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Autore: Trilly Magica    18/03/2015    13 recensioni
Avevo parlato con quel Chirone, il corpo da cavallo e la testa da umano. Sapevo che era tutto un sogno, ma cominciai, purtroppo, a pensare di no. FIGLIA DI ARTEMIDE, FIGLIA DI ARTEMIDE, FIGLIA DI ARTEMIDE. Assurdo. Non potevo essere la figlia di Artemide. E poi Artemide era anche una dea vergine.
"La profezia parla di lei, deve partire con la missione. Jade" mi aveva spiegato, e io lo interruppi. "Jane" corressi.
"Oh, giusto; Jane, devi scegliere sei compagni. Devi scegliere cinque compagni e partire per la missione, devi sconfiggere Crono e i suoi alleati, te l'ho spiegato prima, no?" Disse come se fosse anche per me tutto normale…
Jane Waters è la figlia della Dea della verginità, che ha infranto un antico Giuramento: per questo motivo la dea viene rapita e tocca a Jane e ai suoi amici combattere contro Crono per trarla in salvo, mentre le Cacciatrici, deluse e arrabbiate, non contribuiscono a salvare Artemide. Ma pare che anche il padre di Jane sia stato preso da Crono, e dovrà combattere anche per lui; all'inizio, per la ragazza, giunta appena al Campo Mezzosangue, è tutto un sogno, ma poi diventa solo realtà, realtà avvolta in un incubo...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Ade, Altro personaggio, Artemide, Atena, Le Cacciatrici
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
Cominciai ad odiare mio padre durante l'inverno di Dicembre. La mia casa poteva essere paragonata al caos in persona, causato proprio da lui: giacchetti e magliette che addosso gli stavano raggrinziti non si trovavano in nessun altro posto che per terra, mentre il cibo era sempre appoggiato lì, in quel tavolo che usavamo solo per afferrarlo per poi scappare io in camera mia a mangiare e lui in salotto a mangiare e a guardare la televisione, insieme alla musica e alla radio.
E c'era ancora quell'amica che mi consolava dicendo che il nostro rapporto aveva ancora la possibilità di essere migliorato con qualche parolina dolce ed educata. Ma noi nemmeno una semplice parola a caso. No, nemmeno quella.
—Perchè odi tuo padre?— Mi girai di scatto per capire da dove era arrivata quella voce, quella voce che aveva racchiuso le sue parole in un sibilo. Sentii un ruggito, poi un grande rumore e qualcosa mi saltò addosso; sbattei la testa contro il muro, e per un attimo non vidi più niente. Non capivo nulla, cosa stava succedendo? Non riuscii a guardare, ma i graffi aumentavano sempre di più. Sapevo che davanti a me c'era qualche creatura fantastica. Mio padre entrò all'improvviso, E spalancò gli occhi.
—Sbrigati vieni!—. Mentre la creatura si buttava contro di lui, mio padre chiuse velocemente la porta mentre la specie di donna ruppe un pezzo di legno della porta.
—Ho detto sbrigati!— Seguii mio padre ed uscimmo di corsa da casa, mentre mio padre sbatteva tutte le porte. Entrammo in macchina e lui guidò dritto, addentrandosi sempre di più in un bosco. Mi fece scendere.
—Vai sempre dritta e affronta tutto, fino a quando non arriverai al Campo Mezzosangue non sarai ancora al sicuro.— Mi disse mio padre. Annuii, consapevole del fatto da una sola spiegazione avvenuta in macchina. Sempre dritta.
E così feci, mentre sula collina la salita aumentava sempre di più. Sentii un rumore, poi un battito, ed ecco che una donna-pipistrello seguita da altre due si buttò su di me. Non feci altro che scappare davanti a me, dritta. Come mi aveva detto mio padre, anche se non ero sicura che non mi avesse abbandonato. Ma anche se la sicurezza non era a comando, cosa avrei potuto pensare? Cosa avrei potuto fare? Quale sarebbe la soluzione di tutto ciò?
***
La sera era ormai calata da un bel pezzo. Ero riuscita a scappare dalle grinfie di quelle donne-pipistrello, Erinni, per quanto ne ero riuscita a capire.
Il fuoco ardeva davanti a me, illuminando la grotta nella quale ero riuscita a stendermi un attimo, per riflettere su quello che era appena successo, per illudermi che forse era stato tutto solo un sogno. Un terribile incubo.
Ma non era così, lo sapevo. O me lo sentivo, credo. Avvertii un dolore al piede e, quando feci l'errore di guardarlo, notai un dito al contrario, non proprio.
