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Autore: kit_giulia_dc    21/03/2015    0 recensioni
Questa è la nostra visione sul finale di Glee, quella che sarebbe potuta essere la scena finale della 6x13
Scritta prima della messa in onda del finale di serie, a quattro mani da Babykit87l e Giulia DC
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! 
Questo è un account comune di Babykit87l e Giulia DC, creato perché le nostre menti possano dar sfogo alla loro immaginazione ^_^
Fatte le dovute presentazioni passiamo a questa storia.
Siamo giunti alla fine di questo telefilm, che per tutti noi ha rappresentato molto di più, è diventato la nostra famiglia, o meglio FamiGleea…
Premettendo che ne io ne Giulia abbiamo ancora visto le puntate finali, dacché sono usciti i primi spoiler sul fatto che ci sarebbe stato un salto temporale abbiamo pensato a questa OS, che potrebbe rappresentare un po’ la nostra visione di come sarebbe potuta finire… Tant’è che sarebbe dovuta essere pubblicata nei giorni passati ma, purtroppo per motivi personali, non è stato possibile quindi ecco che la pubblichiamo proprio a poche ore dalla messa in onda della diretta.. Speriamo comunque che la nostra visione del futuro vi piaccia ;)
A presto
Babykit e Giulia
 
 


 
Si aggiusta la sciarpa sul collo e s’infila i guanti pesanti, dandosi un’ultima occhiata allo specchio. Prende la tracolla ed esce sul giardino. Se ci pensa, quella non è più casa sua, ormai quella che considera casa è a New York, lo è diventata molti anni fa, quando finito il liceo, aveva deciso di andarsene da lì, spinto anche da quello che allora era solo il suo ragazzo e che da lì a poco sarebbe diventato prima il suo fidanzato e poi suo marito.
 
Sono passati così tanti anni da allora che quasi rivede tutto come un film in bianco e nero. A volte gli capita di lasciarsi andare alla malinconia dei vecchi ricordi, oggi però ancora di più. Forse dipende dal fatto che tra poco più di due ore rivedrà tutti e sembra passato un secolo dall’ultima volta.
 
Scende i gradini del portico, la scena che ha davanti lo fa sorridere. Risate gioiose riempiono l’aria intorno a lui, riscaldandogli il cuore, i sorrisi luminosi dipinti sui volti di suo marito e delle sue bambine, intenti a creare un pupazzo di neve, gli ricordano quanto in meglio la sua vita è cambiata e gli fanno apprezzare ancora di più questi cambiamenti. Blaine sembra essere tornato bambino per quanto si diverte, sollevando palle di neve grandi quanto le sue mani e annodando un improponibile cravattino a quel povero pupazzo tutto storto.
 
Si avvicina al trio con un sorriso e attira la loro attenzione.
 
“Quel pupazzo di neve saresti tu?” Chiede, divertito dall’espressione vagamente offesa di Blaine.
 
“No, è il nuovo membro della famiglia… Vero ragazze?” Risponde Blaine a cui segue un coro di sì.
 
“Nuovo membro? È richiesta implicita?” Kurt lo guarda allusivo.
 
Il ragazzo alza le spalle prima di rispondere “Chissà…” e poi tornare dalle bambine.
 
“Bene, adesso però dobbiamo andare, quindi ricomponiti e voi due venite qui e fatevi sistemare la sciarpa e il cappello!” Dice Kurt, mentre si china sulla ginocchia per essere all’altezza delle bambine, che tranquille si lasciano accudire.
 
Quando tutti sono pronti, Kurt si avvicina alla macchina, seguito da Blaine, mentre le bambine ancora cercano di dare il loro tocco al pupazzo.
 
“Tracy! Hepburn! Forza, è ora di andare, salite in macchina!” La voce di Blaine le richiama.
 
“Arriviamo!” Dicono, correndo verso l’auto.
 
 
***
 
Allacciate le cinture di sicurezza si avviano verso la scuola. Kurt è alla guida, con uno strano cipiglio sul volto. E' così strano ripercorrere quelle stesse strade che ha attraversato per tutti i giorni della sua adolescenza, così tanto tempo fa che sembra passato un secolo.
 
Ed è strano, pensa, mentre la loro auto prosegue verso la meta, quante cose siano cambiate negli ultimi anni.
A vederlo così pensieroso, suo marito allunga la mano e stringe quella di Kurt, posizionata sul cambio.
 
"Va tutto bene?" chiede un po' preoccupato Blaine.
 
Kurt annuisce, "è solo strano ritornare in quella scuola" ammette subito dopo.
 
