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Autore: merty_chan11    22/03/2015    2 recensioni
One-shot~565 parole~Gerza
Dal testo:
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Mi hai preso alla sprovvista, sono stato colto di sorpresa da un turbine di emozioni. All’inizio pensavo fosse solo una stupida cotta da ragazzini, e ricordavo a me stesso che se avessi riconquistato la libertà avrei trovato un’altra donna da amare. E ora che sono finalmente libero posso dire con certezza che quella persona tanto cercata eri sempre tu. Tu, con il tuo miglior sorriso che rivolgevi solo a me, con i tuoi capelli rossi, come il colore del cielo durante il tramonto. Tu Erza, con la tua semplicità e la tua tenerezza.
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Buona lettura!:3
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A.
Umh, salve. In genere non metto le note all'inizio delle fanfiction, ma oggi ho preferito metterle prima. Allora, questa è la prima Gerza che scrivo, quindi spero di non essere andata sull'OOC con i personaggi. La dedico a una mia amica, cara collega fangirl u.u Spero ti piaccia:3 E naturlamente, spero piaccia anche a voi!
Buona lettura!
Merty





 

Le parole che non ti ho detto

 
"Cara Erza,
la verità è che non riesco a non pensare a te. Ogni volta la tua immagine si sovrappone a tutto ciò che è presente nella mia testa, e ti desidero sempre di più. Vorrei averti qui accanto a me, vorrei abbracciarti, baciarti, farti sentire la persona più importante del mondo. Ma ho paura che tu faccia i miei stessi sbagli, e non voglio che tu mi segua in questa nuova vita. Non voglio, ma allo stesso tempo ho bisogno di te.
Ogni notte continuo a rigirarmi nel letto. Tutti i miei pensieri sono indirizzati a te, e poi sposto il mio sguardo sul cielo, oltre la finestra. Stai guardando anche tu le stelle? Ormai è l’unica che abbiamo in comune, oltre a un passato di sofferenze. 
Provo a concentrarmi su qualcos’altro, come al silenzio della notte, ma la tua presenza è costante. E sorrido. E sto pensando a come le persone si innamorano in modi misteriosi.
Mi hai preso alla sprovvista, sono stato colto di sorpresa da un turbine di emozioni. All’inizio pensavo fosse solo una stupida cotta da ragazzini, e ricordavo a me stesso che se avessi riconquistato la libertà avrei trovato un’altra donna da amare. E ora che sono finalmente libero posso dire con certezza che quella persona tanto cercata eri sempre tu. Tu, con il tuo miglior sorriso che rivolgevi solo a me, con i tuoi capelli rossi, come il colore del cielo durante il tramonto. Tu Erza, con la tua semplicità e la tua tenerezza. 
Continuo a ripetermi che sei tu l’unica che voglio, ma non ho il coraggio di dirlo ad alta voce. Sono un codardo, ho paura di amarti. Ho paura che il mio amore possa distruggerti.
Ma vorrei tanto prenderti tra le braccia e baciarti sotto la luce di milioni di stelle. Vorrei averti qui accanto a me. 
Quando finirai di leggere questa lettera, bruciala. Fai finta di non averla mai letta. L’unica cosa che mi rincuora è il fatto di essere riuscito a dirti ciò che non riesco a pronunciare davanti al tuo viso, davanti ai tuoi bellissimi occhi e al tuo sorriso, che ogni volta mi fa perdere la testa.
Ti amo Erza. Ti amo ogni giorno di più.
Gerard"




Aveva letto quel pezzo di carta tante volte, molto probabilmente ora lo conosceva a memoria. Aveva riconosciuto subito la calligrafia di Gerard, semplice ma allo stesso tempo molto ordinata. E poi aveva iniziato a piangere. Piangeva, perché odiava Gerard per il fatto che aveva paura di amarla, ma piangeva anche perché nemmeno lei aveva il coraggio di farlo. Ogni notte pensava a quanto lo volesse lì, accanto a lui, a consolarla e confortarla quando si svegliava urlante dopo un incubo. E lei in cambio l’avrebbe amato con tutta se stessa, ogni giorno e ogni ora, in ogni momento della sua vita.
Ripiegò con cura la lettera, e la nascose sotto il cuscino. Non aveva nessuna intenzione di bruciarla. Voleva conservarla, in modo da ricordarsi che i sentimenti del ragazzo nei suoi confronti erano puri e sinceri.
Poi si sedette sul letto, e anche lei guardò fuori dalla finestra. Forse Gerard aveva ragione, il cielo stellato era una delle poche cose che condividevano.
“Ti amo anche io” sussurrò, e quelle parole si persero nel silenzio della notte. 
Si persero in un silenzio di chi ha tanto da dirsi ma non ha il coraggio di farlo.
  
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