In quel momento tirò uno sbuffo d'aria gelida, che fece quasi spegnere il fuoco. La luce fioca delle fiamme che si sarebbero spente a momenti, illuminavano le pareti della grotta. Ma non ero ancora rassicurata. Come aveva detto mio padre, non avrei dovuto esserlo fino a quando non mi sarei trovata in quel posto dal nome strano.
Ed ecco il momento che temevo, le fiamme si consumarono del tutto. Il buio si impossessò di ogni cosa intorno a me e, così, anche la tetra e misteriosa grotta divenne un tutt'uno col buio della notte lì fuori.
Persino i raggi argentei della luna parvero rifiutarsi di illuminarmi, coperti dalla foschia e dall'umidità, intensissima.
All'improvviso sentii qualcosa urtare le pareti della grotta.
Sentivo il cuore in gola, la testa girare e pensai solo a strisciare fuori dalla grotta. Quindi, ansimando, mi avvicinai inginocchiata all'entrata della grotta; sospirai per prendere coraggio e uscire da lì, ma un'altro rumore mi fece martellare fortissimo il cuore nel petto. Mi "affacciai" e vidi una grossa cretura alla mia destra, alta circa due metri. La sua pelle era bluastra, la sua faccia era grande con una bocca carnosa, larga, rosa chiarissima, che toccava il naso schiacciato. La sua testa era scoperta, non aveva i capelli, mentre le orecchie erano piccole. La cosa strana era che aveva un solo occhio, al centro. Era grandissimo, di un colore scuro, forse marrone, ed era puntato su di me. Piano piano si avvicinò; io mi alzai e, zoppicando, indietreggiai e trovai un bastone appuntito. Istintivamente lo presi e glielo scagliai addosso, con tutta la forza che riuscii a recuperare.
Come previsto, il bastone si ruppe in mille pezzi, neanche fosse di vetro, ma ebbi comunque pochi secondi di vantaggio per scappare. Era una battaglia persa, questa, ma l'avrei vissuta fino alla fine, avrei lottato per la vita.
Come poteva essere tutto questo vero? Come poteva, quel mostro con un solo occhio, esistere davvero? E l'altra gente? Andiamo, di cacciatori, la foresta ne è quasi sempre colma, perchè nessuno sentiva i suoi pesanti passi? E nessuno veniva ad aiutarmi? Era una follia, ero pazza, decisi.
Zoppicando, cercai di avanzare il più velocemente possibile. Da lontano riuscii ad intravedere, seppur con un bel po' di sforzo, alcune luci fioche, dietro alcuni alti colli di alberi. Era quella la mia meta? Forse mi sarei cacciata in guai molto piu seri, ma tanto valeva la pena rischiare. Insomma, credo che sarebbe stato meglio di morire. O almeno dell'idea di morire da un momento all'altro, e per la decisione c'era poco tempo. E decisi che da quel momento fino a quando sarei sopravvissuta, sarebbe stata quella la mia meta.
Man mano che proseguivo, la vista mi si annebbiava, e le luci diventarono dei pallini gialli sfumati. I miei occhi si socchiusero. Guardai dietro: Di quella creatura non c'era più traccia, ma pensai di proseguire, se ce l'avessi fatta. Ormai si vedevano le ombre degli alberi, e guardando in alto, vidi che l'alba era già sorta. Ma, come pensavo, non ce la feci: A forza di usare un solo piede per camminare così veloce,  avevo perso le energie, così gli occhi si chiusero completamente, caddi a terra. Sentii delle voci, ma non capii cosa stavano dicendo.


CAPITOLO 2
Per me fu una strana sensazione risvegliarmi mentre un ragazzo "alato" cercava di afferrare un paio di scarpe con le mani. Non fu una sensazione, parve un sogno.
Cercai di alzarmi e sedermi sul letto, ma la schiena faceva troppo male, tanto che ricaddi al'indietro, sprofondando sul materasso stretto.
«Benvenuta nel nostro mondo.» Mi disse, girandosi lentamente, ma senza perder di vista le scarpe. Non fu piacevole sentire quel saluto.
«Dove sono?» Mormorai, mentre strizzavo gli occhi. «Non ricordo che la mia casa…» Mi bloccai. La mia casa. La mia casa non sapevo neppure se ancora esisteva, ma poteva anche essere tutto un sogno. Un incubo.
«Ricordo la mia casa diversamente.» Sussurrai, cercando di non far sentire. In quel momento era una pazza che non sapeva se quel momento era semplicemente un incubo oppure realtà. Lui prese il respiro, e se lo tenne dentro, trattenendo il respiro. Poi lo tirò tutto fuori in un sospiro.