Blaine sa bene quanto il McKinley sia stata una parentesi non troppo piacevole nella vita di Kurt, soprattutto i primi anni. Essere gettato nei cassonetti, essere spintonato, deriso e umiliato, semplicemente perché considerato un diverso agli occhi di chi era troppo ignorante per capire o troppo spaventato per ammettere ciò che era, ha reso la sua adolescenza un vero inferno.  E lui, triste ammetterlo, sapeva bene cosa avesse provato il suo uomo. Forse era per quello che aveva deciso di aiutarlo, il perché aveva deciso di schierarsi dalla sua parte, stargli accanto e combattere con lui. Anche se Kurt non aveva mai avuto bisogno di un cavaliere dall'armatura lucente, in realtà, ma semplicemente di qualcuno che gli ricordasse, quando gli capitava di dimenticarlo, quanta forza possedeva.
 
E possiede ancora, pensa Blaine, mentre stringe la mano di suo marito. Kurt è andato avanti, ha superato le sue paure, le sue insicurezze ed è diventato un uomo degno di tale nome. E' cresciuto e ha saputo affrontare ciò che gli ha riservato la vita, senza abbassare mai la testa. Blaine desiderava immensamente che tutto ciò lo avrebbe insegnato alle sue figlie, che un giorno avrebbe svelato loro quale era il suo segreto e le avrebbe rese forti e fiere, proprio come lui.
 
"Andrà tutto bene, vedrai... Anzi non sei eccitato di rivedere tutti?" esclama sorridente Blaine.
 
Kurt non riesce a fare a meno di ricambiare quel sorriso. Come è possibile non sorridere quando l'amore della tua vita sembra essere così felice?
 
"Certo!" commenta subito dopo, "non vedo l'ora di riabbracciarli, non li vediamo da troppo tempo."
 
Non riesce a concludere in tempo la frase, che eccoli, nel parcheggio del liceo, nel pieno pomeriggio.
 
Scendono dall'auto e dopo aver aiutato le bambine, i loro occhi si incontrano, Kurt è agitato, Blaine glielo legge in faccia, ma è lì, come è sempre stato, per ricordargli quanto siano stati belli gli anni successivi al loro primo incontro. E proprio come allora, Blaine allunga la sua mano verso quella libera di Kurt, la stringe e si apre in un sorriso. Non c’è più bisogno di parole, sono sempre stati capaci di leggersi dentro meglio di chiunque altro, Blaine sarà sempre la sua ancora, il porto sicuro di Kurt.
 
Si incamminano decisi verso l’ingresso, Tracy, ancorata all'altra mano di Kurt, è rapita da ogni dettaglio, mentre Hepburn semplicemente si stringe tra le braccia di Blaine, a causa del freddo.
 
Non impiegano tanto ad arrivare, quando la più grande decide di sfilarsi dalla presa salda di suo padre e urlare "papà guarda c'è zia Rachel!" per poi correrle incontro, cercando di attirare la sua attenzione.
 
Rachel è quella rimasta più vicina alla coppia, anche lei vive ancora a New York ed è l'unica che si sentono regolarmente, ecco dell'appellativo "zia" da parte delle bambine.
 
"Tracy!" esclama la donna girandosi verso la piccola, per poi aprire le braccia e stringerla. "Ciao piccola mia, come stai?" Le chiede subito dopo.
 
"Tutto bene, stamattina papà B ci ha fatto giocare con la neve!"
 
"Oh che bello!"
 
La loro semplice chiacchierata viene interrotta dai due genitori, ormai vicini.
 
"Salve ragazzi!" Li saluta calorosamente l'amica, prima di avvicinarsi ad entrambi per un bacio. "Tutto bene?"
 
"Emozionati!" esclama subito Blaine, "è da tanto che non ci riuniamo tutti!"
 
"Vero..." Gli dà ragione Rachel, ma a Kurt non sfugge quel lieve alone di tristezza che macchia i suoi occhi, perché se Kurt conosce bene qualcuno tanto da saper leggere ogni sua espressione, oltre suo marito, è proprio la sua migliore amica.
 
E subito capisce perché. Il "tutti" di Blaine. Sono passati anni ormai, ma la sua presenza è quella che mancherà sempre, perché saranno anche andati avanti con le loro vite, ma il suo ricordo sarà sempre vivo in ognuno di loro, perché in fondo in fondo, non sarebbero più stati "tutti".
 
"Entriamo?" interviene subito Kurt, per evitare di rendere il silenzio troppo pesante. "Ci staranno aspettando."
 
Tracy subito prende la mano della zia acquisita e, con i genitori qualche passo più avanti, si dirigono verso l'aula canto.
 
Il glee club sta per essere riunito!
 
