Anime & Manga > Vampire Knight
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Autore: Elly Chan    16/12/2008    4 recensioni
Ecco il sequel de "Il problema di Aido"! "Era marzo, ed era finita la scuola. Definitivamente. E noi vampirelli ci preparavamo ad anni ed anni di pacchia continua. Il direttore Cross avrebbe trovato altri succhiasangue da infilare al dormitorio luna, e tanti saluti. D'altra parte, mica potevamo continuare a frequentare la scuola anche dopo i diciotto anni! Sarebbe stato quantomeno bizzarro." --- "Quando Tenshi aprii la porta, quello che vidi mi fece scomparire la voglia di restare un secondo di più in quel posto. Quello che vidi, per la prima volta nella mia vita, mi fece paura."
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki Kain, Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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vampire knight2 cap21
Yahooo! Sono supereuforica e non so perchè! Forse perchè ho finalmente finito il capitolo.
Che faticaccia... ma farei di tutto, per i miei lettori! ^^
A proprosito, a fine capitolo c'è una sorpresina! ^^
Passiamo ai ringraziamenti!
Iury: proprio presto presto non è arrivato, però... spero che commenterai lo stesso! Grazie mille del commentino!
Voi commentatrici fate la mia felicità di scrittrice! ç____ç *.*
Kahoko: non fa mai male, proprio no, anzi!
Non sai quanto mi sia divertita a scrivere sto' capitolo... e ancora una volta non so perchè. XD
mikamey: la mia fonte di ispirazione! *.* Adesso mi hai dato un altro consiglio, quindi, grazie mille! ^^


- Poi siamo andati in Europa, in Francia... piccola Ichigo, sei mai stata in Francia? - mi chiese Yuji con un sorriso talmente affascinante ed abbagliante che mi fece un effetto peggiore del sole.
- No, a dir la verità...
- Ah, allora ti ci potrei portare io la prossima volta che ci vado, che ne dici?
Dico che qualcuno avrebbe qualcosa da ridire. Dico, hai visto Kain, lo spilungone rosso, sì, quello che ti sta facendo a fettine con lo sguardo?
...Suppongo di no.
- Ne sarei davvero onorata, ma non posso... - sospirai.
- E perchè?
- Ehm... io... soffro l'aereo. - mentii spudoratamente.
- Oh, ci possiamo andare in nave! Una bella crociera, che ne dici? - replicò gentile, bevendo un altro po' del the che aveva preparato Tenshi - spero per lei che ci abbia messo dentro del veleno bello forte.
- Dico che soffro anche il mal di mare. - dissi a disagio.
Qualcuno. Mi. Aiuti.
- In treno? - insistette Yuji.
Deglutii, sudando freddo. Che razza di sanguisuga mi era capitata...
- Idem.
Sorvolai sul mio cervello che si stava chiedendo, lontano anni luce dall'intelligenza normale di un qualunque vampiro, come si faceva ad arrivare in Francia dal Giappone in TRENO.
Bè, ma forse un metodo c'è, no? Tutto è possibie.
- Ah, che peccato. Un gran peccato, già... la Francia è così bella. Così romantica, soprattutto Parigi. Ti ci immagino, a volare sul Louvre, spinta solo dal tuo spirito leggero come il vento... - e lì Yuji riattaccò con le sue fantasticherie.
Era così più o meno ogni giorno. Tutti riuniti nel solito salottino da the, alla stessa ora tutte le notti, con i due gemelli che parlano senza sosta per ore e ore, togliendoci ore di sonno e sottraendoci ad improbabili letture - questo più che altro Tenshi.
La quale, tra parentesi, ultimamente si stava comportando in modo strano. Bah.
- Yuji, temo sia ora di andare. - disse all'improvviso Yuri, staccandosi dal braccio del povero Aido, che ormai aveva superato la soglia della normale disperazione, subendo in silenzio le molestie della Matsuki.
- Certo.
Ci salutarono e uscirono senza dire una parola di più.
Tutti, nella stanza, sospirarono di sollievo.
- Tenshiiii... - miagolò distrutto Aido, buttandosi su Ten-chan e abbandonandosi a peso morto tra le sue braccia.
Lei si scansò velocemente.
- Kain. - lo richiamò all'ordine, e lui si voltò.
- Sì?
- Vieni un attimo su con me, mi devi aiutare con una cosa.
Kain si limitò ad annuire solenne e la seguii su per le scale.
- U... un momento! Ti posso aiutare anch'io, no? - sbraitò Aido, perdendo quel minimo di autocontrollo che gli era rimasto dopo l'incontro con Yuri.
- No. - fu la risposta secca dell'amata, che scomparì nell'ombra insieme a quello che, vorrei specificare, è il MIO ragazzo.
- La vita è strana. - commentai, pensando a un qualunque motivo per cui Kain avrebbe dovuto aiutare Tenshi e per cosa.
