NON DATE DA MANGIARE A PAPA’!
Fin dal primo pomeriggio
le cose sembravano andare come al solito per la piccola Bra: giocava con le
sue bambole, mangiava i pasticcini che la nonna gli offriva e perennemente tediava
il povero Trunks, suo fratello maggiore, per qualche sciocchezza e alla fine
(come sempre) riusciva ad avere la meglio. In famiglia si poteva dire che fosse
la più servita perché era piccina, carina ma soprattutto perché
quando iniziava con i suoi piagnistei diveniva un vero strazio … L’unico
che sembrava non soccombere con altrettanta facilità alle smorfiosaggini
della bambina non era altri che Vegeta, il burbero principe dei sayan, che in
un modo o nell’altro aggirava l’ostacolo lasciando spesso la mela
marcia alla moglie. Codardo? No di certo, secondo lui soltanto quelli senza
spina dorsale dovevano riverire quella bambina che fin troppo assomigliava alla
madre e lui, visto che a volte non sopportava nemmeno la sua donna, perché
doveva avere a che fare con una marmocchia di cinque anni?
Era passato da poco il momento della merenda e la piccina corse in casa con
le manine tutte sporche di cioccolata facendo pure delle impronte su tutti i
mobili del costosissimo salotto che aveva oltrepassato. La piccola galoppò
nella cucina e puntò i palmi delle mani in direzione di un mamma affaccendata
al lavabo che però, appena vide quella sozzura, si bloccò all’istante
puntando le proprie mani bagnate d’acqua ai fianchi: « BRA! Accidenti,
quante volte ti ho detto che non ti devi ingozzare di cioccolata? E poi non
è questo il modo di mangiare, vedi di non diventare come tuo padre »
la ammonì un po’ severa Bulma con uno sguardo che sembrava davvero
rigido. La piccola monella sorrise mostrando i dentini e esibendo una faccia
carina-carina che fece sciogliere la rabbia della mamma. Bulma afferrò
Bra per le ascelle, la issò e la mise dinanzi al lavabo che utilizzava
poco prima per permettere alla bambina di lavarsi.
« Mami, dov’è papi? » domandò la piccola con
naturalezza. Bulma sbuffò poggiando a terra Bra quando questa ebbe finito
il lavaggio « Oggi tuo padre è un po’ strano … ».
In quell’istante Vegeta apparve sulla soglia della cucina vestito soltanto
delle sue braghe grigie che fungevano da pigiama … La cosa non sorprese
la donna (anche perché il sayan si presentava di frequente in quelle
condizioni) ma fu nuovamente il suo atteggiamento a darle da fare: Vegeta teneva
la schiena curva in avanti con le braccia a penzoloni, la bocca semiaperta e
i suoi occhi spiritati non dicevano nulla di buono ma nemmeno qualcosa di intelligente.
Quell’espressione da portentoso rincretinito lasciava davvero di stucco
la povera scienziata.
« E’ così da stamattina … » mormorò preoccupata
Bulma ancora piegata a terra vicino alla bambina mente nel frattanto questa,
che aveva notato pure lei l’espressione da balengo del principe dei sayan,
ripensava a quella mattinata trascorsa insieme a Vegeta nella quale si era comportato
come al solito: schivo, un po’ arrogante ma assolutamente nella norma.
Se si può definire normale in comportamento di uno come Vegeta …
Il sayan iniziò a muoversi all’interno della cucina con modi piuttosto
rapidi anche se nessuna delle due femmine comprendesse perché tal essere
regale dovesse fare passi così piccoli nonostante le sue gambe. Bra rise
immaginando il padre come un galletto. Vegeta avanzò ancora all’interno
ma iniziò a corricchiare attorno al tavolo quando si ritrovò la
donna alle calcagna che gli impediva di raggiungere ciò a cui ambiva:
il frigorifero. Un po’ a destra, un po’ a sinistra, un girotondo
perpetuo. Il principe ridacchiava, come se si divertisse, e inoltre, per beffare
la povera donna, si andò a cacciare sotto il grande tavolo facendo intrappolare
Bulma tra le sedie. Vegeta si bloccò quando notò che il suo territorio
era stato invaso allo stesso tempo dall’altra femmina. Sbatté gli
occhi uno svariato numero di volte e poi, quando la piccola gli posò
le manine ancora bagnate d’acqua sulle sue guance per regalargli un gesto
d’affetto, il principe urlò con tutta la sua forza facendo terrorizzare
la piccina. L’uomo si allontanò dal rifugio e corse all’istante
verso il frigorifero ma poi però, quando lo raggiunse, si piazzò
davanti ad esso e iniziò ad osservarlo in attesa di chissà cosa.
