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Autore: Holy Hippolyta    23/03/2015    3 recensioni
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Il loro era un amore non convenzinale ma era vero, e alla fine era questo l'importante, concluse Amy.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Leonard Hofstadter, Sheldon Cooper
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Due giorni dopo …
 
:< Sheldon! Allora, ti vuoi dare una mossa? Di questo passo non arriveremo mai!>
:< Eccomi, eccomi!> Rispose lui dalla propria camera.
Amy era già pronta: vestita con un abito nero, classico e senza fronzoli secondo il proprio stile. Stile… che parolona. La sua borsa era capiente, per contenere il necessario per stare via un giorno intero.
Lei era in salotto, in piedi, accanto alla porta con l’ora sempre sott’occhio.
:< Sicuro che finita la funzione vuoi tornare subito indietro?> Gli domandò, appena lo vide arrivare in smoking. Lo stesso completo legato a un ricordo così bello per lei era adesso destinato a un avvenimento terribile per lui. Destino beffardo.
:< Te l’ho già detto, mi pare: le onoranze funebri, essendo momenti di socializzazione, mi provocano un fastidio paragonabile alla vista di Aquaman.>
:< Da quando un funerale è una occasione di socializzazione? Beh, io conobbi il cugino di una mia amica ma essendo impegnato nei singhiozzi la conversazione non fu particolarmente articolata.>
:< Intendo che si è costretti a contatti fisici indesiderati, a manifestazioni di disperazioni esagerate, a frasi di convenienza senza significato. Tanto varrebbe  guardare una commedia romantica.>
:< Mi sembra una cosa un po’ avvilente.>
:< Avrei potuto essere ancora più avvilente e dire soap opera. Oh, ormai l’ho detto.> Disse con fare da finto innocente.
:< Forza, andiamo! – Appoggiò una mano sulla maniglia quando si bloccò improvvisa – Ah, una cosa: ti consento di portare un solo dispositivo elettronico per il passatempo.>
:< Solo uno?! E se mi annoio?>
:< Ti intratterrai con altre persone.>
:< Ho capito l’antifona: non mi stuferò.>
Si tolse dalla giacca tutti i giochi eccetto la nintendo ed  uscirono assieme dall’appartamento.

 
Giunti in Texas, presso la casa che raccolse  l’infanzia di Sheldon, parcheggiarono la macchina poco distante da altre vetture. Il ricevimento dopo la cerimonia sarebbe stato proprio in quella dimora. Non era molto grande ma era accogliente e aveva il profumo dei ricordi più dolci.
Bussarono alla porta e ad accoglierli sulla soglia venne proprio Mary Cooper, la madre del fisico. Una donna molto religiosa, a volte anche troppo, ma affettuosa e femminile con i suoi abiti aderenti e i lunghi capelli castani cadenti sulle spalle.
:< Shelly!> Proferì la donna, abbracciando subito il figlio con voce tenera e commossa.
:< Ciao mamma.> Le rispose Sheldon, asciutto più che mai. Nascondeva sempre il suo imbarazzo dietro il distacco.
La donna si staccò da lui per poi rivolgersi verso la sua accompagnatrice:< Sono felice di rivederti Amy, anche se speravo in una migliore circostanza.>
:< Le mie condoglianze, signora Cooper.>
:< Grazie, cara. Sono certa che mia madre apprezzerebbe molto. Sheldon  - Soggiunse rivolgendosi al giovane – Vai a salutare tua sorella.>
:< Ecco che iniziano i convenevoli. – Commentò ad alta voce senza timore di essere sentito – George è arrivato?>
:< George… veramente ha detto che non verrà. Non gli hanno dato il permesso al lavoro.>
:< Ad ogni evento di famiglia quello ha sempre una scusa per non esserci, così lui può evitare queste convenzioni sociali mentre io devo venirci anche con la malaria. Mi sembra ingiusto.> Protestò.
