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Autore: Pui Baka Otaku    17/03/2015    0 recensioni
Erano due nazioni. Due nazioni tanto legate tra loro da dar fastidio, mi spiegherò meglio: Italia Veneziano e Germania. Erano due nazioni così diverse tra loro: una era potente (Germania) e una era debole (Italia), uno era bravo in guerra e aveva una buona artiglieria e uno non sapeva combattere, odiava la guerra e non sapeva nemmeno come si usassero le armi. Due nazioni così diverse che nessuno si sarebbe mai aspettato che si sarebbero legate così tanto. Formarono un'alleanza anche con Giappone e dopo vari eventi diventarono migliori amici intensificando il loro legame, ma un giorno accadde qualcosa di inaspettato che cambiò le loro vite per sempre.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chibitalia, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV: Italia

Germania stava finalmente bene, anche se continuava ad avere incubi e dolori, ma almeno non si presentavano amnesie momentanee.

Ero rimasto molto rattristato dal fatto che quella volta non mi avesse riconosciuto, ma solo a Prussia. Mi ero accorto di essere innamorato di Germania o forse già lo sapevo da tempo, comunque il fatto che fosse stato Sacro Romano Impero ha alimentato la cosa più di quanto immaginassi, però mi dicevo sempre, quando a volte con i miei pensieri finivo nell'assurdo :''Io amo Germania perché è Germania e non perché è stato Sacro Romano Impero!'' ogni tanto però qualcosa dentro di me mi faceva sorgere dei dubbi.

Ad ogni modo, un giorno Germania mi disse qualcosa di inaspettato :-Sai Italia, volevo dirtelo da un po', ma mi sentivo in imbarazzo e ora...- sospirò :-...credo sia il momento di dirtelo!- mi guardò serio negli occhi.

Io trattenni il fiato e forse mi aspettavo qualcosa in particolare perché dopo che disse :-Io tutte le notti sogno dei momenti in cui ci sei tu e io sono...tu sai chi e sembrano piano piano dei ricordi sempre più vividi...- ci rimasi un po' male.

Un altro giorno, dopo incubi perenni, Germania mi chiese :-So che tu non vuoi raccontarmi più niente, ma...io devo sapere perché un giorno ci...ehm...vi siete messi a pitturare?-.

Io lo fissai tentando di ricordare :Vee~ io...ehm...penso che...- borbottai grattandomi la testa, poi un lampo :-Ahh sì, ora ricordo! Lui mi aveva chiesto se gli insegnassi a disegnare e io gli avevo risposto...-.

 

POV: Germania

-...ok, ma perché?- chiese la bambina piegando la testa.

Il sogno ormai sembrava quasi una serie televisiva che ogni volta vedevo un'altra parte.

Io borbottai imbarazzato :-Io...devo disegnare una cosa importante...-.

Ero completamente rosso in volto, ma lei non ci fece caso e continuò con quel sorriso ingenuo :-Che cosa esattamente?-.

Scrollai la testa ancora come un pomodoro :-Niente, niente!-.

Lei aveva sospirato e preso due tele da cui poi erano venuti fuori i disegni dei conigli.

Era quasi impossibile, quando ero in quei sogni, pensare che la bambina fosse in realtà un maschio, non ci riuscivo! Forse perché quei ricordi erano collegati a Sacro Romano Impero e non direttamente a me.

Comunque, un'altra cosa che mi assillava era che non riuscivo a ricordare cosa volessi disegnare e questo continuo rimuginarci sopra mi faceva il solito effetto di dolore atroce.

Una notte non mi svegliai e i sogni si fecero molti, ma diversi dai soliti.

Barcollavo nel buio, ma riuscivo a capire che mi muovevo e ad un tratto urlai :-Fratellone! Dove sei?- iniziai a singhiozzare :-Ti prego fratellone...ho paura...-.

Piansi a dirotto e poi arrivò Prussia che mi sollevò prendendomi in braccio e con un sorriso e voce dolce mi disse :-Hey fratellino non devi avere paura del buio, non ci si nasconde nulla che tu non possa affrontare!-.

Tutto cambiò e ora mi trovavo seduto a terra in una stanza semivuota con un foglio da disegno in mano.

La mia mente lucida elaborò :''Ma questi sogni...sono più “recenti” ''-.

Stavo disegnando con dei pastelli e ancora non riuscivo a decifrare cosa avessi fatto, ma ricordavo benissimo che da piccolo disegnavo, e anche adesso, molto male. Non ero mai stato bravo e quando alzai il foglio per vedere il mio “capolavoro” mi accorsi che era il coniglietto disegnato con Italia, ma a quel tempo non lo ricordavo, infatti ero un po' scettico mentre lo guardavo perché sembrava avere qualcosa di sbagliato. Mi accorsi, con la mia mente però, che avevo sbagliato sempre quella zampa, ma “io” non lo capii e continuai a guardarlo, poi lasciai stare il disegno e mi guardai allo specchio. Come avevo immaginato ero il bambino del passato che ricordavo: pantaloncini corti marroni con bretelle, una camicia bianca e capelli biondi disordinati, come li avevo a quel tempo. Ero felice che finalmente riuscivo a riconoscermi, ma dopo un po' la mente iniziò a punzecchiarmi sempre più dolorosamente. Urlai dal dolore (a quanto sembrava anche il bambino che ero nel sogno lo provava) e iniziai a contorcermi a terra per poi vedere tutto sfocato e alla fine intravidi Prussia entrare a soccorrermi.