I secondi trascorsero e lui non faceva niente: osservava come un cagnolino e
aspettava.
Bulma sbuffò fortemente perché alla storia dello strano atteggiamento
del marito si era aggiunto lo strillare della bambina. L’azzurra si drizzò
in piedi e con una marcia da guerra si indirizzò verso il frigo piazzandosi
poi tra esso e il principe con le braccia aperte come se fossero state delle
sbarre e Vegeta, vedendo tale atteggiamento, solo in quell’attimo iniziò
ad aggrapparsi alle braccia sottili per raggiungere la maniglia metallica che
serviva ad aprire la porta delle meraviglie.
Bulma s’innervosì ancora di più « Smettila Vegeta!
Non so cosa ti sia preso ma adesso non si mangia, te l’ho già detto
mille volte! Vatti ad allenare!! » sbraitò lei dicendo per una
volta l’opposto di quello di cui si stava lamentando da mesi, ovvero della
poca presenza del regale soggetto per colpa dei suoi doveri ginnici …
Il principe desisté presto e dopo essere stato spintonato dalla donna
nel salotto si dileguò facendo udire soltanto i suoi passetti rapidissimi
lungo tutte le scale che portavano al piano superiore. La scienziata seguì
con il viso tutta quella scia di suoni finché non udì l’ultimo
e poi, ricordandosi del secondo problema, si inginocchiò a terra, scostò
le sedie e si sedette sul freddo pavimento a fianco della sua bimba che piangeva
per lo spavento. Bra si sfregava continuamente gli occhietti che versavano grandi
lacrimosi e sembrava non riuscire a smettere.
« Suvvia Bra, non piangere. Non è successo niente … »
« Mi ha urlato addosso … » piagnucolò la bambina tirando
su con il nasino ma poi, quando udì la porta principale della grande
casa aprirsi e chiudersi, tornò sorridente come se nulla fosse.
« SONO A CASA, C’E’ QUALCUNO? » si sentì dall’ingresso
e sia la piccola che la madre, riconoscendo quella voce, sgusciarono fuori da
quel tavolo andando in direzione del salotto, luogo dove pure l’arrivato
si stava indirizzando.
La bambina saltò letteralmente addosso al ragazzo che l’afferrò
prontamente « Hei Bra, sei ingrassata sai? Ogni giorno diventi sempre
più pesante » la canzonò Trunks facendola arrabbiare e quindi
ricevendo un “cattivo” dalla sorellina che poi se ne andò
impettita dalla stanza.
« Ciao Trunks, sei arrivato giusto in tempo: sei riuscito a farla smettere
di piangere » disse Bulma sedendosi sul bianco divano non notando le macchie
di cioccolata …
« Sul serio? … » chiese il glicine sedendosi anch’egli
dopo essersi sfilato la giacca di dosso e averla poggiata alla poltrona vicina
« … E perché piangeva? ».
« Vegeta è un po’ strano oggi … Da stamattina si atteggia
come un’altra persona e nonostante gli abbia dato da mangiare per pranzo
non riesco a tenerlo tranquillo ed anzi, sembra peggiorato. Sono riuscita a
tenere lontano Bra dandogli della cioccolata ma anche lei ha visto come si comporta
… » dichiarò l’azzurra un po’ tesa e insicura
su quello che sarebbe potuto accadere nelle ore successive.
Trunks incrociò le dita delle mani dopo aver posato i gomiti sulle ginocchia
« E come si comporterebbe? ».
Si udirono nuovamente i passetti frenetici al piano di sopra ed entrambi i soggetti
fissarono il soffitto anche se con espressioni completamente differenti. Trunks
sorrise « Bra fa proprio un gran baccano a volte ».
« Ti sbagli … » proferì la donna mantenendo gli occhi
alti mentre il figlio la osservava perplesso « … Questo è
tuo padre ».
La bocca del giovine ci
mise un po’ prima di tornare in fase perché evidentemente la sorpresa
superava le aspettative che il glicine si era posto. Mentre la piccola Bra,
come una vera monella, correva da una parte all’altra dell’enorme
cortile erboso all’inseguimento del gattino del nonno che scappava da
quell’arpia come poteva (piccolo sì ma mica stupido), Trunks si
strofinò la zazzera con una mano mentre con i suoi occhi azzurri continuava
ad osservare il soffitto senza proferire parola.
« E’ proprio strano … Avrei capito se si fosse messo a bucherellare
casa con degli attacchi fuori dall’ordinario, ma zompare in giro a quel
modo non mi sembra proprio da lui » bofonchiò per poi negare all’offerta
della nonna, che era passata di lì, per l’assaggio dell’ennesimo
pasticcino … se avesse detto “sì” ogni volta sarebbe
divenuto una balena sayan.
