-Capitolo 1- 

-Introduzione-

“Ormai io e Rayon siamo grandi, vogliamo sapere come tu e papà vi siete conosciuti.”

Nemo e Rayon sono i miei bellissimi bimbi, ormai ragazzi. Hanno 15 e 16 anni e ancora non gli ho mai raccontato di come io e Jared ci siamo conosciuti perché la nostra storia sarebbe stata troppo complicata per loro: credo che sia arrivato il momento di sputare il rospo. 

“Bene allora sedetevi sul divano e seguite tutto attentamente. Siate pazienti la storia è lunga.”

Io avevo 21 anni. Ero in Russia, a Mosca precisamente, per il concerto dei Thirty Seconds To Mars. Mio padre aveva deciso di regalarmi un viaggio a Mosca per un mese e ovviamente avevo deciso il mese del Love and Lust Tour. Aveva prenotato per me un hotel di lusso, il primo pensiero entrandovi è stato “quanto cavolo avrà speso per questo viaggio quell’uomo.” 

Mi diressi alla reception e chiesi della mia stanza. Rimasi sorpresa quando lessi il numero ‘2’ sulla chiave; era da sempre il mio numero fortunato. Era una stanza molto isolata. Stava in un piano sotterraneo dell’hotel, molto ampio ma vuoto. C’era solo la mia stanza ed un’altra: pensai fosse la numero uno, invece era senza numero. Non ci pensai troppo ed entrai nella mia stanza. Era meravigliosa. Un enorme salone mi spiazzò: l’arredamento era essenziale anche se molto lussuoso, ma la cosa che più mi colpì di quella stanza fu l’immenso spazio. Dopo il salone andai nella camera da letto: un maestoso letto matrimoniale stava davanti a me. Sulla destra c’era il bagno, con un’immensa vasca che poteva fare anche da idromassaggio. 

Il concerto sarebbe stato il giorno successivo quindi decisi di rilassarmi facendomi un bagno e controllando i social che tutto fosse apposto. Ma una notizia mi spiazzò: Jared Leto, cantante del gruppo aveva la laringite e non era più sicura la sua presenza al concerto, ed un concerto senza cantante, a meno che si tratti di musica classica, è improponibile. Mi infilai un accappatoio, l’intimo ed uscii dalla stanza diretta alla reception per chiedere un paio di ciabatte perché evidentemente se ne erano scordati. Mi fermai di fronte a quella porta, così misteriosa. Sentii dei rumori, sembrava un uomo che tossiva. Era sofferente ed i colpi di tosse non cessavano. Bussai. “Tutto okay?” Dei passi si avvicinavano alla porta, qualche colpo di tosse ancora e la porta si aprì.