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Autore: Carminiah    20/03/2015    0 recensioni
Quando mai non è captato, che a un errore fatale si abbia pagato?
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tante catene avvolgono il mio corpo inerme, privo di sensi  e nudo.
Fredde lame taglienti lacerano le corde che mi fermano e la mia pelle insieme ad esse
macchiando questa stanza di sangue, coprendo di rosso il bianco delle pareti che mi nascondono.
I miei occhi però, non vedono altro che una misera allucinazione
Sogno un roseto dove anche i fori di sangue son tinti e le farfalle bianche paiono esangui
I rovi attorno a me si volgono e sorrido piangendo e implorando la fine di quest’agonia.
A terra selve di chi come me dorme,  bruciano sotto il sole di quest’estate e gelano d’inverno 
Deforme il viso di chi gioisce a questo raccapricciante spettacolo ma armoniosa la sua risata
Occhi dall’alto osservano compiaciuti il mio saldo così che apprenda a non desiderare più del possibile
Il vino rosso come il sangue o le rose profumate, come queste mura  che succubi racchiudono il tutto
Mai cancellerai dalla tua mente questa immagine anche se ideale muterai e nei sogni ti porterò tormento
Non in queste ma altre sembianze, in altre vesti ma sempre di sangue intrise e logorate dalle tue armi
E allora ti consumerà il rimpianto, e mai oserà nessuno più toccare un perverso essere quale io sono.

   
 
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