Bulma fece tamburello con le dita sul bracciolo del divano e poggiò il
mento sull’altra mano, il cui gomito sembrava violentare il ginocchio
che era oramai rosso. All’invito della sua mamma l’azzurra accettò
di buon grado pensando che una manciata di dolcetti la aiutasse a sentirsi meglio:
arraffò un certo quantitativo di leccornie e le poggiò sul tavolino
di vetro che stava poco lontano iniziando a mangiare tornando ad acquistare
la tranquillità che utilizzava spesso sul lavoro.
« A me non sarebbe piaciuta affatto come cosa … » proferì
la donna ripensando all’ultima frase detta dal figlio « …
In ogni caso penso che la cosa migliore sia tenere a diguino tuo padre per un
po’ ».
La signora Brief fece aderire con le mani il lungo vestito blu scuro alla parte
posteriore delle ginocchia e poi si sedette anch’ella sul divano a fianco
della figlia. Con i suoi occhi perennemente felici “osservò”
i dolci, decise di optare per una tazza di the e quindi versò un po’
di quel liquido profumato in una tazzina di ceramica e iniziando a sorseggiare
gaia « Ma perché cara? A me Vegeta oggi sembra tanto gioioso …
» domandò poi la bionda a Bulma. La scienziata sbuffò prima
di azzannare un pasticcino dal quale fuoriuscì una quantità esosa
di crema pasticcera « E’ meglio così, e poi ve l’ho
detto che quando gli ho dato da mangiare la prima volta pensando che avessi
fatto una cosa buona è peggiorato di molto ».
« D’accordo mamma, faremo come dici. Ora faccio un salto in camera
mia e poi scendo » Trunks afferrò la sua giacca e si congedò
uscendo dalla stanza e salendo le scale che l’avrebbero portato al piano
di sopra. Appena il ragazzo scomparve la nonnina sembrò non volere perdere
le sue idee « Sembra davvero originale il suo comportamento … »
la testa della signora si piegò da una parte mentre la mano libera teneva
una guancia « … Anche così mantiene il suo fascino ».
« Ma mamma! Per favore! » Bulma non sapeva più come fare
con lei … ad ella vanno i nostri pensieri …
La merenda tra signore durò per poco perché un urlo le fece trasalire
facendo ad una spiaccicare il pasticcino sulla faccia mentre all’altra
cadere tutto il the a terra: « PAPA’!! MA CHE FAI!? FERMO!!! QUELLE
ERANO MIE, FERMATI!!!! ».
Il pavimento iniziò a tremare per colpa di due individui che correvano
come pazzi. Vegeta, in testa alla gara, si presentò a passo spiccio con
le movenze precedentemente descritte e con tra le mani un sacchetto di patatine
mentre il figlio, livido in volto per la rabbia, lo inseguiva saltando da una
parte all’altra seguendo il percorso del genitore. Vegeta zigzagava come
un topolino dispettoso mentre nel frattempo, grazie alla sua bocca che non aveva
la stessa carineria dell’animaletto usato per il paragone precedente,
trangugiava ad una velocità impressionate le patate lasciando alle sue
spalle una scia di briciole ben visibile. Trunks, per nulla scosso dagli urletti
che la mamma generava per colpa di quel trambusto che stavano facendo, continuò
a seguire il padre facendo addirittura rovesciare sedie e rovinando i muri che
utilizzava bellamente come trampoli di sponda per essere un poco più
rapido. Se il principe dei sayan doveva essere un sorcetto, il glicine raffigurava
in pieno la figura di un gattaccio dal pelo gonfio …
« PAPA’!! … » il ragazzo chiamò nuovamente il
genitore senza ottenere risultati e pertanto, essendosi un poco innervosito,
generò tra le mani un’onda d’energia e la scagliò
in direzione del moro che sembrava sfuggevole come una saponetta. La sfera luminosa,
dopo aver attraversato parte della stanza ad una velocità folle, mancò
l’obiettivo andando a perforare la larga parete del salotto, sulla quale,
il mastodontico televisore al plasma faceva la sua sporca figura … nel
vero senso della parola perché questo, essendo esploso per colpa del
colpo, era tutt’altro che bello da vedere. Vegeta continuò a ridacchiare
e gettò a terra il sacchetto ormai vuoto uscendo all’esterno dell’abitazione
rientrando poi subito dopo (e a sorpresa del lilla che per poco non se lo ritrovò
tra le mani) per chissà quale motivo. Mentre il principe dei sayan, strano
come non mai, si defilava andandosi a nascondere in tutt’altra parte della
casa, Trunks venne bloccato da una Bulma furente, livida, a dir poco infuriata
che ci mise ben poco per mettere al proprio posto il figlio: « TRUNKS!!
