Wrong day to die

Pioveva.
Ma in fondo alla pioggia di Londra c'era abituato.
Ciò che non riusciva a gestire era la tempesta che aveva dentro, una coltre di nuvole nere che tuonavano, riflettendo perfettamente il suo umore.
Era passato un mese da QUEL giorno.
Un mese da quando Sherlock si era buttato dal Bart's, ponendo fine alla propria vita.
Ed in un certo senso, anche alla sua.
Andava avanti come una macchinetta, alzarsi, mangiare, lavorare, dormire.
Non aveva più prospettive per il futuro, niente di niente.
Più di una volta guardava la pistola, pensieroso.
In quanto credente, era convinto che Sherlock fosse in paradiso ad aspettarlo.
Ma qualcosa lo tratteneva.
Non aveva paura della morte, l'aveva affrontata in tante occasioni ed in tanti modi diversi, non era quello a trattenerlo.
Era una specie di...formicolio alla base del cervello, che gli diceva che non poteva.
Non l'istinto di sopravvivenza, quello era morto nello stesso istante in cui aveva messo piede per la prima volta al 221B di Baker Street.
Qualcos'altro.
"Le persone dicono che le coincidenze non esistono. Quanto noiosa deve essere la loro vita"
Sospira.
Non adesso. No. Non adesso che aveva la pistola così vicino.
Non poteva pensare a Sherlock in un momento simile.
Si siede alla scrivania, sospirando di nuovo.
Forse doveva chiamare Mrs. Hudson per chiederle come stava, oppure Lestrade, per chiedergli come andavano le indagini.
Sì, stavano ancora indagando, credevano ancora che Sherlock fosse un truffatore.
Di Moriarty ovviamente nessuna traccia.
Lui non aveva dubitato nemmeno per un secondo del suo amico, anche se con quella telefonata gli aveva detto che era tutto vero, lui non gli credeva.
"Nessuno può fingere di essere una così testa di cazzo per tutto questo tempo"
Perché lo aveva fatto?
C'era ancora modo di dimostrare che Moriarty esisteva davvero, perché uccidersi?
Nel suo blog aveva scritto un lungo ed esaustivo articolo per difendere il suo amico, mettendo completamente a nudo le proprie emozioni, descrivendo per filo e per segno come faceva Sherlock a dedurre sempre tutto.
Ci aveva messo tutto se stesso, ma in pochi gli credevano.
Per tutti ormai, Sherlock era un bugiardo.
Si mette la testa fra le mani, sospirando pesantemente.
La pistola, perennemente carica, era a pochi centimetri da lui.
La prende, la osserva, se la rigira fra le mani.
Solo un anno e mezzo prima aveva ucciso quel tassista per lui.
Un sociopatico appena conosciuto.
"-Noi non siamo una coppia!
-Sì che lo siete"
La Donna.
Chissà se si erano incontrati all'altro mondo.
Continua a soppesare la pistola, puntandosela alla fronte quasi per scherzo, fissando la canna.
Sarebbe bastato un secondo, il singolo click del grilletto sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe sentito.
Gli squilla il telefono, facendolo spaventare, visto il silenzio quasi assoluto della stanza.
-Dr Waston? Abbiamo un'urgenza, le sarebbe possibile venire ad aiutarci?
-C..certo!-

Mycrof guardò il cellulare, gli era arrivato un messaggio dal suo osservatore.
"Combustione evitata"
Sospira, guardando la foto che lo ritraeva insieme a Sherlock, custodita gelosamente nelle sue stanze private.
-Torna presto fratello mio, la prossima volta potrei non riuscire a fermarlo.

Buongiorno a tutti Sherlockians!
So bene che TRF è uscito qualcosa come secoli fa, e che sicuramente sono state scritte molte altre fanfiction del genere, ma io sono entrata nel fandom molto recentemente, quindi vi prego di perdondarmi per questo mio ritardo rispetto alla tabella di marcia!
Spero che tutto sommato vi sia piaciuto, recensioni e critiche dette in modo civile sono ben accette!