Aido mugugnò qualcosa che non riuscii a decifrare.
Sentimmo dei rumori provenire dal piano di sopra.
Dopo alcuni minuti di silenzio, Aido esplose.
- Basta! Adesso voglio andare a vedere cosa stanno diavolo stanno facendo quei due! - annunciò, e, a passo di marcia, salì le scale.
Lo seguii anch'io e dopo un po' ci ritrovammo nel corridoio che ospitava le nostre stanze.
Stranamente era tutto buio.
- A-aido...
- Che c'è? - esclamò sgarbatamente, voltandosi verso di me.
- Ho... ho pauraaaaa! - urlai terrorizzata.
La luce comparì all'improvviso.
E trovammo Kain e Tenshi guardarci basiti, a pochi metri da noi.
- Ho... ho avuto tanta pauraaa! - dissi di nuovo, andandomi a buttare tra le braccia di Tenshi.
- Lei sì, però... - borbottò Aido altamente contrariato, mentre Ten-chan mi accarezzava la testa.
- Cosa dovevate fare? - chiesi curiosa.
- Cambiare una lampadina. - fu la sua serafica risposta.
- E non potevi chiedere aiuto a me? - disse infastidito Hanabusa.
- No.
- Perchè?!
- Ci voleva qualcuno di alto. Molto alto. - come parlò, indico con un cenno della testa il sofitto, da dove pendeva una lampadina irraggiungibile sia per me che per Aido.
- Ah...
Dato che la giornata era finita, andammo tutti a dormire.
Giorno dopo, stesso scenario, un solo particolare: Kain e Tenshi non c'erano.
Eppure li avevamo visti, quella sera, belli freschi in cucina, prima che arrivassero i due Matsuki...!
Maledizione, dove si saranno cacciati?!
- ...Oh. Sembra che due non ci siano. - commentò Yuri, con un sorrisetto falsamente innocente e sorpreso.
- Già. Ichigo, ho sentito dire che questa casa ha un bellissimo giardino... - iniziò Yuji, camicia blu di seta e solito aspetto da modello vissuto.
- Sì. - risposi, piatta e monotona.
- Ah... mi piacerebbe molto vederlo. Mi potresti accompagnare tu? - chiese gentilmente, prendendomi direttamente a braccietto.
- E-ehi! Non ho detto sì! - protestai.
- Non hai detto sì? - chiese.
- No! Ho detto no!
- Quindi hai detto no?
- Sì! Ho detto no!
- Hai detto no?
- Sì, ho detto siiiì! - esclamai, al limite della sopportazione umana.
- Bene, allora sei d'accordo anche tu! - disse Yuji allegro, trascinandomi verso il giardino.
- Aaarggh!
Il mio urlo eccheggiò tra le pareti della casa.
- E tu perchè non mi mostri la serra? - propose Yuri, rimasta sola con Aido.
- Eh...?
- Ok, allora facciamoci un giro! - e la seconda Matsuki sequestrò la seconda vittima.
- Noooooo... - anche in questo caso, un altro grido si fece sentire per tutta la villa.
Cambio di scenario: giardino.
Il cielo stellato sopra le nostre teste mi faceva quasi un po' paura.
C'erano pochissime stelle e non vedevo praticamente niente.
L'unica cosa che mi guidava era - guarda caso - la mano di Yuji, che non mi aveva lasciata un momento da quando eravamo usciti dall'edificio.
Dannazione se è forte - e testardo - sto' ragazzo.
- Dai... torniamo dentro... fa freddo... - mi lamentai, mettendo su un broncio da bambina.
- Ti posso scaldare io. 
- No grazie. - risposi, irremovibile.
Mi accompagnò fino a un muretto, dove mi aiutò a sedermi - dato la mia considerevole bassezza.
- Sai, non sono mai riuscito ad avere una fidanzata fissa... - cominciò, guardando il cielo - poco - stellato.
Mi voltai a guardarlo: dove vuole arrivare.
- Avevo sempre... paura... di innamorarmi seriamente...
- Bè, è una cosa piuttosto comune. - dissi - stupidamente. Lui sorrise leggermente.
- Così le mie storie sono sempre durate poco. Il massimo è stato un mese.
- E chiamalo poco. - bofonchiai, dondolando le gambe.
- Per una persona seria è poco. - disse, aggrottando le sopracciglia.
- Chi ha mai detto che sono una persona seria? - chiesi retoricamente, alzando gli occhi al cielo.
- Comunque... mi vergogno un po' a dirlo, ma... ho sempre e solo giocato con i sentimenti delle persone. - disse serio.
- Non sei il primo e non sarai neanche l'ultimo. Fattene una ragione: c'è gente che fa cose molto peggiori di questa.
