-Questa fan Fiction
è Dedicata a tutti coloro che,come me,amano la coppia di Camus e Milo. E a
tutti coloro che credono che Camus fosse ancora vivo quand’è arrivata Atena. Se
il genere vi infastidisce non leggetela. Evitate commenti inutili e fastidiosi.
Grazie.-
-Sorry-
Aveva sentito il cosmo all’undicesima casa affievolirsi. Anzi
no. Se non avesse conosciuto Camus,avrebbe giurato che il suo cosmo fosse rimasto
congelato nello spazio.
Ma era praticamente impossibile.
Iniziò a crederci,colo quando,una ragazzina dai capelli
viola,con un seguito di cavalieri d’oro,si era presentata alla sua casa.
Allora in lui si era fatta largo la consapevolezza che
Camus,e Hyoga,fossero morti…Morti…A quel pensiero quasi era scoppiato a ridere
inizialmente. Non riusciva neanche a collegare la parola “Morto” con “Camus”. Per
lui era come immortale,come una
divinità.
Aveva iniziato a collegare quelle due parole quando si era
trovato davanti quella scena.
Milo si sentì gelare le ossa. Era davvero,davvero orrenda.
- Hyoga!
Urlò quasi la giovane Atena,correndo verso il corpo del
giovane cavaliere di bronzo.
Lui invece guardava qualcos’altro. Qualcun’altro. Poco
distante da Hyoga,anche lui straiato a pancia in giù,quasi viola per il
freddo,giaceva Camus. Milo,si accorse immediatamente dell’impercettibile
movimento del suo indice. Così si avvicinò al cavaliere d’oro dell’Acquario.
- Camus…
Mormorò,avvertendo il freddo del suo corpo,quasi congelato
ormai.
-Mi…Milo…
Gli occhi del rosso si aprirono,come abbagliati da una
luce improvvisa,le palpebre pesanti.
- Camus…Ti avevo chiesto di non fare…
La voce gli si spezzò a metà parola,quando le lacrime gli
annebbiarono la vista,no,doveva vedere gli ultimi attimi vita di Camus,il suo nemico,amico e amante.
- Scu…Scusami Milo…
Le sopracciglia del rosso si arricciarono,la prima
espressione dispiaciuta che Milo gli vedeva sul volto,e una lacrima si fece
strada sulla guancia del rosso,provocandogli l’ennesimo brivido di freddo.
-Non volevo farti questo…E’ stato…Necessario…Scusami.
Sempre mosso da nobili sentimenti Lui,la rabbia montava nel petto di Milo. Se fosse stato in grado di
combattere (Che sia maledetto il fato funesto!) l’avrebbe fatto lui stesso a
pezzi. La fine che gli stava facendo fare Hyoga sarebbe stato l’epilogo più
felice. Si limitò a stringere la mascella.
-So che…Non mi perdonerai mai…
Continuò il rosso.
-Ma…
La frase venne interrotta da un violento colpo di tosse.
Sangue,sangue aveva sputato Camus. Stava morendo e Milo,lui poteva solo
espandere il suo cosmo,nel vano tentativo di donargli un po’ di calore.
-…Ti amo Milo.
Disse infine. Posando una mano,freddissima,sulla sua
guancia.
Le lacrime che Milo aveva trattenuto per tutto quel tempo
gli riannebbiarono la vista.
-Non te ne andare Camus…
-Mi dispiace Milo…
Le labbra di Camus tremarono,come se potesse scoppiare a
piangere da un momento all’altro.
-Perdonami…ti prego…
-NO!Camus non te ne andare! TI PREGO!TI SUPPLICO!
-Ti amo Milo…Ti amo…
-No! CAMUS!
Gli occhi del rosso si chiusero,come le sue labbra. L’espressione
triste ancora dipinta sul quel freddo volto,non più vivo come un tempo,ma
sempre aggraziato e delicato,in qualche modo ancora orgoglioso.
L’orgoglio che aveva sempre contraddistinto Camus dagli
altri,volò via. Insieme la sua anima. Stupido arrogante.
Milo strinse,quel corpo,ormai senza vita,al suo,e pianse. Pianse
come non aveva fatto mai in tutta la sua vita. Perché Camus si era sacrificato?
Perché Atena aveva salvato Hyoga invece che lui? Un cavaliere di bronzo valeva
davvero più di un cavaliere d’oro? Valeva il sacrificio di lui,Camus?
Il biondo non trovava risposte,non trovava in senso logico a tutto ciò.
Sperava solo di svegliarsi preso da quell’incubo,che
finisse presto,che potesse svegliarsi,magari in una fredda giornata di
dicembre,che avrebbe spiegato la sensazione di freddo che aveva provato
toccando la pelle del suo cavaliere dell’Acquario…Quelle mattinate fresche,che
al suo amante piacevano tanto,ecco…
Atena fece la sua comparsa davanti a lui.
-E’…E’ morto?
Si limitò ad annuire.
L’avrebbe strangolata con le sue stesse mani in quel
momento,ma non lo fece. Non poteva uccidere la sua Dea.
Si limitò ad annuire.
La ragazzina guardò il cadavere,triste. Gliel’avrebbe
strappata via quell’espressione. Ma si trattenne.
-Mi dispiace. Quando questa storia sarà finita gli faremo
un funerale come di deve.
Gli promise.
Lui annuì,di nuovo.
Lei gli sorrise appena.
-Eravate molto amici vero?
Milo,strinse convulsamente una ciocca di capelli di
Camus,e annuì nuovamente,asciugandosi le lacrime.
-Capisco. Mi dispiace.
Ripeté. Lui non annuì,non disse nulla.
-Andiamo.
Disse la giovane Dea,iniziando ad incamminarsi verso la
casa successiva.
Milo baciò la fredda fronte di Camus,lo poggiò
delicatamente in terra e seguì la Dea,con il cuore pesante. Arles l’avrebbe
pagata.