 
***
 
Appena entrano nella scuola, un senso di familiarità li invade. Sembra essere passato un secolo dacché Kurt percorreva quei corridoi, impaurito persino da sé stesso, tanto da fingere di avere una cotta per Rachel Berry pur di non uscire con Mercedes, o di aver abbracciato d’istinto quello che oggi è suo marito perché aveva compiuto un gesto tanto romantico come trasferirsi lì per lui.
 
Pezzi di vita che porterà sempre con sé e che lo hanno reso, inevitabilmente, l’uomo che è ora.
 
 
Raggiungono l’aula canto, da cui già proviene il cicaleggio leggero di chi è già arrivato. Notano subito la presenza di Quinn e Puck, abbracciati e in piedi davanti al pianoforte, su cui invece sono sedute Brittany e Santana. Tra loro una testolina castana spunta e timidamente si avvicina a Tracy e Hepburn, sorridendo timido.
 
“Ciao!” Saluta con la mano.
 
“Ehi piccolo e tu chi sei?” Chiede Blaine, con un sorriso, dopo lo sguardo alquanto confuso lanciato a Kurt.
 
“Mi chiamo Jason Puckermann. Giochiamo?” Chiede alle bambine, che guardano i ragazzi in una muta richiesta, a cui segue un cenno affermativo, come a dare loro il permesso di andare a giocare.
 
“Così qualcuno ha finalmente messo la testa apposto!” esclama Blaine, attirando l’attenzione su di sé.
 
Tutti si voltano verso i due uomini appena entrati, mostrandosi entusiasti del loro arrivo.
 
“Hei, ragazzi, ce l’avete fatta!” Quinn abbraccia Kurt con un caldo sorriso.
 
“Era ora, pensavamo vi foste imboscati a fornicare come gatti in calore, in onore dei vecchi tempi!”
 
Santana ovviamente non può esimersi dalle sue solite battute imbarazzanti, seguita come sempre dall’ingenuità di sua moglie.
 
“Lord Tubbinton ha tradito Lady Tubbinton con una setta e adesso ha sei mogli. Lei non l’ha presa bene e credo che stia svaligiando il carrello degli alcolici. Dovrò portarla in riabilitazione…”
 
Tutti la guardano con tanto d’occhi, finché lei non aggiunge. “È storia vera questa!”
 
Ignorando volutamente la storia di Brittany, che come sempre nessuno riesce mai a capirne il senso, Kurt e Blaine si avvicinano ai ragazzi, nel frattempo, raggiunti anche da Artie e Mercedes,  seguiti da Mike e Tina e in ultimo Sam, trattenuto dagli impegni da insegnante ormai di ruolo proprio lì al McKinley- Blaine riprende il discorso lasciato a metà.
 
“Allora Quiin, sei riuscita davvero a fargli mettere la testa apposto… Addirittura un altro bambino!”
 
La ragazza, rossa in viso, annuì. Quinn racconta di aver fatto carriera fuori dall’ambito artistico, diventando uno dei migliori avvocati più agguerriti di San Francisco, dove si è trasferita dopo la laurea, per proseguire il tirocinio, tanto da diventare associato di quello stesso studio legale. Lei e Puck, ormai primo maresciallo – si vede che la presenza della bionda al suo fianco gli ha fatto mettere davvero la testa a posto – incredibilmente si sono sposati, anche se nessuno avrebbe mai scommesso su di loro.
 
“Abbiamo avuto Jason 5 anni fa, diciamo che è stato un piccolo incidente.” Rise imbarazzata, prima di continuare, stringendo la mando del suo uomo. “Eravamo ubriachi quella sera, stavamo festeggiando un caso vinto a cui lavoravo da mesi, ed è successo. Pochi mesi dopo abbiamo deciso di sposarci e creare una vera famiglia. Abbiamo anche ripreso i contatti con Beth.” Si voltò verso Rachel e le sorrise. “Shelby è sempre stata d’accordo sul fatto di mantenere un rapporto con lei, come avrebbe voluto con te e Beth è sembrata molto disponibile. Le abbiamo persino fatto conoscere Jason e sono molto legati. Sa che siamo i suoi genitori naturali ma che per il suo bene l’abbiamo data a qualcuno che l’amasse e la crescesse come meritava.” Conclude, con un sorriso.
 
“Beth ha capito. È molto intelligente e incredibilmente sveglia…” Aggiunge Puck.
 
“Soprattutto vedendo chi è uno dei genitori!” Scherza Santana, indicando il ragazzo in uniforme, scatenando l’ilarità del gruppo.
 
“E’ una cosa bellissima.” Si intromette Kurt, mostrandosi alquanto emozionato dal racconto dell’amica.
 