Addio momento di serietà. Probabilmente, io invece ho solo paura di entrare in conversazioni importanti.
...Mmh, però dovete ammettere che questa uscita mi è venuta proprio bene! Urrà per me!
...
Basta.
- Capito. Quindi io sarei un'altra di quelle ragazze? - chiesi, non molto toccata dalla cosa.
- ...Esatto. Sono contenta che tu l'abbia capito. La maggior parte delle ragazze si illudono.
- Ma toglimi una curiosità: tu vai in giro a raccontare i fatti tuoi al primo che capita? - chiesi, sinceramente stupita.
Yuji ridacchiò.
- Certo che no! E che è da un po' che non parlo così con qualcuno... bè, in realtà non l'ho mai fatto. - confessò.
- Sì, ma ci saranno una miriade di persone con cui parlare su questo pianeta, no?
- E che ho sentito che di te mi posso fidare... - mi sorrise, accarezzandomi la testa.
Uao. Siamo lontani anni luce dal ragazzo di sempre. Mi stava parlando con il cuore, e questo mi faceva sentire... non so... bene.
- Tenshi? - proposi io, ma ormai la frittata era fatta.
- Troppo seria e chiusa. Mi avrebbe cacciato via di casa! - rise.
- Mmhh... tua sorella?
Dopotutto è suo sorella.
- No. Troppo superficiale. - sospirò.
Feci un ultimo tentativo, probabilmente l'idea più stupida che mi potesse venire.
- Kain? Anche lui ha i capelli rossi...
Yuji scoppiò in una fragorosa risata. Era un bel suono, mi piaceva ascoltarla.
- Non ho mai avuto un buon rapporto con i maschi! - sghignazzò.
Poi buttai una frase a caso.
- Secondo me, se si sapesse della tua fissa per i capelli rossi, tutto il mondo si tingerebbe i capelli in massa.
Un'altra risata.
- Ma sai cos'è che si dice di quelli che hanno i capelli rossi? Che sono cattivi! Ma ti pare?! Cosa si vanno a inventare certi umani... anche se devo ammettere che un po' lo sono. 
Questa volta Yuji fece una risatina un po' più soffocata.
Poi ritornò serio.
- Domani io e Yuri ripartiremo per un nuovo viaggio.
- Buon divertimento. - gli augurai.
- Dobbiamo mandare avanti l'aziend dei nostri genitori... e per quello dobbiamo spostarci continuamente. E' molto faticoso. - sospirò Yuji, passandosi una mano fra i capelli. Sembrava stanco.
- Immagino. - commentai. Ha parlato quella che non alza mai un dito.
- Per quello mi volevo divertire un po'.
- E ti sei divertito? - chiesi scettica.
- Abbastanza... - abbozzò un sorriso.
Sorrisi anch'io, guardandolo.
- Mi è piaciuto parlare con te. - disse all'improvviso. Scese giù dal muretto con uno dei quei balzi felini alla Tenshi che io mi posso solo sognare e mi tese la mano.
- Su, andiamo a trovare mia sorella prima che faccia qualcosa di troppo...
Non volevo andarmene dal giardino, ma la sola immagine di Ten-chan gelosa e infuriata - con me - mi fece scattare in piedi con le mie sole forze.
- Andiamo! - dissi, e gli feci strada verso la serra - anche se ero la persona meno indicata per fare da guida.
E infatti, Yuri non si stava comportando proprio da santa, eh.
- Ooooh, che bel posto! - cinguettò, letteralmente appiccicata al braccio di Aido. Sembravano in simbiosi, solo che lui non aveva affatto bisogno di lei.
- Chi lo cura? - domandò poi, voltandosi a guardarlo.
- Tenshi, ci scommetto... - disse lui - che al solo nome sembrava riappacificarsi con il mondo -, osservando la serra piena di fiori di qualunque colore tranne quello originale.
L'espressione di Yuri si indurì.
E si attaccò ancora di più - se possibile - ad Aido.
- Perchè lo fai? - chiese lui, serio.
- Cosa? - ribattè Yuri, innocente.
- Sai di cosa sto parlando.
Yuri sbuffò.
- Voglio solo divertirmi un po' prima di partire...
- Non puoi trovarti un altro giocattolo? - come me, neanche ad Aido importava molto di essere trattato così. Finchè non lo faceva Tenshi - impossibile, comunque - a lui andava bene tutto.
- E chi, mio fratello?
Bè, direi che il mondo dei vampiri non ha bisogno di altro incesto che non sia quello praticato dai Kuran.
Aido, infatti, non rispose.
- Ah, sta arrivando mio fratello! - si lamentò lei, sentendo dei passi vicini.
- Mmh... mi puoi dare un bacio? - chiese la Matsuki innocentemente.
- Cosa?! - esclamò Aido, sconvolto, mentre guardava la ragazza avvicinarsi al suo viso.