MA CHE COMBINI?! » un bel cucco colpì in pieno la parte laterale
della nuca maschia obbligando uno spostamento di questa nella medesima posizione.
Il giovanotto si massaggiò il punto colpito con una mano ed abbassò
lo sguardo fortemente dispiaciuto « Scusa, il fatto è che ogni
volta è Goten quello che mi mangia le scorte che ho in camera e quindi
mi sono arrabbiato quando ho visto papà che faceva lo stesso …
brutta abitudine, prendo a castagnate pure il mio amico quando succede ».
Bulma proseguì a mantenere il broncio mentre la simpatica nonnina, come
se nulla fosse successo, continuò a bere il suo the con una tazzina differente
« Vedi di non farlo più … » disse l’azzurra prima
di rilanciare una nuova raccomandazione « … E ora vai a nascondere
tutto quello che potrebbe essere commestibile, non voglio che Vegeta peggiori
ulteriormente. Lo hai visto anche tu, no? ». Il glicine annuì «
Sì, il suo atteggiamento anormale è evidente. Per sicurezza gli
toglierò pure il dentifricio ». La scienziata, con un nuovo sorriso
sul volto, alzò il pollice della mano destra verso il proprio bambino
dopo aver strizzato l’occhio « Bravo tesoro, mi affido a te ».
Le ore precedenti alla
cena passarono parecchio lente in casa Brief per certi soggetti: la piccola
Bra infatti si era ritrovata sola a giocare e nessuno dei suoi parenti sembrava
essere ben disposto a passare un po’ di tempo con lei che, nonostante
facesse loro le sue faccine sorridenti per invogliarli a farsi manovrare a suo
libero piacimento, non riusciva a smuoverli dal loro irremovibile compito a
lei sconosciuto. Persino i nonni, che in genere si lasciavano tortigliare alla
meglio, se ne stavano seduti sulla loro seggiola vicino all’ingresso della
camera gravitazionale del padre così come un paio di ore prima avevano
fatto mamma Bulma e fratello Trunks. La piccola aveva provato a chiedere indizi
ai due vecchietti ma non era riuscita a scoprire nulla se non che questi dovevano
fare da guardiani alla porta e che il nonno aveva perso per l’ennesima
volta il suo gattino. Ma cosa dovevano sorvegliare alla fine? La piccina, nonostante
all’apparenza sembrasse sveglia, non l’aveva ancora capito.
Durante la cena regnò uno strano silenzio. La piccola si spaventò
e per un attimo, non vendo il suo amato papà a tavola, pensò che
lui e la mamma avessero litigato per l’ennesima volta ma poi però,
riflettendo un poco e ipotizzando che se ciò fosse accaduto Trunks l’avrebbe
messa al corrente, proseguì a mangiare anche se con uno spirito famelico
meno evidenziato del solito. Bulma si accorse di ciò e pertanto poggiò
la forchetta a fianco del piatto riempiendosi poi il bicchiere di acqua fresca
(di rubinetto perché in fondo è un po’ tirchia): «
Bra, come mai mangi così poco? Sei già piena? ».
La piccola posò anch’ella la forchetta facendola cioccare contro
il piatto di porcellana « Ho ancora tutto il sapore di cioccolata in bocca
… » mormorò sentendosi un po’ goffa perché voleva
sempre apparir come perfetta, cosa che in quel caso non era per davvero. Trunks
afferrò il suo piatto e mise la sua bistecchina nel suo che era pressoché
lindo « Allora questa la mangio io … » disse sapendo che Bra
non avrebbe proseguito a mangiare nemmeno sotto sforzo « … E la
prossima volta mangia meno cioccolata perché troppa non fa bene e in
più ti scombussola, come in questo caso » aggiunse facendosi raggiante
o perlomeno saggio ai suoi occhi. I nonni varcarono la soglia della cucina e
si sedettero anche loro attorno al tavolo e la bionda, avendo udito come una
vera vedetta lombarda ciò che era stato detto poco prima, sorrise dolce
alla piccola poggiando entrambe le mani attorno al viso ancora giovane nonostante
l’età « Ma certo cara, tuo fratello ha perfettamente ragione.
Per non parlare che se poi fai indigestione c’è il rischio che
tu faccia dei brutti sogni » disse la nonnina prima di passare il vassoio
con la carne al marito.