“Beh anche voi non è che abbiate smesso di darci dentro, eh ragazzi?” commenta Santana, vedendo Heburn correre tra le gambe di Blaine, che la solleva per sistemarsela sulle gambe.
 
“Come si chiama questo zuccherino?” Interviene subito dopo Mercedes, accarezzando il viso della bambina, che arrossita, si volta e nasconde il volto sul petto del papà.
 
“Dì  come ti chiami!” La incita Blaine, ma quando vede che non ha voglia di parlare, sospira e risponde lui. “Si chiama  Hepburn e altro che zuccherino, è una piccola peste!”
 
“La più grande è Tracy ed è seduta lì insieme a Jason.” Aggiunge con orgoglio Kurt. Potevano prenderli in giro quanto volevano, ma per lui restavano due diamanti bellissimi che era fiero di mostrare.
 
“E chi ha donato l’ovulo? Vi siete dovuti fare la Berry?” Interviene, divertita, Santana, notando la somiglianza delle piccole ad entrambi i genitori.
 
“Dai Santana, lo si vede dal naso che non sono di Rachel!” Scherza Puck, facendo ridere tutti e beccandosi un ceffone dalla ragazza, che offesa si va a sedere al lato opposto dell’aula.
 
“In realtà ci siamo affidati ad un’agenzia molto valida!” rispose infastidito Kurt, prima di cacciare la lingua, proprio come se fossero tornati dei ragazzini al liceo.
 
“Sono stupende, ragazzi!” Attirò nuovamente l’attenzione su di sé Mercedes. “In realtà ho anche ho una notizia importante da darvi e sappiate che siete i primi a saperlo…” Inizia a dire, poi una piccola pausa e alza lo sguardo per riprendere a parlare. “Mi sono fidanzata con un produttore di una casa discografica indipendente, l’anno scorso siamo andati a convivere e visto che le cose si stanno mettendo bene… Beh abbiamo deciso di mettere su famiglia… Sono incinta!”
 
Tutti sapevano che Mercedes era rientrata del suo tour in Europa, uno dei grandi successi ottenuti con tanta fatica e sacrifici. Da quel suo primo album la sua carriera è stata un continuo crescendo, fino al Grammy ricevuto proprio l’anno precedente e la sua esibizione al Superbowl. E ora sapere che anche per quanto riguardava la vita privata era finalmente felice, tutti esplodono in una fragorosa gioia, facendole le congratulazioni e chiedendole dettagli su questo misterioso produttore e sulla gravidanza. Lei nonostante l’imbarazzo e l’emozione, è chiaramente felice e il sorriso che ha ne è la prova.
L’unico, forse, un po’ meno entusiasta è proprio Sam, che per quanto si finge felice per l’amica, non riesce ad esserne invidioso. Dopotutto lui è l’unico rimasto a Lima, come allenatore dei Titans, e per quanto si era sforzato di andare avanti non aveva ancora trovato la sua anima gemella. Magari, ora sapere che anche la donna per la quale aveva perso la testa da adolescente era andata avanti, sarebbe stato del tutto diverso.
 
Continuano a ridere e  a scherzare, è bello poter risedersi nei rispettivi posti, come era stato per tanti anni e raccontarsi le loro nuove vite. Tante cose sono cambiate da quando sedevano in quell’aula, il loro porto sicuro, dove tutto è cominciato e dove tutto è finito.
 
Artie racconta del suo lavoro di regista, dei premi vinti e del prossimo film a cui sta lavorando, che è top secret ma sarà una grande produzione con nomi importanti e sicuramente sarà un trionfo assicurato.
 
Parlare delle loro carriere li fa sentire tutti più adulti, in un certo senso maturi e, perché no, anche più vecchi. Ed è bello poter approfondire le cose quanto tutto quello che puoi sapere sui vecchi amici è solo ciò che leggi dai giornali.
 
Anche Rachel, infatti, annuncia la sua nuova relazione con un attore della sua compagnia, anche se quasi tutto quello che c’è da sapere di lei lo si conosce dai giornali. Ormai è una stella di Broadway e spesso è invitata in programmi televisivi e per fare da testimonial per pubblicità a carattere nazionale. Proprio per questo tutti sono più o meno a conoscenza dei suoi progressi e orgogliosi che abbia finalmente raggiunto i suoi obiettivi, sapendo quanto si senta realizzata, ma come sempre ha difficoltà a contenere il suo ego.
 