«Emh… questa non è la tua casa» Disse d'un fiato, ma sembrava che stesse cercando di non parlare di questo. «Qual è il tuo nome?» Domandò con tono fermo.
«Il mio... mi chiamo Jane» Lui restò fermo, in attesa di qualcosa, e capii solo qualche istante dopo. «Jane Waters» Continuai. «E tu sei?»
«Non è importante. Cioè, mi chiamo Jason Miller, ma non credo sia la cosa da chiedere in questo momento. Ma dovevo dire qualcosa. Insomma, non potevo… mi gira la testa.» Farfugliò, concludendo con una smorfia.
Si sistemò i capelli castani, lisci, e spalancò gli occhi marroni.
«Sì. Okay.» Mormorai. «E cosa dovrei chiedere se tu mi hai chiesto il mio nome?» Dissi, alzando gli occhi. Mi tirai su, mentre la fitta alla schiena si faceva sempre meno dolorosa.
«Tante cose. D'altronde sei nuova, e nemmeno conosci questo posto.» Disse lui.
«No, non lo conosco. E non so cosa sia successo, non so chi tu sia e quale strano sogno ho fatto, ma dov'è mio padre?» Domandai impaziente, un po' arrabbiata. Non mi interessava molto di mio padre, ma qualcosa dovevo inventare. Ma lui non parlò di mio padre. Non parlò di questo, cambiò completamente argomento.
«Che sei figlia di Ares?!» Esclamò, presumibilmente sentendosi a disagio per il mio tono.
«Cosa?» Si mise la testa fra le mani. «Sei nel Campo Mezzosangue. Oh, CLOOOOOVER!» Chiamò. Nessuno rispose, ma lui gridò ancora più forte. «CLOOOOOOVER!» Una ragazza sui sedici anni spuntò dalla porta, accompagnata da un ragazzo. Indossavano entrambi, come Jason -anche se prima non lo avevo notato- una maglia arancione. La ragazza aveva i lunghi capelli marroni raccolti in una coda disordinata ma che al suo viso, ai suoi occhi verdi brillanti, non faceva nessun effetto negativo. Sì, sembrava la tipica ragazza migliore di tutti a scuola che ha come ragazzo il più popolare. Però non diedi importanza all'apparenza. O almeno così credetti, perchè non riuscii ad evitare di fare una smorfia.
«Emh… io non sono molto bravo a spiegare» Disse d'un fiato, mentre la ragazza sbuffava. «Non sono molto bravo, non è un mio talento…»
«Non c'è bisogno di avere talento per dire… oh miei Dei, lascia perdere okay? Ci penserà Chirone, e come ben sai non ci deluderà. Non deluderà nessuno.» Disse la ragazza.
«Scusate per l'interruzione, ma di cosa state parlando?»
«E se fosse lei?» Ripensò la ragazza, come se non mi avesse sentito. «Se fosse lei la figlia di Artemide? Se Afrodite non avesse davvero mentito? La profezia potrebbe parlare di lei.» Spiegò la ragazza.
«Di cosa state parlando? Cosa vuol dire "e se Afrodite avesse detto la verità"? E "Se fosse lei la figlia di Artemide"? Che scherzo è?» Domandai.
«Potrebbe, ma che importanza avrebbe allora? Non potrebbe combattere. C'è qualcosa che non va nella profezia, qui nessuno è mai stato figlio di Artemide perchè è completamente impossibile, okay? Afrodite voleva solo spaventarci. Sai com'è, no? E poi sarebbe uno sbaglio enorme. Ma dai, una semidea viene qui che ancora deve imparare  non odiare il padre e la profezia dice di lei? È una follia.» Iniziò una ragazza, che era appena entrata. La sua pelle era ambrata mentre i suoi scuri capelli ricci le ricadevano sulle spalle. Piegai leggermente la testa.
«Finalemente, Alex. Ti stavo aspettando. E comunque, non sono sicura che Afrodite volesse solo spaventarci.» Disse Clover, la "prima" ragazza.
«Okay, non vorrei essere ingombrante, ma c'è magari la televisione? Se non ho nulla da fare vorrei…» Cominciai.
«Vieni con me. Ti porto da Chirone.» Disse determinata Clover. «E tu, Alex, vieni con noi.» Aggiunse.
«E io che dovrei fare? Sono stato quello che è rimasto qui per farla svegliare eh!» Borbottò Jason.
