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Autore: giraffetta    21/03/2015    4 recensioni
||Everthorne // Post Mockingjay // Missing Moment||
“Cosa ci fai qui?” emette con un verso strozzato, tenendo stretta la mano allo scollo del vestito inclinato, in un gesto più di difesa che di pudicizia.
“Sono venuto per te.” sussurra Gale, percorrendo la piccola distanza che li separa con passi decisi.
Katniss indietreggia fino a toccare il muro con le spalle. Sente il panico montarle dentro come un vortice e si guarda intorno impaurita.
“Perché?” riesce a pronunciare infine con voce strozzata, artigliando la stoffa del vestito e rischiando di strapparla.
“Perché ti amo.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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For the rest of our lives



Alle prime luci del mattino, il Distretto 12 è immerso nel silenzio.
Nessun abitante brulica tra le strette vie di cemento, costeggiando case ricostruite con cura. Nessun frullare d’ali annuncia il passaggio di un uccello solitario, né voci di bambini squillano da dietro imposte chiuse.
Tutto sembra addormentato, immobile, quasi sospeso nel tempo. E quella nebbia mattutina che avvolge tutto come un mantello non fa che amplificare il senso di irrealtà, di mistero.
La prima sensazione di Gale Hawthorne nell’attraversare quel deserto di cemento è che abbia sbagliato Distretto. Poi, ricorda con un lampo il perché è tornato e come il suo ritorno sia collegato alla quasi totale assenza di abitanti per le strade del distretto e un sorriso amaro gli si disegna sul viso.
Percorre le vie solitarie con passo lento, gettando occhiate confuse al paesaggio circostante, un paesaggio che sente di non appartenergli più. Non è più il Gale di una volta, ormai.
È passato troppo tempo, ha provato troppo dolore, ha causato troppa sofferenza per gettare via le ombre che si è cucito addosso e dimenticarsi così del passato.
A poco a poco, i passi lo guidano nella parte più a nord del Distretto, dove un elegante cancello di ferro battuto si spalanca accogliente su una zona singolarmente principesca, per trovarsi nell’ultimo distretto di Panem.
Il Villaggio dei Vincitori lo ricordava diverso, più imponente e maestoso rispetto a quella manciata di villette bianche che gli si parano dinanzi. Gale scuote piano la testa e si addentra tra quelle case, guardingo. Svolta tra due villette addobbate con un nugolo di fiori bianchi e si acquatta dietro una delle due case, la testa tra le mani e le ginocchia al petto.
Il respiro si fa accelerato e per un attimo non ricorda più nemmeno perché l’ha fatto, perché è tornato proprio in quel preciso momento. Ma quando giorni prima ha distrattamente ascoltato l’annuncio al notiziario, non è più riuscito a mangiare o dormire. È rimasto immobile sul divano per due giorni, a soppesare i pro e i contro della prima scelta balenatagli in testa.
Infine, è salito sul treno senza guardarsi indietro, ricordando a se stesso che quella sarebbe stata l’ultima occasione per rischiare qualcosa. Che sarebbe stata l'ultima volta che faceva un colpo di testa senza valutare bene le conseguenze. Che sarebbe stata la dannatissima ultima volta che cercava di consegnare il suo cuore a qualcuno, senza riprenderselo indietro rotto, magari.
 