“Ma non è l’unica a essere famosa a livello internazionale!” sbrocca Santana, che come al solito non regge le manie di protagonismo dell’amica. Ha preso il volo come modella e il suo volto spesso ricopre le pagine dei giornali, viaggia spesso ed è molto richiesta dai migliori stilisti del mondo. Nonostante questa vita frenetica il suo amore per Brittany non ha mai ceduto e anzi lo ha persino rafforzato, tanto che quando una delle due non lavora, segue l’altra ovunque debba andare.  Sì, perché Brittany alla fine ha capito che ciò che la fa stare davvero bene è ballare e che la matematica può essere un bel passatempo ma dopo un po’ annoia, soprattutto se si è un genio, come lei stessa si definisce. Così dopo alcuni provini è entrata in una compagnia di danza, ritrovandosi proprio con Mike Chang, diventato coreografo del gruppo e con il quale si esibisce in giro per il Paese.
 
Mike non ha mai dimenticato del tutto Tina e infatti hanno deciso di riprovarci. Lei è diventata veterinaria e ha lasciato che il canto fosse un piacevole hobby del weekend, aprendosi perfino un laboratorio di proprietà a Providence, dove si è laureata. Il suo carattere affabile e gentile è stato fondamentale per lavorare in quel settore.
 
“Kurt sarà il protagonista di un musical a Broadway!” La voce di Blaine esprime tutto l’orgoglio che prova per suo marito.
 
“E Blaine sta per partire in tour con il suo album. I singoli che sono usciti sono primi in classifica da mesi ormai…” Kurt è incredibilmente eccitato dal successo che sta avendo in campo musicale.
 
Blaine si passa una mano dietro il collo, come fa sempre quando è imbarazzato da qualcosa che lo riguarda.
 
Tutti, bene o male, nel mondo dello spettacolo o no, sono riusciti a realizzarsi e diventare le persone che in quell’aula di canto, tanti anni prima, sognavano di essere.
 
“Beh Blaine a questo punto potremo anche pensare ad una collaborazione!” Interviene Mercedes, con un sorriso.
 
“Assolutamente sì, vi vorrei tutti con me, come quando stavamo qui e cantavamo in auditorium…”
 
Non riesce a terminare la frase che vengono interrotti dalla presenza del professore Schuster.
 
“Salve ragazzi!” esclama entrando con lo stesso sorriso con cui si presentava in aula tutti i pomeriggi. “E’ così strano rivedervi qui riuniti e insieme come i vecchi tempi. Siete davvero cresciuti!”
 
Quasi tutti in coro urlarono “Prof!” prima di alzarsi dalle loro postazioni e correre incontro al loro vecchio insegnante.
 
“Come stanno Emma e Daniel?” Chiede subito Rachel, dopo averlo abbracciato.
 
“Stanno bene, Daniel ormai è grandicello e cerca di capire qual è la sua strada.” Risponde con un pizzico di orgoglio il professore, prima di aggiungere “venite voglio mostrarvi una cosa.”
 
E proprio come ragazzini, alla fine della lezione, che chiacchierando di quanto le cose siano cambiate e di nuovi progetti, seguono il professore fino all’auditorium.
In lontananza si sente un coro, delle voci giovani, fresche, che piene di vita intonano gli ultimi versi di una canzone.
 
“E’ il nuovo glee club?” chiede Mercedes, ammirando la bravura dei nuovi ragazzi.
 
“Si, loro sono la nuova generazione e sono in gamba!” ammette il professore. Will ha continuato a lottare contro la Silvester per portare avanti il glee club e le nuove direzioni ed è bellissimo poterlo vedere con un vero budget a fare quello che ama di più, insegnare i ragazzi a vincere ogni sfida che la vita gli pone davanti, perché per lui non era mai stato tanto importante la vittoria, quanto l’impegno e i sacrifici messi per arrivarci.
 
Restarono a guardarli esibirsi fino alla fine della canzone, per poi seguirli, con lo sguardo sognante da parte di tutto il glee club, fino a dietro le quinte.
 
“Ma è Sam quello?” Cerca di capire, confuso, Blaine.
 
Con una chitarra in mano, le luci accese e un sorriso, inizia a suonare quelle che sono le note di una vecchia canzone. Tutti sorridono e proprio come gli adolescenti che sono stati, corrono verso il palco.
 
Sometimes I get to feelin'
I was back in the old days long ago
When we were kids, when we were young
Things seemed so perfect you know?
 
The days were endless, we were crazy we were young
The sun was always shinin' we just lived for fun
Sometimes it seems like lately I just don't know
The rest of my life's been just a show
 
Kurt e Rachel si abbracciano mentre ondeggiano sul posto, Mike e Brittany improvvisano dei passi di danza, Tina e Mercedes si tengono la mano e Quinn con Santana fanno volteggiare i bambini che si divertono a saltare qua e là. Blaine e Sam continuano a suonare con il sorriso sulle labbra insieme ad Artie, mentre Will li guarda dal lato del palco e sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo.
 