:< Dio vede e provvede, vai da Missy.> Lo sguardo e l’espressione severa di Mary non lasciava spazio ad altra replica e egli, sbuffando, si recò verso la sorella.
In questo modo, la padrona di casa vestita anch’ella in abito nero, rosario alla mano e crocifisso al collo poté discutere a bassa voce con la neurobiologa, formulando una breve domanda:< Come sta oggi?>
Sorpresa per un attimo, replicò subito:< Inizialmente me lo aveva tenuto nascosto. È stato Leonard  ad avvisarmi  di ciò che stava accadendo. Ho cercato di parlargli e un po’ l’ho aiutato. Vorrei poter fare di più, ma so che non è semplice.>
:< Abbi pazienza e stagli vicino. Hai un cuore d’oro. È molto fortunato ad averti. Da quando avete una relazione, per quanto sia a vostro modo e sotto la luce dell’assenza di Dio, è migliorato tantissimo. Ti sono davvero grata per il sostegno che gli dai. Siate ugualmente benedetti dal Signore: Egli vi ama comunque.>
:< Grazie. Per me è importante e sebbene faccia fatica, sono felice.> Le rispose sincera la ragazza. Mary le sorrise, passandole una mano sulla guancia, la salutò e si recò appresso agli altri pochi stretti congiunti della famiglia.
Amy rimase in disparte, anch’ella poco sciolta nei momenti di comunità. Si mise a riflettere sulle parole della madre di Sheldon, i suoi complimenti e se ne sentì lusingata: pure lei aveva notato l’apertura, seppur minima, del ragazzo e il merito era suo! Suo? Non del tutto… Sheldon poteva continuare ad osteggiare qualsiasi atto di affettuosità e invece no, aveva scelto di cedere sotto le spinte di lei. Ad interrompere i suoi pensieri venne una voce giovane e femminile:> Ciao! Tu sei Amy, giusto?> Le apparve di fronte una donna alta, dai capelli castano scuro, di una magrezza formosa: sembrava una attrice del cinema.
:< Amy Farrah Fowler.> Precisò la studiosa, colpa alla sprovvista. Ripeteva sempre il proprio nome quando non sapeva bene cosa fare.
:< Sono Missy, la sorella gemella di Sheldon.> E le tese la mano con un sorriso gentile e luminoso.
:< Wow… - Esclamò stupefatta – non vi assomigliate per niente!>
:< Per Sheldon è un vantaggio. E pure per me. > Affermò con un occhiolino scherzoso. Il suo ragazzo le aveva accennato qualcosa del suo rapporto con la sorella ma non si era soffermato sui dettagli. All’apparenza era una persona simpatica. Le due parlarono in breve dei reciproci impieghi nella vita: lavoro, famiglia, hobby quando giunsero ad un punto morto.
:< Incredibile un parto gemellare eterozigote.> Disse, per continuare la conversazione.
:< Forse mia madre non sarebbe d’accordo.> Replicò, pensando a quando lei stessa aveva partorito: non fu facile con un pargolo, chissà due!
:< E tu sei più grande di lui?>
Missy la guardò perplessa:< Se siamo gemelli…>
:< In verità il bambino che viene alla luce per secondo è considerato maggiore rispetto al primo espulso dal corpo.> Fu molto meccanica nell’esporre, ma come Sheldon nascondeva le proprie difficoltà relazionali nella sua conoscenza.