***
 
“Potrei sistemare da sola i capelli?” sbotta Katniss con voce esausta. Sua madre le lancia un’occhiata preoccupata dallo specchio e annuisce. Con un cenno, manda tutti fuori dalla stanza, richiudendo piano la porta.
“Stai bene?” domanda alla figlia con una punta di apprensione nella voce. Katniss si volta e prova a sorriderle, per rassicurarla.
“Certo.” asserisce. “Sono solo…” si ferma, incerta.
Stanca.” termina la madre per lei. La ragazza annuisce, confusa, e inizia a giocherellare con il bordo del vestito.
“È normale, tesoro.” le bisbiglia la signora Everdeen, carezzandole la testa e posandole un bacio leggero sulla fronte. Katniss si abbandona a quelle carezze e prova a mantenere la concentrazione. Non è quello il giorno o il momento per abbandonarsi a una crisi d’ansia.
“Vuoi che ti lasci un momento tranquilla?” le chiede sua madre pochi secondi dopo.
“Grazie.” risponde Katniss, guardandola con sollievo. Ha bisogno di riordinare le idee e calmarsi, in solitudine.
“Va bene, tesoro. A patto che ti occupi di sistemare questi capelli, così sono un disastro!” esclama ridendo la madre, prima di abbandonare la stanza.
Solo quando la porta si richiude con uno scatto, Katniss si concede di poggiare la fronte sul braccio e lasciare che l’aria le scivoli fuori dai polmoni con un sospiro.
Non credeva che si sarebbe sentita così triste nel giorno più importante per una donna.
Rialza il viso e si scopre a fissare il suo riflesso nel grande specchio della toeletta con sguardo critico. I capelli le ricadono ancora scomposti sulle spalle e Katniss prova a torcerli e fermarli con quelle strane spille a forma di perla. Ne infila alcune tra le ciocche pericolosamente in bilico e geme frustata.
Quello sarebbe dovuto essere un giorno perfetto e invece lo sta già rovinando, come sempre.
Dopo aver armeggiato con altre ciocche di capelli, Katniss lancia una perla sul tavolo e si alza di scatto. Sente la zip del vestito cedere alle sue spalle e prova ad allungare una mano per bloccarla, prima che le si apra del tutto sulla schiena.
Nel momento in cui ruota la mano per afferrare la zip, le sue dita incontrano quelle di una mano calda e forte, che le richiude rapido la cerniera. Katniss si volta e i suoi occhi osservano il profilo familiare di Gale, i suoi occhi e la sua bocca.
“Cosa ci fai qui?” emette con un verso strozzato, tenendo stretta la mano allo scollo del vestito inclinato, in un gesto più di difesa che di pudicizia.
Con lui, ormai, il pudore l’ha abbandonato da tempo, insieme all’affetto e, forse, a qualcosa di più.
 
***
 
Gale la osserva con occhi febbrili, cogliendo tutti i particolari, come in una foto.
L’acconciatura quasi perfetta, tenuta ferma da piccole perle bianche. Il vestito vaporoso che forma onde morbide lungo tutta la sua figura. La bocca rossa atteggiata in una O di stupore. E gli occhi, quegli occhi grigi che hanno ancora il potere di incantarlo con un solo sguardo, fissi sulla sua faccia.
“Sono venuto per te.” sussurra Gale, percorrendo la piccola distanza che li separa con passi decisi.
Katniss indietreggia fino a toccare il muro con le spalle. Sente il panico montarle dentro come un vortice e si guarda intorno impaurita.
Che diamine sta succedendo? Sta forse sognando o è davvero la realtà quella dinanzi ai suoi occhi?
“Perché?” riesce a pronunciare infine con voce strozzata, artigliando la stoffa del vestito e rischiando di strapparla. L’uomo le si para dinanzi, occhi negli occhi, e le sposta dal viso una ciocca sfuggita dall’acconciatura.
“Perché?” chiede con voce perplessa. La scruta con forza, quasi a volerle leggere fino in fondo all’anima, come a volersi mischiare a lei, al suo respiro, al suo profumo.
L’attimo rimane sospeso per quella che sembra un’eternità, prima che Gale riapra la bocca e parli ancora.
“Perché ti amo.” pronuncia con voce chiara, squillante, semplice. L’ha detto come se avesse bevuto un bicchier d’acqua, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Katniss deglutisce piano, cacciando indietro un singulto. Sente le membra andarle a fuoco e un senso di vertigine martellarle in testa.
“Sei pazzo.” dice piano, scostandolo da sé e cercando di riacquistare la calma.
“Sei pazzo.” ripete, cercando di scacciare dalla testa le parole ascoltate solo pochi istanti prima.
“Ha importanza?” sussurra Gale, provando a carezzarle ancora il viso. Katniss prova a spostarsi, spaventata, ma non ha scelte: alle sue spalle il muro bianco le graffia le scapole nude e dinanzi a sé il suo vecchio amico le trafigge il cuore.
“Katniss.” sillaba piano l’uomo, fissandola negli occhi. Aspetta paziente che riacquisti lucidità, che ritrovi la calma. Poi, si decide a farlo, veloce, prima che possa ripensarci.
“Lo so che hai già fatto la tua scelta. Lo vedo.” dice con voce quasi dura, percorrendo con lo sguardo il vestito bianco leggermente spiegazzato.
“Ma non potevo evitarlo… anche se questo mi perseguiterà per il resto delle nostre vite.” mormora a voce bassissima prima di posare le labbra su quelle della donna e baciarla d’impeto, d’impulso. Sorpresa, Katniss risponde al bacio, vergognandosi in un angolo della sua mente di quella debolezza e maledicendo le sue labbra, che sembrano adattarsi a perfezione a quelle di Gale.
Ma, in un piccolo spiraglio del suo cuore dilaniato, sente di essere sulla strada giusta, nonostante tutto.
 