'Cos these are the days of our lives
They've flown in the swiftness of time
These days are all gone now but some things remain
When I look and I find no change
 
Those were the days of our lives, yeah
The bad things in life were so few
Those days are all gone now but one thing's still true
 
E mentre le note della canzone scemano, tutti si avvicinano in un abbraccio di gruppo generale, sotto gli occhi dei bambini divertiti dallo spettacolo, cantando le ultime parole, che nonostante gli anni, ancora sono vere.
 
When I look and I find, I still love you
I still love you
 
***
 
La canzone è finita, il sole quasi tramontato e iniziano i saluti. Qualche lacrima scende sul volto di Brittany e Mercedes, qualche pacca sulle spalle viene data da Puck, ma in tutte le loro parole c’è la promessa di rivedersi presto, perché, seppure vivano tutti pienamente le loro vite, la loro amicizia non avrebbe mai avuto fine. Seppur lontani tutti sanno di poter sempre contare l’uno sull’altro.
 
“Vieni a trovarci presto a New York.” Dice Kurt a Mercedes, abbracciandola un’ultima volta.
 
“Certo tesoro, ho voglia di passare un po’ di tempo a conoscere i tuoi angeli!” Lo stringe forte la sua migliore amica. “Ci vediamo presto.” Gli lascia un bacio sulla guancia prima di andare via.
 
E alla fine  Kurt e Blaine si ritrovano di nuovo soli in auditorium. Gli altri si sono dileguati pian piano.
 
“Le bambine?” chiede Kurt.
 
“Rachel voleva mostrare loro la targa dello zio Finn e farle fare un giro della scuola. Ci aspettano all’ingresso.” Gli risponde suo marito.
 
Annuisce in silenzio, guardandosi intorno, prima di allungare la mano verso suo marito che prontamente viene afferrata.
 
 
“Come nel duetto?”
“Come nel duetto!”
 
E mentre si allontanano da lì, i ricordi tornano prepotenti nelle loro menti, come un percorso tracciato dai loro cuori e dalle loro menti. Come un onda di esperienze condivise che li fa sentire protetti dal mondo circostante.
 
Si guardano negli occhi nello stesso istante, capendo di aver pensato la stessa cosa.
 
“Ah mi togli il fiato Blaine e non solo ora. Quando ti ho visto in scena, ero così fiero di essere il tuo ragazzo…”
“Lo spero tanto… Voglio che sia sempre così!”
 
Iniziano ad avviarsi, quando percorrono quel corridoio, dove il loro amore è cresciuto, diventando qualcosa di così forte da sopravvivere al tempo e alle difficoltà della vita, si tengono per mano, come quando avevano diciassette anni, camminando con lentezza, come volessero assaporare il momento. E si rivedono di nuovo ragazzini, davanti all’armadietto di Kurt.
 
 
 “Brutta giornata?”
“Brutta settimana direi…”
 
 
“L’ho fatto per me, perché non reggo l’idea di stare lontano dal ragazzo che amo!”
 
 
“Salve, sono il cane di Margareth Thatcher, il mio rapporto con la regina era teso come un guinzaglio… A fine giornata al quattordicesimo peluche, le ho confiscato questo per regalarlo a te”
 
 
“Siamo giovani. Abbiamo ancora tutto il tempo per l’avventura!”
“Ma non sarà questo il tempo per l’avventura? Finché siamo ancora giovani?
 
 
“Ma cosa mi stai promettendo?”
“…di amarti sempre. Di difenderti, anche se so che hai torto. Di sorprenderti. Di risponderti al telefono, non importa cosa stia facendo. Di prepararti i biscotti almeno due volte l’anno. Di baciarti quando e dove tu voglia. Ma soprattutto di fare in modo che ti ricordi quanto tu sia perfettamente imperfetto.”
 
 
Ed è incredibile come la maggior parte di quelle promesse siano state mantenute, da entrambi.
 
Ma i ricordi non sono sempre tutti belli, alcuni, anche se spiacevoli, riaffiorano. Perché è la totalità dei ricordi, belli e brutti, a fare delle persone chi sono davvero e senza di essi, non si cresce, non si matura.
 
 
“Le relazioni si basano sulla fiducia e io non mi fido più di te!”
 
 
“Tu te ne andrai, Kurt e io rimarrò qui.. Rimarrò da solo…”
 
“Non ti perdonerò mai per questo!”
 
