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Autore: Tama_Max_Niels_Loki    17/03/2015    0 recensioni
Nel vostro destino è scritto questo: regnerete fianco a fianco, forza, astuzia, saggezza e intelligenza riunite in due persone. Camminerete l'uno accanto all'altra, in un sentiero di luci e ombre, come un riflesso quando osserva l'altra sua metà sulla superficie di un lago."
Storia ambientata in Irlanda, protagonisti un fratello e una sorella, che dovranno imparare a contare l'uno sull'altra, seguendo le leggi della natura, che guida i loro cuori.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

C'era un bel sole, quel giorno, il tempo perfetto per una visita ai frutteti. I coltivatori stavano iniziando a raccogliere le primizie tra i lievi stralci di vapore che  salivano dall'erba ancora umida.
Continuai a restare in sella per percorrere tutti i frutteti nella loro lunghezza, avvicinandomi via via al mare. In lontananza potevo scorgere la scogliera, alta più di cinquanta metri, che proteggeva un bosco che si affacciava sul mare. Era uno dei luoghi in cui preferivo stare... In qualsiasi occasione.
Decisi che avremmo potuto dare una festa di benvenuto nel frutteto, e che a fine di essa ci saremmo spostati nel castello. Gli alberi in riva al mare davano uno spettacolo idilliaco. Al tramonto, per l'arrivo degli emissari, sarebbe stato perfetto.

La mia idea fu ben accolta da tutta la mia famiglia, che si adoperò per organizzare i preparativi per il ricevimento. Dopo la visita degli emissari sarebbe stato il nostro turno di andare a Falcarragh, dove speravo che Regan potesse conoscere qualche ragazza... Doveva iniziare a pensare un po' per sé stesso.
E il mio animo crudele aveva intenzione di fargli avere più possibilità che mai. Mi avrebbe odiato per questo, ma pazienza.

E venne il giorno.
Iniziò (stranamente) con la pioggia, motivo per cui mentre controllavo i preparativi fui costretta a ripararmi nel bosco della scogliera. Mentre aspettavo che diminuisse, le gocce ticchettavano sulle foglie, suonando come piccole scarpe che battevano un pavimento di cotto danzando.
Immersa nella foresta ricordai quella sera in cui vidi il cervo saltare nel giardino del castello. Non avevo più avuto sogni o visioni particolari. Era veramente solo la stanchezza? O c'era di più? Un simbolo per qualcosa? Strinsi il medaglione. Pregai che mi desse saggezza, ma per quella volta non mi servì, perché un rumore aveva appena rotto il silenzio del bosco.
Un'ombra si muoveva piano nel fogliame, come se non volesse spaventarmi... Due corna si facevano strada tra i cespugli, senza impigliarsi tra i rametti, e mano a mano che si avvicinavano potevo vedere il maestoso cervo a cui appartenevano.
Grande, selvaggio, mansueto.
Questi erano gli aggettivi che mi passavano per la mente mentre lo osservavo. Non mi muovevo perché non volevo scappasse, ma quando si fermò davanti a me l'istinto di allungare la mano per toccarlo fu grande.
Fece due passi indietro, mentre mi fissava, e involontariamente da seduta mi misi in ginocchio, come se fossi pronta per rincorrelo. Girò le orecchie a sentire il fruscio dei miei vestiti sull'erba, ma nient'altro. D'un tratto iniziò a mutare, e in un battito di ciglia davanti a me c'era un'uomo vestito di pelli, con al collo una collana raffigurante un serpente e le corna del cervo che era prima.
Il dio Cernunnos.
Rimasi senza fiato, restando inginocchiata a terra in segno di rispetto, cercando di controllare il battito affannato del mio cuore, ma con poco successo. Quanto avvertii che le mani non tremavano più le staccai dal medaglione per allargarle e inchinarmi al cospetto del dio, che mi osservava in silenzio. Quando rialzai il viso lo vidi sorridere benevolo, come se non si aspettasse il mio sgomento. I suoi capelli erano lunghi fino alla fine del collo, neri e ondulati, gli occhi color nocciola e verde, il corpo muscoloso ma agile e dinoccolato.
-Perché non ti alzi, fanciulla? Se sai chi sono, e suppongo che tu lo sappia, sai che non mi devi temere.- sorrise ancora, invitandomi ad alzarmi. Spostai il mantello sulle spalle, mentre lentamente mi alzavo.
-So chi siete, nelle leggende si parla moltissimo di voi. È un privilegio incontrarvi. Ma perché io?-
-Lo vedi, quel simbolo che porti al collo? È il mio. Questo significa che tra di noi c'è un legame. Per ora non ti dirò qual'è, ma ci incontreremo in futuro, e saprai cosa questo significa. Arrivederci, fanciulla.- detto questo svanì come una fronda che mossa dal vento si nasconde dietro a un'altra.
Crollai a terra, lo shock mi aveva fatto cedere le gambe. Nel silenzio assoluto non sentii più la pioggia, il che voleva dire che potevo tornare al castello. Potevo dire quello che avevo visto a qualcuno? A Regan, magari? Forse più avanti...
Non è da tutti vedere un dio. Ma sapere che quella era solo la prima volta... Beh, forse qualcosa di strano lo avevo davvero.



Piccolissima inserzione, spero vi piaccia ecc., vado a scrivere il sesto capitolo, baci. ^^
Tama
  
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