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Autore: KimChiaki    18/03/2015    3 recensioni
Kyungsoo sapeva che il suo gatto era più di quello.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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EHY!

Eccovi una nuova traduzione, sempre da spagnolo-italiano ma... dANDANDAAAAN. KAISOO.

Ringrazio infinitamente l'autrice per avermi dato il permesso di tradurre questa one-shot [che adirittura, mi ha dovuto ""stalkerare"" solo per darmi il (e non potete capire quanto ho riso nel saperlo)]. L'originale si trova su LiveJournal e l'autrice originale è happyvirusyeol, e vorrei anche ringraziare mia madre che mi ha aiutato a tradurre alcune frasi che proprio non capivo ahaha grz mamy.

Spero vi piaccia!! #chu

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

— KITTY!KAI

 

 

 

Kyungsoo adottò un gatto nero che chiamò Jongin. Era un nome semplicemente geniale, secondo lui, calzava perfettamente per il suo nuovo compagno. Il felino era molto birichino, tirava sempre le cose al suolo (cose che dopo diventavano i suoi giochi), saltava per tutto l’appartamento e gli prendeva di assalire Kyungsoo quando lo vedeva camminare,  inchiodando i suoi artigli nei piedi del suo padrone.

 

Un giorno, sentì la necessità di comprargli un collare. Perché? Era così nero che lo perdeva nelle ombre ed era così silenzioso che neanche in quella maniera era capace di trovarlo. Per i dubbi, per paura di perderlo o che fuggisse senza notarlo, un collare rosso con un ciondolo che tentennava, penzolava dal collo del felino nero.

 

 

 Kyungsoo già sentiva di amarlo, quella creatura aveva riempito la sua vita con qualcosa che mai aveva tenuto, il sentirsi accompagnato.

 

Dormivano persino insieme. Tutto perché Jongin lo seguiva sempre dove andava e, se alcune volte il suo padrone gli chiudeva la porta lasciandolo fuori, miagolava e graffiava con i suoi artigli la porta finché l’altro non cedeva per farlo entrare

 

Successe una notte quando, perso nei suoi pensieri e accompagnato dal suo felino che si trovava tirato, dormendo sereno sopra il suo stomaco; Kyungsoo si chiese come si sentirebbe… come sarebbe se avesse qualcuno che dormiva sul suo stomaco in quella maniera, che lo accompagnasse tutti i giorni, che lo faccia borbottare e dopo tutto finisca pieno di “mi dispiace” e chi lo sa, come si sentirebbe dare amore ad un umano. La fatica che gli dava il piccolo non era sufficiente, voleva di più. Se fosse un ragazzo normale, con braccia e gambe umane potrebbe abbracciarlo  completamente, almeno.

—Jonginnie, desidero che tu sia una persona— e rise perché suonava così ridicolo. Già, si sentiva troppo solo ed era sicuro che sarebbe stato una di quello persone che morivano solitarie e con il loro gatto


Con quel desiderio e i suoi stupidi pensieri,  sistemò i suoi sogni.

 

 

 

 

 

 

 

Quando si svegliò il giorno seguente, lo fece sopra il pavimento.

Sembrava essere caduto dal letto e non se ne rese conto o, fu per quello che finì per svegliarsi. La ragione non era importante, ciò non calmava le sue ossa doloranti che sembravano aver riposato sopra quel morbido pavimento per abbastanza tempo.


"Che idiota che sono stato", pensò mentre una delle sue mani si appoggiava sulla sua fronte e alzava la sua frangia. Si alzò per sdraiarsi sopra il suo amato e comodo materasso di nuovo,  quando aveva percepito di avere un tale ingombro che occupava tutto. Il suo prezioso letto. Aprì i suoi occhi in maniera che sembrò che potesse cadere in qualsiasi momento per la sorpresa.

Quello che colse con uno semplice sguardo fu, i capelli corvini, disordinati, la pelle abbronzata, quelle spalle grandi, la loro curvatura… e era solo coperto dalle coperte bianche del letto, sembrava non avere dei vestiti. NON AVEVA DEI VESTITI.


Il panico percorse tutta la sua anatomia. Chi era quell’estraneo e perché era nel suo letto? Per caso nel sonnambulismo, aveva portato un ragazzo in casa sua? Poteva essere un ladro, uno che era entrato a usurpare la sua casa.


—AHHHH! — Gridò come uno stupido, rimanendo statico nello stesso posto, guardando quelle spalle-- quella persona strana. Il corpo intruso cominciava a togliersi da sopra le lenzuola. Senza menzionare che l’estraneo aveva un bel viso, i suoi occhi penetranti e le sue labbra semplicemente… lasciarono allo stesso Kyungsoo senz’aria. Non era sicuro se era la vista che aveva del ladro, intruso, estraneo, sequestratore, o perché aveva paura. Rimase stupefatto, senza poter articolare nessuna parola.



Hyung? — Da quelle labbra uscì quella voce, rauca e alle volte così dolce come il miele. L’espressione di lui stesso cambiò ad una sorpresa, come se avesse capito che qualcosa andava male, fu allora che si ritrattò—Volevo dire. . . Nya?



Kyungsoo diventò più confuso che mai. Quel uomo, ragazzo, quello che era, aveva finito di miagolare con un viso super innocente e dentro di sé sentì che esplose.