 
Quando arrivano alla fine del corridoio, dove Tracy e Hepburn li aspettano insieme alla zia Rachel, si rendono conto di quanto quel liceo abbia dato loro. Di come ogni esperienza vissuta lì dentro sia stata per loro una parte importante, che li ha portati dove sono ora.
 
“Andiamo papiiii!!!” Urla la più piccola, aggrappandosi alla gamba di Blaine.
 
I due ragazzi si guardano, un leggero sorriso illumina i loro volti. Prendono per mano le due bambine e danno un’ultima occhiata al corridoio vuoto e silenzioso.
 
“Si torna a casa!”
 
Sei l’amore della mia vita, Kurt… Ti amo!”
“Ti amo anche io!”
 
***
 
La giornata è trascorsa davvero velocemente, Kurt e Blaine si rimettono in macchina, con le bambine, per tornare a casa. Durante il viaggio in macchina, i coniugi continuano a parlare di quanto bene abbiano trovato i loro amici e di quanto siano stati contenti di averli finalmente rivisti. Hanno iniziato a discutere se era il caso di invitare Rachel e i suoi genitori per la cena di natale e festeggiare anche con loro, quando arrivano nel portico di casa Hummel.
 
Blaine aiuta Tracy a scendere, mentre Kurt si occupa della piccola Hepburn che stanca, dopo essere stata strapazzata tutti gli ex componenti del glee club, ha preso a sonnecchiare durante il viaggio di ritorno.
 
"Resta sveglia, piccola mia! Dovrai prima cenare e poi papà ti lascerà dormire in pace." Le sussurra Kurt all'orecchio, per poi lasciarle un dolce bacio sulla fronte mentre la piccola si sistema meglio sulla sua spalla.
Arrivati a casa vengono accolti da un odorino piuttosto invitante, Carole ha preparato la cena in perfetto orario e dopo aver raccontato le novità che tutti i ragazzi si erano raccontati in quelle ore passati insieme, Kurt nota Hepburn completamente addormentata sul divano, mentre Tracy le fa compagnia guardando in tv un nuovo film di natale.
 
"È ora di andare a letto!" Esclama Kurt, entrando in soggiorno.
 
"Papà posso restare un altro po' alzata? Ti prego…" Si mette a mani congiunte Tracy, guardando Kurt con quello sguardo così simile a suo padre, ammazzerà Blaine prima o poi per averglielo insegnato. "Non manca molto alla fine!"
 
"Ok, ok!" Sbuffa Kurt, andandosi a sedere sulla poltrona di suo padre, raggiunto subito dopo dalla bambina che si posiziona felice sulle sue gambe.
 
Blaine, rimasto in cucina a dare una mano a Carole, li raggiunge poco dopo e, fermandosi sulla porta, ammira la scena.
 
Suo marito, quasi sonnecchiando, stringe Tracy, che attenta guarda il film, mentre la piccola Hepburn, ormai riposa da ore. Rimarrebbe lì per sempre a guardare la sua famiglia, visto che per lui non c'è cosa di più perfetta al mondo, ma dopo essersi beato di quella vista, decide di farsi avanti.
 
"Kurt, porto Hepburn di sopra, dormirà meglio nel suo lettino." Sussurra a suo marito, che subito si finge sveglio e attento.
 
"Ti raggiungo non appena finisce il film, da quanto dice Tracy non dovrebbe mancare molto." Gli sorride Kurt, prima di chiudere gli occhi e bearsi del bacio che Blaine gli ha lasciato sulla guancia.
 
"Ti aspetto di sopra!"
 
Una decina di minuti dopo che il film è finito e Tracy, eccitata, saltò giù dalle gambe di suo padre.
 
"Andiamo a dormire?" gli chiede lui, ormai visibilmente stanco.
 
"Non potremo fare qualche altra cosa prima?"
 
Kurt alza gli occhi al cielo, è proprio instancabile sua figlia, così decide di proporle l'unica cosa che è in grado di farla addormentare.
 
"Che ne dici se ti scaldo una tazza di latte e miele?"
 
Guardando la bambina annuire entusiasta, sorride e va in cucina a prepararle ciò che le ha suggerito.
 
Ci mette un po' Kurt a convincerla ad addormentarsi, per poi dirigersi in bagno per i suoi soliti rituali di bellezza, che continua ad eseguire ogni sera prima di andare a letto.
 