***
 
“Katniss? Sei pronta?”
La voce della signora Everdeen giunge chiara dal corridoio, insieme a un rumore di passi. Katniss fa appena in tempo a staccarsi da Gale e voltarsi verso la porta, prima che questa si spalanchi cigolando.
“Katniss.” sussurra sua madre, avvicinandosi a lei. “Non hai ancora finito con i capelli?” domanda ancora la donna, sfiorandole le ciocche scomposte.
Katniss scuote la testa e inebetita si volta verso la finestra, il respiro trattenuto e due dita a sfiorarsi le labbra ancora calde. Ma di Gale non vi è già più traccia. È svanito in un alito di vento, portando con sé quella maledizione sussurrata a fior di labbra.
Per il resto delle nostre vite.
“Tesoro, ti senti bene?” chiede sua madre, scrutandola preoccupata. Katniss sa benissimo di apparire pallida e sconvolta, ma non può dire nulla. Perciò, sorride e si siede nuovamente alla toeletta.
“Potresti pensarci tu a finire i capelli?” prova a pronunciare senza tremolii nella voce, chiudendo gli occhi su un accenno di lacrime. Sua madre sorride di rimando e le si avvicina con premura.
“Ma certo, lascia fare a me.” mormora, prima di prendere a intrecciare le ciocche con maestria.
Katniss si lascia cullare da quei movimenti così familiari e libera la memoria nei ricordi: immagini della sua vita le sfrecciano dinanzi come lucciole impazzite, componendo un mosaico variopinto.
Forse, se le cose fossero andate diversamente, ci sarebbe un’altra persona ad attenderla all’altare. Forse.
Quando non sente più le mani di sua madre armeggiare sulla sua testa, si costringe a tornare alla realtà, spalancando gli occhi e guardandosi. Finalmente la sua acconciatura ha un aspetto curato e composto e scorge sua madre fissarla raggiante.
Si alza e aggiusta con cura il vestito, lisciando le ultime pieghe e controllando la cerniera. Tutto deve essere perfetto. Lui se lo merita.
“Sei bellissima.” sussurra sua madre, poggiandole una mano sulla spalla. La donna annuisce, imbarazzata e osserva i suoi occhi riflessi nello specchio. Gale aveva ragione: ha già fatto la sua scelta e per niente al mondo tornerebbe indietro. È tempo di lasciarsi il passato –i rimpianti- alle spalle e sperare nel futuro.
Un rintocco soffuso avverte che l’ora è arrivata: è il momento di avviarsi, non c’è più tempo per permettersi di titubare o lasciare che vecchie ferite si riaprano con dolore.
“Andiamo.” pronuncia Katniss sicura. Afferra il semplice bouquet di fiori bianchi, di primule bianche, e si lascia mettere il sottile velo di pizzo sul capo.
“Sei pronta, tesoro?” mormora emozionata sua madre, prendendo lo strascico e posizionandosi dietro sua figlia. Katniss si guarda allo specchio un’ultima volta e si concede di sorridere al suo riflesso, lasciando che la felicità le raggiunga anche gli occhi e li illumini.
“Sì, mamma. Sono pronta.” scandisce, attraversando la soglia e raggiungendo la sua nuova vita.

 
                                                                                                                                                                                                     Oh lights go down
In the moment we’re lost and found
I just wanna be by your side
If these wings could fly…

 
                                                Oh damn these walls           
In the moment we’re ten feet tall
And how you told me after it all
We’d remember tonight
For the rest of our lives…

-Wings, Birdy-

 




Note:
Questa specie di Everthorne se ne stava abbandonata in una cartella del mio pc da secoli, tanto che avevo anche dimenticato di averla iniziata. L'ho ritrovata per caso giorni fa e ho deciso di concluderla e pubblicarla. 
Voglio chiarire che, nonostante sappiamo benissimo che Katniss scelga Peeta e basta, secondo me un piccolo rimpianto verso Gale lo prova. Ecco perchè qui l'ho ritratta confusa, spaventata, e anche triste sì, perchè penso abbia scelto la via più semplice per garantirsi la felicità (e lo dico anche se sono una fan della coppia Everlark, eh!). Perciò spero di averla comunque mantenuta IC, visto che nel suo rimbalzare tra una pallina e l'altra (ossia Gale e Peeta :3) si fa sempre delle pare mentali allucinanti, ecco. E spero che anche Gale risulti IC, perchè per me rimane sempre in qualche modo innamorato di Katniss e non rassegnato alla sua scelta. 
E niente, spero che la storia vi piaccia! *si ritira nel suo angolino*

baci, Giraffetta

 
 
 
  
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