Poi il buio. Penso che fosse quello il momento in cui sarei dovuto svegliarmi per andare ad abbracciare Italia come tutte le mattine, ma non accadde.

Ad un tratto, dopo ore di buio e sonno tranquillo, vidi una luce e seguendola mi ritrovai davanti la bambina. Era triste e piangeva e anche lo sfondo era grigio, ma stavolta ero me stesso.

-Cosa ti succede piccolina?- domandai preoccupato.

-Vee~...io...- singhiozzava senza fermarsi, poi fece un respiro profondo e, girata di spalle, disse :-...lui non è tornato! Me lo aveva promesso e invece io sono rimasta ad aspettarlo speranzosa, ma lui non si è fatto vivo!-.

''Lui chi?'' mi chiesi, ma la risposta era chiara e ovvia.

Lei continuava ininterrottamente a piangere :-Aveva detto di amarmi, ma la voglia del potere era più forte di esso...- si chiuse a riccio.

Io sobbalzai :-Cosa!? Ma che dici!?- sbottai cercando, però, di non spaventarla :-Lui ti ha amato, ti ama ancora e lo farà per sempre!-.

Italia si girò di scatto, aveva un'espressione distrutta e confusa :-Come fai a saperlo?- chiese.

-Beh, perché io...- presi fiato facendomi coraggio :-...io sono Sacro Romano Impero!-.

La bambina mi squadrò e poi le lacrime ripresero a scendere :-Ma...ma...- mi si buttò addosso abbracciandomi :-Tu non sai quanto ho aspettato che tornassi! E lo sto ancora facendo!-.

-Cosa? Perché? Io sono qui...-.

-Sì, ma mi ci devi far credere...- si allontanò :-...altrimenti potrei pensare che potresti essere chiunque-.

''Ma di cosa...'' m'illuminai :''...parla..?'' chiesi subito :-Ma tu parli del vero Italia, cioè...-.

-Parlo di me, di chi altro sennò?- borbottò offesa.

Io capii :-Ok, ma...- la sua figura piano piano iniziò a dissolversi :-...come faccio a fartici credere?-.

-Non ti preoccupare, lo scoprirai...- sussurrò con la testa che stava scomparendo :-...Sacro Romano Impero-.

L'ultima cosa che vidi fu il suo sorriso.

 

POV: Italia

Ora ero seriamente preoccupato perché Germania non si era alzato questa mattina. Dormiva da un giorno e mezzo e la voglia di piangere fu forte, ma non lo feci, per lui :''Aspetterò il tuo ritorno...un'altra volta...'' abbassai la testa.

La cosa strana era che avevo pensato, chissà perché, a come sarebbe stato baciare Germania. Era una cosa stupida, ma decisi di provare: mi avvicinai lentamente al suo viso addormentato, gli accarezzai i capelli per poi passare alla guancia, era calda e morbida e la cosa non mi aiutò perché arrossii vistosamente, mi avvicinai ancora piegandomi leggermente da un lato per non far sbattere i nostri nasi e la punta del mio gli sfiorò la pelle. Ero così vicino e il cuore batteva a mille come fosse un toro impazzito in una gabbia minuscola che vuole uscire. C'era letteralmente un millimetro o poco più tra di noi, perché le mie labbra toccarono le sue, ma bastò quel contatto a farmi cambiare idea e allontanare di scatto il viso dal suo. Ero un pomodoro e mi portai una mano a coprirmi la bocca perché ebbi seriamente paura di iniziare ad ansimare :''Per così poco!?'' mi rimproverai, ma poi mi risposi :''È da tanto che non ho un contatto così ravvicinato con qualcuno e soprattutto con una persona che mi piace''.

Ebbi un momento in cui ricordai le ragazze che avevo provato o ero riuscito a rimorchiare e mi strinsi le braccia al petto chiudendo gli occhi :-Stupido!- sussurrai a me stesso.

Il motivo per cui avevo iniziato a uscire con le ragazze era che volevo dimenticarlo per non soffrire più e poi in quel periodo il mondo aveva iniziato a discriminare gli omosessuali, quindi per una nazione esserlo sarebbe stato un motivo in più per mettermi all'angolo e in cattiva luce :''Chissà se per Germania sarebbe stato lo stesso..?'' mi chiesi.

Mi strinsi di nuovo le braccia al ventre :''È per questo che non posso farlo...'' mi riferivo al bacio :''...ho paura che possa odiarmi se lo facessi...''

poi mi ricordai :''Anche se...gli ho raccontato del mio primo amore e lui non ha battuto ciglio quando ha saputo che era un ragazzo...'' sospirai :''...oppure lo ha fatto perché era interessato solo alla storia..?''.

Non ci capivo più niente e decisi di andare un attimo a mangiare o bere qualcosa per schiarirmi le idee, quindi mi alzai.

Stavo per per aprire la porta, mentre gli altri entrarono per darmi il cambio a controllarlo :-Tutto bene?- mi chiese Ungheria-san.

Io le sorrisi :-Vee~ sì, vado solo un attimo a fare una pausa-.

Lei mi sorrise di rimando :-Ok-.

Uscii dalla stanza, ma, mentre stavo per dirigermi in cucina, sentii un urlo e mi fermai. Successivamente sentii dei passi pesanti che provenivano dalla stanza di Germania.

Ebbi un brutto presentimento e mi girai di scatto a guardare la porta alle mie spalle, la quale era proprio quella della sua stanza. Non feci in tempo a raggiungerla che essa si aprì di scatto e vidi uscirne Germania con il sudore che gli scorreva sul collo e il fiato corto.

  
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