Mentre guarda il suo viso riflesso nello specchio, Kurt non può fare a meno di sorridere. Per la prima volta in vita sua si sente finalmente completo, come se ogni pezzo della sua vita sia andato al posto giusto. Blaine è il marito perfetto, è vero ci ha messo un po' a capirlo, ma ora ha la piena convinzione che non ci sarà mai nessuno che lo renderebbe completo come ci è riuscito lui. E poi ha loro, le sue due meravigliose bambine che, giorno dopo giorno, gli dimostrano quanto sia bello fare il padre, che nonostante tutte le responsabilità e tutti i casini che possono creargli, non c'è cosa più bella che abbia fatto in vita sua. Kurt è orgoglioso delle sue figlie e fiero di come lui e Blaine le stanno tirando su. Sono degli ottimi genitori e di questo ne ha la piena certezza.
 
Finito il suo rituale, decide finalmente di andarsi a stendere, sperando di trovare suo marito ancora sveglio.
 
Non è più riuscito ad avere un attimo da solo con lui e tutto ciò che desidera in quel momento era proprio avere un po' di intimità con il suo Blaine.
 
Entrando cautamente in camera, sperando di non svegliarlo, nel caso stia dormendo, si ritrova davanti a qualcosa a cui non era pronto.
 
Blaine se ne sta seduto sul ciglio della finestra, guardando un punto fisso fuori.
 
Kurt ha una brutta sensazione, il suo sguardo è come perso nel vuoto, il viso è imbronciato e inizia a chiedersi se sia successo qualcosa di cui non è a conoscenza.
 
Fa un passo in avanti, attirando così l'attenzione di suo marito che, finalmente, smette di guardare fuori e gli sorride.
 
"Va tutto bene?" azzarda Kurt, preoccupato.
 
Blaine non risponde, semplicemente annuisce.
 
E se Kurt lo conosce bene, come sa di fare, si avvicina a lui e lo guarda negli occhi.
 
"Non è vero. Dimmi cosa c'è che non va."  Una volta accanto, gli prende una mano e lo tira verso il letto, dove entrambi si siedono uno di fronte all'altro.
 
"Io..." balbetta Blaine, abbassando lo sguardo.
 
"Blaine, amore, cosa succede?" A quel punto, Kurt inizia ad entrare nel panico. Hanno passato una giornata meravigliosa e Blaine gli è sembrato tranquillo fino alla fine della cena.
 
E ora cosa è successo?
 
"Puoi dirmi tutto lo sai!" azzarda di nuovo Kurt.
 
Solo a quel punto Blaine alza lo sguardo e si apre in un sorriso, uno di quelli luminosi, uno di quelli di cui Kurt si era tanto innamorato, di quelli che comprendono gli occhi e rende Blaine bellissimo, proprio come quando era ancora un liceale.
 
"Io credo di voler un altro bambino!" esala tutto di un colpo.
 
Kurt spalanca gli occhi, restando a bocca aperta, prova a dire qualcosa ma niente sembra uscire dalla sua bocca.
 
"Per carità, Kurt, io amo le nostre bambine, ma sento che un altro bambino, magari un maschietto, possa rendere tutto ancora più perfetto. So quanto, al momento, le nostre vite siano già complicate, ma ormai riesco ad immaginarmi solo una casa piena di marmocchi che la riempiono di urla e risate, che corrono e ci rendono la vita impossibile, ma che allo stesso tempo ci danno un motivo per continuare ad andare avanti. Oggi, mentre giocavo con Tracy e Hepburn, mi sono reso conto di quanto desidero avere un altro bambino, di quanto vorrei avere qualcun altro da stringere la notte o da proteggere."
 
Blaine abbassa lo sguardo, arrossito per la velocità con cui aveva detto tutto, ma non sentendo Kurt dire niente alza lo sguardo.
 
Kurt è rimasto a bocca aperta, senza dire più una parola, il suo respiro è affannato e una lacrima, che non è riuscito a trattenere, gli riga il volto. A quel punto Blaine, preoccupato, lo tira a sé e lo stringe forte, arrivando a stendersi sul letto con lui.
 
"Amore mi dispiace, non volevo... Io... Mi sento così stupido, scusa... La mia era solo una folle idea!" ricomincia a parlare a raffica Blaine, pensando di aver ferito in qualche modo suo marito. Ma Kurt alza la testa e lo interrompe con un bacio, niente di troppo, un semplice poggiare le labbra contro le sue, l'unico modo che conosce per azzittire Blaine, che confuso, spalanca gli occhi.
 
"Questo è il miglior regalo di Natale che potessi farmi, Blaine!" Sorride Kurt, sistemandosi meglio tra le braccia di suo marito.
 
"Aspetta, mi stai dicendo che lo vuoi anche tu?" Non riuscendo a capire se suo marito sia serio.
 
È quando Kurt annuisce, che Blaine tira un urlo, che rischia di far svegliare tutta casa e tocca di nuovo a suo marito azzittirlo nell'unico modo che conosce.





 
   
 
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