« E come faccio se mi capita di fare un incubo? » chiese Bra dopo
essere salita con i piedini sulla seggiola ed essere prontamente riseduta composta
al posto dopo un’occhiataccia della madre. La nonna si portò il
dito indice alla bocca che si piegò in un sorriso quando la soluzione
sembrò giungere « Quando c’è qualcosa che non và
io mi bevo una bella tazza di the fumante » disse la donna frizzante di
natura. Il nonno si piegò un poco verso il pavimento e dopo aver afferrato
per la collottola l’esserino che si strusciava sulla sua gamba, lo porse
alla piccola senza sapere che aveva condannato il suo micetto ad una morte precoce
prima di interpellare la bionda: « Ma moglie, Bra mica può farsi
il the, è troppo piccola e potrebbe bruciarsi ».
« Ma hai ragione … » cinguettò la nonna trovando però
immediatamente una nuova soluzione « … Allora potrebbe bastare anche
un bicchiere di latte ».
Bulma sorrise poggiando forchetta e coltello sul piatto poiché aveva
finito di cenare « Giusto, e poi adesso che sei abbastanza grande puoi
venire tranquillamente in cucina senza svegliare ogni volta Trunks … Poverino,
non dorme mai abbastanza ». La bimbetta pestifera iniziò a ridere
ripensando alle notti in cui obbligava il fratello a giocare con lei fino alle
ore più impensate nelle quali il figlio del valoroso principe dei sayan
era costretto a maneggiare una bambola dalle fattezze maschili e assecondare
l’impiastro in quelle che dovevano essere le sue favolette amorose …
un vero strazio per uno di ormai vent’anni. Trunks, sentendo il messaggio
materno, tirò un sospiro di sollievo.
« Ma dov’è papi? » domandò la piccolina quando
vide che entrambi i nonni erano oramai a metà cena. Bulma aggrottò
le sopracciglia, piegò la testa da una parte e poggiò la guancia
sinistra sulla medesima mano prima di sbuffare sonoramente « Vegeta si
è comportato un po’ male oggi e quindi ha saltato la cena. Spero
che serva a qualcosa … ».
Bra rimase silenziosa nel sentire quell’ultima frase in sospeso ma ben
presto si distrasse vedendo il daffare che Trunks metteva in atto: come un vero
signore di casa infatti, viaggiava con passo regolare dalla tavola al lavandino
carico di stoviglie sporche che creavano soltanto impiccio tra quelli che dovevano
ancora ultimare il pasto anche se, la parte da pulire maggiormente, non era
altro che la zona del giovane stesso. Quando il sayan ebbe concluso il suo andirivieni
si pose alle spalle della bambina, la prese per le ascelle e la se la mise sulle
spalle continuando a tenerla per le gambette « E adesso, a nanna ».
« Nooo … Ma io non ho ancora sonno … » piagnucolò
la bambina afferrando con entrambe le mani i capelli lilla che fino a un secondo
prima stavano davanti alla fronte coprendola in parte.
« Non parlare troppo presto … » iniziò Trunks salutando
i presenti in cucina con una mano e indirizzandosi verso le stanze da letto
e, più precisamente, verso la cameretta della sorellina « …
Scommetto che ci metterai poco ad addormentarti e poi questo è l’orario
dei bambini e quindi si và a pisolare ».
Mentre il sayan saliva le scale che portavano al piano superiore della Capsule
Corporation, Bra scalciava come un asinello nel tentativo di convincere il fratellone
a cambiare idea anche se il tentativo fu completamente vano perché Trunks
andò diritto nella stanzina senza ascoltare le lamentele della monella.
Il ragazzo sollevò la bambina e la poggiò sul morbido lettone
con la coperta rosa sulla quale erano stampate delle buffe nuvolette. Il ragazzo
si guardò un po’ attorno e notando l’enorme confusione decise
di dare un consiglio alla sorellina mentre questa si sfilava goffamente i calzini
« La mamma non apprezzerebbe tutta questa confusione visto che stamattina
ti aveva messo tutto in ordine … » vari pupazzetti caddero come
una valanga giù da uno scaffale ma Bra fece finta di nulla « …
Se proprio non riesci a dormire metti un po’ in ordine così ti
stanchi ». La principessina si infilò sotto le coperte e sbuffò
ancora mentre si sfilava il legaccio che teneva insieme in grosso ciuffo di
capelli « Però non è giusto, è troppo presto per
andare a letto ».
« Quando sarai più grande andrai a letto più tardi »
sentenziò il fratello indirizzandosi verso la porta non sapendo che la
marmocchia era davvero tenace in fatto di “rotture di scatole”:
« Ma perché papà non ha potuto mangiare niente? ».
