie, Bra mica può farsi il the, è troppo piccola e potrebbe bruciarsi ».
« Ma hai ragione … » cinguettò la nonna trovando però immediatamente una nuova soluzione « … Allora potrebbe bastare anche un bicchiere di latte ».
Bulma sorrise poggiando forchetta e coltello sul piatto poiché aveva finito di cenare « Giusto, e poi adesso che sei abbastanza grande puoi venire tranquillamente in cucina senza svegliare ogni volta Trunks … Poverino, non dorme mai abbastanza ». La bimbetta pestifera iniziò a ridere ripensando alle notti in cui obbligava il fratello a giocare con lei fino alle ore più impensate nelle quali il figlio del valoroso principe dei sayan era costretto a maneggiare una bambola dalle fattezze maschili e assecondare l’impiastro in quelle che dovevano essere le sue favolette amorose … un vero strazio per uno di ormai vent’anni. Trunks, sentendo il messaggio materno, tirò un sospiro di sollievo.
« Ma dov’è papi? » domandò la piccolina quando vide che entrambi i nonni erano oramai a metà cena. Bulma aggrottò le sopracciglia, piegò la testa da una parte e poggiò la guancia sinistra sulla medesima mano prima di sbuffare sonoramente « Vegeta si è comportato un po’ male oggi e quindi ha saltato la cena. Spero che serva a qualcosa … ».
Bra rimase silenziosa nel sentire quell’ultima frase in sospeso ma ben presto si distrasse vedendo il daffare che Trunks metteva in atto: come un vero signore di casa infatti, viaggiava con passo regolare dalla tavola al lavandino carico di stoviglie sporche che creavano soltanto impiccio tra quelli che dovevano ancora ultimare il pasto anche se, la parte da pulire maggiormente, non era altro che la zona del giovane stesso. Quando il sayan ebbe concluso il suo andirivieni si pose alle spalle della bambina, la prese per le ascelle e la se la mise sulle spalle continuando a tenerla per le gambette « E adesso, a nanna ».
« Nooo … Ma io non ho ancora sonno … » piagnucolò la bambina afferrando con entrambe le mani i capelli lilla che fino a un secondo prima stavano davanti alla fronte coprendola in parte.
« Non parlare troppo presto … » iniziò Trunks salutando i presenti in cucina con una mano e indirizzandosi verso le stanze da letto e, più precisamente, verso la cameretta della sorellina « … Scommetto che ci metterai poco ad addormentarti e poi questo è l’orario dei bambini e quindi si và a pisolare ».
Mentre il sayan saliva le scale che portavano al piano superiore della Capsule Corporation, Bra scalciava come un asinello nel tentativo di convincere il fratellone a cambiare idea anche se il tentativo fu completamente vano perché Trunks andò diritto nella stanzina senza ascoltare le lamentele della monella. Il ragazzo sollevò la bambina e la poggiò sul morbido lettone con la coperta rosa sulla quale erano stampate delle buffe nuvolette. Il ragazzo si guardò un po’ attorno e notando l’enorme confusione decise di dare un consiglio alla sorellina mentre questa si sfilava goffamente i calzini « La mamma non apprezzerebbe tutta questa confusione visto che stamattina ti aveva messo tutto in ordine … » vari pupazzetti caddero come una valanga giù da uno scaffale ma Bra fece finta di nulla « … Se proprio non riesci a dormire metti un po’ in ordine così ti stanchi ». La principessina si infilò sotto le coperte e sbuffò ancora mentre si sfilava il legaccio che teneva insieme in grosso ciuffo di capelli « Però non è giusto, è troppo presto per andare a letto ».
« Quando sarai più grande andrai a letto più tardi » sentenziò il fratello indirizzandosi verso la porta non sapendo che la marmocchia era davvero tenace in fatto di “rotture di scatole”: « Ma perché papà non ha potuto mangiare niente? ».
Trunks si scostò una ciocca di capelli, si voltò su sé stesso tornando a guardare la bambina e poggiò la schiena allo stipite della porta « E’ quello che succede quando qualcuno si comporta male e quindi prendi da esempio perché succederà anche a te la stessa cosa se ti capitasse di disubbidire alla mamma ».
« Ma non può mangiare nulla-nulla-nulla? Non posso portargli un biscotto? ».
« La mamma ha detto che non deve mangiare nulla e quindi così dev’essere … » il lilla si avvicinò al lettone, obbligò con la forza la monella a ficcarsi sotto la coperta e poi tirò il tessuto verso il basso obbligandola a stare là sotto « … Mi raccomando, non disobbedire la mamma. E ora dormi ». Il ragazzo scompigliò quei capelli azzurri e si dileguò lasciando la piccina immersa nei suoi dubbi.