«Mi pare che ti sia dato da fare con le tue scarpe, e ricorda che per non stare solo mi hai fatto rimanere dietro la porta.» Jason abbassò la testa, con una smorfia di approvazione.
«Bè, non mi sono annoiato con le scarpe. Però scappavano, dai, non stavo giocando»
«Io non ho detto questo, ti sei incastrato da solo, ragazzo» Concluse Clover, trascinandomi fuori.
«Dove… andiamo esattamente?» Domandai con tono preoccupato, e nemmeno sapevo perchè era così. Lei si girò appena, sorridendomi impercettibilmente.
«Lo vedrai. Sai, al Campo c'è un atro ragazzo arrivato da poco. Credo che tu l'abbia già conosciuto, no? Quel Jason, il ragazzo con le ali.» Disse lei.
«Sì, l'ho conosciuto. E tu sei Clover. Okay, chi sarebbe Chirone?» Si girò con aria delusa.
«Non sai chi è Chirone? Nella mitologia...»
«Greca, lo so, quel Chirone. Ma dove mi stai portando, da questo Chirone, chi sarebbe?» Sorrise appena, un sorriso sollevato.
«Oh, ah. È lui, tutto questo non ti sembrerà normale. Insomma, credevi di essere una mortale, invece...» Sorrise appena. «Mi piace avere qualcuno di nuovo al Campo. E soprattutto le persone come Jason, che già dal primo momento ti stanno simpatiche. Altrimenti non sarete mai abbastanza amici. Credo che noi due potremmo diventare amiche. Non so quanto, ma potremmo.» Spiegò. Abbassai lo sguardo. Perfetto, questa ragazza mi era stata antipatica all'inizio e ora me la ritrovavo a dire che saremmo potute diventare amiche. Perfetto. "Solo se ti sta simpatico dall'inizio", perfetto.
«Sei un po' perplessa. Oh, giusto, sei nuova… Dimentico sempre quando la gente è nuova, ho solo tanta voglia di conoscerlo come persone normali, mentre so, in fondo, che loro mi considerano una pazza scatenata in cerca di sogni. Bè, non è così, poi lo vedrai. Spero.» continuò allegra. Non sapevo come potesse essere così allegra.
***
Avevo parlato con quel Chirone, il corpo da cavallo e la testa da umano. Sapevo che era tutto un sogno, ma cominciai, purtroppo, a pensare di no. FIGLIA DI ARTEMIDE, FIGLIA DI ARTEMIDE, FIGLIA DI ARTEMIDE. Assurdo. Non potevo essere la figlia di Artemide. E poi Artemide era anche una dea vergine.
"La profezia parla di lei, deve partire con la missione. Jade" mi aveva spiegato, e io lo interruppi. "Jane" corressi.
"Oh, giusto; Jane, devi scegliere sei compagni. Devi scegliere cinque compagni e partire per la missione, devi sconfiggere Crono e i suoi alleati, te l'ho spiegato prima, no?" Disse come se fosse anche per me tutto normale…
«JAAAAAAAANE!» Aveva gridato qualcuno, una voce ormai familiare. Continuai a far finta di niente, accellerando un po' il passo. "Clover, Clover, Clover. Ma riuscì a raggiungermi.
«Ehy ehy ehy! Aspetta! Allora, partirai per l'impresa con me, Jason e Joshua, okay? Dì a Chirone che quattro persone bastano…»
«Oh, smettila ti prego. Non partirò per nessuna, ridicola impresa come questa, okay?» Conclusi. Ma poi ripensai a quello che aveva detto Chirone, un qualcosa a cui prima non avevo pensato: "Tuo padre è nelle mani di Crono, solo combattendo potrai salvarlo". Credevo non mi importasse niente di quel mostro, ma in fondo gli volevo bene, inconsapevole di questo.
«O forse sì» Mormorai, mentre lei sembrò rattristarsi di più. Scosse leggermente la testa. «Oh, okay. Ma ti prego, stai attenta e scegli bene, potresti morire e lo sai forse anche meglio di me» Disse con tono preoccupato per me.
«Beh, non so se ti andrebbe di venire con me, magari mi potresti aiutare. E quel Chirone ha anche detto che tu potresti essere una delle persone nominate nella Profezia»
«Beh, spero di no con tutto il cuore, potrei rimanerci stecchita, lo sai? E comunque, se verrò prometti di farti aiutare in ogni momento?» Domandò con voce esile. In quell'istante pensai a tutto quello che stava dicendo o facendo per me, ma non restai al pensiero troppo a lungo. Forse poteva essere simpatica.
Ma avrei dovuto pensare a chi altro scegliere, anche se non conoscevo nessuno, e avrei dovuto riflettere: quello era un sogno o no?