Trunks si scostò una ciocca di capelli, si voltò su sé
stesso tornando a guardare la bambina e poggiò la schiena allo stipite
della porta « E’ quello che succede quando qualcuno si comporta
male e quindi prendi da esempio perché succederà anche a te la
stessa cosa se ti capitasse di disubbidire alla mamma ».
« Ma non può mangiare nulla-nulla-nulla? Non posso portargli un
biscotto? ».
« La mamma ha detto che non deve mangiare nulla e quindi così dev’essere
… » il lilla si avvicinò al lettone, obbligò con la
forza la monella a ficcarsi sotto la coperta e poi tirò il tessuto verso
il basso obbligandola a stare là sotto « … Mi raccomando,
non disobbedire la mamma. E ora dormi ». Il ragazzo scompigliò
quei capelli azzurri e si dileguò lasciando la piccina immersa nei suoi
dubbi.
Trascorsero diverse ore.
Nel cielo ancora buio le civette cantavano e il vento sibilava facendosi udire
in quel silenzio tombale. Due enormi occhioni azzurri erano spalancati e fissavano
un punto indefinito. Come da lei immaginato, Bra non aveva chiuso occhio.
Tutt’altro che stanca la bambina scivolò fuori dal lettone, si
indirizzò verso la porta senza accendere alcuna luce e poi, continuando
a rimanere scalza, percorse tutto il tragitto che serviva per raggiungere il
suo obiettivo: la cucina. Oltrepassò il salotto nel quale, sopita sul
divano, trovò la mamma che russava come mai si aspettava e si addentrò
nella cucina lasciandosi guidare soltanto dalle luci dei lampioni che erano
all’esterno della casa e che entravano così illuminandole il tragitto.
A piccoli passi raggiunse il frigorifero e lo aprì ripensando a ciò
che aveva detto la sua nonna: il latte l’avrebbe aiutata in un qualche
modo. Osservò con occhietti un po’ accecati dalla luce tutti gli
scaffaletti interni del sistema ma poi, sentendo un improvviso rumore, voltò
immediatamente lo sguardo indietro, in direzione del salotto.
Nulla … la mamma stava continuando a dormire eppure Bra era sicura di
aver udito il rumore di un qualcosa che si era infranto …
La bambina tornò a scrutare l’interno del refrigeratore e quando
la trovò estrasse dal porta bottiglie il contenitore di plastica contenente
il latte che cercava. Chiuse lo sportello del frigorifero e soltanto quando
ciò accadde vide qualcosa che l’aveva fatta spaventare: Vegeta,
a fianco dell’elettrodomestico, fissava con occhi assatanati la bambina
tenendo piegata da una parte la testa e lasciando che un rigolo di bava fuoriuscisse
dalla sua bocca semi-aperta. Bra, terrorizzata da quello spettacolo improvviso,
arretrò impaurita tenendo stretto il contenitore mentre il padre proseguiva
ad osservarla con aria spaventevole. Bra, fortemente confusa, osservò
il frigo prima di riuscire a guardare il principe negli occhi « Papi …
» mugolò piano indietreggiando ancora fino a toccare con le spalle
la parete che stava dietro di lei. Vegeta non si mosse di un passo, l’unica
cosa che fece fu quella di sigillare le labbra bloccando la scia di saliva.
La piccina prese altro coraggio « Papi … Hai forse fame? …
» chiese titubante ma riuscendo ad accendere qualcosa nell’interesse
del principe dei sayan che, anche se piuttosto impercettibilmente, riuscì
a modo suo ad ottenere un’espressione facciale più intelligente
della norma. Bra osservò per un istante il grosso orologio cromato che
stava sulla parete più grande della cucina e grazie alle lancette e ai
numeri fosforescenti comprese che l’orario era oltre la mezzanotte. Inghiottì
un poco di saliva e si riavvicinò al papà mettendosi una mano
a fianco della bocca iniziando a bisbigliare « E’ tardi per mangiare
ma non voglio che tu non mangia … » disse “tranquilla”
sapendo che se in quel frangente avesse sbagliato a formulare qualche frase
il padre non gli avrebbe detto nulla anche perché in quel frattempo il
genitore sembrava messo piuttosto peggio a livello intellettivo …
Bra aprì l’anta del frigo e permise a Vegeta di abboffarsi mentre
ella, dopo aver recuperato un bicchiere, si sedeva alla tavola iniziando a gustarsi
il suo latte.