Trascorsero diverse ore. Nel cielo ancora buio le civette cantavano e il vento sibilava facendosi udire in quel silenzio tombale. Due enormi occhioni azzurri erano spalancati e fissavano un punto indefinito. Come da lei immaginato, Bra non aveva chiuso occhio.
Tutt’altro che stanca la bambina scivolò fuori dal lettone, si indirizzò verso la porta senza accendere alcuna luce e poi, continuando a rimanere scalza, percorse tutto il tragitto che serviva per raggiungere il suo obiettivo: la cucina. Oltrepassò il salotto nel quale, sopita sul divano, trovò la mamma che russava come mai si aspettava e si addentrò nella cucina lasciandosi guidare soltanto dalle luci dei lampioni che erano all’esterno della casa e che entravano così illuminandole il tragitto. A piccoli passi raggiunse il frigorifero e lo aprì ripensando a ciò che aveva detto la sua nonna: il latte l’avrebbe aiutata in un qualche modo. Osservò con occhietti un po’ accecati dalla luce tutti gli scaffaletti interni del sistema ma poi, sentendo un improvviso rumore, voltò immediatamente lo sguardo indietro, in direzione del salotto.
Nulla … la mamma stava continuando a dormire eppure Bra era sicura di aver udito il rumore di un qualcosa che si era infranto …
La bambina tornò a scrutare l’interno del refrigeratore e quando la trovò estrasse dal porta bottiglie il contenitore di plastica contenente il latte che cercava. Chiuse lo sportello del frigorifero e soltanto quando ciò accadde vide qualcosa che l’aveva fatta spaventare: Vegeta, a fianco dell’elettrodomestico, fissava con occhi assatanati la bambina tenendo piegata da una parte la testa e lasciando che un rigolo di bava fuoriuscisse dalla sua bocca semi-aperta. Bra, terrorizzata da quello spettacolo improvviso, arretrò impaurita tenendo stretto il contenitore mentre il padre proseguiva ad osservarla con aria spaventevole. Bra, fortemente confusa, osservò il frigo prima di riuscire a guardare il principe negli occhi « Papi … » mugolò piano indietreggiando ancora fino a toccare con le spalle la parete che stava dietro di lei. Vegeta non si mosse di un passo, l’unica cosa che fece fu quella di sigillare le labbra bloccando la scia di saliva.
La piccina prese altro coraggio « Papi … Hai forse fame? … » chiese titubante ma riuscendo ad accendere qualcosa nell’interesse del principe dei sayan che, anche se piuttosto impercettibilmente, riuscì a modo suo ad ottenere un’espressione facciale più intelligente della norma. Bra osservò per un istante il grosso orologio cromato che stava sulla parete più grande della cucina e grazie alle lancette e ai numeri fosforescenti comprese che l’orario era oltre la mezzanotte. Inghiottì un poco di saliva e si riavvicinò al papà mettendosi una mano a fianco della bocca iniziando a bisbigliare « E’ tardi per mangiare ma non voglio che tu non mangia … » disse “tranquilla” sapendo che se in quel frangente avesse sbagliato a formulare qualche frase il padre non gli avrebbe detto nulla anche perché in quel frattempo il genitore sembrava messo piuttosto peggio a livello intellettivo …
Bra aprì l’anta del frigo e permise a Vegeta di abboffarsi mentre ella, dopo aver recuperato un bicchiere, si sedeva alla tavola iniziando a gustarsi il suo latte.
Il sayan trangugiava voracemente tutto ciò che gli capitava a tiro, nulla si salvava alla sua fame. Il trambusto che iniziò a crearsi allarmò la bambina che si ritrovò costretta a interrompere la sua merenda « Piano sennò la mamma si sveglia … » disse piano la piccola prima di divenire una statua di pietra per il nuovo spettacolo: Vegeta continuava a mangiare ma nel frattempo, su tutto il suo corpo, stava iniziando a crescere una folta pelliccia, i denti si erano tramutati un fauci mentre il viso si stava deformando andando a raggiungere delle fattezze riconducibili a quelle di una scimmia. Bra scese tremante dalla sedia continuando ad osservare quello spettacolo e vedendo che il genitore stava, secondo dopo secondo, aumentando di stazza, corse senza indugi verso la mamma che stava sul divano. Scosse Bulma con forza colta da uno stato di panico: « MAMMA!MAMMA!! … » urlava lei « … SVEGLIATI!! ». La donna si destò malamente ma appena vide il terrore dipinto sulla faccia della bambina sembrò svegliarsi come d’incanto, afferrò Bra per le spalle e le parlò chiaro « Bra, che cosa c’è? Perché fai così? ». Bra iniziò a piangere ma Bulma si accorse di cosa stava accadendo sentendo dei forti rumori alle proprie spalle: si voltò completamente in direzione della cucina e vide il marito, tramutato in un Orazu, sfondare con il suo corpo possente il soffitto e iniziare a distruggere l’intera casa. Lo scimmione afferrò con entrambe le zampe un grande pezzo di abitazione e dopo averlo staccato di netto dalla struttura, lo lanciò lontano lasciando metà casa scoperchiata.
« BRA, MA COSA HAI FATTO?! » urlò la mamma scossa, impaurita, incapace di fare altro verso una bambina che non la smetteva di tremare: « Aveva fame … » piagnucolò smoccolando la bambina « … Gli ho aperto il frigo per dargli da mangiare, tutto qui … ».
La mamma divenne furiosa « MA PERCHE’!! TRUNKS MI AVEVA ASSICURATO CHE TI AVEVA DETTO DI NON DARE NULLA A TUO PADRE, PERCHE’ MI HAI DISOBBEDITO!?! ».
Bra continuò a singhiozzare non riuscendo a rispondere. Le piccole spalle dolevano in quella stretta che la mamma gli faceva ma non piangeva per quello. La bambina osservò il cielo scuro e urlò a squarciagola quando vide l’arto posteriore del mostro indirizzarsi verso di lei a velocità elevatissima.
Poi venne il buio.

« AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!! » Bra si alzò di scatto con la schiena e continuò ad urlare per un tempo indefinito finché la mamma, che l’aveva udita dalla cucina, non l’aveva raggiunta nel giardino. Bulma raggiunse la figlia e la abbracciò « Bra, ma che succede … Racconta tutto alla mamma … ».
Bra tirò su con il naso « Ho fatto un brutto incubo: papi era stano e tu non volevi dargli da mangiare ma poi io, vedendo che soffriva tanto, gli ho aperto il frigorifero anche se era molto tardi … Mangiando è diventato un mostro e ci fece del male … » disse prima di scoppiare nuovamente a piangere.
La donna sbuffò sonoramente mantenendo però il sorriso sul volto, riempì i polmoni e urlò: « VEGETA! VIENI SUBITO QUI!! ».
« CHE VUOI DONNA!?! » si sentì dall’interno dell’abitazione color giallo canarino senza che chicchessia si facesse anche solo vedere.
« DOBBIAMO PARLARE, VIENI IMMEDIATAMENTE! » insistette l’azzurra alzandosi in piedi e tenendo la piccola (e frignate) Bra tra le braccia. Il principe dei sayan uscì all’esterno con aria corrucciata, le braccia incrociate sul petto scoperto mentre i suoi pantaloni grigi assorbivano il calore del sole « Tzk, vedi di non farmi perdere tempo donna. Cosa diavolo vuoi? ». Bulma raggiunse il marito che si era poggiato con la schiena alla larga parete esterna « “Cosa diavolo vuoi? Cosa diavolo VUOI??”. Te lo dico io cosa voglio … » iniziò arrabbiatissima la scienziata livida in volto « … Voglio sapere che cosa ti è saltato in testa! ».
Vegeta alzò un sopracciglio lasciandola proseguire: « Ti avevo chiesto per una volta di tenere dietro a Bra e ti avevo consigliato di fargli vedere un film per farla divertire … non per dire, ma non credo che “I Gremlins” sia il film più adatto per una bambina così piccola! ».
« Non rompere donna, ho preso il primo che ho trovato. Se avevi tante lagne te la dovevi sbrigare da sola » sentenziò il sayan con il preciso scopo di far finire lì la questione senza però ottenere il risultato sperato: Bulma ricominciò a dire la sua « Bra adesso ha gli incubi per colpa tua! Si è sognata che diventavi un mostro perché mangiavi fuori orario! Ma adesso noi due facciamo i conti, non credere di passarla liscia principe dei miei stivali » sibilò additando il principe che si ritrovò oltremodo offeso. Bra tirò su con il naso e Vegeta voltò la faccia dall’altra parte « Tzk, secondo me è soltanto per colpa di tutta quella cioccolata che gli lasci mangiare … di questo passo diventerà grassa come te ».
Bulma si pietrificò e voltò gli occhi verso la bambina: Bra era ricoperta di cioccolato fino alle orecchie … « BRA! TI AVEVO DETTO DI NON MANGIARE COSI’ TANTA CIOCCOLATA!! PERCHE’ MI HAI DISUBBEDITO?! ».
La bambina, per colpa della bocca impastata per colpa del moccolo e del cioccolato stesso, non riuscì a rispondere in tempo anche se quella che voleva proporre non era una scusante valida.
« Così non và proprio … » proferì serissima la donna « … per punizione andrai a letto senza cena! ».
« Ma mamy … » le sue faccette carine non servirono a nulla, Bulma divenne irremovibile. Le due femmine rientrarono in casa sparendo dalla vista del regale personaggio che poi, sentendo uno strano senso di soddisfazione nel profondo, iniziò a sghignazzare perché aveva vinto una battaglia.
La gioia durò poco e si fermò quando si udì provenire dall’interno ancora una volta la voce di quella strega: « VEGETA, ANCHE A TE SENZA CENA! ».
è_é !

