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Autore: fireslight    22/03/2015    2 recensioni
"Ha imparato, Arianne." Pensa con rammarico, il ricordo ancora fresco come ferite di sale − Oberyn ed Elia.
“Ha imparato a destreggiarsi nel gioco del trono.”

[Arianne, Doran Martell♥][The Winds Of Winter − preview][Missing Moments • 614 words]
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arianne, Martell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Sol et lancea etiam renascentur.
 

 
  “What is our heart’s desire?”
“Vegeance. Justice. Fire and blood.”
 
 

«Principessa.»
Arianne posa la piuma con la quale stava scrivendo, macchiando per errore la pergamena di nero. Si volta, osservando all’ombra del tramonto l’imponente sagoma di Areo Hotah.
«È successo qualcosa?»
«Il principe desidera vedervi.»
Arianne si alza dall’elegante scrivania in legno scuro, congedando la spada giurata di suo padre. Rapidamente si cambia d’abito, osservando la sua figura snella in uno specchio, non riuscendo tuttavia a sorriderne.
Poco tempo prima, aveva giocato al gioco del trono come un ubriaco ai dadi, non avrebbe più fatto il medesimo errore; aveva dato sufficiente prova a suo padre che avrebbe potuto fidarsi di lei, che lo avrebbe appoggiato sempre.
Era una principessa di Dorne, Arianne. Per quanto il sole avrebbe continuato a splendere in alto nel cielo, ella non si sarebbe mai piegata di fronte al nessuno.
 
 
Quando entra nella sala del trono di Lancia del Sole, Arianne osserva con malcelato stupore e apprensione la figura del principe in piedi, le mani quasi aggrappante al bordo di un tavolo nel tentativo di reggersi in piedi, di essere forte −  eppure, Arianne sa bene che non serve un pezzo di legno che dimostri quanto suo padre sia forte.
Doran si volta lentamente, accennando ad un sorriso che per la principessa è tutto.
Come aveva anche solo potuto pensare che avrebbe ignorato la sua persona, designato suo fratello come erede?
Arianne comprende forse troppo tardi − in quegli istanti − quanto affetto suo padre nutra per lei. Qualcosa che non aveva mai voluto vedere davvero, avvelenata dai suoi silenzi.
«Arianne, figlia mia.»
La principessa si avvicina, mentre Doran si siede sul proprio trono con non poche difficoltà, − con una tale determinazione, forza d’animo da farla tremare.
«Padre. Cosa desideravate dirmi?»
«Devi accettarti del contenuto di quella lettera, Arianne.»
E gli occhi di Doran percorrono impazienti i confini della città, attraverso i sottili tendaggi color dell’oro ai balconi di marmo.
«Se il ragazzo fosse davvero il figlio di Elia..» lo sente mormorare quasi a se stesso, e la principessa comprende che quello non è un ordine, ma una preghiera. Suo padre aveva vissuto quasi sedici anni progettando la caduta di casa Lannister, vivendo nel ricordo di una sorella troppo presto strappata alla vita e, adesso, nel ricordo di un fratello impulsivo, intrepido abbastanza da esser sicuro di poterla vendicare.
Troppo a lungo avevano atteso una rivalsa degna di tale nomea.
«Andrò, padre. Non ti deluderò.»
Arianne si avvicina al trono, inginocchiandosi accanto alle gambe malferme, coperte da una lunga veste color del sole di suo padre, poggiando il capo sulle sue ginocchia.
«Arianne, bambina mia..» mormora Doran, e la principessa può sentire lacrime di commozione in procinto dall’abbandonare gli occhi fieri come carboni ardenti del principe, «Tu non mi hai mai deluso. Mai. Ricorda questo, quando io non ci sarò più.»
E Arianne avverte un vuoto strano, familiare − straziante, in fondo al cuore.
 
 
Doran osserva i cancelli della città da lontano, dall’altro della Torre della Lancia.
Osserva una lunga cascata di capelli scuri come ebano, vesti da cavallerizza ed un velo chiaro sul volto, a protegger da sabbia e vento.
Cinque cavalieri lasciano la città delle ombre al sorgere del sole; prima si spronare il destriero al galoppo negli aridi deserti, Doran vede la sua erede − sua figlia, la bambina che aveva l’abitudine di correre da lui quando si  feriva ad un ginocchio − voltarsi un’ultima volta, guardando in alto verso la medesima torre, sorridendogli nostalgica.
“Ha imparato, Arianne.”
Pensa con rammarico, il ricordo ancora fresco come ferite di sale − Oberyn ed Elia.
“Ha imparato a destreggiarsi nel gioco del trono.”
 
 
 
 
 
 

Note dell'autrice.
Buonasera, ew. Niente, un po' di tempo fa avevo letto il capitolo di Arianne postato da Martin sul suo sito: in pratica, sbarcato Youg Griff a Westeros, (spero di non aver fatto grossi spoiler a nessuno, ho messo l'avviso, ew) Doran chiede ad Arianne di accertarsi dell'identità del ragazzo, mandando la figlia ad incontrarlo. Ebbene, dopo ciò che entrambi hanno passato - in merito ai dubbi di Arianne sulla politica di Doran e al fatto che volesse escluderla come erede, i loro litigi e incomprensioni - volevo scrivere del loro rapporto che trovo tra i più significativi dell'intera storia.
Alla prossima, sperando che vi sia piaciuta,
fireslight.
  
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