Il sayan trangugiava voracemente tutto ciò che gli capitava a tiro, nulla
si salvava alla sua fame. Il trambusto che iniziò a crearsi allarmò
la bambina che si ritrovò costretta a interrompere la sua merenda «
Piano sennò la mamma si sveglia … » disse piano la piccola
prima di divenire una statua di pietra per il nuovo spettacolo: Vegeta continuava
a mangiare ma nel frattempo, su tutto il suo corpo, stava iniziando a crescere
una folta pelliccia, i denti si erano tramutati un fauci mentre il viso si stava
deformando andando a raggiungere delle fattezze riconducibili a quelle di una
scimmia. Bra scese tremante dalla sedia continuando ad osservare quello spettacolo
e vedendo che il genitore stava, secondo dopo secondo, aumentando di stazza,
corse senza indugi verso la mamma che stava sul divano. Scosse Bulma con forza
colta da uno stato di panico: « MAMMA!MAMMA!! … » urlava lei
« … SVEGLIATI!! ». La donna si destò malamente ma appena
vide il terrore dipinto sulla faccia della bambina sembrò svegliarsi
come d’incanto, afferrò Bra per le spalle e le parlò chiaro
« Bra, che cosa c’è? Perché fai così? ».
Bra iniziò a piangere ma Bulma si accorse di cosa stava accadendo sentendo
dei forti rumori alle proprie spalle: si voltò completamente in direzione
della cucina e vide il marito, tramutato in un Orazu, sfondare con il suo corpo
possente il soffitto e iniziare a distruggere l’intera casa. Lo scimmione
afferrò con entrambe le zampe un grande pezzo di abitazione e dopo averlo
staccato di netto dalla struttura, lo lanciò lontano lasciando metà
casa scoperchiata.
« BRA, MA COSA HAI FATTO?! » urlò la mamma scossa, impaurita,
incapace di fare altro verso una bambina che non la smetteva di tremare: «
Aveva fame … » piagnucolò smoccolando la bambina «
… Gli ho aperto il frigo per dargli da mangiare, tutto qui … ».
La mamma divenne furiosa « MA PERCHE’!! TRUNKS MI AVEVA ASSICURATO
CHE TI AVEVA DETTO DI NON DARE NULLA A TUO PADRE, PERCHE’ MI HAI DISOBBEDITO!?!
».
Bra continuò a singhiozzare non riuscendo a rispondere. Le piccole spalle
dolevano in quella stretta che la mamma gli faceva ma non piangeva per quello.
La bambina osservò il cielo scuro e urlò a squarciagola quando
vide l’arto posteriore del mostro indirizzarsi verso di lei a velocità
elevatissima.
Poi venne il buio.
« AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!
» Bra si alzò di scatto con la schiena e continuò ad urlare
per un tempo indefinito finché la mamma, che l’aveva udita dalla
cucina, non l’aveva raggiunta nel giardino. Bulma raggiunse la figlia
e la abbracciò « Bra, ma che succede … Racconta tutto alla
mamma … ».
Bra tirò su con il naso « Ho fatto un brutto incubo: papi era stano
e tu non volevi dargli da mangiare ma poi io, vedendo che soffriva tanto, gli
ho aperto il frigorifero anche se era molto tardi … Mangiando è
diventato un mostro e ci fece del male … » disse prima di scoppiare
nuovamente a piangere.
La donna sbuffò sonoramente mantenendo però il sorriso sul volto,
riempì i polmoni e urlò: « VEGETA! VIENI SUBITO QUI!! ».
« CHE VUOI DONNA!?! » si sentì dall’interno dell’abitazione
color giallo canarino senza che chicchessia si facesse anche solo vedere.
« DOBBIAMO PARLARE, VIENI IMMEDIATAMENTE! » insistette l’azzurra
alzandosi in piedi e tenendo la piccola (e frignate) Bra tra le braccia. Il
principe dei sayan uscì all’esterno con aria corrucciata, le braccia
incrociate sul petto scoperto mentre i suoi pantaloni grigi assorbivano il calore
del sole « Tzk, vedi di non farmi perdere tempo donna. Cosa diavolo vuoi?
». Bulma raggiunse il marito che si era poggiato con la schiena alla larga
parete esterna « “Cosa diavolo vuoi? Cosa diavolo VUOI??”.
Te lo dico io cosa voglio … » iniziò arrabbiatissima la scienziata
livida in volto « … Voglio sapere che cosa ti è saltato in
testa! ».
Vegeta alzò un sopracciglio lasciandola proseguire: « Ti avevo
chiesto per una volta di tenere dietro a Bra e ti avevo consigliato di fargli
vedere un film per farla divertire … non per dire, ma non credo che “I
Gremlins” sia il film più adatto per una bambina così piccola!