Ma no, avrei dovuto solo scegliere i miei "sfortunati compagni d'impresa", anche se Chirone mi aveva dato una bella, lunga lista di chi avrei potuto scegliere e chi no.

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Ciao ragazzi! Questa è la mia prima fanfiction INTERATTIVA, spero vi piaccia il prologo (a due capitoli, ma dovevo per forza separare, mi sembrava troppo strano (?) :')
Beh, che dire, ecco la scheda per chi vorrà partecipare (cinque posti):
Nome:
Cognome:
Età:
Città natale:
Genitore Divino:
Genitore Mortale:
Storia:
Caratteristiche fisiche:
Carattere:
Odia:
Ama:
Prestavolto (Link+nome dell'attrice):


Grazie a tutti, intanto ecco la scheda del MIO personaggio :D
Nome: Jane
Cognome: Waters
Età: 15 (se volete specificare la data fate pure), 14 Maggio
Città natale: Texas, Stati Uniti
Genitore Divino: Artemide
Genitore Mortale: Frank Waters
Storia: Sua madre è morta quando lei aveva solo tre anni, suo padre beve e lei prova un grande odio nei suoi confronti, o almeno così crede: infatti, quando arriva al campo, partecipa ad una impresa solo per salvarlo, e deve scegliere alcuni compagni per la sua nuova missione. Ma lei è "un'eccezione": infatti è figlia di Artemide, della Dea che dovrebbe essere Vergine; infatti Artemide viene rapita per aver infranto un antico Giuramento: appunto essere Vergine, e perfino le Cacciatrici si rifiutano di salvarla insieme a Jane e ai suoi amici, che dovranno fare "un doppio lavoro".
Caratteristiche fisiche: Ha lunghi capelli castani-rossicci lisci, che molto spesso porta raccolti in una coda, anche disordinata. I suoi occhi sono di un marrone-verde chiaro, il naso regolare e la bocca nè fina nè carnosa. Non si trucca quasi mai nella vita, si può dire "normale", che tutti credevano avesse. È magra, nè alta nè bassa.
Carattere: È determinata, ambiziosa e "topo di biblioteca". È la tipica ragazza del Texas, che affronta spesso le sue paure e a qualunque costo cerca sempre di aiutare le persone.
Odia: Odia gli insetti, gli spazi stretti e gli ambienti chiusi.
Ama: Ama particolarmente la caccia e gli spazi aperti, la natura, gli animali, la musica e i libri, prova un interesse verso lo studio e la scienza.
Prestavolto (Link+nome dell'attrice): Emma Watson (http://it.images.search.yahoo.com/images/view;_ylt=A2KLj9LntAlVrGoAmZ0dDQx.;_ylu=X3oDMTIyY2thMG1zBHNlYwNzcgRzbGsDaW1nBG9pZAM4Mzg2MzZlNWJiZTk4N2Y3MTE3MmY4NmI5ZWRmODcyMgRncG9zAzQEaXQDYmluZw--?.origin=&back=http%3A%2F%2Fit.images.search.yahoo.com%2Fyhs%2Fsearch%3Fp%3Demma%2Bwatson%26type%3Dgrv_tuto9_14_34%26fr2%3Dpiv-web%26hsimp%3Dyhs-fullyhosted_003%26hspart%3Diry%26tab%3Dorganic%26ri%3D4&w=1920&h=1200&imgurl=images4.fanpop.com%2Fimage%2Fphotos%2F18800000%2FEmma-Watson-emma-watson-18878962-1920-1200.jpg&rurl=http%3A%2F%2Fwww.fanpop.com%2Fclubs%2Femma-watson%2Fimages%2F18878962%2Ftitle%2Femma-watson-wallpaper&size=622.0KB&name=%3Cb%3EEmma+Watson%3C%2Fb%3E+%3Cb%3EEmma+Watson%3C%2Fb%3E&p=emma+watson&oid=838636e5bbe987f71172f86b9edf8722&fr2=piv-web&fr=&tt=%3Cb%3EEmma+Watson%3C%2Fb%3E+%3Cb%3EEmma+Watson%3C%2Fb%3E&b=0&ni=21&no=4&ts=&tab=organic&sigr=12j0utvbd&sigb=14hgb1djk&sigi=12nvaf1kn&sigt=115hae3ea&sign=115hae3ea&.crumb=3Lg0zZSkmr/&fr2=piv-web&hsimp=yhs-fullyhosted_003&hspart=iry&type=grv_tuto9_14_34)

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