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Autore: slanif    17/03/2015    5 recensioni
KyuMin
« Che libro ti interessa? »
Kyuhyun estrasse il foglietto sgualcito dove aveva scritto il titolo del libro e l’autore dalla tasca del piumino arancione. Lo dispiegò e lesse: « “Suicide Bunny” di Andy Riley. »
Aveva trovato quel titolo cercando foto deprimenti in rete, preda del suo delirio autolesionistico. Aveva visto qualche illustrazione che lo avevano attirato. Adesso era davvero curioso di vederlo per bene.
Il Signor Park lo fissò: « Titolo interessante… »
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kyuhyun, Nuovo personaggio, Sungmin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Libro Dei Coniglietti Suicidi
di slanif
 
 
 
Kyuhyun si infilò il berretto con la visiera e gli occhiali; dopodiché si arrotolò la sciarpa blu intorno al collo fino a nasconderci dentro il mento e la bocca. Alla fine, del suo viso, si vedeva solo il naso.
Aveva comunque paura che qualcuno potesse riconoscerlo, ma era troppo snervato da quel silenzio per poter rimanere in dormitorio un secondo di più.
Prendendo un bel respiro, afferrò le chiavi della macchina e scese nei garage dopo essersi assicurato di aver chiuso con accuratezza la porta. Una volta Donghae l’aveva dimenticata aperta, e da quel giorno tutti avevano il terrore di fare lo stesso errore. La reazione di Leeteuk era stata così isterica che Donghae era scoppiato a piangere, facendo scoppiare a piangere a sua volta Leeteuk che dopo si era sentito in colpa per averlo aggredito. Il dormitorio era diventato un piagnisteo.
« Ridicolo… », sbuffò il maknae, irritato persino al ricordo di quella scena pietosa.
Scuotendo la testa entrò in ascensore e pigiò il tasto con la dicitura -1, arrivando quindi ai garage.
Montò nella sua Audi e partì a tutta velocità, diretto verso il centro di Seoul.
Dopo venti minuti di guida nel traffico, riuscì ad arrivare e a parcheggiare la macchina sul ciglio della strada; quindi scese ed entrò dritto nel suo obbiettivo: la libreria del Signor Park.
Ci andava sin da quando andava alle medie. Era la sua libreria preferita e conosceva bene il proprietario. Il Signor Park era un uomo anziano, padrone della libreria anche all’epoca. Lo aveva visto crescere e diventare un Idol famoso. Non avrebbe dato in escandescenza e non avrebbe chiamato i paparazzi. Lo avrebbe semplicemente lasciato fare quel che doveva senza avere paura che, imbacuccato in quel modo, fosse un terrorista.
Spalancò la porta e bofonchiò: « Buongiorno. » a testa china.
Il Signor Park alzò distrattamente gli occhi su di lui, staccandoli dal giornale che stava leggendo, e dopo un secondo lo riconobbe: « Ciao, ragazzo. Stai bene? »
« Sto bene, Signor Park, la ringrazio. Lei? », sorrise Kyuhyun, anche se sapeva perfettamente che il Signor Park non avrebbe mai potuto vederlo, imbacuccato com’era.
« Sto bene. », annuì l’anziano, sistemandosi gli occhiali sulla punta del naso « Ma non star qui a perdere tempo con un vecchio come me. Che libro ti interessa? »
Kyuhyun estrasse il foglietto sgualcito dove aveva scritto il titolo del libro e l’autore dalla tasca del piumino arancione. Lo dispiegò e lesse: « “Suicide Bunny” di Andy Riley. »
Aveva trovato quel titolo cercando foto deprimenti in rete, preda del suo delirio autolesionistico. Aveva visto qualche illustrazione che lo avevano attirato. Adesso era davvero curioso di vederlo per bene.
Il Signor Park lo fissò: « Titolo interessante… », borbottò; poi col bastone indicò: « Da quella parte, secondo piano, quarto scaffale. »
Kyuhyun sorrise ancora: « Grazie. », e si avviò.
Ma la voce dell’anziano signore lo fece bloccare di nuovo: « Puoi toglierti tutta quella roba di dosso, figliolo. Ci sei solo tu, al momento, e se qualcuno dovesse entrare suonerebbe il campanellino, tu lo sentiresti e avresti tutto il tempo per rivestirti. »
Kyuhyun annuì: « Grazie. », ripeté; quindi salì le scale mentre cominciava a srotolarsi via la sciarpa dal viso, lasciandola poi ricadere sul petto in una maniera più consona e usuale. Si sfilò anche gli occhiali e li mise in tasca.
Avanzò deciso nel corridoio coperto di moquette, sentendo i suoi passi ovattati rimbombare per tutta la libreria.
Quando giunse al secondo piano, andò dritto al quarto scaffale e cercò per ordine alfabetico. Sotto la R, trovò il libro che stava cercando.
Lo estrasse e ne guardò la copertina arancione.
« Decisamente in pendant… », borbottò tra se, osservando che la copertina e il suo giaccone erano della stessa punta di arancione, cominciando poi a sfogliare le pagine velocemente. Vide le varie illustrazioni scorrergli davanti alla faccia e ne trovò qualcuna interessante, ma capì presto che doveva vedersele con calma una per una se voleva trovare quella giusta.
Perciò richiuse il libro e lo riaprì dalla prima pagina dopo essersi seduto su una delle poltrone di pelle consumata, bordeaux, che erano vicino alle finestre e disponevano di tavolinetti di legno chiaro, bassi, dove poggiarsi. Le finestre affacciavano in un giardino privato, perciò non era preoccupato che qualcuno potesse vederlo. Anche perché dal secondo piano e col cappello ancora calato in testa, dubitava che qualcuno riuscisse davvero a riconoscerlo.
Rilassandosi un poco, osservò la prima immagine.
 