Prima dello sguardo confuso ancora plasmato nel viso di Kyungsoo, il giovane sconosciuto, si guardò lui stesso per sapere cosa c’era di male in lui. Fu allora che si accorse che occupava tutto il letto dell’uomo dagli occhi grandi. Dopo muovendo  i suoi arti in modo irregolare, scoprì le mani, le gambe e il corpo sexy che possedeva guardando sotto alle coperte, cominciando a sorridere e ridacchiare come un bimbo piccolo.



—Chi ti credi di essere!?— Irruppe il più bassino, che era Soo, mentre le sue spalle non smettevano di tremare dalla paura prima che quel presunto pervertito, nudista, riposato nel suo letto e apparentemente, divertendosi con quello che vedeva nel suo corpo.


—Sono io, hyung! Sono Jongin!!!— Furono le esatte parole contrarie. Si sentiva perso, non sapeva cosa fare. Gli stavano facendo uno scherzo, ne era sicuro. Per questo iniziò a girare nella sua camera alla ricerca di telecamere mentre un divertito (e nudo, grazie a Dio aggrovigliato nelle sue coperte), sexy matto si rotolava nel letto.

 

―HYUNG!!! HO SEMPRE DESIDERATO DI POTERTI PARLARE!!! ― Ora il matto stava gridando e dovette resistere all’idea di andare a prendere una scopa per mandarlo via a bastonate. Non era che non voleva farlo… è che senno, cosa penserebbero i suoi vicini se vedessero un giovane come Dio l’ha portato al mondo, coperto solo con un collare rosso al collo, uscendo di corsa dal suo appartamento. Quello sarebbe uscito pure nella televisione ne era sicuro e tal volta sarebbero usciti dei video online… mentre si toglieva delle gocce fredde di sudore dalla fronte, si accorse di qualcosa nello straniero, di cui non se n’era accorto prima.


Il collare rosso.


Era, certamente, lo stesso che aveva il suo gatto e pure, notò che il felino non era da nessuna parte dove poteva essere visto, e la porta dell’abitazione era chiusa.

—Jongin? — Chiamò, tal volta con una certa speranza che il suo cervello poté ragionare con rapidità, aspettando una reazione del ragazzo dalla pelle abbronzata che per certo, non smetteva di rotolare e ridere felicemente. Lui stesso, all’essere chiamato da quella voce, l’unica a cui obbediva, si fermò e si sedette nel letto obbedientemente, rispondendogli con un gran sorriso—Te l’ho detto che sono io.


Che strano. Veramente qualcosa fuori dal reale e dal comune, incredibile, e Kyungsoo non aveva parole per spiegarlo, era più che confuso.


Non poteva credere a quella cosa così facilmente, no, no, no, no. Probabilmente, quel pazzo si trattava di un violatore, psicopatico, che si era fatto passare per il suo gatto.

Ma qualcosa molto dentro di sé gli diceva che no, con quel sorriso e con quello sguardo innocente… chi poteva ferire quel ragazzo? Pensando che era considerabilmente più grande di Kyungsoo… il suo atteggiamento e la sua forma di atteggiarsi era come quella di un bambino. Per di più non smetteva di ripetere “Hyung” e quello faceva che uno strano calore cresceva nel suo petto, lo stesso che gli dava il suo gatto quando dormiva con lui, o tal volta con un po’ più di intensità.


—J-Jongin-ah... — Dubbioso, allungò la sua mano per accarezzare i capelli del giovane. Voleva solo assicurarsi che era lui per la maniera in cui reagiva. E così fu, uguale come il suo felino, questo ragazzo dalla pelle abbronzata era con le palpebre chiuse, un sorriso contento e muoveva la sua testa per ricereve più vezzeggiamenti, un po’ di più e faceva le fusa ma no, già quella non era una abilità che gli umani possedevano.


O quello crebbe.



Perché il suo felino-umano stava esattamente facendo le fusa sotto le carezze che la sua mano dava.



Fu allora che ricordò, lo aveva desiderato la notte prima.


Non poteva crederci ma sì, sembrava essere reale, un miracolo, si chiese se quello era un sogno dannatamente vivido. In quella trance, due braccia presero la sua vita e ora era nel letto, sotto il corpo del suo animale da compagnia, confermando i suoi sospetti. Quel calore e quel sentimento erano più che reali. Le sue guance arrossirono subito, che credeva di fare? SARO’ VIOLATO, gridava dentro di sé.

Jongin si lasciò cadere a peso morto sopra di lui, abbracciandolo e nascondendo la sua testa giusto nell’incavo del suo collo. — Dormiamo così, sì?


Kyungsoo solo acconsentì sommessamente, il calore lo stava soffocando, tutto era dannatamente improvviso. Ma non era capace di declinare a quella voce, a quegli occhi, a quei capelli, a quella anatomia.


Jongin, un umano che era stato un felino, completamente nudo sopra di lui respirava sopra la pelle del suo collo provocando del solletico… sì definitivamente era il suo gatto, solo che adesso non c’erano baffi che davano fastidio, né una coda allungata, né miagolii. Anche se faceva le fusa, sì lo aveva e credeva che quella era l’essenza di quello che gli era rimasto del suo animale da compagnia.


Lasciò che il sonno lo dominasse una volta in più, abbracciandosi a Jongin fortemente senza volere che gli scappasse, desiderando che rimanesse così per sempre, perché si sentiva molto più confortevole e la sua mente iniziava a divagare con le mille cose che gli poteva insegnare essendo un umano, con le mille cose che potevano fare e con tutti gli altri che gli donava il futuro.

  
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