 

Morale della favola? Beh, si possono dire parecchie cose, del tipo: ubbidite ai vostri genitori, rispettate i limiti consentiti, guardate soltanto solo cose adatte alla vostra età, non mangiate spuntini fuori pasto e via discorrendo …
La cosa più fondamentale però è: non abusate dei dolci, come avete visto possono fare male anche a livello celebrale (Bra U.U) e soprattutto, state lontano dal principe dei sayan se lo trovate di malumore. Non fate come Trunks che dopo un “Ciao papà, come stai?” si è buscato una randellata di botte perché il soggetto inferocito doveva sfogarsi con qualcuno … come immaginerete, nemmeno questo è salutare ^-^”

 

 

 

 

Sinceramente non ho mai visto il film “I Gremlins” ma ho ripreso lo spezzone di Vegeta che faceva vedere tale film alla bambina ricordandomi che in un telefilm che era in tv un po’ di tempo fa: il padre di una piccola bambina di nome Kady fece esattamente ciò terrorizzando la piccina … il telefilm si chiamava “Tutto in famiglia” e ricordo che tale cosa mi fece scompisciare dal ridere.
Ripensando a tale cosa mi sono chiesta: “Vegeta potrebbe fare lo stesso?”. Alla fine, quando la mia risposta si è rivelata come positiva perché ho ritenuto il principe come abbastanza menefreghista per seguire le esigenze della marmocchia, mi sono concentrata su quello che avrebbe potuto scatenare la visione di un film così inadatto per una bambina così piccola.
Se voi, a differenza di me, avete visionato il film menzionato, vi sarete di certo accorti della somiglianza di Vegeta ai mostriciattoli chiamati Mogwai (versione normale del Gremlin): l’atteggiamento stupido con annessa le sue espressioni poco intelligenti, il suo correre sciocco perché gli animaletti hanno le zampette corte, la loro ficcanasaggine e ovviamente i loro punti deboli: la loro mal-sopportazione dell’acqua, della forte luce (questo aspetto è stato ammortizzato e quindi Vegeta è soltanto incapace di andare all’esterno, dove la luce è altamente forte) e soprattutto della sua propensione alla mutazione alle ore successive alla mezzanotte se ingurgita qualcosa da mangiare. La trasformazione (che per i Mogwai era altamente differente – perché divenivano delle sottospecie di coboldi) è stata modificata per riallacciarmi a Toriyama in qualche modo: Bra poteva essere a conoscenza della trasformazione del padre in uno scimmione ma poteva essere completamente all’oscuro delle modalità …

Spero che questo breve racconto non vi abbia annoiato.
Vi saluto tutti e recensite se passate di qui.
Baci, scImMIA

 


  
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