 
Ucciderlo in modo crudele o impiccarlo? O magari usare le corde per legarlo, prima, per poterlo torturare? Farlo a fette? Infilzare? Scotennare? Accettare? Stritolare?
« Torturarlo mi piace… », bofonchiò ancora, borbottando tra se e se come un matto.
Se qualcuno lo avesse visto, di sicuro avrebbe pensato male di lui, ma a lui non importava. Aveva troppi pensieri che viaggiavano nella sua testa per preoccuparsi di quelli che viaggiavano nella testa degli altri.
Certo, capire cosa viaggiasse dentro quella noce che Sungmin aveva al posto del cervello sarebbe stato carino, ma non si poteva avere tutto dalla vita…
Voltò di nuovo pagina e vide quella seguente: il coniglio bianco veniva schiacciato da un ferro da stiro.
 

 
Divertente, ma impraticabile. Per quanto Sungmin fosse più basso di lui, di certo non era così piccolo da poterlo bruciare vivo con un ferro da stiro senza che l’altro riuscisse a liberarsi.
Perciò passò a quella seguente: il coniglietto bianco aveva una corda al collo e attendeva il girare delle lancette che colpissero la mezzanotte per poter essere impiccato.
 

 
Interessante anche quello, ma di certo Sungmin non avrebbe atteso di morire impiccato senza cercare di liberarsi.
E anche tutti gli esempi seguenti erano simpatici, ma adatti a un coniglio vero e non a uno presunto.
Se li era figurati tutti nella testa, quegli omicidi, con al posto del coniglio animale il coniglio umano Sungmin, e aveva provato un gusto sadico nel vedere la sua immagine di carnefice che infliggeva dolore e morte all’altro, ma si era reso conto che nessuno era attuabile davvero nella realtà.
Kyuhyun continuò a sfogliare le pagine con crescente nervosismo e rabbia, aumentando la sua voglia di ferire l’altro ad ogni illustrazione passata.
Se ripensava a quello che l’altro gli aveva detto, di sicuro avrebbe voluto mettere insieme tutti quei metodi e ammazzarlo davvero, e non solo nella sua testa.
« Kyuhyun-ah, non hai mai amato due persone contemporaneamente? »
No. Neanche per idea. Lui aveva amato solo Sungmin. Per mia somma sfiga.
« So che può sembrare assurdo, ma questo matrimonio non significa niente! »
Allora perché ti sposi? Che scusa ridicola…
« Devi stare tranquillo. Mi dividerò tra te e Saeun e non ti sentirai trascurato! »
Lo aveva detto con un sorriso e l’espressione rilassata, pensando di averlo completamente in pugno.
Ma si sbagliava.
Kyuhyun era stufo dei suoi giochetti, e voleva farglielo capire molto chiaramente.
Sbuffando, giunse all’ultima foto; e con essa giunse la rivelazione: un coniglio legato a due palme, con una sega in mano, pronto a farsi spaccare a metà con le sue stesse mani.
 

 
Con un ghigno malefico sulle labbra, scattò una foto e la inviò su KakaoTalk a Sungmin con la frase: “Ecco come ti dividerei io a metà”.
Sorrise, si alzò e si rivestì. Scese le scale, pagò il libro, salutò e ringraziato il Signor Park, si diresse verso la sua macchina e quindi di nuovo nel traffico di Seoul e poi in dormitorio.
Da Sungmin, nessuna risposta.
 
 
 
FINE
 
Il libro esiste davvero (il titolo della fan fiction “Il Libro Dei Coniglietti Suicidi” è il titolo italiano del libro d’illustrazioni; mentre “Suicide Bunny” è il titolo originale. L’autore è, ovviamente, il già citato Andy Riley) e se ho scoperto della sua esistenza è tutto grazie a Tinni! <3 Dedico a lei questa fan fiction, sperando di non averti terrorizzata troppo su Twitter! XD!

   
 
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