:< Non saprei… - Missy restava ugualmente confusa di fronte alla stranezza scientifica di Amy – Sai, mi sembri la ragazza perfetta per mio fratello. Siete entrambi… come dire, particolari.>
:< Puoi dire pure strani, non mi sorprende. I nostri cervelli e la nostra peculiarità ci rendono uniti.>
Alla fierezza e sicurezza con la quale si era improvvisamente espressa, Missy ne rimase scioccata e le chiese scusa per la sua ironia, correggendo le proprie parole:< Non intendevo offenderti in alcun modo. Per me è così strano vederlo in una relazione… ma sono contenta che qualcuno abbia visto le sue qualità e sappia amarlo davvero. Come fai tu.>
Colpita da quegli ultimi motti, la ragazza la ringraziò nuovamente, tornando ad essere meno rigida e più affabile:< Vi assomigliate per una cosa però: siete due schianti. Farsi complimenti, da quel che dicono, è una dimostrazione usata comunemente per fare amicizia. Siamo amiche?>
:< Nel senso che ci vedremo ogni fine settimana?>
:< Non saprei. Ho già un mio giro di amiche del cuore e non vorrei che si sentissero ignorate, una di loro soprattutto ne sarebbe troppo addolorata. Credo che avremo piuttosto occasioni sporadiche di incontro a seconda dei reciproci impegni.>
:< Allora sì. – Si affrettò a dire, sollevata da un lato di avere un rapporto semplicemente cordiale con la ragazza di Sheldon. Riprese – Mio fratello era molto legato alla nonna, come lo era del nonno. Li adorava. Essendo così particolare ha sofferto di più.>
:< E tu?>
:< Sì, anche io, ma in maniera più contenuta. Lui passava da apatia a crisi isteriche. Mi sento in questa maniera soltanto in quei giorni.>
:< Oh, ti capisco. Sto pensando di inventare un metodo per sradicare questo problema alla radice, altrimenti dovrò usare la vecchia pratica.>
:< E quale?>
:< La chiusura delle tube da parte di un bravo idraulico. – Alla faccia un po’ schifata di Missy, Amy sottolineò – Era una battuta.>
:< Oh sì, ho colto…  - Sentendosi a disagio cambiò repentinamente argomento – Ti ho detto che tu e Sheldon siete proprio carini? Dimmi qualche dettaglio…>
:< Missy, non annoiare Amy con chiacchiere da comari. Lei ha una mente superiore.> Sheldon interruppe bruscamente la loro conversazione mettendosi in mezzo, avendo udito l’ultima domanda della sorella.
:< In realtà non vuoi che sveli qualche segreto intimo perché ti vergoni, Shelly!> Rispose celiando la bella gemella del fisico.
:< Non avendo mai avuto coiti non ci sono intimità corporali. E non sarebbero fatti tuoi. E se ti riferisci a quella emotiva… non sono ugualmente fatti tuoi. Vieni via, Amy.> E le prese un braccio, trascinandola lontano dalla lingua suadente di Missy.
Ad Amy piacque quel contatto e quella presa forte, come se la invitasse a stare da soli. In verità le voleva chiedere di aggiustarle l’abito: tra poco sarebbero andati alla funzione.
Erano nella camera da letto della madre di Sheldon, perché doveva essere un lavoretto rapido e il ragazzo finse di non essere interessato a quello che si era detto con la sorella. La testa di Mary Cooper apparve e informò i due che era il momento di incamminarsi verso la chiesa, per poi scomparire dopo aver preso la sua borsa. Anche Amy si stava avvicinando all’uscita mentre Sheldon restava immobile, mordendosi un labbro.
:< Non ce la faccio.> Fu un guizzo di terrore sincero, quello che uscì dirompente dalla bocca del fisico. La giovane si voltò di scatto a fissarlo con dolorosa tenerezza –  Non ce la faccio a non vederla seduta sulla sua poltrona a lavorare all’uncinetto o a leggere una rivista dall’indubbia utilità intellettuale, per conciliare il sonno. Non può essere in una…>
:< Sheldon, se non te la senti non sei obbligato ad assistere. Resterò qui con te.> Lo fermò, guardandolo fisso negli occhi e sfiorandogli entrambe le braccia con le dita delle mani.
:< No Amy, - Concluse dopo pochi attimi di silenzio, come in lotta con sé stesso – La offenderei a morte se fossi assente. Lei c’è sempre stata per me. Ora è il mio turno di ricambiare.>
:< Sono fiera di te.>
Ed entrambi uscirono, così come erano entrati, per dirigersi verso l’ultimo saluto alla cara e vecchia Meemaw.
 

 
   
 
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