- Uno piccolo... - lo pregò lei.
Le loro labbra stavano quasi per toccarsi, quando io e Yuji sbucammo da dietro un vaco.
- Aha! Vi abbiamo scovati! - puntai loro un dito addosso.
- Sorellina... che stavi facendo? - chiese Yuji, guardandola male.
- Niente! - così dicendo, stampò un bacio sulle labbra di Aido.
- Tenshi non ne sarà felice... - commentai, alzando un sopracciglio.
- Finchè nessuno glielo dice! - sorrise maliziosa Yuri.
Aido la guardò stralunato.
- Ah, Aido, un consiglio... guardati bene da tuo cugino e tieniti stretta la ragazza. - glu sussurrò la Matsuki in un orecchio.
- Yuri... adesso dobbiamo andare... - le disse il fratello. Sua sorella lo raggiunse in fretta, lasciando Aido a preoccuparsi - inutilmente.
- Sì... capito... adios! - ci salutò Yuri, sventolando una mano verso di noi.
- Let's go to Paris! Au revoir, rossa! - esclamò Yuji, mandandomi un bacio.
E così i gemelli Matsuki uscirono di scena e sparirono dietro una pianta di cactus, in un miscuglio di lingue incomprensibile.



Omake: Prima impressione.

Sicuramente la prima impressione che Aido aveva avuto della casa - no, palazzo è il termine più corretto - era quello di regalità.
Più o meno la stessa impressione che gli aveva fatto il nobile Kaname la seconda volta che l'aveva visto. Gli faceva paura ma al contempo ne era molto affascinato.
Miyabi lo portò al centro della sala principale. Davanti a lui, una scala altissima con gli scorrimano d'oro.
- Tenshi dovrebbe arrivare tra qualche secondo... devi scusarla, se per caso ti tratta male. E' fatta così. - la donna sorrise gentilmente.
Bè, se era per quello, anche la prima volta che aveva visto Kaname Aido si era comportato da maleducato.
Solo che trattare in quel modo un nobile era meno grave che trattare un sangue puro così sgarbatamente.
- Nel frattempo, questa è la mia prima figlia, Hinata.
Aido pensò che fosse un bel nome, ma Tenshi lo era di più, a parer suo.
Gli si avvicinò una bella ragazza dai capelli viola lunghi e liscissimi.
Gli posò una mano sui capelli, come per accarezzarlo.
- Lieta di fare la tua conoscenza, Aido. Mi scuso in anticipo a nome di tutta la famiglia se Ten-chan ti tratta male.
Se lo avvertivano già in due forse la cosa era preoccupante.
Ma quella mano sulla testa lo tranquillizava.
Chiuse gli occhi, in uno stato di beatitudine.
Rimase così finchè non sentì due occhi incredibilmente ostili perforarlo.

La prima impressione che Tenshi aveva avuto del caro ragazzo era: viziato figlio di papà.
L'odio verso di lui era aumentato quando l'aveva sorpreso a gongolare sotto le carezze di SUA sorella.
Come si permetteva?! Sua sorella era SUA e di nessun altro, che cavolo!
Si mise a guardarlo talmente male che alla fine anche Aido dovette aprire gli occhi per ritrovarsi, a pochi metri da lui, una bimba - piuttosto carina - fissarlo malissimo.
Aveva due stupefacenti occhi gialli, di un dorato intenso quasi come il suo azzurro.
Ma si sa che giallo e azzurro non stanno bene insieme.
I suoi capelli erano uguali a quelli di Hinata e Miyabi: viola. Colore abbastanza singolare.
Tenshi si alzò lentamente dallo salino dove era seduta e camminò verso di lui, con uno sguardo omicida.
Arrivata vicino a lui tirò la manica del vestito di sua sorella e se la tirò via, lontana da lui.
Poi lasciò Hinata insieme alla madre - che nel frattempo aveva una fifa blu che la figlia minore si mettesse all'improvviso a urlare ingurie contro il piccolo Hanabusa - e ritornò da Aido.
Si fermò davanti a lui, fissandolo in viso - e senza accennare a smettere.
Aido si domandò se per caso l'avesse folgorata con la sua magnifica bellezza.
- Piacere, Hanabusa Aido. - disse, e le tese una mano.
Lei la guardò e la prese.
- Himeyumi Tenshi. - disse impassibile.
- Che bel nome... - sorrise lui.
Lei ignorò il complimento, ma impiantò lo sguardo nel suo.
E gli stritolò la mano.
- Regola numero uno in questa casa se non vuoi essere spedito fuori a calci nel sedere. - sibilò e denti stretti l'adorabile bambina - la cui nonna, per il linguaggio, si sarebbe rivoltata nella tomba.
- Non. Toccare. Mia. Sorella.











  
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