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Autore: winterlover97    20/03/2015    2 recensioni
ClintSha senza pretese.
Molto fluffosa.
Spero vi piacci.
"Io credo negli esseri umani" M Mengoni
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un falco che ama un ragno'
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Budapest.
Anno 1997.
La mafia russa mi aveva offerto molto quella volta, più di quanto sognassi e credessi.
Poi qualcosa è andato storto.
Un agente americano.
Famoso per la sua precisione in arco e frecce.
Mi sono trovata una freccia a due centimetri dal mio viso, lui pronto a scoccare la freccia e perforarmi il cranio e l'encefalo, passando per il lobo frontale dello stesso cranio.
Alzo lo sguardo sprezzante, lo guardo negli occhi.
Sono come il ghiaccio, è illuminato da un lampione e posso notare i suoi lineamenti. Avrà si e no venti anni.
Contro i miei diciotto.
Sono bloccata, ad una mia mossa. Morta. Morta Natalia Alina Romanova. Morta Natasha Romanoff. Morta Vedova nera. Il ragno più letale al mondo.
"Chi sei?
"Sono detto Occhio di falco
"Cosa aspetti? Scocca la tua freccia, compi la tua missione!
Urlo, le lacrime pungono gli occhi.
Abbassa la freccia.
"Era questo ciò che chiedevi dalla vita? 
Chi diavolo si crede di essere?
Lo guardo con sfida, mi avvicino e chiedo
"Scommetto che anche tu non volevi questo dalla vita
Poi continuo
"Uccidimi. Cosa aspetti?
"No, ti meriti una seconda occasione.
Ritira la freccia nella faretra, chiude l'arco e lo appende alla schiena. Poi mi porge una mano.
"Vieni
Non so che mi sia preso.
Esitante prendo la sua mano e la stringo.
La sua stretta è di quelle dolci, nonostante i calli sulle dita e sul palmo della mano.
Poi ci immergiamo nella fredda notte di Budapest, diretti in un hotel.
"Chiamami Natasha
"E tu Clint.

Anno 2015
Mosca
Diciotto anni dopo
Mi sveglio stiracchiandosi alle prime luci dell'alba.
Scendo dal letto ripensando alla notte appena trascorsa. 
Volgo lo sguardo verso Clint, ancora addormentato nel letto matrimoniale.
Cerco la vestaglia, andata a finire chissà in che modo dalla parte opposta della stanza. La nostra biancheria è sparsa per la stanza d'albergo. 
Esco sul balcone e il freddo della Russia mi entra nei polmoni. Inspiro e guardo la Piazza Rossa davanti a me. 
Sta cadendo la neve.
Ci sono bambini che giocano con i genitori, persone che si fermano anche se per poco tempo per vedere lo spettacolo che gli si pare davanti. 
Due mani mi abbracciano da dietro, mi abbandono all'abbraccio.

"Che ci fai qui fuori?
"Guardo

Mi guarda e poi si sofferma sulla piazza. 
Poi mi scosta i capelli rossi carmini dalla fronte e mi bacia.
Porto le mani al suo viso e lo bacio di più, mentre mi sta abbracciando.

"È meglio che torniamo dentro.

Annuisco.

"Clint?
"Si?
"Ti va di fare un pupazzo di neve e poi fare un giorno nei mercatini della città?
"Qualsiasi cosa per te. Qualsiasi.
"Clint?
"Si?
"Grazie.
"E di che?
"Di avermi risparmiato a Budapest.

Sorride e mi bacia nuovamente mentre la neve continua a cadere fuori.
   
 
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