».
« Non rompere donna, ho preso il primo che ho trovato. Se avevi tante
lagne te la dovevi sbrigare da sola » sentenziò il sayan con il
preciso scopo di far finire lì la questione senza però ottenere
il risultato sperato: Bulma ricominciò a dire la sua « Bra adesso
ha gli incubi per colpa tua! Si è sognata che diventavi un mostro perché
mangiavi fuori orario! Ma adesso noi due facciamo i conti, non credere di passarla
liscia principe dei miei stivali » sibilò additando il principe
che si ritrovò oltremodo offeso. Bra tirò su con il naso e Vegeta
voltò la faccia dall’altra parte « Tzk, secondo me è
soltanto per colpa di tutta quella cioccolata che gli lasci mangiare …
di questo passo diventerà grassa come te ».
Bulma si pietrificò e voltò gli occhi verso la bambina: Bra era
ricoperta di cioccolato fino alle orecchie … « BRA! TI AVEVO DETTO
DI NON MANGIARE COSI’ TANTA CIOCCOLATA!! PERCHE’ MI HAI DISUBBEDITO?!
».
La bambina, per colpa della bocca impastata per colpa del moccolo e del cioccolato
stesso, non riuscì a rispondere in tempo anche se quella che voleva proporre
non era una scusante valida.
« Così non và proprio … » proferì serissima
la donna « … per punizione andrai a letto senza cena! ».
« Ma mamy … » le sue faccette carine non servirono a nulla,
Bulma divenne irremovibile. Le due femmine rientrarono in casa sparendo dalla
vista del regale personaggio che poi, sentendo uno strano senso di soddisfazione
nel profondo, iniziò a sghignazzare perché aveva vinto una battaglia.
La gioia durò poco e si fermò quando si udì provenire dall’interno
ancora una volta la voce di quella strega: « VEGETA, ANCHE A TE SENZA
CENA! ».
è_é !
Morale della favola? Beh,
si possono dire parecchie cose, del tipo: ubbidite ai vostri genitori, rispettate
i limiti consentiti, guardate soltanto solo cose adatte alla vostra età,
non mangiate spuntini fuori pasto e via discorrendo …
La cosa più fondamentale però è: non abusate dei dolci,
come avete visto possono fare male anche a livello celebrale (Bra U.U) e soprattutto,
state lontano dal principe dei sayan se lo trovate di malumore. Non fate come
Trunks che dopo un “Ciao papà, come stai?” si è buscato
una randellata di botte perché il soggetto inferocito doveva sfogarsi
con qualcuno … come immaginerete, nemmeno questo è salutare ^-^”
Sinceramente non ho mai visto il film “I Gremlins”
ma ho ripreso lo spezzone di Vegeta che faceva vedere tale film alla bambina
ricordandomi che in un telefilm che era in tv un po’ di tempo fa: il padre
di una piccola bambina di nome Kady fece esattamente ciò terrorizzando
la piccina … il telefilm si chiamava “Tutto in famiglia” e
ricordo che tale cosa mi fece scompisciare dal ridere.
Ripensando a tale cosa mi sono chiesta: “Vegeta potrebbe fare lo stesso?”.
Alla fine, quando la mia risposta si è rivelata come positiva perché
ho ritenuto il principe come abbastanza menefreghista per seguire le esigenze
della marmocchia, mi sono concentrata su quello che avrebbe potuto scatenare
la visione di un film così inadatto per una bambina così piccola.
Se voi, a differenza di me, avete visionato il film menzionato, vi sarete di
certo accorti della somiglianza di Vegeta ai mostriciattoli chiamati Mogwai
(versione normale del Gremlin): l’atteggiamento stupido con annessa le
sue espressioni poco intelligenti, il suo correre sciocco perché gli
animaletti hanno le zampette corte, la loro ficcanasaggine e ovviamente i loro
punti deboli: la loro mal-sopportazione dell’acqua, della forte luce (questo
aspetto è stato ammortizzato e quindi Vegeta è soltanto incapace
di andare all’esterno, dove la luce è altamente forte) e soprattutto
della sua propensione alla mutazione alle ore successive alla mezzanotte se
ingurgita qualcosa da mangiare. La trasformazione (che per i Mogwai era altamente
differente – perché divenivano delle sottospecie di coboldi) è
stata modificata per riallacciarmi a Toriyama in qualche modo: Bra poteva essere
a conoscenza della trasformazione del padre in uno scimmione ma poteva essere
completamente all’oscuro delle modalità …
Spero che questo breve racconto non vi
abbia annoiato.
Vi saluto tutti e recensite se passate di qui.
Baci, scImMIA